Brother - Film (2000)

Brother
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ancora un film di mafia (giapponese, cioè yakuza) per Takeshi Kitano. L’estetica del celebrato regista nipponico non cambia rispetto alle precedenti prove (HANA-BI, SONATINE...) e di nuovo il volto di pietra di “Beat” Takeshi (il suo pseudonimo quando recita) occupa lo schermo per la gran parte del film, diventandone l' “oggetto” principale; non cambiando mai espressione, scosso dall’abituale tic, non parlando mai se non quando è strettamente necessario, Kitano riesce spesso a provocare la risata proprio grazie alla sua imperturbabilità anche nelle situazioni più drammatiche...Leggi tutto (persino dopo aver ucciso quattro persone nello spazio di un secondo). E il gioco funziona, pur se è ormai lo stesso da quando Kitano ha cominciato a dirigere; alcune scene sono da antologia ed è inevitabile accostare BROTHER ai deliri di Tarantino. Le differenze tra i due registi sono molte: qui manca vera “action”, i dialoghi sono pochi, le gag (quasi sempre) più ricercate, la regia prova spesso a offrire finezze in campo lungo e trovate originali. Tuttavia il film, che ha una storia elementare e poco significante, fatica a decollare. Solo dall'incontro di Yamamoto (Kitano) con i “fratelli” americani si entra nel vivo dell'azione. Non è facile apprezzare un film simile; con la sua ripetitività, i suoi momenti (apparentemente) morti, le sue divagazioni (apparentemente) fuori luogo... e si ha la netta impressione che lo si sopravvaluti. Eppure BROTHER (come i precedenti) ha un fascino strano, da scoprire. Sangue che scorre a fiumi.

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Magnetti 17/02/07 21:05 - 1103 commenti

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Il regista giapponese Takeshi Kitano sforna un altro personaggio (da lui stesso interpretato) duro con una sola espressione facciale associata a un lieve tic. Dopo essere stato un membro della mafia giapponese va negli Stati Uniti a cercare il fratello, dedito al piccolo spaccio di droga. Deciderà di entrare anche lì nel mondo della malavita, come in Giappone. Anike infatti si rende conto di saper fare solo quello e lo fa bene, assecondando il suo talento costi quello che costi. Da vedere.

Herrkinski 13/06/08 23:44 - 8052 commenti

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Ennesimo semi-capolavoro di Kitano. Con "Brother" i temi cari al regista vengono portati al massimo livello: e così troviamo la solita Yakuza, il personaggio tormentato ma imperturbabile interpretato da Kitano, sangue e violenza tutta nipponica a volontà, un tocco di humour nero mai esagerato o fuori luogo. Ne esce un film eccellente, che scorre piacevolmente e che non manca di mostrare alcuni dei valori tipici del cinema nipponico come l'amicizia fraterna, l'onore e via dicendo. Ben girato in modo elegante dallo stesso Kitano, ottimo film.
MEMORABILE: Il massacro effettuato tramite pistole attaccate preventivamente sotto il tavolo.

Cotola 15/06/08 23:07 - 8998 commenti

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Deludente film di Kitano che firma una pellicola dai risultati nettamente al di sotto dei suoi standard (alti) e soprattutto delle due splendide pellicole precedenti (Hana-bi e L'estate di Kikujiro). Il film non è brutto ma è un po' macchinoso, riprende situazioni da altre opere del regista e soprattutto manca la capacità di avvincere davvero e soprattutto di emozionare, cose che invece accadeva molto spesso nei suoi lavori precedenti. In ogni caso si lascia guardare.

Flazich 18/06/08 20:11 - 667 commenti

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Takeshi Kitano mette in mostra l'onore e il suo mondo, di un capo Yakuza che deve fare una scelta. Film girato superbamente con i suoi silenzi e le sue esplosioni di violenza senza redenzione. L' (in)espressione di Kitano colpisce ancora una volta come una lama fendente. Musiche azzeccate e fotografia molto ben curata. Un altro gioiellino del maestro giapponese.

Daniela 29/12/08 06:58 - 12606 commenti

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Un gangster yakuza trapiantato in America, con la sua maschera da clown triste; un senso dell'onore per noi incomprensibile; gli scoppi di violenza improvvisi e gli scontri fra bande raccontati per ellissi (il rumore degli spari e poi i corpi distesi ai piedi dei vincitori, oppure i bagliori che illuminano il buio) alternati a momenti di tregua che coincidono con momenti di gioco (le scommesse truccate, la partita di pallacanestro): strano, affascinante film, può lasciare perplessi per il suo andamento sincopato, ma cresce nella memoria.
MEMORABILE: I gangsters giocano a palla sulla spiaggia, ripresi in campo lunghissimo.

Renato 30/12/08 14:33 - 1648 commenti

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Forse l'inizio dell'involuzione del grande regista giapponese. Che qualche zampata la riserva ancora, sia chiaro: ma il film nel complesso mi ha lasciato freddo, e l'alternanza tra momenti ludici, di pausa ed improvvise esplosioni di violenza è troppo programmatica per stupire davvero come nei suoi film precedenti. In ogni caso un film di Kitano riuscito solo a metà dà comunque la paga a nove decimi della corrente produzione commerciale, tanto per essere chiari.

Pinhead80 20/02/10 11:24 - 4715 commenti

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Fratelli di sangue o fratelli di Yakuza, questo sembra il dilemma che vuole proporci Kitano nel suo Yakuza-movie girato in un mondo occidentale (Los Angeles. Girato senza tanti fronzoli e con una dose massiccia di violenza, Brother racconta di uomini (le donne non sono tenute troppo da conto, per usare un eufemismo), i cui rapporti di sangue contano fino ad un certo punto. Ciò che conta è il sangue versato (e per chi). Essenziale e spietato.
MEMORABILE: Il primo incontro tra Kitano ed Omar Epps.

Enzus79 7/11/11 15:43 - 2864 commenti

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Eccellente gangster movie con un Takeshi Kitano in gran forma, che forse non ha nulla da invidiare a Quentin Tarantino. Situazioni drammatiche che si alternano a momenti ilari senza mai scadere nel banale. Omar Epps si dimostra un'ottima "spalla".

Ryo 18/02/12 10:29 - 2169 commenti

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Yakuza-movie di un certo spessore e anche alquanto originale. Certo, si tratta sempre di guerra fra bande, ma la particolarità è data da uno Yakuza giapponese che sconfina in America per aiutare un "fratello" nella sua guerra personale in un altro continente. Pur facendo parte di un mondo che non si può che disprezzare, i personaggi riescono a conquistare e, talvolta, anche commuovere. Beat parla pochissimo e lascia molto la parola alle immagini, bellissime.
MEMORABILE: I giochetti di Kitano con cui imbroglia il compagno nero.

Didda23 5/04/12 17:20 - 2424 commenti

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Tralasciando l'indiscutibile potenza di certe immagini, il resto dell'opera non funziona: la sceneggiatura semplice ed elemantare non soddisfa appieno e la regia di Kitano, seppur solida, non offre movimenti di macchina particolari. Per gli ingordi di pallottole e sangue, Brother può risultare una interessante opzione. Dal tanto decantato Kitano mi aspettavo di più.

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Ford 9/04/12 21:37 - 582 commenti

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Una sorta di versione cupa di Pulp fiction, dove i colpi di pistola scandiscono l'inesorabile caduta del protagonista e del suo business estero, ogni traguardo raggiunto diventa in realtà una disgrazia e la sceneggiatura lineare non fa altro che sottolineare il concetto: una vita non degna, dove l'onore e l'egoismo regnano sia che si spacci droga o che si giochi a pallacanestro, tutte le bellissime scene d'azione sono sempre velate di malinconia e la regia senza farsi notare sa dare il significante di quel che sta succedendo.

Piero68 19/10/12 08:51 - 2955 commenti

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Nonostante per i puristi di Kitano questo ulteriore yakuza-movie perda la verve di precedenti come Sonatine e Hana-bi, io l'ho trovato anche migliore. Prima perchè è un Kitano più maturo, capace di mostrare un eccidio incredibile e dopo pochi secondi alti momenti di introspezione. E poi perchè non credo sia stato facile trapiantare il tutto negli USA visto che comunque è il suo primo film "americano". Le diverse culture danno la possibilità di mettere due mentalità a confronto e Kitano è bravo a sfruttare queste diversità. Da vedere sicuramente.

Alex1988 17/10/17 18:41 - 728 commenti

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Film produttivamente più commerciale rispetto ai precedenti di Kitano, anche se la sua mano si sente anche in questo caso. Talvolta, la violenza (abbondante) presente in questo film viene definita "tarantiniana"; in realtà Kitano, della violenza, non fa un uso "ludico"; anzi, gli omicidi sono sempre un pugno allo stomaco e molte sparatorie vengono filmate in campo lungo. Quindi, se il grande pubblico cerca l'azione, può anche evitare il film.

Thedude94 30/05/22 21:03 - 1084 commenti

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Takeshi Kitano dirige, scrive e interpreta alla grande questo film sulla Yakuza giapponese mettendo in scena in particolar modo i modi di fare tipici della malavita giapponese, cambiando in corsa l'ambientazione e spostando tutto nei peggiori quartieri americani, nei quali convivono gangster di ogni etnia e gruppo sociale. Oltre che la solita deliziosa violenza del maestro giapponese troviamo una regia molto interessante, ricca dei suoi punti di forza consueti e che presenta diverse inquadrature che colpiscono nel segno. Non manca un pizzico di ironia che non guasta. Notevole.

Paulaster 17/10/22 10:29 - 4373 commenti

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Affiliato alla Yakuza ripara a Los Angeles dal fratellastro. La sceneggiatura è schematica negli avvenimenti e l’abbondante violenza richiama stilemi pulp fine a sé stessi e il sottile umorismo proposto da Kitano lascia il tempo che trova. A livello registico siamo sopra la media del genere, anche se stavolta la scelta dello stesso Kitano come protagonista non convince appieno. Anche l’ultima parte con la guerra alla mafia italiana ha scarso ritmo.
MEMORABILE: L’imbroglio ai dadi; Il gioco delle cinque cordicelle; I soldi per i danni al locale.
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