ATTENZIONE AI SICURISSIMI SPOILERE William Brent Bell sforna il suo fiore all'occhiello, dopo contesse sanguinarie infilate nei videogame, lupi mannari francofoni e possessioni demoniache in quel di Roma.
The Boy è un piacevolissimo e funereo ritorno allo psychothriller settantiano (quello dei
Bad Ronald, per intenderci), che mischia suggestioni morbose, malate e angosciose dei vari
La bambola di cera e
Horror Puppet, filtrandole attraverso le
Maschere di cera di Jaume Collet Serra (la maschera hooperiana/schmoelleriana di Brahams ne è un chiaro tributo), che chiude in gustosissimi e tenebrosi risvolti macabri (la faccia di Brahams ricostruita amorevolmente) sul modello
Jeepers Creepers (la pelle cucita con feticistica precisione)
Brent Bell si inventa le famose regole da rispettare che manco nei
Gremlins, e il suo oscuro racconto stà più dalle parti de
L'ombra di Jennifer e di
Chi c'è in fondo a quella scala (famigliola a tavola, mancava solo che Greta dicesse
Con quel coso lì davanti non riesco a mangiare) che nemmeno dei vari Chucky o delle bambole incazzose di certo cinema de paura (di cui ha poco o nulla da spartire)
Inquietantissimo e angoscioso (anche, se durante la visione, non ho mai creduto, nemmeno per un attimo, alla storiella del bambolotto che vive -in quella casa-di vita propria), spesso di una coltre di mistero e cupezza (la magione goticheggiante stile villa Inferno, la bambina uccisa a sassate in passato, la soffitta con le foto, gli animali impagliati, il ritratto che troneggia quasi minaccioso, i ratti morti, il pianoforte, il grammofono, i giocattoli di Brahms, la lettera, i pianti notturni, la possibile scivolata nella follia di Greta, Greta che scoppia a ridere la prima volta che vede Brahms seduto sulla poltroncina, il morboso affetto dei genitori "Mammina" e "Papino") immerso in un'atmosfera autunnale e mortifera quasi fulciana che ne amplifica il disagio.
Più che spaventoso , Brahms (creato dall'immenso Todd Masters), risulta grottesco e quasi bamboccioso (a volte mi sembrava di vedere il Peter Bark di
Zombi Horror), ma che ha comunque una carica disturbante e larvatamente munito di una strana malia quasi sessual/perversa (le sbirciate che da a Greta sotto la doccia, la sua gelosia quando Greta è in dolce compagnia)
Speziato da grandi momenti (il doloroso suicidio dei genitori, la lacrima che solca il volto di Brahms-ma c'è una spegazione-, la testa di porcellana di Brahms che và in mille pezzi, l'occhio batailleiano in primo piano, a terra sul pavimento, il bacio della buonanotte finale), mena squilibri mentali a piene mani e una tensione caligionosa che non molla mai la presa.
Notevole anche il lato feticistico di Brahms rimarcato da Brent Bell (le scarpe di Greta che spariscono all'inizio-se le era sfilate appena era entrata nella magione-, il vestito da sera rosso rubato per vestire una terribile bambolaccia fatta di stracci dalle grottesche forme di Greta) che sottolinea la tensione sessuale tra il "pupazzo" e la ragazza.
Grandissimo twist finale inaspettato e terrifico (la casa che trema, dietro il muro sfondato, il vero motivo del perchè Greta si trova ad accudire la bambola di Brahms ), che riporta soluzioni sullo stile di
The Pact, andando a gemellare con
Horror Puppet e filtrando con certe derive slasher "e per tutta la casa" modello
Black ChristmasFunzionali le musiche di Bear McCreary e plumbea (a volte carica di spessori fiabeschi) la fotografia di Daniel
Non aprite quella porta Pearl
Per il sottoscritto è già un piccolo gioiellino da coccolare con cura, che riporta alla fosca morbosità di certo cinema anni 70 e di alcuni bizzarri prodotti Amicus.
Vieni a giocare bella Greta