Dollari maledetti - Film (1965)

Scenograficamente povero in confronto ai classici western USA, guadagna nella trama semplice e nella regia asciutta e veloce. Al centro i temi della vendetta e il denaro che avvelenano gli animi, narrati attraverso il processo autodistruttivo di un Duryea prima damerino mite e maldestro, poi bounty killer feroce e implacabile che stermina i banditi con il suo micidiale fucile a canne mozze. Piuttosto irrisolto - ma per questo portatore di originalità all'economia del racconto - il personaggio di Cameron; beffardo il finale, se si pensa che il giovane interprete è il vero figlio di Duryea.

Western chiaramente di serie B: scenografie e regia sono sotto il livello di guardia e se si cerca spettacolarità è meglio girare a largo. Ma la trama non è affatto male, una discesa agli inferi e una spirale di violenza per il protagonista, attratto forse da guadagni facili o forse semplicemente ingenuo. Duryea è efficace e sa rappresentare bene la metamorfosi del suo uomo dell'Est improvvisatosi cacciatore di taglie. Non male anche il cast di contorno. Peccato per la confezione poveristica.

Dopo aver ucciso un bandito per autodifesa, un uomo mite ed onesto si trasforma in un cacciatore di taglie. Alla donna amata giura che lo farà giusto il tempo per mettere da parte un gruzzoletto, ma spesso l'abito fa il monaco... Solitamente relegato a parti di fianco, Dan Duryea è qui protagonista ed è la sua presenza efficace il valore aggiunto di un western penalizzato da una messa in scena povera e da talune approssimazioni di scrittura, ma contenente spunti interessanti (il discorso in Chiesa sull'ipocrisia) e personaggi curiosi (l'ex marinaio con la sua barca a vela da terra).