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MMJ Davinotti jr
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Anthony Hopkins gioca a fare l’Hannibal Lecter: è rinchiuso in un manicomio criminale per aver ucciso due uomini in Rwanda e si rifiuta di parlare. Ha vissuto per due anni tra i gorilla e lo chiamano l’uomo scimmia. Quando a interrogarlo arriverà lo psichiatra ambizioso e comprensivo (Cuba Gooding jr.), Hopkins finalmente parlerà. Anche troppo, cominciando con questi il solito gioco del dico-non dico, sfido e racconto. Meno flashback del previsto (giusto due o tre, con Hopkins confuso tra i gorilloni animati da Stan Winston), un rapporto medico/paziente che ripercorre i binari di molti altri film...Leggi tutto e non troppo gratificato da un Gooding jr. bravo ma con poca personalità. Turteltaub dirige alternando bei momenti a frasi interlocutorie che andavano sfrondate (due ore sono inutili, per un film così), Danny Elfman provvede a una colonna sonora delicata abbastanza in armonia con il profilo basso generale scelto dagli autori. E’ chiaro che INSTINCT lo sorregge il buon Anthony Hopkins, a suo agio in un ruolo che conosce a memoria e ancora in grado di salvare - per quanto possibile - una sceneggiatura non certo esaltante. Ad ogni modo è apprezzabile la volontà del regista di non eccedere in stucchevoli spettacolarizzazioni. Benché banale, la figura del professore di psichiatria disegnata da un eccellente Donald Sutherland interagisce bene con l'allievo prediletto (Gooding jr.) ed è un peccato che i loro duetti siano così pochi e insignificanti. Riciclaggio di stereotipi.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Davvero notevole!:
Zutnas - Quello che si dice un buon film:
Disorder, Rambo90 - Mediocre, ma con un suo perché:
Marcel MJ Davinotti jr., Enzus79, Von Leppe - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Galbo, Redeyes, Ciavazzaro, Herrkinski, Daniela, Belfagor, Saintgifts - Gravemente insufficiente!:
Luchi78, Pinhead80
Film piuttosto trascurabile chiaramente ispirato in diversi punti a Il silenzio degli innocenti. Qui Hopkins è un naturalista che a contatto con i gorilla ne assimila quasi i comportamenti allontanandosi dai propri simili. Più volte l'interpretazione dell'attore protagonista tocca il ridicolo involontario. Il film ha una sceneggiatura incongruente e per di più è troppo prolisso (molte scene sono francamente di troppo) finendo con l'annoiare decisamente.
Ovvero come buttare due ore della tua vita. Un film noioso, pretenzioso, fastidioso con un Hopkins che gigioneggia e fa il verso al suo Hannibal per lunghi tratti. Qui l'ambientazione non ha niente a che fare con il mondo dei serial killer, ma non si può non pensarci guardando questa sciocchezza. Gooding jr. passabile e nulla più. Trama scontata e patetica.
Trascurabile. Hopkins è un bravo interprete (anche se in certi momenti pesagera rendendo la recitazione non molto seguibile) nel ruolo di un antropologo che ha superato le barriere degli umani avvicinandosi e unendosi al mondo dei gorilla. Gooding, jr. abbastanza inesistente, finale ridicolo, numerose scene evitabili...
Mezza boiata, interpretata da un Hopkins quasi sempre sopra le righe, un Gooding Jr. bravo ma ininfluente e un buon Sutherland (come al solito, d'altronde). La sceneggiatura è abbastanza risibile e la regia è spenta. Alcune scene d'azione non bastano a risollevare le sorti del film e tutto il finale è assolutamente improbabile. Se aggiungiamo una durata eccessiva, ci ritroviamo in mano un pasticcio di nessun interesse, in cui la miglior figura la fanno i gorilla.
Mediocre. Film con alti e soprattutto bassi, che in alcuni casi sembra anche ripetersi. I tempi de Il silenzio degli innocenti sono lontani anni luce e Anthony Hopkins in ruoli del genere appare un po' imbarazzante. Il personaggio dell'ambizioso psichiatra è fatto apposta per Gooding Jr. (tutto altro che convincente).
Non male. Il protagonista è una sorta di Hannibal Lecter, ma invece che mangiare uomini li odia e basta, preferendogli gli animali (i gorilla). È un po' troppo tirato per le lunghe, specie nei colloqui con lo psicologo, ma si risolleva inaspettatamente nella parte finale, che fa un po' riflettere. C'è un po' di retorica animalista di troppo, ma tutto sommato non è male.
Scontatissimo film stracolmo di buonismo e banalità varie. Faccio fatica a trovare qualcosa da salvare, anche perché in realtà l'interpretazione di Hopkins non convince, ma forse più per colpa della ridicola sceneggiatura e del piattume generale con cui sono definiti i vari personaggi. Il film non funziona proprio e annoia parecchio; il minestrone tra tematica animalista e maltrattamenti dei malati mentali è davvero fuori luogo.
Primatologo sul campo in Africa, a forza di frequentare i gorilla, inizia a comportarsi come loro, con conseguenti problemi di socializzazione rispetto agli umani. Considerato matto, viene rinchiuso in un carcere USA di quelli tipici, dove un giovane psicologo in carriera cercherà di entrare in contatto con lui, riuscendovi con risibile facilità. Diane Fossey si accoppia con Hannibal the Cannibal, con esiti a forte rischio di comico involontario, in questo film troppo lungo, di interesse modesto, con Hopkins gigione e Cuba poco convincente
MEMORABILE: All'arrivo all'aeroporto, Hopkins barbuto e cappellone si scatena alla maniera dell'incredibile Hulk
Un po' dramma, un po' film d'avventura e un po' qualcosa di indefinito. Il film (di una durata un po' spropositata) cerca di attraversare tutte le strade possibili e, anche se discontinuo, il risultato è buono soprattutto grazie a una storia che si fa scoprire poco a poco e grazie all'ottima intepretazione di Anthony Hopkins (Cuba Gooding Jr. invece non va al di là della routine).
Arrestato per un duplice omicidio, un primatologo stravolge la Weltanschauung dello psichiatra a cui è stato affidato. Hopkins imita pallidamente il suo Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti, ma con risultati che scadono spesso e volentieri nel ridicolo involontario. Gooding jr. è più credibile, ma non gli viene lasciato abbastanza spazio; colpa di una sceneggiatura prolissa e colma di gratuite velleità filosofiche da terza liceo. Nonostante la durata di 125 minuti, il film ha ben poco da dire.
Jon Turteltaub HA DIRETTO ANCHE...
I gorilla sono animali stupendi e chi li studia alla fine rimane affascinato e in qualche modo toccato dal loro modo di vivere e dalla loro libertà. Il cinema sfrutta anche questo "soggetto" per ricamarci sopra e uscire decisamente dai binari della ragionevolezza che comunque dovrebbe connotare l'essere umano. Questo film decisamente supera ogni limite di decenza per tentare di mettere in piedi un richiamo alla vita primordiale, cadendo così in una miriade di contraddizioni e "sfilosofeggiamenti" che il buon Hopkins deve rendere credibili
Un detenuto psichico, psichiatrico violento e il suo psicologo poco a poco si conoscono e scopriamo il passato del primo. Film che parla di libertà, di ingiustizie e prepotenze (come tutti i film del genere d'altronde), ma in più riesce a calarci in un punto di vista diverso sul rapporto uomo-uomo e sul rapporto bestia-uomo. Da sottolineare le prove dei due attori protagonisti.
L'istinto è quello di cercare qualcosa di positivo in questo film, ma mi è difficile. Prolisso, noioso e pretestuoso. Non sono riuscito a digerirlo e ancora non capisco come possa essere arrivato a vederlo fino in fondo. Hopkins sembra essere lì lì per esplodere e non lo fa mai. Si fosse trasformato in un horror forse si sarebbe potuto salvare, ma così non è stato. Vaccata stratosferica.
Film a cavallo tra Il silenzio degli innocenti, Qualcuno volò sul nido del cuculo e Gorilla nella nebbia. Anthony Hopkins è stato un ottimo Hannibal ma qui non è molto adatto nel ruolo dell'uomo scimmia dalla grande forza; comunque se la cava, soprattutto nelle scene non d'azione. Buoni gli altri interpreti. Notevoli i gorilla di montagna. La trama ha dei cali, specie guardando al lato psicologico del protagonista. Comunque un film divertente.
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