Catastrofico norvegese con tanto di frana che provoca uno tsunami. Parte bene grazie ad una buona gestione della tensione e a qualche riuscito momento ansiogeno. Poi inizia la seconda parte in cui il film affonda assieme ai suoi personaggi. Molte situazioni sono tirate per i capelli
o improbabili; altre sono più che prevedibili e sembrano uscite dal più trito dei film americani, compreso il finale (un po' ridicolo). Come distruggere in trentacinque minuti quanto fatto di buono nell'ora precedente.
Geiranger è una piccola località turistica posta in riva ad uno dei fiordi più belli di tutta la Norvegia, ma anche fra i più pericolosi per la presenza di un costone fessurato che, franando, provocherebbe (anzi: provocherà, il fatto non è in discussione) un'ondata in grado di spazzare via l'intero abitato. Gli agganci alla realtà e gli straordinari scenari rendono assai interessante la prima parte del film, poi però avviene una doppia catastrofe, naturale e cinematografica, per cui tutti i personaggi, compresi quelli che si salvano dall'acqua, finiscono per affogare negli stereotipi.
MEMORABILE: Dopo l'ondata, il protagonista si aggira fra i resti del paese distrutto, illuminato da tanti fuocherelli (fuocherelli dopo un'alluvione?)
Lo schema è piuttosto classico: gruppo di sismologi con collega particolarmente apprensivo e allarmista, scetticismo generale, fin quando si scopre che le sue previsioni erano corrette e restano pochi minuti per mettersi in salvo. Nonostante questo la pellicola scorre bene, generando una tensione costante e gli effetti in CGI sono pochi (meglio) ma di buona fattura. Gli attori son tutti bravi, soprattutto la bambina (Edith Haagenrud-Sande) e le location suggestive. Si lascia guardare.
Un po' Vajont un po' The day after tomorrow, il film mi ha davvero convinto poco. Sia per l'incipit e sia per lo svolgimento. Anche i personaggi non riescono a far sviluppare quella empatia nello spettatore che per film del genere diventa un must. Tante, troppe ingenuità e/o forzature abbattono ancora di più la cifra finale del prodotto. Do mezzo pallino in più solo perché gli effetti, seppur passati col contagocce, sono davvero di discreta fattura.
Niente di particolarmente nuovo in questo piccolo film catastrofico che narra di una terribile frana con conseguente tsunami. La vera particolarità sta nell'ambientazione norvegese, insolita e interessante per una pellicola di questo genere. Attori in parte, in ruoli classici per questo tipo di disavventure, il resto consiste in un po' di adrenalina e dignitosi effetti.
Uno tsunami tra i fiordi norvegesi, una pellicola che inizialmente sembra promettere bene con paesaggi incontaminati e qualche spruzzata di tensione ansiogena ben calibrata. Durante e dopo la catastrofe si osservano situazioni abbondantemente improbabili e altre già viste. Un inizio promettente e un finale scadente.
Impossible to have Vajont again? La risposta è ovviamente negativa. Questo apocalittico norvegese ci ammalia fra fiordi fantastici e una buona tensione iniziale anche grazie a un protagonista meno stereotipato del solito, visto il genere. La seconda parte acquisisce ritmo ma frana verso l'americanata più banale fra subacquei salvataggi, distruzione e finali telefonati. Assolutamente non meritevole di nota, pur non terrificante.
Catastrofico norvegese che mescola la tragedia del Vajont e The day after tomorrow per un risultato tutto sommato dignitoso. La trama base è la classica del genere, con padre di famiglia che farà di tutto per raggiungere il resto dei familiari dispersi chissà dove. Come spesso accade per questi film le fasi pre-catastrofe e quella catastrofica sono le migliori, mentre quella post,catastrofe è banale e noiosa. Pochi gli effetti speciali, ma ben realizzati. Visto e dimenticato.
Film norvegese di genere catastrofico in cui si immagina un movimento tellurico che produce uno tsunami all’interno di un fiordo. Il film può contare su una location suggestiva e una storia tutto sommato credibile. Funzionano nel complesso anche i personaggi, lontani da stereotipi “americaneggianti”. La vicenda però tarda a decollare e solo la seconda parte, con un buon uso degli effetti speciali e alcune sequenze di indiscutibile impatto visivo è davvero godibile.
Il vero dramma qui è la sconcertante convenzionalità dell'insieme. Tutto è così palesemente studiato a tavolino che ogni pretesa di pathos è smorzata sotto litri e litri di inverosimile banalità. La sequela di miracolose circostanze entro le quali i protagonisti affrontano e fuggono la morte (al contrario di tutte le altre inutili comparse che li accompagnano) sono quasi esilaranti nella loro implausibilità. Se non si prendesse tanto sul serio potrebbe passare per un manuale parodistico del cinema catastrofico. Doppiaggio italiano da dimenticare.
MEMORABILE: I due geologi rinchiusi fra pareti rocciose in avvicinamento; Arriva l'onda anomala; Morte e distruzione di Titanica entità; La voce della bambina.
Uthaug passa al catastrofico con un film su uno tsunami generato nientemeno che da un pezzo di montagna che cade in un fiordo norvegese. Particolare ancora una volta per gli stupendi paesaggi della Norvegia, ma a conti fatti il film è molto simile ai suoi corrispettivi americani e con una confezione sugli standard. Dopo una prima parte preparatoria, un po' tirata per le lunghe, arriva al nocciolo della questione che tra le varie scene di tensione presenta punti di stallo; insomma, piuttosto blando. Gli era riuscito meglio lo slasher nevoso.
MEMORABILE: La scena in cui uno dell'equipe si guarda un film al pc: è Cold Prey, lo slasher di Uthaug del 2006.
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DiscussioneDaniela • 30/12/15 09:18 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Il film è assai modesto, ma sono contenta di averlo visto perché mi ha fatto scoprire uno dei posti più belli della Terra... che penso di non visitare, considerato che la faccenda dei 10 minuti di tempo per l'evacuazione corrisponde al vero e che l'incertezza non riguarda se avverrà o meno l'evento franoso, ma solo quando e in che misura.
Spero proprio che, in tale occasione, la popolazione sia stata preparata ad affrontare l'emergenza in modo meno dilettantesco di quanto mostra il film ;o)