Un Jules e Jim sottoproletario drammaturgicamente insipido, ligio agli insegnamenti dei maestri del neorealismo italiano nella scrupolosa, profonda osservazione naturalistica - la vita misera e i sacrifici cui sono costretti gli abitanti delle borgate romane - ma incapace di trasformare il dato oggettivo in intensità emotiva. Già disinvolta nel nudo integrale, l'appena ventunenne Golino è fresca, decisa e spontanea nell'affrontare la parte di una fanciulla solare e tenace, dai silenzi che ne tradiscono il latente mal di vivere; spigliato Roca-Rey, brevi e incisivi Diberti e la Giorgelli.
MEMORABILE: Il discorso del padre sulla libertà di scelta della figlia.
Ragazza ventenne va a convivere ma s'invaghisce successivamente di un barista. Ambienti proletari al limite della miseria in cui le problematiche amorose vengono trattate come un film d'autore. La giovane Golino riesce anche a trasmettere i suoi tormenti ma i due ragazzi dimostrano poca personalità. Qualche discorso all'interno della famiglia è fin troppo acceso e poco realistico. L’ultima parte ricorda echi della Nouvelle Vague, compreso il finale repentinamente drammatico.
MEMORABILE: La sveglia alle tre; La lotta col padre; I ragazzi che giocano in acqua.
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DiscussioneRaremirko • 2/04/20 21:43 Call center Davinotti - 3862 interventi
Nulla di memorabile questo The dreamers in vitro, molto in vitro, ma si lascia apprezzare per la Golino (giovane e bella) che tiene sulla spallette tutto il carrozzone.
Cupo, tetro, un pò noiosetto, merita un 6 politico.