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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Gli inconveniente del successo: Pecker (Edward Furlong), un ragazzetto di Baltimora con la fissa della fotografia (scatta in continuazione), diventa improvvisamente famoso e scala in un lampo le tappe della celebrità, ma famiglia e amici finiscono col diventare oggetto di odiosa curiosità e i loro loro rapporti col “genio” cominciano a incrinarsi; una favoletta scontata e inconcludente che vale solo per la galleria di bizzarri personaggi che la popolano, retaggio di uno stile che il regista John Waters seppe imporre nel cinema underground conquistandosi un seguito risicato ma entusiasta. Altri tempi, però. Oggi Waters si balocca con le sue piccole follie senza più...Leggi tutto riuscire a graffiare, diventando quasi la parodia di se stesso. Eppure qualche tocco personale resiste orgogliosamente: la “dolce” Chrissie ad esempio, glucosio-dipendente che si strafoga di ogni sorta di dolciumi, o la fidanzatina (Christina Ricci) di Pecker, che gestisce una lavanderia automatica con piglio tirannico. Negativa invece la scelta di un protagonista come Edward Furlong: più adatto a ruoli più “impegnati” (strepitoso lo stesso in AMERICAN HISTORY X) o comunque lontani dall'ironia, campo in cui ha da fare poco o niente. Registicamente PECKER è un film  fiacco, fiacchissimo (come gran parte dei lavori firmati da Waters), che pare seguire l'ispirazione del momento infischiandosene di dare organicità a una sceneggiatura appena abbozzata. Se il film a tratti riesce gradevole è per le invenzioni estemporanee insomma, legate a un mondo di sbandati e disadattati che Waters (di Baltimora) conosce molto bene.

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Fele 19/12/07 22:04 - 43 commenti

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Il film presenta i soliti eccessi alla JohnWaters conditi, come sempre, da quella leggerezza da bimbo cattivello che permettono all'autore di dire e mostrare qualsiasi cosa, ma senza essere mai veramente perfido.

Supercruel 6/10/08 01:00 - 498 commenti

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Commedia di Waters interessante dal punto di vista contenutistico e divertente oggetto filmico di per se stesso. Da una parte abbiamo un interessante discorso su arte alta/popolare, kitsch, camp e dell'altra una sceneggiatura - divertente, ritmata, ben sviluppata - che fa prendere vita a personaggi colorati, improbabili, appariscenti. Meno radicale e visivamente trash che in passato, "Pecker" è un Waters che, ad ogni modo, funziona piuttosto bene.

Magnetti 19/03/09 11:36 - 1103 commenti

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Se ci si scopre bravi artisti (fotografi in questo caso), si è della periferia di Baltimora e si vuole monetizzare il talento cosa fare? Andare a New York... salvo scoprire che poi il business dell'arte uccide l'arte, la banalizza, la costringe in clichè insopportabili. Meglio tornare a casa. Il film porta questa parabola in un contesto para-provinciale fatto di personaggi strambi. Una commedia divertente che graffia un pochino. Come si diceva nel film The big kahuna "vivi a New York per un po' ma lasciala prima che ti indurisca".

Giùan 16/09/11 13:50 - 4540 commenti

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È un Waters ormai completamente "addomesticato" quello di Pecker, tanto da arrivar a metter in scena se stesso giovanissimo "pilluccatore", pronto ad immortalar ogni stravaganza da Baltimora a New York. C'è tuttavia da dar atto al Zozzo John che la sua progressiva docilità è stata scelta stilistica coerente, segno di intelligente sensibilità. Fotografia pastosa, colori morbidi, così distanti dallo stile ruvido e naif, evidentemente funzionale, degli anni '70. Lo stesso schema narrativo è ormai classico, eppure son certo John colpirà ancora. È Ok la Ricci.
MEMORABILE: Il covo del pelo; la sorellina "malata" di dolci.

Galbo 14/03/12 16:32 - 12380 commenti

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Gradevole commedia diretta da John Waters che mette un pò da parte lo spirito dissacrante degli esordi per una storia incentrata su una sorta di suo alter-ego. Il film dà al regista la possibilità di una non tanto velata critica al mondo dell'arte e alla sua rappresentazione mediatica. Buona la prova di Edward Furlong, bravo attore che si è un pò perso per strada.

Pinhead80 2/08/15 11:47 - 4720 commenti

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L'estro e la follia creativa di John Waters non la conosciamo da adesso. Pur avendo abbandonato le esagerazioni scatologiche di Pink flamingos egli ci presenta una galleria nuova di personaggi bizzarri e interessanti. Furlong è un fotografo che riesce ad avere successo mettendo in mostra foto che ritraggono la propria quotidianità. Waters riesce sempre a trovare il modo più strano per dire le cose ma ci riesce benissimo. I valori della comunità così come l'effimerità del successo vengono servite come ostriche con contorno di scarafaggi.
MEMORABILE: Il fotografo cieco che scatta foto all'impazzata e scalza Pecker come autore del momento.

Anthonyvm 28/04/22 15:33 - 5640 commenti

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John Waters scrive una sarcastica lettera d'amore alla sua piccola e pazza Baltimora, fra bar gay e cattolici ferventi, servendosi della figura di un giovane fotografo amatoriale per ironizzare sul concetto di "bellezza" artistica e sulla sua stessa carriera. Idea promettente sulla carta, ma sviluppata in maniera generica e poco efficace sul versante umoristico: la satira è tenue è standardizzata, i personaggi camp mancano di freschezza e pure i tocchi shock sembrano sparuti orpelli senza brio. Non basta un nudo integrale lesbico per far emergere lo spirito watersiano. Solo vedibile.
MEMORABILE: La bambina zucchero-dipendente; La miracolosa statua della Madonna e la nonna ventriloqua; Sesso nella cabina elettorale; Il party finale a Baltimora.

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