Ennesimo ritorno al passato per i fratelli Vanzina, specializzati in rievocazioni d'epoca (SAPORE DI MARE), cronoviaggi d'ogni genere (i due A SPASSO NEL TEMPO) o pseudorivisitazioni di RITORNO AL FUTURO (IL CIELO IN UNA STANZA, il loro film al quale questo maggiormente si richiama). Siamo quindi nell'ambito di una rimasticatura per nulla convinta di idee già abusate e perdipiù di una contestualizzazione ambientale sommaria, sciatta,...Leggi tutto che nel 1990 piazza ancora i poster dei Duran (quell'anno in pieno declino) o la "Maniac" di Michael Sembello vecchia ormai di sette anni giusto per restituire vanamente facili aromi eighties. Perché si saranno accorti, i Vanzina, che non bastavano quattro automobili del tempo per ricreare il giusto clima: fan quasi tornare a quegli anni più i titoli di testa animati che non l'intero film. Ma la scarsa vena si intuisce già nell'espediente utilizzato per far tornare indietro di 25 anni i due protagonisti: un banale incidente stradale, che peraltro li ringiovanisce agli occhi di tutti tranne che a quelli dello spettatore: noi continuiamo a vederli tali e quali (chiaro espediente per far recitare due attori “veri” e non due ragazzetti di poche speranze)! Li vediamo giovani solo per un attimo allo specchio, e la cosa restituisce subito l'impressione di un film girato un po' così, con una storia che nei raccordi tra passato e presente lascia buchi terrificanti, giustificabili solo in parte dalle scarse esigenze di credibilità legate al genere: a tutto c'è un limite! L'unico vero "colpo di genio" è il finale, capace di regalare l'immancabile happy ending ma seguendo una strada a suo modo imprevedibile. Per il resto c'è poco da stare allegri, soprattutto sul versante Memphis/Minaccioni: lui, alle prese con una madre sola e alcolizzata, torna indietro e cerca di combinarle un appuntamento con un suo ex spasimante in modo da farle risolvere i problemi di alcolismo che già cominciano a manifestarsi. Tra una Minaccioni quasi sempre ubriaca e terribilmente monotona (non per colpa sua) e un Memphis rassegnato a un copione che questa volta non può proprio esaltare il suo umorismo sommesso, le battute latitano e si aspetta immancabilmente che si passi la palla a Max Tortora, vera star del segmento centrato sulla coppia Bova/Michelini: lei nel presente l'ha mollato e lui nel passato decide di ignorarla per non soffrire (senza considerare che ha avuto da lei 25 anni felici e pure un figlio!). Ma come detto, a guadagnarsi tutta la scena - nonostante gi sforzi di una Michelini truccata da teen-ager, esagitata e decisamente troppo sopra le righe - è Tortora nei panni del padre di lui: aplomb desichiano, ricco e amante delle scappatelle, si lascia andare a commenti d'impronta comica che danno un briciolo di sale al film. Bova invece, che comico non è, si arrangia col mestiere e almeno non sfigura. L'impressione generale è quella di un RITORNO AL FUTURO parte 1 e 2 condensati e rimescolati (e la citazione del film da parte di Memphis sa tanto di salvacondotto preventivo da usare contro chi noterà subito la cosa), ribolliti in salsa romana e con i risultati sportivi sbirciati dal futuro come ennesimo richiamo a Zemeckis e riaggancio alla nostra tradizione popolare (la schedina vincente in film così non manca mai). Se il tutto non crolla è soprattutto merito della regia scaltra di Carlo Vanzina, ancora capace di tenere alti i ritmi utilizzando al meglio la colonna sonora per nascondere le pause.
Commediola esilissima dei Vanzina dai vaghi toni nostalgici; ormai non hanno alcuna vergogna nel riciclare se stessi, ma con risultati decisamente inferiori e con una messa in scena dal budget risicato (giusto quattro macchine "d'epoca"). Improbabili svolte di sceneggiatura danno l'impressione di un pressapochismo generale e di una scarsissima vena dei Vanzina in fase di scrittura (esempio ne è il finale, completamente privo di senso). Con dialoghi mediocri il cast non può fare granché, ma almeno Tortora riesce a dare un minimo di verve alle sue scene.
MEMORABILE: La trentenne Michelini fatta passare per una diciassettenne presuppone una sospensione dell'incredulità un po' eccessiva!
Il nuovo film della ditta Vanzina riprende un canovaccio già sfruttato più volte nel mondo del cinema quale il ritorno al passo (o viaggio indietro nel tempo che dir si voglia). Questa volta tocca a Memphis e Bova, ritornati di "colpo" nel 1990 ai tempi della scuola. L'intreccio lascia il tempo che trova, ma il film non annoia e mantiene un buon ritmo fino alla fine. I momenti migliori portano la firma del grande Max Tortora. Nella norma la Michelini. Nel complesso un film con un suo perché...
I francesi direbbero "corriger la fortune": tornare indietro nel tempo per modificare con consapevolezza un futuro già vissuto. Siamo chiaramente dalle parti della favola moderna, in cui tutto è volto al disimpegno e, in questo, i Vanzina assicurano un sincero svago avvalorato da volti "giusti". L'accidentale ritorno al 1990 dell'accoppiata Bova/Memphis regala buoni momenti, cui si aggiunge un certo sentimentalismo (caro al nostro cinema) grazie alla bella Michelini. L'aspetto spassoso è tutto sulle spalle di Tortora.
Dopo il deludente Sapore di te, i Vanzina tornano con questo film decisamente di diverso livello e, almeno in buona parte, fanno centro: d'accordo, la storia è molto surreale, ci sono alcune facilonerie di troppo, però funziona e diverte, anche. Il comparto attoriale è di buon livello, anche se non tutti sono utilizzati come dovrebbero (vedi il poco spazio lasciato a Ricky Memphis), ma Tortora dimostra di meritare ruoli di ben maggiore caratura. Buono anche il finale, non così scontato come potrebbe essere.
MEMORABILE: Il "mancato" appuntamento di Tortora con l'amante; Bova che incontra il futuro collega "becco e bastonato".
Non funziona questa nuova sorta di operazione nostalgia dei Vanzina, in cui non basta qualche battuta simpatica di Tortora o qualche giochetto sul passato-futuro (Beppe Grillo). Stranamente ci vengono risparmiati (schedina a parte) battute sul calcio (mi aspettavo qualcosa sulla Roma, invece la cosa si riduce a una scritta di Rizzitelli sul banco di scuola). Ricostruzione d'epoca quasi inesistente, coppia Memphis-Bova poco divertente, canzoni a casaccio (terribile la scena della Michelini sulle note di "Maniac"). Non molto da salvare.
Fin dai titoli di testa, con grafica in parte riciclata da Buona giornata, si capisce come i Vanzina stavolta abbiano puntato sul risparmio e sull'approssimazione. La trama ricorda Il cielo in una stanza ma tutto fa acqua: la ricostruzione d'epoca scade negli sfondi in cui si vedono sfrecciare macchine moderne, la sceneggiatura è piena di buchi e di ingenuità (come il finale atroce) e le battute stentano a far sorridere. Bova e Memphis sottotono, molto meglio la Michelini e un Tortora in gran forma, unico motivo di visione.
Il problema non è l'idea di base (due amici indietro nel tempo con la possibilità di cambiare il corso degli eventi col senno di poi), che per quanto sfruttata e riciclata saprebbe essere ancora vincente, col supporto di una trama azzeccata. Il problema è appunto che tale trama manca: la storia è davvero poca cosa, il finale brutto e i pochi momenti comici che potrebbero risollevare le sorti di un film che come commedia sentimentale funziona poco, sono banalotti e ripetitivi. Persino la ricostruzione dell'epoca è sciatta e poco convincente.
Un'idea riciclata (ossia quella del ritorno al passato) che Vanzina propone con scarsa presa. La coppia Bova-Memphis stavolta non brilla probabilmente a causa del canovaccio un po' usurato. Va molto meglio quando entrano in scena Tortora (usato poco ma bene) e la Minaccioni. Gradita la presenza di una frizzante Giulia Michelini.
Nulla si butta ma tutto si ricicla nel cinema dei Vanzina, dove il salto temporale diventa una cifra narrativa di film in costume e non. Peraltro utilizzato in uno dei loro film migliori, l'espediente ritorna in questa commedia assai poco riuscita. Domina la sciatteria nella realizzazione: qualche poster dei Duran Duran e qualche canzonetta d'epoca (Maniac in una delle scene più insulse) non bastano anche perché la storia è leggerissima ai limiti dell'inconsistenza e gli attori assai poco convincenti, qualche caratterista a parte. Pessimo.
Purtroppo l'ho visto e ho perso 90 minuti del mio tempo. Si comincia con il tema, sfruttatissimo, del salto temporale, che in passato ha avuto illustri predecessori come Ritorno al futuro o il dolce Peggy Sue si è sposata, ma i Vanzinas non sono né Zemeckis né Coppola e il film degenera in una sarabanda di castronerie, battute e situazioni viste e riviste. Si continua con gli attori mal sfruttati e non in parte, poi tanti errori (la Michelini 20 anni prima è uguale a quella di oggi)... Insomma, un disastro!
Non si respira niente di nuovo, in questa poco riuscita commediola di Vanzina. I protagonisti sembrano essere stati messi lì per caso e non ci credono nemmeno loro, a una trama ridondante e veramente carente da ogni punto di vista. Finale prevedibile, accoppiata Bova-Memphis decisamente poco affiatata. Unica menzione per la vagamente divertente madre ubriacona di Memphis.
Film di una pochezza disarmante e con gag comiche praticamente nulle. Originalità pari allo zero visto che in qualche modo salti temporali e tematiche simili sono state già ampiamente utilizzate (lo stesso Immaturi sempre con Bova e Memphis ne potrebbe essere una variante) e sceneggiatura inesistente. Parco attoriale sottotono con la Michelini semplicemente irritante e la Minaccioni che nemmeno da "ubriaca" riesce a essere convincente. Unico punto positivo il solito Max Tortora, che almeno il sorriso lo strappa. Vanzinata al ribasso.
Commediola abbastanza telefonata in cui le ricostruzioni ambientali sono carenti e le vicende non propriamente memorabili. Il salto temporale non appare credibile e nonostante qualche momento dignitoso si sorride esclusivamente per la verve di Tortora e della Minaccioni. Bova recita col pilota automatico, Memphis appare più sciolto mentre la Michelini è inutile.
Promettente quanto deludente commedia di ripescaggio, di quelle che sembrano scopiazzate e confezionate di fretta senza curarne più di tanto lo spessore. Anche se l'accoppiata Memphis/Bova è piuttosto gradevole i due non s'impegnano, vivono l'avventura del salto temporale con antipatica superficialità. Ben riuscita invece la ricostruzione dell'atmosfera degli anni '90. Una buona idea di base, per quanto già nota e sfruttata in tutte le salse, si perde presto nella solita faciloneria sgangherata da cinepanettone. Torno indietro... e cambio film!
Privo di qualsivoglia elemento di novità (l'espediente narrativo mutua la genialità del soggetto di Ramis), ma Carlo Vanzina è veramente un maestro nel donare alla pellicola il giusto ritmo miscelando meravigliosamente sentimentalismo e commedia. La parte più comica è affidata a un convincente Tortora, mentre il personaggio della Minaccioni non è scritto come si deve. Trio protagonista in parte, con una Michelini di genuina freschezza. Nel complesso niente male, anche se qualche elemento poteva essere più innovativo.
MEMORABILE: Tortora che scambia la voce della bambina per quella dell'amante; La gita a Amsterdam; Il nuovo presente.
Marco dopo una lunga storia d'amore cominciata in età adolescenziale viene lasciato dalla moglie. A causa di un incidente si ritroverà con l'amico Claudio a vivere nuovamente nel passato, ma con la mente di un adulto. I salti temporali sono sempre affascinanti perché ci permetto di interrogarci su cosa avremmo cambiato anche noi della nostra vita. Gli anni Novanta non vengono ricreati in maniera così fedele dal regista, che si salva assegnando in maniera riuscita la parte più esilarante a Max Tortora.
L'idea del film è buona (magari non troppo originale) e divertente: essere catapultati indietro nella propria vita ma col senno del presente e sapendo come sono andate le cose in modo tale da poterle rifare una seconda volta e decidere se cambiarle. Ci si diverte: la coppia collaudata Bova-Memphis funziona e si ride non solo grazie a loro ma anche ad altri (ad esempio i rispettivi genitori). Promosso in pieno.
Doppio salto temporale, andata e ritorno, per Raul Bova e Ricky Memphis agli anni del liceo in questa commedia vanziniana debole, realizzata con pochi mezzi e pochissime idee. Si salvano la simpatia di Max Tortora e di Memphis. Bova e la Michelini sono protagonisti tanto belli quanto inespressivi. Piacevole qualche canzone in voga negli anni Ottanta. Assolutamente da dimenticare.
Il consueto film della ditta Vanzina e Vanzina: superficialità e festosità, faciloneria e vitalità, comicità e glamour… Ennesimo film alla Ritorno al futuro che i due autori romani girano in modo spigliato e con ritmo vivace ma una sceneggiatura piuttosto inconsistente e poco rifinita, la grave mancanza di trovate originali, un parco attori non proprio all’altezza - a parte uno spassoso Max Tortora - danno vita a una pellicola che ha l’impalpabile spessore di una bolla di sapone. Forzata e cervellotica la parte finale.
"Sembra la trama di Ritorno al futuro" dice Memphis in uno dei dialoghi. In effetti i riferimenti sono più che espliciti, in questa commedia di Vanzina. Dopo un incidente si ritorna in pieno 1990 e iniziano una serie di gag (di per sé divertenti) preparatorie per una risoluzione finale ai problemi di coppia (ma va?) del presente (2015). Il problema è che il finale è di una superficialità disarmante, tanto che le fiabe più note hanno una conclusione di spessore e profondità ben diversi. Altra pecca è la caratterizzazione del tempo passato, fallace (soprattutto nell'abbigliamento). Peccato.
Gradevole vanzinata senza volgarità che si lascia guardare per indovinare come andrà a finire quando il futuro sarà stato cambiato dal passato; niente scienziati pazzi (ma si scommette su partite future), qui ci sono tipi simpatici e alla mano (Memphis), padri simil sordiani (Tortora) e macchiette di mamme ubriacone (Minaccioni condannata a parodiare un problema serio); i protagonisti? Passabili, anche se la Michelin è troppo schizzata e nei suoi inseguimenti lambisce un atteggiamento persecutorio; per una serata all'insegna del come eravamo.
Commedia un po' raffazzonata e poco convincente. I Vanzina ricorrono al viaggio temporale catapultando i protagonisti indietro agli anni '90. Ricky Memphis e Raul Bova sono poco incisivi e quasi svogliati mentre, invece, non sono male le interpretazioni della Michelini e Massimiliano Tortora. Sceneggiatura all'acqua di rose e una fotografia decisamente povera.
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I risultati di calcio che Claudio (Memphis) gioca alla schedina insieme ai suoi genitori leggendoli dallo smartphone che viene "dal futuro" sono (come possiamo leggere dallo schermo) quelli della diciassettesima giornata di serie A, stagione '89/'90...
...ma i risultati rispetto alla realtà sono stati alterati (da qui ho preso quelli reali):
La regia non ha controllato che la giornata è del 30/12/1989, quindi i due "giovani" non avrebbero avuto scuola in quel momento e sicuramente non potevano avere un abbigliamento così leggero. Sul giornale piegato sul tavolo, oltretutto, possiamo intravedere un articolo relativo al mercato della Roma e all'acquisto della Roma di Aldair dal Benfica legato a un amichevole all'Olimpico che avverrà soltanto nell'agosto del 1990, quindi stagione '90/'91.