Shrew's nest - Film (2014)

Shrew's nest
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Titolo originale: Musarañas
Anno: 2014
Genere: horror (colore)
Note: Film d'esordio per i due registi, prodotto da Alex de la Iglesia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/05/15 DAL BENEMERITO DANIELA
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Daniela 26/05/15 09:06 - 12606 commenti

I gusti di Daniela

Spagna ani '50. Affetta da aerofobia, Montse vive segregata in casa in compagnia della sorella minore a cui ha fatto da madre dopo la morte dei genitori. Un giorno bussa alla sua porta un vicino di casa che si è fratturato una gamba cadendo dalle scale... All'inizio, impossibile non pensare a Misery, ma la vicenda si sviluppa poi in maniera diversa, incentrata com'è sulla figura di un padre-padrone (Tosar, tagliente) e segreti famigliari inconfessabili. Un esordio promettente, di bella confezione, con Gómez, eccezionale nel dare corpo e sguardo alla follia, la cui prova vale da sola la visione
MEMORABILE: Il manichino; gli occhi enormi di Macarena Gómez, pozzi azzurri che riflettono una realtà allucinata; la fotografia

Capannelle 18/08/17 23:38 - 4394 commenti

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Come film d'esordio la mano sembra già promettente e capace di tirar fuori il meglio dagli attori, almeno fino a quando lo script segue un progressivo montare della tensione e non si ha l'esatta percezione di cosa ci attenda. Nell'esplicitarsi dei passaggi drammatici sicuramente scappa la mano col sangue e viene meno la credibilità di certi passaggi, ma si tratta di peccati connaturati col genere. Buono anche il trattamento fotografico.

Saintjust 10/06/15 02:55 - 159 commenti

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La dimostrazione di come si possa fare qualcosa di buono con un basso budget e tre sole stanze! La storia, ambientata nella Spagna post guerra civile, parrebbe inizialmente derivativa, ma poi imbocca sentieri inaspettati. Una pellicola che conquista sin dalla prima sequenza grazie al folle sguardo della Gomez ed esplode nei minuti finali, pregni di una ferocia raramente riscontrabile in un film occidentale. La sceneggiatura funziona a dovere, il ritmo è sempre alto e il finale sorprendente. Gomez e Tosar valgono la visione. Ottimo esordio.
MEMORABILE: Gli spilloni; La fotografia.

Kinodrop 27/07/15 17:23 - 2908 commenti

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Oscuri segreti, follia, crudeltà e morte tra le quattro mura di un appartamento di una città spagnola negli anni 50. Il mondo claustrofobico e bigotto di Montse e sua sorella si altera per la casuale presenza di un giovane che ferito chiede asilo. Si intrecciano vari piani: l'horror stile Misery, il barocco sanguinolento alla Almodòvar e sprazzi di ascendenza telenovelistica latina. Forti ed efficaci le scene più crude, tensione in crescendo, anche se la trama nell'insieme è un po' artefatta. Ottimo il ruolo della Gòmez schizoide.
MEMORABILE: L'impotenza del ferito "curato" da Montse; L'espressività ambigua di Montse; Il fantasma del padre.

Schramm 1/09/15 12:45 - 3490 commenti

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Niente fabbrica traumi più insanabili e riempie la pancia della cronaca nera più del focolare familiare, le cui braci tornano a essere perfetta musa per il divampare di una follia tutt'altro che ordinaria e di un cinema a tratti straordinario in quest'esordio degno d'ogni nota, la cui trama non teme di bruciarsi giocando col fuoco di King/Reiner (la Gomez nulla ha da invidiare alla Bates); nel dipanarsi risulta troppo marcata la divaricazione tra kammerspiel detentiva e psycho-drama, ma come prima mossa sulla scacchiera del cinema estremo il duo spagnolo carica dama un passaggio via l'altro.

Cotola 7/09/15 19:11 - 8998 commenti

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Bel dramma spagnolo che nell'ultima parte si colora di tinte horror. Non siamo dinanzi a nulla di eccezionale e di imprevedibile ma il crescendo è ben orchestrato e la riuscita finale è solida e sicura. Oltre ad un'ottima confezione può contare su una prestazione attoriale della Gomez che è davvero notevole, ma anche Tosar è bravo nella parte "dell'orco". Riusciti e gustosi anche gli sprazzi di grand-guignol. Colpo di scena finale ed abbastanza onesto con epilogo non scontato ed aperto ad ogni possibile sviluppo.
MEMORABILE: Il "corpetto" molto particolare nell'atelier della Gomez

Mco 27/06/16 23:13 - 2323 commenti

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Due facce dello stesso genere; la prima, goticamente incline alla descrizione di un male di pregressa natura, la seconda più vicina alle dinamiche dell'eccesso (mostrato). E ancora, la prima che funziona nel gioco di celare, la seconda che si affretta a imbrattare i pavimenti di quel rosso i cui schizzi simboleggiano la disgregazione di una mente già devastata. L'accostamento ai toporagni del titolo permea la natura di una Gomez brava sino ai limiti dell'eccedenza, incontenibile soprattutto nel concitato finale. Fuori dal coro.
MEMORABILE: La dolorosa confessione della Gomez.

Corinne 13/12/16 21:02 - 420 commenti

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Montse è una giovane donna agorafobica, bigotta, che vive segregata in casa occupandosi della sorella minore dopo la morte della madre e la sparizione del padre. L'arrivo di un vicino ferito scatenerà una follia distruttiva, portando alla luce inconfessabili segreti di famiglia... Storia non originale, con un colpo di scena presto intuibile ma che riesce a trascinarti in un incubo claustrofobico, senza un attimo di tregua, con feroci momenti splatter mai gratuiti. Bravissima la protagonista, una psicotica convincente.
MEMORABILE: Il manichino!

Pumpkh75 10/07/17 14:53 - 1735 commenti

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Le mura amiche e quelle della mente, il sesso, la religione: tutte gabbie dentro le quali la magnifica Macarena Gòmez, occhi paradisiaci e corpo che trasuda sofferenza, si abbandona lentamente senza forze traversandone le sbarre come un fantasma senza dimora. Va dato atto ai registi di averla raccontata magnificamente, di aver alimentato la tensione con la rabbia e la pietà, di aver reso due mura come fossero un universo; l’ultimo pregio è aver lasciato sgorgare le viscere solo quando la psiche era ormai del tutto smarrita. Bellissimo.
MEMORABILE: Il manichino, Macarena Gòmez che guarda di nascosto dalla finestra la sorella...

Buiomega71 17/02/18 00:57 - 2899 commenti

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Velato dai sapori acri del Saura più arcigno e da echi dal Bolognini più grottesco, un kammerspiel che trasuda putrefazione e marciume, disseminato da altarini cristologici, in un appartamento che diventa mattatoio, tra cadaveri fatti a pezzi e usati come supellettili da sartoria, gambe che vanno in cancrena (o cucite nelle lenzuola), veleno per topi e feroci coltellate. La follia femminea raggiunge apici estremi (la Gòmez mette davvero a disagio) e il tanfo stantio della repressione e degli abusi incestuosi si fanno quasi insostenibili. Dolorosissimo il twist finale.
MEMORABILE: Elisa entra in casa di Montse; Le punizioni corporali di Montse verso la sorella stile mamma di Carrie; La furente lotta finale, tra sangue e sputi.

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  • Discussione Daniela • 26/05/15 09:15
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    I "Musarañas" del titolo sono i topi-ragno, piccoli mammiferi che assomigliano ai topi e vivono nascosti nel sottosuolo.
    Nel film ne viene fatta esplicita menzione in riferimento alla protagonista che, soffrendo di una grave forma di aerofobia, vive da molti anni chiusa nella propria casa,, senza poterne oltrepassare la soglia.
  • Discussione Schramm • 26/05/15 11:26
    Scrivano - 7693 interventi
    uhhhhh, mi ha ricordato che questo giace in magazzino da un po'! ma con la schrammedia incombente... appro, dany, ma quand'è che ti rimbocchi le palpebre e organizzi un festivalone anche tu?!?
  • Discussione Daniela • 26/05/15 12:45
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    ahimè, sono troppo incostante per organizzare un tour de force del genere... a volte mi riprometto una maggior sistematicità, tipo l'ultima recentissima: "vedere o ri-vedere tutti i film di Altman". Ma pensi che ce la farò? Col cavolo, è come il buon proposito di non perdere tempo con i film-spazzatura, giuro e spergiuro a me stessa che mai più e poi basta una locandina bizzarra o la comparsa/marchetta di uno degli attori del cuore... e ricasco nel vizio.

    Questo Musarañas non brilla per particolare originalità ma è ben fatto, assesta qualche colpo basso (il manichino) e soprattutto conta sull'interpretazione superlativa di Macarena Gómez: mette i brividi, riesce ad un tempo ad essere mostruosa e muovere a compassione. Con il suo volto mangiato dagli occhi, il corpo magro, le mani nervose, a suo modo è anche attraente, ma come può esserlo una vedova nera. Assai efficace anche Luis Tosar, presenza/assenza ingombrante, e funzionale al ruolo di preda Hugo Silva. Molto meno convincente mi è invece sembrata Nadia de Santiago nel ruolo della sorella minore, troppo bamboleggiante.
    Quando lo vedi, fammi un fischio, così scopriamo se ho avuto l'ennesima botta di entusiasmo ingiustificato oppure anche tu ci trovi del buono - il figlio piccolo non l'ha neppure finito di guardare, l'ha trovato "copiativo" (rispetto a quale film è facile immaginarlo).
    Ultima modifica: 26/05/15 13:12 da Daniela
  • Discussione Schramm • 26/05/15 13:25
    Scrivano - 7693 interventi
    beh dai incostante...ti vedo abbastanza battagliera e prolifica negli ultimi mesi... secondo me se ti dai un vettore di fondo scatta la motivazione, l'imperativo categorico di andare fino in fondo...

    quanto al film, temo proprio che prima di me ti faranno sapere molti altri davinottiani... anche se un buon terzo del pacchetto-titoli della schrammedia è trionfalmente smaltito, me ne restano pur sempre ancora 130 circa, ammortizzati come sai da shameless...

    credo comunque di aver capito quale modello di riferimento verrà alla mente guardando il film...
    Ultima modifica: 26/05/15 13:29 da Schramm
  • Discussione Schramm • 31/08/15 11:58
    Scrivano - 7693 interventi
    paga davvero troppo lo scotto di riecheggiare, per caso o scelta, misery. sottratto ciò, è un esordio di tutto rispetto, anche se forse è troppo marcata la divaricazione tra vicenda detentiva e dramma psicologico familiare. protagonista da applauso, che nulla ha da invidiare alla bates.
  • Discussione Cotola • 7/09/15 19:16
    Consigliere avanzato - 3841 interventi
    Ed anche per questo devo dire grazie ai miei "spacciatori" di film consigliati. Non originalissimo ma molto gustoso e decisamente riuscito soprattutto se si pensa che è un'opera prima.
  • Discussione Buiomega71 • 17/02/18 09:49
    Consigliere - 25892 interventi
    Sembrava di tornare al quel furente cinema spagnolo degli anni '70, di autori come Serrador, Martin e Eloy de la Iglesia, speziato con il Saura più arcigno e cupo e con i sapori acri e mortiferi del Bolognini più grottesco, vieppiù và a lambire i territori siegeliani delle notti brave dei soldati nordisti tra le ancelle della crudeltà

    Marcescente kammerspiel dell'orrore, dove gli appartamenti si tramutano in mattatoi (donne fatte a pezzi e usate come macabri supellettili per sartoria, gambe che vanno in cancrena-se non cucite insieme alle lenzuola-, Carlos che striscia sul pavimento imbrattandosi del sangue della moglie, cene solitarie paterne a base di veleno per topi, furenti coltellate, mazzate sulla capoccia con ferri da stiro e crocefissi e un delirante finale che sprofonda nella violenza più isterica, tra sangue, sputi e dolorosissime-quanto inaspettate-confessioni.

    La Gòmez è la quintessenza della follia femminea repressa e abusata e riesce a mettere davvero a disagio (quando sottomette la sorella minore a punizioni corporali, sembra di vedere i deliri invasati della madre di Carrie White) in un misto di compassione, rabbia, repressione, ripugnanza e scatti di feroce violenza omicida.

    Un appartamento freddo, di desolante grigiore e squallido adornato maniacalmente da altarini cristologici e mariani, un tanfo di solitudine e necrofilia, isolamento e alienazione mentale (impressionanti i tentativi della Gòmez di superare la sua agorafobia oltre l'uscio dell'appartamento), segreti inconfessabili (e lancinanti), avvilenti abusi incestuosi e un fantasma paterno cinico e implacabile, onnipresente e accusatorio, malacoscienza che devasta il già precario equilibrio mentale della donna.

    ATTENZIONE SPOILER

    Una confessione straziante come quella finale di uno dei capolavori polanskiani, il ribaltamento di prospettiva dei padri barilliani che vanno in guerra.

    FINE SPOILER


    Cinema viscerale (in tutti i sensi) che colpisce come un maglio sui denti (più che Misery sembra la versione allucinata, schizofrenica e grandguignolesca della Gabbia griffiana), donando momenti di autentica commozione (la canzone sui titoli di coda), tra nevrotici scoppi splatter, fanatismi religiosi, menti devastate e confessioni strazianti.

    Grande parterre attoriale (Gòmez immensa) e duo registico da tenere assolutamente d'occhio.

    Notevoli le pantomime di Nina per andare nella stanza dell' "ospite" all'oscuro dalla sorella, e la goffa dichiarazione d'amore di Montse a Carlos (che ha altro a cui pensare, tipo le bugie della donna, come quella del dottore che non è mai venuto a visitarlo, con il pericolo incombente di perdere la gamba che stà andando in cancrena tra atroci dolori)

    Ancor più inquietante per la malsana luce di sordido realismo (anche se ambientato tutto in un appartamento, si respira il pesante clima della spagna franchista degli anni '50), che non và mai sopra le righe.

    Chiusa finale emblematica, che lascia un senso di straniamento ancor più marcato.

    Piccolo gioiellino di amore malato , emarginazione rancida, psicosi muliebre, religiosità maniacale e sangue rappreso.


    Non riesci a fare innamorare di te nemmeno uno storpio
    Ultima modifica: 17/02/18 13:51 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 17/02/18 09:54
    Consigliere - 25892 interventi
    Ho il dvd francese della Koba Films (per ora, da noi, il film è ancora inedito)

    Formato: 2.40:1

    Audio: francese, spagnolo (5.1)

    Sottotitoli: francese

    Come extra: finale alternativo (che non ho visto, perchè bellissimo di suo quello effettivo), making of, la casa di Montse.

    Durata effettiva: 1h, 27m e 54s
    Ultima modifica: 17/02/18 10:01 da Buiomega71