Condannato a morte - Film (1940)

Quarto caso per il detective cinese James Lee Wong, che questa volta scopre il vero colpevole di un delitto per il quale è stato arrestato un innocente. L'indagine poliziesca è condotta in maniera rapida ed essenziale, tenendo in equilibrio la flemma di un Boris Karloff con trucco da cino-americano e le figure di Marjorie Reynolds, esuberante giornalista sempre a caccia di scoop, e di Grant Withers, precipitoso commissario.

Quinto episodio della serie dai risultati migliori, ma non troppo, del capitolo precedente. Qui siamo alle prese con un delitto non facilmente spiegabile, con un presunto colpevole ed (ovviamente) con mr. Wong che dovrà sbrogliare la matassa. Un po' come in tutta la serie, i livelli di tensione e coinvolgimento sono a livelli piuttosto minimi. Passabile.

Giallo piuttosto mediocre. L'inizio è svelto ma anche confuso da un punto di vista della sceneggiatura, con personaggi che spuntano fuori senza un'adeguata presentazione e Wong che appare troppo tardi. Comunque pian piano si inizia a fare chiarezza e il film diventa più seguibile, fino a una conclusione parzialmente imprevista. Le scaramucce tra il poliziotto e la giornalista sono un po' ripetitive e ricalcate pari pari dagli altri episodi.

La causa che origina il giallo vero e proprio è quanto mai banale e serve solo da innesco per il "chi l'ha fatto?", unico motivo di interesse per lo spettatore. I siparietti consueti tra i personaggi (fra cui spicca la Reynolds) lasciano il tempo che trovano ricalcando le dinamiche facili dei precedenti episodi. La ghiottoneria per il cinefilo consiste nella compassata figura dell'investigatore interpretato da Karloff che, se non altro, incuriosisce per la carica esotica (e posticcia: tanto più intrigante quanto più posticcia). Alla fine risulta quasi gradevole.