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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/04/15 DAL BENEMERITO PIGRO
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Pigro 13/04/15 10:40 - 9624 commenti

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Akin è coraggioso: come turco a raccontare il genocidio armeno, e come regista a cambiare registro approdando al grande cinema epico e popolare d’un tempo. La storia è quella della novellistica tradizionale: l’uomo che attraversa peripezie e destino avverso in un lungo viaggio (tema dominante nel cinema di Akin) per ricongiungersi col suo passato (le figlie credute morte) e al tempo stesso col senso della sua vita (anche se forse su questo versante è poco approfondita la sua evoluzione). Ottime ricostruzioni ambientali e d’epoca.

Galbo 25/06/15 20:26 - 12372 commenti

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Come in una sua opera precedente, il regista Akin affronta il tema del viaggio, lì come mezzo per la ricerca dell'identità, qui come ritorno alle proprie radici familiari strappate con violenza nell'eccidio del popolo armeno. Il padre sembra però opera meno ispirata, con qualche momento di grande impatto drammatico ed altri più forzati. Il film, che si avvale di un'eccellente ricostruzione ambientale, frutto del grande sforzo produttivo, sconta tuttavia un interprete principale volenteroso ma non adeguato alla complessità del personaggio.

Nando 13/04/16 18:11 - 3806 commenti

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L'epico e periglioso viaggio di un ostinato padre alla ricerca delle sue due figlie con lo sfondo del genocidio armeno. Valide ricostruzioni ambientali e molteplici situazioni che si osservano con interesse, cast nel complesso appropriato. Forse lievemente troppo lungo, ma sono solo piccoli dettagli.

Daniela 10/05/16 21:20 - 12606 commenti

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Tedesco d'origini turche, R. affronta un tema ancora tabù in Turchia, quello del genocidio armeno, ma solo come punto di partenza per la storia di un padre che, sopravvissuto al massacro, gira mezzo mondo in cerca delle figliole perdute. Una storia che sulla carta sembra possedere le carte in regola per coinvolgere e appassionare, ma svilita dalla regia piatta e scolastica, certe svolte da romanzo d'appendice e la scelta infelice del protagonista, inespressivo. Risultato quindi modesto, nonostante contenga, soprattutto nella prima parte, alcune sequenze di indubbio impatto drammatico.
MEMORABILE: Lo sgozzamento dei prigionieri; Il campo di tende in mezzo al deserto

Kinodrop 17/03/18 18:08 - 2909 commenti

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Drammone demodé e carico di retorica e di inautenticità che vorrebbe sintetizzare un dramma storico (l'eccidio degli armeni) con la vicenda di un padre fortunosamente scampato alla morte che si mette alla ricerca "intercontinentale" delle due figlie. Ha l'andamento di uno sceneggiato televisivo d'altri tempi ricostruito un po' alla meglio, che deve supplire con la lunghezza alla mancanza di pathos e di dialettica. Si va dal realistico al miracolistico, verso un finale ottocentesco. Musica di Hacke distonica anche se di ottima qualità. Inconsistente.
MEMORABILE: Lo sguardo sempre attonito di Nazareth.

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