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TITOLO INSERITO IL GIORNO 13/12/14 DAL BENEMERITO NADIR
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Paulaster 18/12/14 10:59 - 4389 commenti

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Tra la deontologia del giuramento di Ippocrate e il business delle case farmaceutiche chi ci sta? I pazienti di nome e di fatto (guai a chiamarli malati). Quando in ballo c’è la salute ci si dimentica degli informatori scientifici che siedono accanto nelle sale d’aspetto. Morabito un poco alza il pentolone e qualche riflessione la fa fare. Peccato che le fasi familiari vengano esasperate oltre il dovuto. Santamaria bravo finché non esagera, Travaglio si arrangia. Regia che gioca sull’imperfezione visiva e sulla freddezza.

Nadir 13/12/14 15:38 - 56 commenti

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Un informatore farmaceutico discende ai piani più bassi di un mondo che è già un piccolo inferno popolato da manager e medici più o meno compiacenti e dove i pazienti sono semplici numeri e strumenti di profitto. Film di chiara denuncia [con toni forse un po' distaccati, vedi scena del suicidio, all'inizio] che è ben reso dal regista, facendo un uso interessante e non convenzionale delle inquadrature. Buono il ritmo e bravi gli attori.
MEMORABILE: La storiella della doppia impossibilità.

Daniela 4/01/15 11:45 - 12621 commenti

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Può un medicinale essere considerato come una merce qualunque, da piazzare a qualsiasi costo? La cronaca riporta spesso i rischi che questo può comportare. Lodevole quindi l'intento di Morabito nell'affrontare un argomento tanto delicato, ma la troppa carne al fuoco e l'esplicito intento didascalico - confermato dalla presenza di Travaglio - invece di rendere più incisiva la denuncia rischiano di farla apparire forzata, mentre dispersivo appare l'intreccio fra guai lavorativi e familiari del protagonista. L'interesse del soggetto giustifica comunque la visione al di là della riuscita del film
MEMORABILE: Le riunioni di lavoro, con i discorsi "motivazionali" di Isabella Ferrari

Puppigallo 31/12/14 09:29 - 5258 commenti

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Film di denuncia, che parte dai "galoppini" (i venditori di medicine, o rappresentanti), che per conto di avvoltoi che si nutrono di guadano sulla pelle dei malati, cercano di garantire vendite di farmaci, spesso obsoleti, o addirittura dannosi. La pellicola ha una sua dignità, sia dal punto di vista registico, che attorico, anche se, proprio Santamaria (il protagonista) e la Ferrari (il suo capo) risultano più forzati delle figure in secondo piano, che invece hanno nella naturalezza della recitazione il loro punto forte (persino Travaglio, nelle due apparizioni, risulta convincente". Non male
MEMORABILE: Con i colleghi "Spingiamo gli antibiotici"; La cavia; "Ora possiamo avere figli". Detto dopo quello che aveva combinato poco prima, è da demente.

Giacomovie 14/11/15 17:54 - 1397 commenti

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Quando un film mette in luce aspetti di denuncia su situazioni di malaffare è utile a prescindere dal risultato finale. Il rischio di pellicole di questo tipo è quello di non risultare attrattive nonostante l’impegno che richiedono, ma vale comunque la pena vederle. Qui Morabito si accolla il rischio della staticità del tema ma sa rendere scorrevole la vicenda, riuscendo a inserire diversi risvolti paralleli della trama in un travagliato doppio binario tra inchiesta e conseguenze private. Attori concentrati e tutti ben immedesimati nel ruolo.

Piero68 13/06/16 08:41 - 2955 commenti

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Data l'importanza dell'argomento avrebbe meritato un diverso sforzo produttivo e un migliore comparto tecnico. E invece IVDM presenta i soliti, annosi, problemi di un certo cinema italiano: audio pessimo al limite della comprensibilità dei dialoghi, regia incerta, montaggio scialbo e delle recitazioni semidilettantesche. Mi domando infatti cosa ci faccia Travaglio nel film quando in Italia ci sono tanti bravi caratteristi. E la sua presenza purtroppo è la cifra dell'intera operazione. Male anche Santamaria e la Ferrari.

Galbo 19/06/16 08:10 - 12380 commenti

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Rappresentazione cinica ma tutto sommato realistica del mondo degli informatori farmaceutici, vittime dell'ansia da profitto che li porta a comportamenti eticamente assai discutibili. Il misto di spregiudicatezza e lassismo morale è bene impersonato dal personaggio interpretato da Claudio Santamaria, che offre una bella interpretazione, così come è incisiva quella della Ferrari, nella parte della capo area. La vicenda personale del protagonista è meno calzante e riuscita, quasi un riempitivo. Non male.

Nando 1/08/16 10:00 - 3810 commenti

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Amara e realistica analisi del settore farmaceutico tra imposizioni, intrallazzi e corruzioni varie. Un informatore farmaceutico e il suo capo area, in una narrazione cinica in cui la speranza e l'ottimismo non si vedono minimamente perché soverchiati da un forte alone di negatività. Bravi Santamaria e la Ferrari.

Tarabas 21/08/18 13:58 - 1878 commenti

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Il mondo degli informatori farmaceutici visto da dentro, tra riunioni motivazionali sadomaso, corruzione, illegalità e immoralità diffusa. Premesso che il tema merita una denuncia, il film funziona solo in parte, gravato di una sottotrama familiare (il rapporto del protagonista con la moglie) di scarso interesse e di una sceneggiatura che non ha climax, ma procede piatta fino all'epilogo, altrettanto poco interessante. Cast eterogeneo e non indimenticabile.

Il Dandi 26/08/19 16:58 - 1917 commenti

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Al suo primo lungometraggio Morabito racconta (come tornerà a fare con toni più grotteschi in seguito) l'incarognimento della nuova società attraverso i suoi nuovi mestieri: la vecchia etica del lavoro è sostituita dalla necessità di aumentare gli obiettivi e raggiungerli a qualunque costo. Con un informatore farmaceutico al posto del recupero crediti ne esce un film di denuncia realisticamente pessimista e senza riscatto. Grande prova di Santamaria, adeguata la fotografia buia e l'uso (simbolicamente forte) di un Travaglio corruttibile.
MEMORABILE: "Non sarai mica stanco?" leitmotiv della dirigente che ulteriori capi rivolgono a loro volta anche a lei.

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Siska80 1/06/21 22:24 - 3736 commenti

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Film che getta un'ombra inquietante sulla malasanità e che vede come protagonista la figura professionale del rappresentante di farmaci (un Santamaria particolarmente convincente) corroso dall'ambizione, il quale (tocco umoristico azzeccato) finisce per fare abuso egli stesso di medicine per reggere allo stress (e ai sensi di colpa). Nonostante il finale raffazzonato e per certi versi ottimistico (nella realtà molte indagini vengono insabbiate) il film rimane nell'insieme apprezzabile.
MEMORABILE: Le visite ai "compari"; L'incontro fuori dall'ambulatorio; I commenti sui titoli di coda.

Alex 64 14/06/21 10:56 - 75 commenti

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Soggetto originale che avrebbe potuto convincere di più se gli attori ci avessero messo maggior mestiere, ma va già bene così. Il cinico informatore fa rischiare grosso alla moglie a sua insaputa ma per l'amico trova le medicine giuste. Travaglio nei panni del professore irremovibile con scheletro nell'armadio è imperdibile. Peccato per una sceneggiatura frettolosa e qualche mancata caratterizzazione dei vari personaggi (vedi l'assistente del Malinverni, ad esempio). Comunque da vedere.
MEMORABILE: Il professor Malinverni e l'ecografo distratto all' ospedale.

Bubobubo 11/08/21 13:55 - 1847 commenti

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Storie di vita e malavita della tossicissima industria farmaceutica, pronta a tutto pur di monetizzare sulle altrui sciagure. Caratteristica del film di Morabito è una prominente cifra di nevrosi epidermica, cripto-petriana, che traspare spasmodicamente dai volti, dagli scatti, dalle reazioni scomposte, dai respiri affannosi dei personaggi (Santamaria è un protagonista efficace). A moderare gli entusiasmi vi sono gli effetti di un moralismo didascalico (il dottorino antisistema, il primario trafficone) e un parossistico accumulo di negatività sul drammatico privato del protagonista.

Capannelle 25/09/22 23:41 - 4398 commenti

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Non è poi così difficile imbastire un racconto sulle malefatte del settore sanitario e sulle varie categorie di operatori che lo affollano. Come profondità dei contenuti il film non è male, come tono però va troppo sul didascalico e sembra cavalcare il consueto grido disperato sull'ineluttabilità del male. Santamaria rende bene il decadimento etico e fisico del suo personaggio, pur con qualche esagerazione, il resto del cast funziona senza entusiasmare. Anche tecnicamente ci si poteva impegnare di più.
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  • Curiosità Mauro • 28/03/18 19:00
    Disoccupato - 11926 interventi
    L’articolo pubblicato sul sito web della Regione Puglia che parla della presa di servizio del professor Malinverni (Marco Travaglio), nuovo primario di oncologia di un ospedale pugliese, è in realtà una rielaborazione di un articolo del quotidiano Il Resto del Carlino del 2011, nel quale è stato malamente sostituito il nome del vero medico oggetto dell’articolo (il carattere è chiaramente più piccolo rispetto al resto dell’articolo), operante in un ospedale marchigiano. Tra l’altro si sono pure dimenticati di nascondere il vero nome dell’ospedale (Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord) ed anche i numeri di telefono dei centralini di Pesaro e Fano. Qui l’articolo originario: