C'è un luogo sperduto in mezzo alla neve. Un casa isolata tra boschi innevati che funge da bed and breakfast.
Un giovane fotografo ci và ad alloggiare per fotografare un pò di nature morte (in tutti i sensi)
La propietaria è una donna di mezza età un pò schizzata, che ha la figlia quattordicenne, Lily, molto malata e sempre chiusa nella sua cameretta e che ha bisogno di "medicazioni" giornaliere
Il giovin fotografo trova il diario di Lily, e scopre piano piano (e a flashback) la vita triste di questa ragazzina destinata a morire che vorrebbe solo essere amata...
La situazione degenera (in tutti i sensi) fino a sfociare in follia, sangue, schizofrenia e necrofilia
Cupo, scarno, angosciante, disturbante horror femmineo che fà dei suoi pochi personaggi, del senso di straniamento e isolamento, dell'agorafobia (le brulle distese innevate) della claustrofobia (le stanze, l'interno della casa) il suo punto di forza, e che ne fortifica l'atmosfera già malata, macabra e morbosa
La Roshell guarda a Polanski, ma poi sfocia nel massaccesiano
Buio Omega, dove la necrofilia (folle amore materno, nel lato deviante sessuale del termine) entra in scena maleodorante (il primo piano di Lily, truccata dalla madre, con gli occhi vitrei, ha una somiglianza pressochè impressionante con la Cinzia Monreale post-mortem) per sfociare (come nel capolavoro massaccesiano) in delirio al sangue e cieca pazzia
Un film sospeso, quasi ermetico, che monta il disagio minuto dopo minuto, dove la regia quasi dogmatica della Bissett ne aumenta il malessere (sottolineato, poi, dalle musiche minimali di Manu Frau)
Come nel
Macabro baviano un coacervo familiare di malattie mentali, di lutti non elaborati, di amori materni che sfociano nella pazzia più viscerale (l'apoteosi, per una madre, spiare un baldo giovane che fà all'amore con il cadavere della propria figlia, in una "luna di miele" che sà di mortifero e orripilante), impreziosito da immagini ora delicate (Lily che pattina), oniriche (il giovane fotografo che "vede" Lily giocare su una bicicletta da bambina nel fienile), disturbanti (le "cure" e le "iniezioni" della madre sul cadavere della figlia) e orrorifiche (la scena d'amore necrofila nel letto a baldacchino nella "stanza di sopra" dove si omaggia una scena analoga di
Terrore dallo Spazio Profondo-il risveglio di Lily-, la follia omicida-e non solo- della madre, defenestramenti al sapor di
Ballata Macabra)
Una pellicola che parte lenta e fin da subito getta in un atmosfera che inquieta e incuriosisce, fino a sondare i meandri oscuri delle malattie della mente umana
Qualche ingenuità da "opera prima" non intacca il potenziale di questo bizzarro e allucinato horror psicologico
Da recuperare...