Purtroppo, il sinistro fascino dell'imponente labirinto e di ciò che nasconde si dissolve quasi subito. In più, se in pellicole di tal genere si risparmia sugli effetti, è necessario un copione a prova di noia e di inutili dialoghi tappabuchi. Non è questo il caso. E così lo spettatore si deve sorbire più di un'ora di titubanze, confusione mentale e dubbi dati anche dall'umana paura dell'ignoto e dell'inspiegabile, facendolo giungere piuttosto stremato e sbadigliante all'epilogo, che sembra ormai essere un classico degli ultimi fantafilm per ragazzi (così è se vi pare e se ve lo fanno credere).
Il contrasto tra il coraggio e la voglia di sfidare le insidie del mondo esterno e la scelta di una sicurezza precaria è il perno che contrappone i personaggi in questo film di Wes Ball. Pochissimo originale dal punto di vista narrativo (ricorda assai The village di Shyamalan), il film ha tuttavia una sua efficacia ed è diretto da un regista che mostra talento visivo e gusto per l'ambientazione. Seppure prevalentemente destinato al pubblico adolescenziale, è un intrattenimento godibile e migliore di pellicole anche recenti dello stesso genere.
Ennesimo teen-movie tratto da una saga letteraria che soffre però sempre dello stesso male: la banalità. Senza contare che ha un plot con vuoti cosmici con spiegazioni che stanno a zero. L'incipit poteva pure coinvolgere, ma quello che segue è una girandola di deja-vu senza alcun costrutto. Oltretutto affidando la regia a un carneade qualsiasi il disastro era dietro l'angolo: le scene di lotta con i mostri, che dovevano essere il piatto forte, sono un guazzabuglio incomprensibile di immagini. Male anche fotografia ed effetti. Sconsigliato.
Tra Il signore delle mosche e Cube, un action fantascientifico in linea con il target adolescienziale che ormai regna nel grande schermo. La pellicola si presenta comunque in maniera abbatanza diligente e con un ritmo che mantiene l'interesse nella vicenda. Peccato che l'alone di mistero sul labirinto duri poco e che ben presto si dipani una trama tutto sommato stiracchiata e propedeutica a un'incombente saga di futuri episodi. La bella (ma non originale) idea iniziale meritava probabilmente più suspance.
Primo di un prevedibile numero di seguiti, Maze runner mette lo spettatore nelle condizioni di trovarsi di fronte a un versione per teenager del Cubo di Vincenzo Natali. Molte cose vengono lasciate in sospeso per accrescere la voglia di scoprire i segreti di questa saga. Rispetto ad altre storie questa ha il pregio di non esagerare con i sentimentalismi patetici per lasciar spazio all'azione. Un buon inizio. Speriamo che si prosegua in questa direzione.
Nasce col presupposto di essere un teen movie spalmato in più episodi, ma questo va a scapito della completezza di questo primo e qualsiasi giudizio rimane provvisorio. Detto questo, l'idea di partenza non è male (anche se non è originale), ma è condotta inanellando tutti i luoghi comuni del genere tra psicologie approssimative, tensioni incomprensibili e scene d'azione abbozzate. Resta il fascino visivo delle alte mura del semovente labirinto e qualche mostriciattolo scopiazzato però da Alien. Finale senza soluzioni, incongruente e posticcio.
MEMORABILE: Il meccanismo inquietante del labirinto; L'inopinata apparizione di una ragazza nella comunità maschile.
In linea con il resto dei prodotti tratti da libri del neonato genere Young Adult. Si parte con tante promesse, con una serie di interrogativi affascinanti e qualche personaggio ben abbozzato per poi svilupparsi in scene d'azione buie e confuse, colpi di scena prevedibili e spiegazioni al limite del ridicolo. La confezione non è malvagia, gli attori meno antipatici del solito, ma come tanti film simili è tutto fumo e niente arrosto.
Capolavoro di scenografia ed effetti, il film è un po' un frullato di altri, come Cube (naturalmente il primo e l'infimo 2), una specie di Esercito delle 12 scimmie, Lost, Alien e chi ne ha più ne metta. Ciononostante alcune sequenze emozionanti riesce a offrirle e solo oltrepassata la metà ci si inizia ad annoiare e a prevedere la fine, che arriva secondo le previsioni. Peccato, perché se meglio ragionato e rifiutando lo scontato in sceneggiatura si sarebbe potuto fare di più.
Purtroppo, già il presagio che le spiegazioni della storia si avranno successivamente nell'ennesima (numero-a-caso) saga per ventenni, ci porta ad affrontare con un sospiro questo prodotto incassamoneta d'oltremare. Basato sull'intrippante vicenda di ragazzi intrappolati in un cubo di cemento apparentemente senza spiegazione logica, ci fa assistere comunque a un ottimo "show don't tell" che tutto sommato si lascia perdonare la sua prevedibilità. Insomma qualcosa da salvare si trova (il ritmo, quantomeno).
Alcuni baldanzosi adolescenti si ritrovano catapultati in un luogo misterioso, dal quale fuggire è impossibile a causa d'un dedalico costrutto infernale che lo separa dal mondo. Un non poco evidente miscuglio di elementi scopiazzati da rinomate serie tv e film. La non originalità è il male minore, giacché il tutto si svolge in maniera frenetica e sconnessa. Ulteriore demerito per gli effetti speciali. Sembra una scampagnata di piccoli Mac Gyver di primo pelo che tentano di salvare il cosmo... col manuale delle Giovani Marmotte! Molto da evitare.
Non eccellente primo capitolo della saga ideata da James Dashner. Se infatti colpisce in positivo un certo mestiere nella confezione generale, il film latita abbastanza in quanto a tensione narrativa. Insomma, si arriva alla fine avendo ancora appetito. Una nota positiva la forniscono i giovani attori protagonisti, abbastanza convincenti e poco spocchiosi, ma in sostanza ci si aspettava di più.
Primo capitolo di una trilogia, è un film di fantascienza young adult sulla falsariga di tane altre saghe uscite negli ultimi anni (si pensi ad Hunger games). Nonostante il target adolescenziale, il film riesce a farsi apprezzare anche da chi adolescente non lo è più e questo grazie alla buona trama. L'ambientazione molto verde è suggestiva e il mistero legato al labirinto riesce a creare molta suspense. Il ritmo è sostenuto e non ci si annoia mai, fino all'inevitabile finale spezzato che apre le porte al sequel. Buono.
Un gruppo di adolescenti privi di memoria è confinato in una radura posta al centro di un labirinto inestricabile in cui si aggirano creature mostruose. A differenza degli altri, l'ultimo arrivato non è disposto a rassegnarsi alla situazione... Ennesimo teen-movie tratto da un bestseller para-fantasy? Certamente l'originalità scarseggia sia nella trama che nel disegno dei personaggi, però il regista e soprattutto l'ideatore dello scenografie sanno fare il loro mestiere ed il risultato è meno pesante che in altre analoghe occasioni. Potabile se non si hanno troppe pretese.
Il filone young adult si arricchisce di una nuova trilogia, che tuttavia par novare ben poco. L'intro sembrerebbe abbastanza gradevole, forse anche perché ricorda il cubo di Natali, lo sviluppo al contrario è linearmente banale, con dinamiche fin troppo prevedibili ed effetti speciali che non incidono per nulla. Il cast non risulta fastidioso, pur con dialoghi copia incolla da pellicole di genere. Il solo aspetto d'interesse è conoscere la genesi del virus e a cosa servano i labirinti: non è molto ma sempre meglio di niente.
Classico plot escapista con tanti ragazzi chiusi in una radura dentro un labirinto abitato da mostri. Il film è un’intrigante summa di cinema del genere (dal Cube al Village) e di letteratura (dall’Esodo al Signore delle mosche), per non parlare del mito classico. Ne vien fuori una sorta di allegoria dell’adolescenza, senza memoria del passato e dal futuro ignoto, gettata in un mondo che deve conquistare, tra conformismo e ribellione. Punto di forza è il ritmo adrenalinico; punto di caduta gli ultimi 20 minuti con lo spiegone contorto.
Ragazzi si ritrovano inspiegabilmente senza memoria in una radura circondata da una altissima muraglia in cui si apre una sola spaccatura che porta in un labirinto. Piacevole fantasy in cui vive l’eterno dilemma di scegliere tra 100 anni da pecora o un giorno da leoni ma dove il vero protagonista è lo stupefacente labirinto. Pur essendo target teenager e quindi con le semplificazioni d’obbligo, il film è ben confezionato, ha ottimi effetti speciali e si guarda con la giusta suspense fino agli ultimissimi minuti purtroppo raffazzonati, con spiegone e ci vediamo alla prossima puntata.
MEMORABILE: Le corse mortali nel labirinto.
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Nella scheda del cast andrebbe aggiunta Patricia Clarkson
DiscussioneRaremirko • 21/03/21 19:02 Call center Davinotti - 3862 interventi
Il più originale tra i 3, con più punti in contatto con The cube di Natali. Derivativo ma comunque godibile e piacevole; mostri Gigeriani, azione, intrattenimento puramente teen per un film che, disgraziatamente, già 6 anni fa parlava di temibili virus.