Il diavolo nella bottiglia - Film (1981)

Ancor più del suo collega Aliprandi, per il suo turno nel ciclo "I giochi del diavolo" Sherman sceglie un'impostazione teatrale, che ha tuttavia il difetto di appesantire il racconto e di privarlo del tutto della tensione, rendendolo inutilmente lungo e noioso. Mario Santelli veste i panni dello stesso Stevenson che, narratore onnisciente, interagisce con i personaggi recitando con loro e suggerendo talvolta le battute. Il migliore in scena è Ezio Marano.

Una bottiglia può esaudire ogni desiderio ma l'ultimo che ne resterà in possesso finirà all'inferno. Il guaio è che l'unico mezzo per liberarsene è venderla ad un prezzo inferiore a quello dell'acquisto ed ora, passando di mano in mano, il suo prezzo è davvero infimo... Mediocre trasposizione del noto racconto di Stevenson: il regista adotta una messa in scena teatrale molto stilizzata ma tale scelta presume di poter disporre di un buon parco attoriale ed invece qui le prestazioni sono sotto il livello di guardia.

Ancora la scelta della rappresentazione in chiave teatrale e la predominanza del narratore (Mario santella, nei panni di un malriuscito Stevenson). Il risultato è sin qui il meno riuscito del ciclo per via di una narrazione troppo lenta e affidata alle interpretazioni non proprio memorabili degli attori. Interessante, di fondo, il racconto originale, ma come rappresentazione è piuttosto evitabile.

Fin dalle prime immagini si capisce che non sarà facile arrivare ai titoli di coda. Spiccano le interpretazioni deficitarie degli attori, nessuno dei quali riesce a cavarsela. Anche lo stile narrativo risulta assai desueto e poco funzionale per un rappresentazione televisiva, appesantendo oltremodo la visione. La conseguenza rovinosa è la perdita di interesse e la disconnessione con quello che passa sullo schermo: si perde per strada la trama e si sogna la fine di un’agonia.