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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/09/14 DAL BENEMERITO MORGANA
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Morgana 17/09/14 01:18 - 7 commenti

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Non fatevi ingannare dal titolo, né dalla locandina: non si tratta sicuramente di una pellicola alla School of rock del black metal. Quello che il regista islandese mette in scena è la difficile elaborazione di un lutto familiare in un paese sperduto dell'Islanda, dove tra neve, stalle e chiese la musica metal costitusce per Hera l'unica evasione e legame col fratello mancato. Abbastanza convincenti le interpretazioni dei protagonisti, meno la sceneggiatura, spesso ingenua e banalizzante, con spruzzate di noioso buonismo.
MEMORABILE: I tre metallari e la visita alla stalla.

Herrkinski 9/12/14 03:58 - 8111 commenti

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Il regista non deve aver capito nulla del Black metal, ma poco anche del metal in generale per affogarlo e umiliarlo in una marea di cliché e buonismi tale, perlopiù intrisi di una morale cristiana in stile "figliol prodigo" che fa a botte con qualunque concetto di questo genere musicale. Al di là di questo, la storia di lutto familiare, l'atmosfera rurale (ben fotografata) e l'isolamento islandese sono resi con un certo stile, anche grazie a un cast competente; ma il messaggio è talmente ipocrita che non riesco a dare più di 1 e mezzo.
MEMORABILE: L'amico ciccione che viene "friendzonato"; I tre metallari e la protagonista che aiutano a ricostruire la chiesa bruciata (ma per piacere!).

Schramm 15/03/15 17:51 - 3495 commenti

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Il metallo pesante è lieve bambagia che preserva dalla medietà del quieto vivere, ribellione transitoria tutta adolescenziale, vitalità rabbiosa cha fa collezionare sbagli preziosi, tappeto persiano che si srotola verso la fase adulta riconciliata col mondo, un romanzetto d’appendice di 666 pagine. Di questo satanico rogo delle tappe tipico della frustrata quindicenne provinciale se ne fa un breviario melo che non porta alle estreme conseguenze il bene né il male, lasciando lo spettatore fermo al bivio, fino all'infame finale che vorrebbe commuovere e lascia incerti tra il vaffa e lo scherno.

Jurgen77 30/09/15 11:45 - 629 commenti

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Un film indipendente di buona caratura. Fantastiche le ambientazioni desolate islandesi che ben si sposano con la tematica del black metal. Stereotipati ma buoni i personaggi così come l'interpretazione della protagonista. Molto indovinata anche la colonna colonna sonora, che raccoglie dalle pietre miliari del mondo heavy metal. Consigliato a tutti i seguaci del metallo pesante.
MEMORABILE: Il "concerto" della band davanti ai bigotti abitanti dello sperduto paesello islandese.

Von Leppe 9/11/15 13:27 - 1262 commenti

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Gli muore il fratello metallaro e diventa una metallara anche lei. La storia si svolge in una piccola comunità islandese molto cristiana, dove la ragazza ne combinerà parecchie fino ad arrivare a bruciare la chiesetta del paese, imitando gli scellerati (ma che hanno composto grandi dischi) gruppi Black Metal norvegesi, il tutto senza che la tipa passi nessun guaio legale. Trama abbastanza ottimista che tratta l'elaborazione di un lutto, ma riesce divertente proprio per l'ingrediente Heavy Metal.
MEMORABILE: Il prete con sul braccio tatuato Eddie degli Iron Maiden.

Lupus73 4/03/20 20:33 - 1494 commenti

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Freddo come il suo paese di provenienza; introverso, cupo, con colori non saturi e pochi dialoghi. Ambientato a cavallo fra '80 e '90 quando avvenne il passaggio dal mondo del metal al ferale e gelido black metal norvegese. La protagonista vive sociologicamente questa trasformazione per elaborare il lutto del fratello maggiore (un metalhead). I cliché ci sono tutti, dal disagio all'avversione per la religione (immancabile il rogo della chiesa "alla norvegese"). Il film è buono, ma anche buonista e non incarna appieno la controcultura metal.
MEMORABILE: La OST a base di metal (Savatage, Judas Priest, Megadeth, eccetera); I genitori che alla fine si mettono a fare mosh (unico messaggio in sintonia).

Kinodrop 8/04/21 21:10 - 2950 commenti

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Una storia che coniuga molto maldestramente dramma familiare, sensi di colpa, elaborazione del lutto con il riscatto che la protagonista cerca attraverso il metal, passione che fu del fratello interrotta bruscamente. Una tesi alquanto convenzionale che cavalca l'ambiguità vera o presunta di un genere musicale spesso divisivo e mette in discussione i pregiudizi e i credo di una comunità paesana e bigotta. Insulsa storiella di formazione con vette di pseudo cattiveria (rogo) e cadute nel buonismo più trito, per un finale simil-tutti-insieme-appassionatamente che fa cascare le braccia.
MEMORABILE: Death metal per mucche traumatizzate; Il concerto cattivone, addomesticato progressivamente per la comunità; La famiglia balla il thrash.

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