Immobile, ferma nel mare, avvolta da una rarefatta atmosfera invernale che collima con le sensazioni della protagonista: una donna che si sente morta: Capri così non si era mai vista prima sul grande schermo. D'impianto teatrale, un'opera ipnotica e ammaliante con un sottotesto omosex forse troppo sottinteso. La sensazione, come per Marienbad, è che il tempo si sia fermato, ma le tensioni amorose sono sempre in agguato. Il tema, scabroso per l'epoca, condannò il film all'oblio. Intimista, viscerale, invernale.
MEMORABILE: Il ragazzo napoletano che si doccia sotto la pioggia; Le scritte sulle pareti; L'isola, teatro naturale e specchio degli stati d'animo dei protagonisti.
Una Capri plumbea e invernale, per nulla turistica e mondana, fa da sfondo all'esordio cinematografico di Patroni Griffi: una non-storia che si muove sul terreno insidioso di un esistenzialismo manieristico di derivazione antonioniana, con qualche richiamo a Resnais, molto caro al cinema di quegli anni. Teatrale, lento e verboso, come gran parte della successiva produzione filmica dell'autore, si accende a sprazzi con qualche sequenza di notevole intensità emotiva per ricadere subito dopo nella stessa disperata abulia dei suoi non-personaggi.
MEMORABILE: La prima lunga sequenza nella casa vuota della Prevost.
Sicuramente lo splendido bianco e nero, la fotografia di Ennio Guarnieri, alcune azzeccate inquadrature e le scene con la pioggia a tratti incessante fanno già loro il film. Questo triangolo invernale però (molto poco dialogato), a mio avviso nell'ultima parte non riesce a fare il salto di qualità; anzi, cala decisamente. Film comunque piuttosto interessante.
E' davvero rara un'insulsaggine cinematografica così acuta e così catastrofica, ma è il frutto di tre personaggi che non solo sono inconcludenti, ma che addirittura non ci provano neanche a entrare nel film e in tal modo lo rovinano da cima a fondo. A quel punto anche il bianco e nero perde tutta la sua magia, non impreziosisce più niente; Capri non è più Capri e l'assieme risulta talmente scoordinato che un film di mimica facciale avrebbe figurato nettamente meglio! La toppata è totale, e una delle più clamorose...
MEMORABILE: "I mobili e le pareti hanno gli occhi, i soldi no": forse è l'unica frase bella del film ; La discreta inquadratura della scena d'amore.
Film di grande bellezza formale ed eleganza visiva (un grande plauso alla fotografia di Ennio Guarnieri): Griffi (all'esordio!) non girerà mai più così bene in futuro e fa mantenere a Capri (qui a spopolata, spettrale, livida, invernale) tutta la sua "magia" e bellezza. Visto oggi è un po' datato e forse risaputo sul piano della sceneggiatura, ma allora non doveva esserlo affatto, tanto che finì nell'oblio. Temi e situazioni ricordano un po' Antonioni, un po' Resnais (con meno malìa e fascino di quest'ultimo). Meglio la prima parte: peccato che cali vistosamente nel finale. Bello ed intrigante.
Film estremamente impegnativo, che di sicuro non fa della leggerezza il suo cavallo di battaglia, ma molto interessante e affascinante, negli anfratti della suggestiva Capri invernale come nei pochi dialoghi ficcanti e misteriosi allo stesso tempo. Un terzetto di attori in stato di grazia diretti da un regista che proviene dal teatro, e qualche traccia di tale origine infatti è visibile in una certa staticità. Fotografia splendida e bellissimo il bianco e nero. Un film non per tutti, di quelli che vanno visti un paio di volte per capirli ma che alla prima già ti avvincono.
Un giovane, un ragazzo, una donna: tre sconosciuti si rincorrono e respingono, in un’isola claustrofobica (una Capri quasi distopica), circondata dal mare d’inverno. Film di corpi, molto fisico (bellissimo il primo approccio tra i due uomini, una lotta-danza ad alto tasso omoerotico), molto visivo (con magnifiche riprese che offrono punti di vista ricercati, inusuali, inediti) e al contempo molto teatrale. La storia oscilla tra decadentismo borghese e spleen esistenziale, solcato da lunghissimi silenzi. Misterioso, morboso, malinconico.
Giuseppe Patroni Griffi HA DIRETTO ANCHE...
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Pare che all'epoca il film fosse uscito con il divieto ai minori di 18 anni, di sicuro in alcuni cinema i gestori lo hanno applicato.
Il tema,scabroso per l'epoca,condannò la pellicola all'oblio.
Lo stesso accadde per altri film, tipo L'uomo ferito.
Di scabroso non c'è assolutamente nulla.
Come erano bigotti negli anni sessanta...
DiscussioneZender • 27/06/14 17:49 Capo scrivano - 47730 interventi
Altri tempi di sicuro :) Van capiti...
DiscussioneFauno • 17/04/15 11:47 Contratto a progetto - 2742 interventi
Mi dispiace molto abbassare vertiginosamente il pallinaggio, ma d'altronde ho sempre detto quello che pensavo...Volevo soltanto dire a Legnani, che se ha giudicato pesantissimo Metti, una sera a cena, questo film è meglio non provi neanche a guardarlo.
Per quanto io di simbolismi al di fuori di una trama inesistente, o altri strumenti che mi abbiano potuto far cambiare idea ne abbia cercati tanti, non ne ho proprio trovato manco uno. E mi aspettavo tanto da questo film. FAUNO.
DiscussioneFauno • 17/04/15 12:01 Contratto a progetto - 2742 interventi
E per Capri mi sentirei di fare un parallelismo con una Rimini invernale de La prima notte di quiete...Lì il magnetismo del luogo, come il mistero dei personaggi ed il dramma che si scopre alla fine c'erano tutti, ed è devastante il brano di Ornella Vanoni in discoteca, ma qui tutto resta sospeso in aria senza mai intaccare non dico la psiche dello spettatore, ma sicuramente non la mia. E ci son stato sopra più di una settimana prima di commentarlo. FAUNO.
Fauno ebbe a dire: E per Capri mi sentirei di fare un parallelismo con una Rimini invernale de La prima notte di quiete...Lì il magnetismo del luogo, come il mistero dei personaggi ed il dramma che si scopre alla fine c'erano tutti, ed è devastante il brano di Ornella Vanoni in discoteca, ma qui tutto resta sospeso in aria senza mai intaccare non dico la psiche dello spettatore, ma sicuramente non la mia. E ci son stato sopra più di una settimana prima di commentarlo. FAUNO. Era proprio quello che voleva il regista:rimandare lo spettatore ad un clima sospeso, quasi un limbo in cui i personaggi vivono il loro isolamento, non per niente la protagonista in una delle scene afferma di sentirsi una donna morta.Vivere in un piccolo paese non è facile, immaginarsi su un'isola, anche se rinomata come Capri, ma d'inverno.
Un conto l'estate coi turisti, ma nella stagione invernale, certi stati d'animo e certe insofferenze non possono che riaffiorare e in taluni casi rivelarsi opprimenti.
Vista una certa rarità della pellicola in questione, o almeno una volta mi pare fosse rara, può valere la pena segnalare in questo caso che è su Amazon seppure a pagamento?
DiscussioneZender • 2/07/22 12:54 Capo scrivano - 47730 interventi
Se lo rtieni giusto per i motivi che hai detto puoi farlo, l'importante è non lo si metta col Prime normale se non lo è.
Françoise Prèvost era figlia dello scrittore Jean Prèvost, noto durante la resistenza con il nome di Capitaine Goderville e ucciso dai tedeschi in una imboscata, e di Marcelle Auclair, fondatrice del giornale femminile "Marie Claire".