Ossessionato dall'idea di vendicarsi di chi lo ha reso storpio dopo avergli soffiato la moglie, ex prestigiatore si reinventa stregone di una tribù africana. Browning "brucia" in 6' una allucinante quantità di materiale melò (il circo, il tradimento, la paralisi di Phroso, l'apoteosi in chiesa con moglie morta e bimba piangente) con cui altri avrebbero infiammato intere carriere, restando però poi prigioniero del suo stesso delirante baraccone. Resta comunque un "freak" movie tutto da vedere, grazie a uno sconsiderato furente gusto per l'esasperato.
MEMORABILE: Dead-legs Chaney che trascina le gambe verso la sua sedia a rotelle; Barrymore che rivela a Chaney che la Nolan è sua figlia.
Debole e farraginoso, l'intreccio si aggancia ad un'idea tragica e dumasiana di vendetta cieca, che finisce col rendere infelice e portare all'autodistruzione chi la persegue. Ancora una volta, sulla regia di Browning - sempre comunque a suo agio tra figure e oggetti circensi - prevale lo straordinario pathos interpretativo di Lon Chaney, il cui volto è già di per sé una maschera che non abbisogna di trucchi per esprimere rabbia, dolcezza e dolore; e per di più, se ne sta quasi tutto il tempo seduto su una sedia a rotelle o a camminare strisciando.
MEMORABILE: Davanti alla Madonna, Chaney giura vendetta per la morte della moglie.
Melodramma pazzo e virulento, che infuria tra circhi, cattedrali, esotismo e giungle africane, percosso da fremiti razzisti e misogini, e nondimeno genuino nel suo esasperato sensazionalismo, parossistico ed eclatante nell'inanellare abbiezioni e colpi bassi. Film difficilmente valutabile fuori dall'entusiasmo e dallo sconcerto che procura - anche aldilà dei suoi meriti effettivi - è letteralmente infestato da un infernale Lon Chaney storpiato nell'anima dall'amore e dalla vendetta, magnifico mentre striscia e imperversa con la sensualità di un rettile.
Altro capolavoro della coppia Browning/Chaney. Ancora una volta il tema è l'amore folle e impossibile tra un freak e la donna inarrivabile (qui la figlia) fino al solito disperato epilogo e all'assoluto sacrificio di sé. E ancora una volta troneggia l'interpretazione magnifica dell'Uomo dai mille volti, qui ridotto quasi a uomo bruco, guidato da un folle desiderio di vendetta e poi di amore. Indimenticabile la scena del primo incontro con la figlia. Browning dà un buon ritmo alla vicenda e crea un'Africa anti realistica che stupisce.
Drammone incentrato su una vendetta covata per anni. La trama non presenta grandi spunti d'interesse ma il film, come altri del grande Browning, si avvale dell'eccellente interpretazione di Lon Chaney, che riesce a infondere umanità al suo personaggio: è questo il vero valore aggiunto a una pellicola per il resto non particolarmente coinvolgente. Il regista si conferma "cantore" delle gesta dei personaggi circensi, ambiente da lui ben conosciuto.
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Lo classificherei come drammattico o avventura. All'horror rimandano solo i nomi del regista e dell'attore, ma di fatto nel film non ce n'è... che ne dici Giuan?
DiscussioneGiùan • 18/11/14 22:04 Controllo di gestione - 241 interventi
Ciao Rebis intanto: direi che può andare per il drammatico piuttosto che per l'avventuroso, per quanto il delirante ed esasperato gusto decadente di Browning meriterebbe una definizione di genere a se. Buona notte a tutti davinottiani
Il film, come giunto a noi, dovrebbe mancare di circa 5' (Imdb indica 70' la durata della versione uscita a New York nel 1928, mentre la durata attuale è riportata a 65'). Che manchi qualcosa è piuttosto evidente perché ad un certo punto la Nolan viene portata al cospetto di Lon Chaney tutta sporca, e si parla del suo tentativo di fuga fallito, del quale non v'è traccia nella versione attuale della pellicola.