Clooney qui sembra aver perso un po' del suo smalto: a parte il soggetto potenzialmente interessante, quasi nulla funziona. Non le musiche fastidiose, non il cast seppur ricco e di grande richiamo, non i fili della trama che si disperdono e pure la pista parigina di Blanchett e Damon si risolve in un fuoco di paglia. Non la morale ripetuta più volte per renderla cristallina: vale più un'opera d'arte o la vita di un uomo? Qual è il valore dell'arte e perché è giusto preservarla? Quanto di umano ha? Noioso già al ventunesimo minuto.
George, che combini? Film gradevole e ben fatto ma troppo banale, se si pensa che è firmato da un regista dotatissimo. Lo spunto è interessante, il cast ottimo e la regia spigliata, ma dov'è finita la complessità morale de Le idi di marzo? Sostituita da un messaggio condivisibile ma noioso come quello che l'arte è importante e blablabl; poi troppe americanate e discorsoni con la musica pompata, l'orgoglio per i figli eroici e le lacrime maschie che provocano gli audiomessaggi dei nipoti. Speriamo sia almeno servito a far cassa, George.
Favoletta militare con qua e là spruzzate di maldestra, cruda realtà, condita da musichette pompate difficilmente sopportabili, da commedia d’altri tempi, alternate a cupe sinfonie da guerra quando appaiono i cattivi tedeschi, o si vuole ricordare la drammaticità del momento storico. Pellicola artificiosa, protagonisti compresi, intenti a caricaturizzare il proprio personaggio, o a mantenere il mezzo sorrisetto, come Clooney. Unica utilità, l’aver parlato di una missione di solito trascurata, seppur di notevole importanza. Superficiale, a tratti noiosa, ultramericanizzata e mai coinvolgente.
MEMORABILE: I due fessi, in campagna, tra due fuochi. Se solo gli avessero ricordato che c'era la guerra...; I russi, qui semplicemente tonti in ritardo...
L'attrattiva principale è la storia: un episodio bellico raramente affrontato al cinema ma di grande interesse. Peccato che la regia di Clooney non sia coinvolgente, dando la spiacevole sensazione che il film non decolli mai. Alcuni momenti comunque funzionano, più per la bravura del ricco cast che per sapienza in fase di sceneggiatura. La colonna sonora ricorda i bellici degli anni 50/60 ed è simpatica, il finale un po' troppo americano.
Bello e avvincente, di grande impatto storico e visivo, ben diretto da Clooney che indugia forse un po' troppo sui primi piani ma che si avvale comunque di un ottimo cast, in cui spiccano Murray e la Blanchett. Notevoli le scenografie, che bene aiutano a comprendere un delicato momento della Seconda Guerra Mondiale sconosciuto ai più.
Un po' come la mina su cui incautamente mette il piede Matt Damon, il monuments man "parigino", ci si aspetta il grande botto, ma è poco più di una castagnola. Così il film di Clooney, che se non altro riesce a mettere assieme un cast ricco e simpatico. Assolutamente non un flop, ma spesso le grandi aspettative vanno deluse, proprio perché grandi. Il miglior pregio, naturalmente, è quello di dare il giusto valore alle opere dell'uomo e al loro significato, più che al loro valore, e qui Clooney fa emergere senza pudori l'onestà Usa.
MEMORABILE: Il ritrovamento dell'ultimo pannello del polittico di Gand.
Il problema non sono le marcette trionfali, gli ideali nobili (peraltro veramente esistiti), i soliti nazi cattivoni o la mina sotto il piede di Damon. È l'impavidità di uno script che ci mette un'ora a carburare e che in poche occasioni riesce a distaccarsi dallo stile elencativo/elogiativo. Giusto puntare sul sarcasmo più che sull'action vero e proprio, ma anche come humour siamo carenti. Da salvare la deliziosa fotografia d'interni della cenetta tra Damon e la Blanchett.
Se il film di George Clooney ha il merito di portare alla conoscenza del grande pubblico un evento tutto sommato poco noto della seconda guerra mondiale, la pellicola si può considerare un'occasione in parte sprecata: il film manca della tensione necessaria al genere bellico, verso il quale il regista non pare portato, così come gli attori, che tranne qualche eccezione (la Blanchett) sembrano poco coinvolti nel progetto. Buona la ricostruzione ambientale. Nelle mani di Eastwood o di Spielberg ne poteva venire fuori un ottimo film.
Film deludente e mal riuscito (Clooney in passato se l'era cavata decisamente meglio) non tanto per il solito modo superficiale con il quale molti (non tutti) gli americani affrontano la Storia, ma perché la fusione di elementi comici e drammatici non è venuta bene. Che dire poi delle retorica (dispiegata anche attraverso insopportabili e pompose "musichette") e della voglia di "strappare" lacrime ed emozioni facili in modo non proprio limpido (vedi ad esempio la lettera del soldato ucciso ma non solo)? Americane, appunto. Anche parte del cast (di rilievo) non sembra particolarmente in palla.
Nonostante il tono retorico e celebrativo con cui ci viene presentata una vicenda comunque interessante e trascurata, il film è un bellico dal retrogusto allegro (i protagonisti sono archeologi che si ritrovano all'improvviso a essere soldati) con un secondo tempo riuscito rispetto al primo, in cui incominciavo ad annoiarmi. Troppe due ore comunque. La regia di Clooney non è niente di che e non riesce a dare quel quid in più alla pellicola. Classico onesto film d'intrattenimento.
Ricostruzione sostanzialmente corretta nelle linee generali (e romanzata nei dettagli) di uno dei gruppi di esperti Alleati in campo per ridurre i danni di guerra al patrimonio artistico europeo. Il film gira a vuoto, oscilla tra i classici bellici e film più recenti (diciamo, anni 50-60) con momenti umoristici o paradossali. Però non ha una linea, Clooney come regista tenta una meritoria opera di memorialistica ma non riesce a essere né epico né caustico. Il cast di vecchi leoni non tradisce, ma il risultato è modesto. 1/2 punto in più per il tema scelto.
Ispirato a una vicenda realmente accaduta, il film mostra un lato nascosto ma encomiabile dell'ultimo conflitto mondiale. Narrazione tendente al romanzo con situazioni non sempre realistiche nonostante il grande impegno e la valida ricostruzione scenografica. L'americanismo è marcato, tuttavia il ritmo è accettabile e il cast altisonante. Brava la Blanchett.
Da una storia vera un film pasticciato e inconcludente, con una sceneggiatura poco lineare e scarsamente fruibile. Caratterizzazioni pari allo zero e personaggi che, sin dall'inizio, si aggirano sul set senza avere un'identità. Insomma, fatta salva la Blanchett, che è l'unica che sembra avere un ruolo identificabile, il resto del cast pare messo lì a casaccio. Altamente deludente la prova attoriale di calibri come Murray o Goodman, mentre il Clooney regista fa un netto passo indietro rispetto al passato. Meritava miglior fortuna.
George Clooney ci racconta un episodio rilevante, pur se non molto conosciuto, della seconda guerra mondiale e lo fa potendo godere di una produzione importante che riesce a garantire una buona cura formale al film. Purtroppo però le aspettative vanno parzialmente deluse in quanto il regista non riesce mai a trovare il ritmo giusto per un film di ambientazione bellica. Le recitazioni dei protagonisti non vanno al di là della correttezza e la colonna sonora risulta piuttosto banale e non coinvolgente. Molto meglio il Frankeheimer di 50 anni fa.
La seconda guerra mondiale riesce a fornire ancora uno spunto inedito e questo, relativo a una piccola task force dedita alla conservazione delle opere d'arte, è senz'altro il maggior pregio del film. Purtroppo, a parte le scene dei siti nazisti segreti, la realizzazione non mantiene le promesse: il ritmo è troppo lento, la prima parte in particolare, la narrazione frammentaria, Matt Damon appare sprecato, lo stesso Clooney sembra spaesato (si salva il solo dialogo col colonnello tedesco nel finale). L'idea avrebbe meritato di meglio.
Lo spunto di partenza, basato su fatti realmente accaduti, sarebbe anche interessante, se non fosse che George Clooney è un regista inesperto e dirige il buon materiale umano con scarso mestiere e facendo il verso a film di ben altra caratura come Quella sporca dozzina o Il giorno più lungo. Da lodare l'impegno e la buona ricostruzione storica ma il risultato è un qualcosa di artefatto, di troppo convenzionale. Le musiche sono un misto di colonne sonore già sentite.
Clooney dirige e interpreta un film bellico leggero, con toni più da commedia che drammatici creando un ibrido poco riuscito. Il cast è anche buono, la vicenda del salvataggio delle opere d'arte in Europa dal sacco nazista è apprezzabile e poco conosciuta ma è la pellicola a esser priva di mordente, sempre giocata in punta di fioretto e quindi raffinata e artefatta.
Film di guerra che ha l'originalità di spostare l'attenzione dal campo di battaglia ai musei e alla razzia di questi da parte dei tedeschi con le conseguenti squadre di recupero delle forze alleate. Tratto da una storia vera, il film di George Clooney è molto interessante proprio perché esplora un lato della Seconda Guerra Mondiale che non viene quasi mai raccontato. Purtroppo Clooney gira il suo film come se fosse una commedia; se avesse raccontato la storia con più serietà, Monuments men sarebbe stato di tutt'altro livello. Comunque non male.
Film che prende spunto da una storia vera. Durante il saccheggio nazista ci sono valorosi soldati americani che cercano di riportare le opere artistiche trafugate ai legittimi proprietari. Film gradevole senza troppi fronzoli. Sceneggiatura lineare in cui l'unico vero limite sta nel non creare suspense. Non ci sono colpi di scena e anche il finale fila via che è un piacere! Belle scenografia e fotografia. Con tanti bravi attori si poteva osare di più.
Una task force militare organizzata dagli Alleati durante la Seconda guerra mondiale per proteggere le opere d'arte nelle zone di guerra. Pellicola diretta da George Clooney abbastanza effervescente, che non si prende troppo sul serio nonostante il tema trattato. Non mancano momenti al limite del banale, che fanno scemare il giudizio. Convincente l'intero cast.
Dispiace bocciare un film che vuole raccontare un pagina di storia così interessante e allo stesso tempo poco noto, ma non ci si può esimere dal farlo considerando che l'opera di Clooney (qui attore e regista allo stesso tempo) manca totalmente di ritmo e mordente, spingendo molto spesso lo spettatore alla noia. Non bastano una carrellata di stelle e una bella fotografia per risollevare le sorti di un film che parte floscio e floscio rimane per tutta la sua durata. Che peccato!
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DiscussioneDaniela • 20/02/14 11:16 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Sul tema delle opere d'arte sottratte dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, ci sarebbe da tener presente Il treno di John Frankenheimer, film del 1964 anch'esso con un grande cast internazionale, in cui spiccava Paul Scofield nel ruolo per nulla banale di un ufficiale nazista colto ed amante dell'arte.