E' veramente desolante osservare quanto fatichino a concepire una parodia in linea con i prodotti d'oltreoceano, i comici nostrani. Già ci aveva provato Greggio ad imitare lo stile di Mel Brooks nel suo IL SILENZIO DEI PROSCIUTTI ottenendo solo un sottoprodotto del peggior sottoprodotto di Brooks. Almeno però Greggio ce l'aveva messa tutta, arrivando ad ingaggiare un cast di gran pregio. In Chicken Park invece Calà (anche regista) non riesce nemmeno a dirigere se stesso (da notare la pessima performance sull'aereo) e finisce per puntare su di una comicità pecoreccia davvero lontana da quella...Leggi tutto di modelli come i fratelli Zucker. Demetra Hampton è bella, bellissima, ma vederla spogliarsi in film simili è avvilente. Calà finge di non voler copiare battute già viste (quando evita di scaldare le uova sulla pancia bollente d'ardore della Hampton rifacendo una scena di HOT SHOTS!) ma poi all'interno della stessa scena ci piazza il falso sottofondo musicale suonato da un sassofonista nascosto plagiando spudoratamente il Mel Brooks di MEZZOGIORNO E MEZZO DI FUOCO. Ed è ancora lo spettro del regista americano ad aleggiare sugli infiniti passaggi da "realtà" a fiction (Il cambio della protagonista femminile prelevata dal cinema in cui proiettano CHICKEN PARK). All'inizio ci si diverte sconcertandosi per lo squallore di certe gag, poi ci si annoia mortalmente...
Praticamente non fa mai ridere. Si concentra su diversi film o telefilm (tra gli altri, naturalmente, Jurassic Park e La Famiglia Addams) e vengono messe in piedi patetiche scenette dove succede qualsiasi cosa che "dovrebbe" mettere in condizione lo spettatore di sganasciarsi dalle risate. Il guaio è che ottiene l'esatto contrario. Ovvero, lo spettatore si mette a piangere nel vedere certe cretinate. Calà è al suo peggio e il resto del cast non è da meno. Da evitare.
Ma come è possibile che un prodotto simile sia stato distribuito, finanziato e -soprattutto- concepito? Alla luce dei lavori successivi di Jerry Calà (in particolare l'interessante Ragazzi della notte, 1995) il mistero s'infittisce. Le parodie non sono cosa semplice da realizzare, a maggior ragione se mancano idee e mezzi. Il sorriso abbandona lo spettatore sin da subito, causa dialoghi incredibili, accostati a effetti speciali che è offesa per gli addetti ai lavori chiamare tali. La ex Valentina (Demetra Hampton) appare in linea con l'opera...
Calà è un volto noto nella commedia italiana anni 80, un grande caratterista, per film di quel genere; la sua interpretazione in questo film, dall'umorismo particolare (demenziale, tra Mel Brooks e i fratelli Zucker) però non gli si addice per niente; se poi da regista scopiazza qua e là scene da inserire in un film già strambo sulla carta, figurarsi quanta "trashaggine" salta fuori. Non tutte le trovate sono bruttissime comunque (i bambini della famiglia Addams che bucano i preservativi, o Edward Mani di Forbice che serve a taola...)
Oddio! Questo è uno dei peggiori film concepiti dai tempi dei Lumiere. Si tratta di un miscuglio di citazioni di altri film (sulla falsariga del Silenzio dei prosciutti) ma il risultato è patetico. Si ride sì, ma per quanto è brutto! Duole vedere la Hampton sfiorita in un film sfiorito.
Parodia poveristica dei vari Giurassici, con il vecchio Jerry in delirio Wellesiano, regista/autore/interprete di un film di una bruttezza rara. Non c'è una trovata che funzioni, la recitazione è oratoriale, tempi comici inesistenti. Persino Demetra Hampton è imbruttita (incontrerà la sua nemesi sull'Isola dei Famosi). Unico antidoto: la videocassetta de I Fichissimi.
Che la parodia non sia nelle nostre corde, per lo meno paragonata a quelle made in Usa, lo immaginavo, ma qui si raschia il fondo del fondo. Non esiste un momento che sia uno in cui ci si riesce a divertire e non solo, ho provato un senso di vergogna per esser stato un, seppur pacato, estimatore di Calà in passato. Uno dei momenti più tristi della comicità italiana. Paragonabile per cialtoneria a Il silenzio dei prosciutti di Greggio. Evitare accuratamente!
Francamente non si capisce il senso di operazioni di questo genere. Nemmeno il pubblico più di "bocca buona" potrebbe apprezzare un tentativo di farsa o parodia così becera come questa scritta (?) e diretta dall'ineffabile Jerry Calà, che si circonda di attori di infimo livello (a parte la De Palma chissà come sbarcata qui dai film di Almodovar!) per un'operazione di bassissima qualità, destinata all'inevitabile naufragio artistico e commerciale. Indifendibile.
Un'opera da vietare a chiunque abbia un minimo di buon gusto. Jerry Calà, in evidente declino già da qualche tempo, cerca di fare il verso al celeberrimo Jurassic Park con risultati sconfortanti. Pessima la sceneggiatura, posto che ci fosse, osceni attori e regia. Da vedere solo se avete ingurgitato sostanze velenose e l'alternativa è la lavanda gastrica. Pessimo.
Premessa debita: adoro Calà in tutte le sue sfaccettature ed ho sempre ammirato coloro che si mettono in gioco pur accettando rischi enormi di flop. Questo "Chicken Park", parodia del famosissimo kolossal animalesco spielberghiano, raggiunge vette di trash davvero spassose e regala perle di nonsense che solo la mimica di Jerry può permettere. Trashofili avanti, tutto il resto indietreggi!
Dopo il tremendo esperimento di Greggio con Il silenzio dei prosciutti, anche Calà prova a fare una parodia all'americana, prendendo in giro Jurassic Park e altri blockbuster di genere fantastico. Il modello della comicità è ovviamente Mel Brooks, ma anche quella ultra-demenziale dei vari Hot Shots et similia. Qualche gag è riuscita e qualche SPFX è passabile; il cast è abbastanza trash (c'è pure la giovanissima Alessia Marcuzzi!). Girato per il mercato estero (Calà si doppia nella versione italiana), probabilmente con pretese di esportazione.
Tagliato fuori dal giro grosso (in seguito ad un incidente che lo costrinse su una sedia a rotelle per un po'), Calà si reinventa come attore/regista. Purtroppo questa parodia di Jurassic Park è infima sia per livello di recitazione sia per le gag (la maggior parte cretine, le altre già viste). La Hampton è bella, ma da sola non basta a salvare il film e Calà ha fatto film infinitamente migliori.
MEMORABILE: La roulette russa; La scena in aereo; La De Palma che si fa masturbare dalla mano della famiglia Addams... Jerry... perché???
Ne ho visti tanti di trashoni nella mia infame vita, ma qui siamo di fronte a uno dei peggiori rifiuti organici (senza offesa per il concime) da far rimpiangere perfino Vitali e Cannavale. Terrificante papocchio che si spaccia per parodia fallendo miseramente, non solo in quanto a mero divertimento ma come logica, tempi comici e qualità recitative. Calà riesce a dirigere male perfino se stesso, facendoci conoscere donne peggio di bestie in calore con tanto di recitazioni pseudoorgasmiche. La soundtrack di Smaila non è infame. Punto.
MEMORABILE: La favolosa morte del pollo Jo (alla faccia dell'intensità); la pollastra gigante tenta di violentare il Calà.
In un periodo nel quale le parodie americane impazzavano Jerry Calà segue le orme del collega Greggio e si avventura in una solenne boiata diretta, interpretata ed auto-doppiata da lui medesimo. Il risultato è agghiacciante, e se si ride lo si fa per isteria: Hot Shots e Mel Brooks plagiati con fiera disinvoltura, la Hampton ninfomane in preda a continue crisi ormonali tra polli frì frì e porzioni di patatine cartonate. Calà sembrerebbe in condizione, ma si smarrisce tra le feci di un pollo giurassico oltre che in gag frustranti. Da dimenticare!
Pazzesca trashata di quelle tristi, che non fanno ridere nemmeno involontariamente. In realtà le scene prettamente parodistiche in sè non sarebbero male (il soccorrimento del pollo gigante al posto del triceratops, ad esempio); peccato sia però tutto costantemente rovinato da trovate umoristiche di livello agghiacciante, oltre che troppo spesso gratuitamente volgari. La mancanza di regia e attori non all'altezza completano l'opera. Mi spiace solo per Calà, che appare particolarmente convinto e ancora discretamente in forma. Da dimenticare.
MEMORABILE: L'adescamento del pollo gigante gay (terribile parodia della scena del T-Rex attirato con una capretta in Jurassic Park...)
Da vedere "assolutamente" in inglese con Calà che oscenamente doppia se stesso, questo abisso trash è uno di quei k.o. cinematografici che difficilmente si scordano. Incredibile che sia arrivato nei cinema, mascherato da parodia dell'enorme successo di Spielberg. Non si ride mai, i momenti surreali sono terrificanti, copiati senza ritegno dai classici dello spoof. Greggio in confronto a Calà regista sembra Billy Wilder. Ideale per il talento di Alessia Marcuzzi.
Completamente folle: di una stupidità e uno squallore che rasentano il sublime, al di là della fisica, del buon senso e del buon gusto cinematografico. Citazionismo sfrenato, nonsense totale, attori cani, musichette in stile Tropicana: il divertimento è quasi sempre involontario, ma ciò non toglie che sempre di divertimento si tratti e che il film si segua con piacere (fatta eccezione per la noiosa mezz'ora finale). L'autodoppiaggio in inglese di Calà nella famigerata versione americana scatena trashistiche risate ad ogni battuta: impagabile.
Effetti speciali (volutamente?) ridicoli, trama inesistente, montaggio pessimo, doppiaggio scadente: gli ingredienti di una classica parodia all'italiana ci sono tutti. Riuscito nell'impresa di far sembrare Il silenzio dei prosciutti un capolavoro, questo film non può nemmeno contare su un cast di attori decente. A definirlo trash si potrebbe offendere il vero trash.
Per certi versi l'inizio della fine, almeno a livello cinematografico, di Jerry Calà: conclusasi l'epoca in cui il suo nome in cartellone valeva un riempi-sala, l'attore si getta con scarsi mezzi in questo esordio da regista "buttandola" sulla parodia; prendere però certi miti come Jurrasic park per farne dello spirito (dal fiato corto) è assai azzardato. Poche le battute e gli sketch degni di una risata; se poi ci si aggiunge un ritmo non esaltante ahimè non resta moto da salvare. Con il film successivo Jerry riuscirà a trovare - a suo modo - la quadra.
Calà tenta il salto nella regia nel peggiore dei modi. La comicità demenziale di matrice ZAZ non gli appartiene e non ne comprende i meccaniscmi, il budget è risicato e si riflette su una messa in scena approssimativa e sui poveristici effetti speciali. Gli sketch comici variano dal surreale al citazionistico di grana grossa ma hanno un fattore comune nel non far ridere mai neanche per sbaglio (tempi comici questi sconosciuti). Il cast è deleterio, con una giunonica e imbruttita Hampton impegnata ad ammazzare qualsiasi spunto comico sul nascere...
MEMORABILE: La scena dell'esca umana per il pollo gigante, talmente brutta da essere quasi divertente!
Parodie a raffica tremende, alla stregua dei terribili film di Seltzer. Peccato veramente, perché a dirla tutta qualche gag poteva anche funzionare, se fosse stata gestita meglio. Oltre a un minestrone di parodie (e scopiazzature) di vari film e a un esagerato riferimento metacinematografico, contiene anche una comicità troppo spesso gratuitamente volgare, sessista e persino qualche sequenza di cattivo gusto. Fra l'altro è la peggiore prova recitativa di Jerry Calà mai vista.
Dopo Greggio e Il silenzio dei prosciutti, questa volta è Calà a cimentarsi con la parodia dei successi hollywoodiani. L'idea di un parco tematico pieno di polli giganti è anche simpatica, ma viene inficiata da una produzione a dir poco dilettantesca, con un umorismo disarmante nella sua pochezza. Quando ci si allontana dal bersaglio principale (ovvero Jurassic Park) il risultato è ancora peggiore, come dimostrato dalle terribili scenette con la pseudo-famiglia Addams. Si salva solo la bellezza della Hampton.
Un banchetto postmoderno questa parodia di Jurassic Park diretta e interpretata da Jerry Calà, che da una gara clandestina di polli si ritrova in un parco esattamente come nel film di Spielberg, ma coi polli giganti. Squisitamente nonsense e dal retaggio culturale popolare, mille riferimenti a film dell'epoca rendono la visione gustosa per gli appassionati di anni 80-90. Molte le volgarità gratuite (vedi lo spogliarello della scienziata) che rendono la visione a tratti imbarazzante. Qualche ideuzza di regia c'è, Calà si deve essere divertito molto.
Il livello trash di questo film è allarmante, ma non tanto per la storia e quelle che vogliono essere le gag ma proprio per la realizzazione, che sfiora vette di amatorialità in più di un momento. La versione col doppiaggio in italiano poi è terribile, con interpretazioni vocali totalmente sbagliate e spesso fuori sincrono. Siamo nella parodia stile Hot shots!, ma come detto se l'idea può starci, lo svolgimento fa acqua ovunque.
Brutto è brutto, ma al tempo stesso è un film perfetto da guardare in compagnia. Il silenzio dei prosciutti, suo fratello ipotetico, poteva contare almeno su un super cast, mentre qui Calà si arrangia come può. Se non altro un minimo di atmosfera in qualche scena (in aereo e a casa di Mr. Eggs) non manca. Citazioni buttate lì, ma il coglierne i collegamenti è più merito dello spettatore. Non è una giustificazione, ma Calà (soprattutto regista) ha fatto comunque di molto peggio.
Nonostante la sua pessima nomea, l'esordio alla regia di Jerry Calà non è (sempre) così terribile: la prima tranche avanza come una regolare parodia all'americana di livello medio-basso, sventolando una variopinta selezione di gag cinefile più o meno ovvie (la roulette russa a suon di granate in stile Il cacciatore ha il suo perché). Nell'ultima mezz'ora il delirio prende il sopravvento, fra la pseudo-Morticia che si sollazza guardando shockumentary in VHS e polli giganti in vena di accoppiamenti interspecie. Imbarazzante, ma non troppo. A ogni modo, "Jurassik Pork" suonava meglio.
MEMORABILE: La protagonista rimpiazzata; Il pollone gay; I due piccoli "Addams" che spediscono milioni di profilattici bucati nel mondo; Il gallo slinguazzante.
Il produttore Galliano Iuso mette insieme qualche idea e poichi soldi per cercare la via della parodia dei grandi kolossal americani. qui abbiamo Jerry Calà che si lancia nella regia, con alcune scenette divertenti (come la madre che punisce il bambino che continua a pardere l'aereo....) e altre che purtroppo funzionano assai meno. Insomma: l'idea c'era, il risultato no.
Anche se quando lo vedi sai bene a cosa vai incontro e cerchi di apprezzare quelle poche sequenze indovinate (tipo la parodia degli Addams) è tutto il resto che mortifica. La presenza continua di Calà con tempi comici poco felici ed espressioni ripetitive. La necessità degli autori di infilare battute grevi e di scarso gusto quasi in ogni gag, rovinando quelle poche che avevano qualcosa da dire. Il citazionismo filmico che ne azzecca una su quattro. Insomma, una parodia che non propone nulla di nuovo e che si trascina stancamente verso la fine.
MEMORABILE: La Hampton "esplorata" dal mega gallo, scena potabile se lei non facesse finta di starci.
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DiscussioneZender • 25/03/08 11:13 Capo scrivano - 47729 interventi
Fabbiu ebbe a dire in curiosità: Il film incomincia con diversi disegni di polli e galline che accompagnano i titoli di testa, ebbene è bello sapere che molti di quei disegni sono di PACO FABRINI ovvero Rocky Giraldi, il figlio di Nico. Conosci anche i motivi della scelta di mostrare i disegni di Fabrini per caso, Fabbiu? Nel senso: che c'entrava Fabrini con Chicken Park?
DiscussioneFabbiu • 25/03/08 12:12 Archivista in seconda - 652 interventi
Guarda l'unica cosa che ti sò dire è che sono venuto a conoscienza del fatto grazie al forum di cghv dove Paco Fabrini in persona (molto tempo fa) aveva postato diversi aneddoti sui film in cui ha partecipato.
Ricordo che disse che quando lavorava nel cinema oltre a Corbucci, Milian, Bombolo etc etc aveva fatto la conoscienza anche di altri attori, come appunto di Calà, che gli chiese se gli faceva dei disegni che sarebbero apparsi nei titoli di testa di Chicken Park. Tutto qui.
DiscussioneCangaceiro • 16/02/09 21:04 Call center Davinotti - 739 interventi
Bello l'aneddoto riguardante Pachito(Milian lo chiamava così)Fabrini...a proposito che fine ha fatto?
Tra l'altro ai tempi di Chicken park era ormai diventato un ragazzo alla soglia dei 20 anni...chissà perchè Calà gli abbia proposto la storia dei disegni...
DiscussioneFabbiu • 17/02/09 08:50 Archivista in seconda - 652 interventi
Paco è stata una presenza storica sul forum di cghv, chiunque gli chiedeva aneddoti e lui era sempre pronto a rispondere.
Non frequento più quel forum da molto tempo, e a quanto pare sono in molti ad averlo lasciato, paco poi l'ho trovato su Myspace dove gli ho anche fatto una richiesta di amiciza.
So che è spesso in contatto con Milian, e che è appassionato di spiritualità, meditazioni, cultura indiana insomma tutte quelle cose lì, ma per non andare fuori-post, per quanto riguarda questa storia dei disegni lo contatto per maggiori chiarimenti e vediamo un pò che mi risponde.
DiscussioneCangaceiro • 17/02/09 12:20 Call center Davinotti - 739 interventi
Wow...mi fa molto piacere sapere da te tutte queste cose su Paco.Sei gentilissimo a contattarlo per chiedergli altre curiosità!
DiscussioneFabbiu • 17/02/09 15:43 Archivista in seconda - 652 interventi
Paco mi ha fatto capire che tra Calà e lui c'era di mezzo un filtro, e cioè la mamma di Paco, che collabora, lavora o lavorava in cinema.
Fabbiu ebbe a dire: Paco mi ha fatto capire che tra Calà e lui c'era di mezzo un filtro, e cioè la mamma di Paco, che collabora, lavora o lavorava in cinema.
La mamma di Fabrini è Alessandra Cardini, che è stata attrice (cinematrografica fino al 1986, mentre lo è tuttora in campo teatrale) e costumista (e in queste vesti ha lavorato proprio a Chicken Park)