Da un piccolo genio come Wan mai mi sarei aspettato la sagra del già visto, rivisto e stravisto, andando incontro ad una sonora (e inaspettata) delusione.
Se
Insidious aveva uno script discutibile, veniva completamente stravolto dal potente talento dell'autore di
Dead Silence, che ne faceva sacca fetale per i suoi deliri visivi e incubotici da lasciare senza fiato (e, in alcuni casi, spaventando a morte) mettendo in piedi un teatrino necrofilo e macabro tra i più sorprendenti degli ultimi anni (ma già con il sequel perdeva colpi, pur avendo attimi straordinari, penso alla Dama bianca)
Con
Conjuring (ahimè) il miracolo di
Insidious non le riesce. Da un pessimo script (il film e veramente scritto male) Wan cerca di cavarne qualcosa di buono, ma quel qualcosa di sinistramente diabolico che brillava in
Insidious, quì, non arriva quasi mai.
Tracce del miglior Wan nell'incipit con la bambola Annabelle, nel carillon con pupazzetto, in sequenze (poche) di rara bellezza (il lenzuolo che vola via dallo stenditoio per prendere forma umana e andare a svolazzare sulla finestra), uno dei pianisequenza più mozzafiato mai girati (la famiglia Perron che entra nella nuova casa tra scatoloni e stanze) o spizzichi necrofori degni del nome del suo regista (impiccata all'albero).
Tolto tutto ciò rimane pochissimo, in un coacervo di situazioni "spaventevoli" messe giù di malavoglia e uguali a centomila altre (posso aspettarmi il derivativo da un giovane carneade al suo primo filmetto, ma NON da un tumultuoso talento come quello di Wan, che così bene aveva fatto con
Insidious), vademecum di decibel sparati e porte che scricchiolano, dove anche l'armadio è preso di peso da
Insidious, streghe che fanno cucù appolaiate sull'armadio, moventi malefici ben poco sorprendenti (
La casa di Mary pareva ben più complesso, ed è tutto dire), brutto make up della strega stessa , che si palesa come nel più classico e pacchiano J HORROR, la posseduta Lili Taylor, che assomiglia sempre più al Sonny Montelli di amityvillepossessiana memoria (sulla sedia o a testa in giù, sbattacchiando persone di quà e di là che manco i demoni sumeri della
Casa), soluzioni narrative pessime per non dire ridicole (la sedia scagliata contro la porta, la cameriera con i polsi tagliati
Hai visto cosa mi ha fatto fare, la cicciona e suo figlio in cantina, la ragazzina afferrata per i capelli e trascinata per tutta la stanza, tirando i piedi nel letto
Lascia in pace il mio piede, la megavomitata al sangue nella bocca della Taylor, il bubusettete dietro le porte, il bambino fantasmino ceruleo dietro la finestra-vedere gli agghiaccianti spettri di
Insidious e metterli a confronto please-), per non parlare della brutta scena (risolta in CG) del presagio funesto "fiabesco" che vede la figlia della Farmiga fluttuare nelle acque del laghetto.
Qualche guizzo (le echimosi sul corpo della Taylor, il battimani diurno, i ritratti di famiglia poco graditi, la bimba sonnambula che sbatte la testa ripetutamente conto l'armadio) non basta a risollevare quasi 110' di stereotipi e banalità , di scontatezze prestabilite che regalano ben pochi sussulti
Anche il kamikaze dei pennuti è poca cosa, che mi pareva realizzata meglio nel coevo
Dark Skies (chi copia chi?), dove aveva forza più dirompente e inquietante (e se uno Scott Stewart qualsiasi riesce meglio di un genietto come Wan, due domande comincio a pormele)
La realizzazione tecnica è sopraffina, il sapore vintage degli anni 70 raggiunge quasi la perfezione (anche se un pò stucchevole), ma a funzionare poco è l'angoscia, l'inquetudine, i mancati colpi di genio malefico che facevano brillare
Insidious (ok all'ossessione waniana per bambole e pupazzi ghignanti, ma che rimangono ai margini-Annabelle è sfruttata poco e male, se non nell'incipit, così come le strizzatine autocitative, il pupazzo di Jigsaw dentro ad un cestone zeppo di cianfrusaglie demoniache nella stanza dei cimeli maledetti di Wilson), per prendere una via che odora di fastidioso stantio più che di mortifera necrofilia (penso a Peter Cornwell e al suo
Il Messaggero, per dire)
Non male la coppia di ghostbusters Farmiga/Wilson (inutile il poliziotto), ma a Wan il giocattolo si rompe proprio quando entra in scena la paura, e si sprofonda nello stereotipo più inflazionato senza veri colpi d'ala tipici del suo regista, dove viene a mancare la cattiveria, la ferocia, la crudeltà (non dico visiva, ma nemmeno narrativa o, ancor peggio, psicologica, chessò, penso a
Oculus dove lì sì che l'essenza del male era vero male, e picchiava durissimo fino a farsi dolorosa), per adagiarsi sul classico (fin troppo) senza più nulla da dire, con look fantasmatici di incredibile mediocrità quasi disarmante (dove sono finiti i terrifici ghigni degli spettri di
Insidious?)
Vero che è come si racconta e non cosa, ma quì Wan non sembra raccontarla giusta e
Insidious è lì a dimostrarlo.
Evocando il male (frase finale che porta la coppia giusto giusto alla casa coloniale dalle finestre che piangono), in questo caso, si rischia il tedio e il Wan di
Insidious non abita più quì.
Vi sono mancata?