Quattro differenti identità ciascuna con le proprie peculiarità e con i propri problemi vengono unite in una sorta di affronto alle paure giovanili, supportati poi da una quinta. Il film nel complesso è molto buono perchè in maniera leggera e con molta autoironia affronta tematiche molto serie.
Nel raccontare la fuga di quattro giovani da una casa di cura si tende al quasi banale-demenziale, ma dall'altro lato della medaglia si fa emergere una semplice e utile morale: alcuni disturbi comportamentali dei figli sono spesso causati dal modo in cui vengono trattati dai genitori e il miglior modo per curarli è il favorore il contatto con la vita. Gli attori più noti del cast sostengono il film, soprattutto la Autieri. **!
Da un soggetto scadente il giovane videoclipparo Cecinelli riesce inspiegabilmente a tirar su un film dinamico, godibile, con un ritmo incalzante che fa da antidoto alla noia. Lo sgangherato road movie vive di cose vecchie quanto il cinema ma si lascia guardare per una spensieratezza di fondo innegabile. Si ridacchia senza pensarci troppo su, lontani da pistolotti, da pubblicità progresso sul disagio giovanile e la diversità . Depardieu fa capolino a sorpresa ma senza recitare in italiano. Dei ragazzi il più spontaneo è Propizio, Tognazzi svetta tra i senior.
Film giovanilistico, un po' meno banale della media e con qualche trovata simpatica (soprattutto nella prima parte, la più veloce) ma che non riesce a uscire dalla mediocrità , soprattutto a causa di un cast poco affiatato e di scarso valore. Il migliore tra i giovani protagonisti è Alfieri (quello affetto da Tourette); gli altri niente di che, compreso il pessimo Propizio. Nella seconda parte si fa di tutto per trovare un finale che vada bene a ogni personaggio, ma per fortuna si fa tutto in chiave leggera e non melodrammatica.
L'ho trovato davvero spassoso e originale, anche se l'interpretazione degli attori in erba mi è sembrata un po' forzata. Le situazioni grottesche sono mescolate con una buona dose di autoironia. Nella realtà le cose sono ben diverse, ma il film ha il pregio di non prendersi troppo sul serio e di riuscire a sdrammatizzare ciò che in realtà è un problema serio.
L'idea di partenza è buona e servita con fare piuttosto fresco e trascinante. Specie grazie alla sindrome di Tourette, alla verve dell'infermiera e ai primi approcci nella clinica. Trasformandosi nel tipico on the road perde forza e cede il passo alle scelte ruffiane (troppa musica e troppi amoreggiamenti) e ad alcune sequenze da comica di serie C. I quattro giovani sono senza infamia e senza lode, andrebbero rivisti in parti più strutturate, ma la sensazione a naso è che non rappresentino il futuro del cinema italiano.
Commedia "on the road" che parte da una situazione di disagio psichico, piuttosto inusuale in un cinema italiano in cui prevale spesso lo stereotipo. I protagonisti sono ben carattterizzati ed è un peccato non sia stata "cucita" attorno a loro una storia meno banale di quella di una fuga ad Ibiza con passaggi scontatissimi e adulti di contorno la cui personalità è malamamente abbozzata. Nel complesso discreta la prova dei giovani. Poco personale la regia che tende verso il film televisivo. Occasione sprecata.
Quattro ventenni con problemi mentali fuggono da una casa di cura e vanno in vacanza. Il film non parte male, con idee interessanti (vedi ad esempio il ragazzo con la Tourette), ma va a perdersi con l’inserimento nel gruppo di un personaggio femminile. Pessima la prova di coloro che all’epoca venivano considerati gli attori del domani, così come la sceneggiatura, problema principale del film in quanto ricca di incoerenze. Finale forse arrivato in maniera troppo frettolosa che non permette di comprenderlo a pieno. Non male, ma si poteva fare decisamente di più.
Scialba versione italiana di American pie, ha l'unico pregio di essere meno becera e triviale. Il film è infatti deludente fin dalle prime battute per via di una recitazione insufficiente e di una sceneggiatura che aggiunge inverosimiglianza e incoerenza al tutto. A ciò si aggiungano una regia fin troppo televisiva e musiche spesso fuori contesto. Per fortuna ci si mettono i genitori (che a volte sembrano più svitati dei figli) e Depardieu a ravvivare la pellicola. Misero.
Commedia italiana Rai cinema "on the road". Quattro ragazzi, affetti da diverse patologie, decidono di dirigersi ad Ibiza con la volontà di dimostrare la propria indipendenza ai genitori. Il film risulta, dopo un inizio tutto sommato lento, scorrevole e i momenti di pausa sono pochi. Le musiche, di cui molte create "ad hoc", sono quasi sempre buone e anche le location non deludono. Regia e sceneggiatura potevano essere superiori ma il film resta, nel complesso, godibile e segue un filo logico chiaro. Spiccano, tra i personaggi secondari, Massimo Ghini e Gérard Depardieu.
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