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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/06/13 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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Greymouser 7/06/13 16:56 - 1458 commenti

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Nel fare il salto verso la produzione anglofona, che tanto male incolse a molti suoi colleghi, il grande Park non paga troppo dazio, forte di un talento luminoso e collaudato da tanti capolavori. Certo, un eccessivo pudore narrativo annacqua la schietta visceralità dei suoi lavori orientali, ma la storia è morbosa e inquietante come ci si aspetta, e le soluzioni visive e tecniche sono spesso stupefacenti, al limite della perfezione assoluta. La sceneggiatura confonde troppo le carte, ma i cultori del maestro coreano non resteranno delusi.

Daniela 13/06/13 07:45 - 12660 commenti

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Dopo la tragica morte dell'amatissimo padre, la 17enne India Stoker conosce il fratello minore di lui, di cui finora ignorava l'esistenza... Già Hitch ci aveva insegnato a diffidare degli zii che ricompaiono all'improvviso, soprattutto se si chiamano Charles, poi questo non ha l'onesto volto di Cotten, ma l'aria all'american gothic di Goode. E quanto ad essere inquietanti, non scherzano neppure Kitman, bambola di cera chirurgica, e Mia, biancaneve cacciatrice che non vede l'ora di mordere la mela. Park non assurge alle vette patrie, ma confeziona comunque un film elegante, morbidamente morboso.
MEMORABILE: Al pianoforte a quattro mani; La punta alla matita cancella il sangue e la rende più affilata; Panoramica verticale sui capelli della madre.

Rebis 28/06/13 12:35 - 2337 commenti

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Il cinema di Park Chan-wook è sempre dominato dalla regia: qui, se non rasenta la perfezione, poco ci manca. Sarà anche un esercizio di stile, un omaggio al cinema di Alfred Hitchcock (da L'ombra del dubbio a Psycho), il passaporto per varcare l'oceano, ma è difficile individuare una soluzione visiva che non sia funzionale al racconto all'interno di un tappeto visivo e sonoro dalla fluidità ammaliante, in un montaggio emozionale, dirompente anche quando indugia nell'ovvio, in cui l'eleganza e l'algore formale sottendeno le aberrazioni e le morbosità che nutrono i personaggi. Appagante.
MEMORABILE: Il duetto al pianoforte; spazzolando i capelli della madre...; l'orgasmo sotto la doccia; i fiori rossi che ondeggiano alla luce del sole.

Deepred89 27/06/13 22:47 - 3706 commenti

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Esteticamente eccellente (nonostante qualche sbavatura, come le lettere in sovrimpressione), narrativamente discutibile, con notevoli affondi thriller (il top del film, nonostante un villain con appeal omicida degno di Giorgio Mastrota) annacquati nel solito percorso adolescenzial-formativo-allegorico, in questo caso tutto occhiatine (insopportabile la protagonista) e dialoghi imbarazzanti scanditi con cadenza da soap opera. Non resta quindi che aggrapparsi alle belle immagini e ai pochi frammenti movimentati, anche se resta l'amaro in bocca.
MEMORABILE: Regia e montaggio della sequenza rivelatrice, degni del miglior Park Chan Wook.

Mickes2 1/07/13 00:31 - 1670 commenti

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Non scegliamo quello che saremo; ci viene imposto, impresso, come il colore di un fiore il quale non può scegliere la propria sfumatura, siamo il prodotto di scelte altrui nel quale solo l’età adulta potrà saziare desideri sopiti. L’esordio oltreoceano di Park si rivela una sinfonia luciferina e luttuosa, macabra e inquieta sulla giovinezza e la crescita. Struttura narrativa ed elementi hitchcockiani sublimati da grande tecnica ed estetica, con ottime e suggestive intuizioni visive. Magari risaputo, ma fulgido e con pochi tentennamenti. Buono.
MEMORABILE: La masturbazione sotto la doccia; Gli schizzi di sangue sui fiori; L’incipit/excipit.

Saintjust 30/06/13 03:47 - 159 commenti

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Questo signore da Trio in poi non ha sbagliato un film. Arriva la sua prima opera in lingua inglese e mostra agli americani un prodotto di un'eleganza e perfezione stilistica ammaliante. Dirò una blasfemia, ma credo che oggi, come muove lui la macchina da presa, non esista nessuno. Basti vedere la sequenza in cui lo zio cerca di raggiungere India che però esce dalla casa, mostruosa. Montato in maniera sublime, è sorretto da una sceneggiatura, tutto sommato, discreta. Fotografia ottima, colonna sonora ok. Bene Goode, scialba la Wasikowska.
MEMORABILE: I mutevoli capelli della Kidman; Il disvelamento dell'inghippo (tramite le lettere); La sequenza in cui Goode raggiunge la Kidman nel finale.

Corinne 2/07/13 00:02 - 420 commenti

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Esteticamente impeccabile, curatissimo nei particolari, nelle sequenze (una su tutte, il doppio flashback esplicativo, che miscela sapientemente due piani temporali). Meno incisiva forse è proprio la vicenda in sé, la componente thriller non sempre verosimile, ma poco importa: i pregi sovrastano i difetti e il risultato complessivo è molto buono. Consigliatissimo.

Capannelle 3/07/13 14:44 - 4411 commenti

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Meglio il primo tempo, capace di creare una certa attesa, instillando dubbi e paure e servendo gustosi antipasti quali la scena della matita. Tende a sbracare nel secondo, pur mantendendo l'eleganza di ripresa propria del regista, dove accanto a scene memorabili (l'alternato degli omicidi, la matita) ne piazza alcune discutibili (la doccia, che boiata...) o in sovrannumero (un paio di omicidi gratuiti). Ottimo Goode, un po' cristallizzata dal copione Mia Wasikowska.

Cotola 9/07/13 20:06 - 9043 commenti

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Lavorare in trasferta non ha fatto male al caro Park che, pur non raggiungendo le vette del passato, confeziona un film davvero notevole. In primis per merito di una regia visivamente sempre elegante e deliziosa con alcuni momenti fulminanti (i capelli spazzolati della Kidman e il duetto al pianoforte, tanto per dirne un paio). Il narrato non sarà il massimo della vita, ma specie nella prima parte riesce ad intrigare anche se poi non scioglie le fila con grande originalità. Di sicuro un film di valore, che quanto meno farà felici gli occhi di chi lo guarda.
MEMORABILE: I capelli della Kidman mentre la figlia li spazzola.

Beffardo57 19/07/13 20:45 - 262 commenti

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Perché essere schizzinosi e sofistici? Come thriller funziona eccome e senza bisogno di effettacci ed efferatezze. Avvince e l'interesse dello spettatore si mantiene costante sino allo scioglimento. Tutti gli interpreti sono adeguati e opportunamente ambigui e inquietanti; Nicole Kidman ha il volto più liscio di una bambola di porcellana, ma comunque anche così risulta funzionale al ruolo. Il regista si produce in misurati preziosismi per rimarcare il suo completo dominio dello strumento e del linguaggio cinematografico.

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Crains 24/08/13 22:06 - 15 commenti

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Park impara e mette in pratica la lezione del Maestro e ci mostra due mondi: uno è la realtà scaturita dai ruoli prestabiliti, dai dialoghi, le parole che fuoriescono dalle labbra dei personaggi. L'altro è la posizione della macchina da presa che ci mostra un mondo completamente diverso, la vera storia di Stoker. Immagini oltre le parole. Puro cinema.
MEMORABILE: I fluttuanti passaggi di scena, Mia Wasikowska sulla giostra; La citazione a L'esorcista.

Paulaster 27/08/13 09:59 - 4417 commenti

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Park Chan Wook dimostra di avere buona mano nelle riprese, di avere idee e di scopiazzare giochi di ombre e docce hitchcockiane. Anche la fotografia aiuta come una spina dorsale. Ma si parla tuttavia di un’elaborazione di un lutto e se si vuole metterla sul thriller accade tutto in un rimando continuo. In pratica succede poco o nulla, si vivacchia su simbolismi o voglie pruriginose femminili. Anche i personaggi paiono slegati tra loro, in un gioco delle parti teatrale.

Quietcrash 28/09/13 01:14 - 83 commenti

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Dai titoli di testa e dall'incipit si ha l'impressione di assistere a un film interessante, uno di quelli dai quali non ti puoi distrarre un secondo per non perdere il filo. Invece dopo 10 minuti scende la noia: scene troppo lunghe per rimpolpare un trama scarsa. Notevole i colori e le inquadrature, ma tutto lì. Peccato, poteva essere un bel film anche perché gli ingredienti c'erano tutti.
MEMORABILE: I titoli di testa.

Kinodrop 4/12/13 17:21 - 2948 commenti

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Il merito maggiore di questa esperienza occidentale di Park Chan-wook è dato dall'ambientazione raffinata e dal montaggio elegante al limite dell'estetismo, che talvolta ricorda la saga di Twilight. La trama è artificiosa perciò spesso annoia, nonostante il registro psicho-thriller. Attori piuttosto imbambolati; la stessa Kidman sembra sprecata per una parte che non le rende giustizia. Musica per pianoforte tronfia al limite del kitsch (mi auguro volutamente) ma film tutto sommato da considerare e da vedere.
MEMORABILE: Questo terreno è soffice, facile da scavare.

Pumpkh75 30/01/14 18:24 - 1749 commenti

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Visivamente è eccezionale, con una fotografia magnifica e una regia illuminata come poche e ci delizia in diverse sequenze con tale cura ed estro che gli occhi dello spettatore brillano di piacere cinefilo ed emozionale. Di contro, l’intreccio è buono ma non di pari valore, svela oscuri misteri in un progredire presumibile e scioglie l’attesa provocando meno brividi di quanto sperato. Luci e regia travestono, a tratti, la Wasikowska da Suzy Bannion Suspiriorum, il resto del cast si specchia nel film con un riflesso intenso. Da vedere.

Disorder 4/02/14 15:15 - 1416 commenti

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Ammetto di avere, in generale, uno scarso feeling con il cinema orientale. Questo, per quanto molto "occidentalizzato", non fa eccezione. Personaggi e tematiche sarebbero anche interessanti (deviazione mentale e psicanalisi di chiara scuola hitchcockiana), ma la messa in scena è terribilmente lenta e pretenziosa, tanto curata quanto (ai miei occhi) sterile. Per fortuna dalla metà in poi c'è un pizzico di azione a scuotere dal torpore, dopo tanta noia. Mia Wasikowska si conferma comunque come una delle più interessanti attrici del momento.

Giùan 19/02/14 09:33 - 4559 commenti

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All’esordio americano, Park conserva gran parte della sua indipendenza visionaria e autonomia stilistica con un film dall’incipit “detonatorio”, il cui gran pregio (che si rivelerà pure il suo esiziale difetto) è sconcertare lo spettatore, indicandogli sentieri narrativi tanto ramificati da render complicato poi però per lo stesso Autore trarne partito. Ne risulta un “apparecchiamento” luculliano sfociante in una effimera ma perturbante consumazione. La Waisikowska è la reincarnazione “upper” di Carrie, Goode inadeguato, col giusto sguardo la Kidman.
MEMORABILE: L’orgasmo di India al momento della rottura del collo del suo compagno di scuola.

Monzaparco 22/05/14 10:03 - 41 commenti

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Rimango perplesso nel constatare la progressiva spettacolarizzazione del genere "thriller" a scapito di una logicità anche minima della trama. Diverso è il giudizio se lo si considera come un metagenere tra il soft-horror e il soft-splatter con un pizzico di psicodramma. Ottime la regia e la fotografia, mediocre la sceneggiatura, troppo superficiale. Rimango comunque di base deluso quando per creare artificiosamente pathos ed emozioni nello spettatore si utilizzano drammi in cui sono coinvolti bambini (con scene evitabili).

Jdelarge 27/06/14 13:03 - 1000 commenti

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Registicamente di altissimo livello, questo bel film mette in mostra le grandi capacità di Park Chan-Wook dietro la macchina da presa. Ogni inquadratura prefigura la morbosità che si cela dietro la vicenda. In alcuni frangenti si sfocia un po' nell'ovvio perché alcune "idee-metafore" sono di derivazione eccessivamente hitchcockiana e per questo motivo l'elemento "suspense" viene meno. La storia, però, è davvero interessante e la regia la accompagna nel miglior modo possibile verso un epilogo inevitabile.

Delpiero89 25/09/14 18:24 - 263 commenti

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Thriller piuttosto interessante ma con notevoli cadute, primo film in lingua inglese del regista coreano Park-Chan wook. Bisogna ammettere che la presenza di un personaggio che ricorda Joseph Cotten dell'Ombra del dubbio ma che potrebbe anche essere il cugino di Norman Bates è un buon motivo per cui si possa prenderne visione. Buona anche l'atmosfera generale e soprattutto lodevole lo stile del regista, che ci dona immagini di rara bellezza. Detto questo, molte sono le cadute, soprattutto sottoforma di eccessi davvero gratuiti che abbassano il livello di un film altrimenti più che buono.

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Saintgifts 17/10/16 10:34 - 4098 commenti

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E venne il giorno in cui India smise le bicolore scarpe maschili e indossò alti tacchi a spillo. Park Chan-Wook è un regista modello, nel senso che sa mettere in pratica le lezioni che vengono dal miglior archivio del cinema, sfrutta bene le nuove tecnologie e mi sembra anche in grado di metterci qualcosa di suo. La parte visiva di quest'arte (il cinema) nel film è quindi esaltata e non è poco; però ci sarebbe bisogno di altro che non un mero esercizio di stile; il tutto deve scorrere e creare aspettative, che poi devono essere mantenute.

Didda23 23/02/17 10:55 - 2426 commenti

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L'ammirevole capacità registica del coreano (con intere costruzioni della messa in scena che lasciano senza fiato) rende più che interessante uno psico-thriller con venature "incestuose" che poggia su una sceneggiatura ondivaga, abile nel creare interesse nello spettatore e poco ficcante nei dialoghi. Un'opera sull'accettazione del sé, con rimandi al rapporto fra Dexter e il padre (la Wasikowska che si sfoga nella caccia). La seconda parte - finale annesso - si fa nettamente preferire alla prima. Attori così così. Decisamente un buon film.
MEMORABILE: La matita conficcata nella mano; La storia dei tre fratelli; Jacki Weaver nella cabina telefonica.

Buiomega71 13/01/18 01:24 - 2910 commenti

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Script dallo spessore di carta velina, ma regia che lascia senza fiato. Chan-Wook gira come pochi al mondo, tra stanze rosse baviane e ragni che solcano gambe femminili; si va dal feticismo delle scarpe (che siano da golf o décolleté) alle lettere spianate sulla scalinata, dal finale splatter con lo sceriffo alla Kidman strangolata alla Impero dei sensi; dal proiettile che infrange la finestra al sangue che macchia le pareti fino alla chiusa che omaggia il Thriller di Vibenius. Femmineo e avvolgente, stilisticamente orientale nell'anima a pochi metri dalla perfezione.
MEMORABILE: La vescica del piede e il pus; L'attesa della cacciagione tra i cespugli; La seduzione al pianoforte; Fratellino sepolto vivo in giardino; Il ragno.

Fedeerra 13/01/18 05:09 - 770 commenti

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Una sceneggiatura prevedibile fortunatamente abbracciata dalla geometrica regia di Park Chan-Wook e dall'ammaliante fotografia di Chung Chung-hoon. Un sottile lavoro, cucito a mano, che è intriso di feticismi glamour, ossessioni su forme, tessuti e materiali. Un film esteta, innanziutto, ma che riesce a intrufolarsi nello spirito di una borghesia malconcia e a regalarci un finale crudele, con bianchi fiori macchiati di sangue e due volti splendidi (quelli di Nicole Kidman e Mia Wasikowska) i cui sguardi apatici possiedono mille altri sguardi.

Bubobubo 12/08/18 14:12 - 1847 commenti

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Park travalica l'oceano e si gioca la carta del dramma gotico con tanto di (interessante) cast internazionale. I risultati non sono malvagi e come al solito immaginifica l'estetica che ne permea la regia (dai colori, al montaggio, al sonoro, quasi tutto è dove deve stare). Il problema, questa volta, sta in una storia un po' consunta e prevedibile, che già attorno ai 60 minuti ha di fatto esaurito l'elemento novità. Si arriva alla fine senza più sussulti: un peccato. The handmaiden è su tutto un altro livello.
MEMORABILE: La spazzola sui capelli di Nicole Kidman: apertura e chiusura simmetriche.

Rufus68 19/06/19 22:56 - 3842 commenti

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Cosa significa tale film? Anche dopo una frequentazione decennale di Bergman, Tarkovsky e Antonioni non ci si capisce molto. Solo che l'immagine leccatissima, la regia inappuntabile e bravi attori non fanno un film. Gli ammicchi cinefili, poi, sono spesso indizio di infantilismo e non un valore aggiunto. Esercizio vacuo, atmosfera maledetta da boutique, colpetti di scena pretestuosi (la masturbazione, il finale). Un supponente disastro. Aria fritta ben girata.

Galbo 28/11/19 10:19 - 12392 commenti

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In un’escursione fuori dai confini patri, il regista coreano Park Chan-wook realizza un thriller psicologico che ha alla base un triangolo morboso tra i personaggi principali, in un escalation che culmina con un finale di grande impatto visivo e narrativo. Nel complesso migliore nella prima parte, Stoker rimane impresso per la regia molto elegante e per una raggelante caratterizzazione dei protagonisti. Particolarmente felice la scelta degli attori, con particolare riferimento alla Wasilowska e a Goode.

Il ferrini 3/03/20 23:52 - 2357 commenti

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Chan-Wook gioca fuori casa ma va a segno comunque e confeziona un thriller di grande fascino estetico (si supererà con Mademoiselle) senza rinunciare però a una buona dose di sangue. Quello di India (la Wasikowska) è un ritratto meno onirico di Lady Vendetta ma altrettanto suggestivo, soprattutto per il rapporto con lo zio, che può rammentare L'ombra del dubbio. Matthew Goode ha la faccia da schiaffi perfetta (e ce l'aveva anche in Match point), la Kidman invece è un po' più in ombra ma si ritaglia un gran finale. Da non mancare.
MEMORABILE: Il freezer; La scoperta delle lettere; Sotto la doccia.

Xamini 1/11/20 13:04 - 1252 commenti

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Park Chan-Wook è un genio e non lo scopriamo ora. Nell'inscenare la genesi d'un serial killer non lascia nulla al caso e, pur rimanendo aderente ai suoi modi (e al potere evocativo del cenno piuttosto che della scena didascalica), cesella un'opera minuziosa sin nel più piccolo dettaglio, tanto che meriterebbe una seconda visione solo per cogliere il più piccolo particolare (non casuale). Il suo è un cinema delizioso, raffinato, eppure capace di elementi tecnici che lo consegnano di diritto all'olimpo dei grandi, siano movimenti di camera, intuizioni di montaggio o piccoli vezzi.
MEMORABILE: I fiori che si tingono; L'inquadratura sui capelli; Le scarpe a letto; Le lettere sulle scale; Il montaggio parallelo con zio, gelato, aquila.

Ira72 26/08/21 08:31 - 1313 commenti

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Un film raffinato che soddisfa chi ripone determinate aspettative nel genere thriller. Tutto fila alla perfezione: dalla sceneggiatura alle interpretazioni dei protagonisti, dalle ambientazioni alla fotografia, dalla colonna sonora agli inaspettati colpi di scena. Inquietante, morboso, suggestivo, asciutto ma ricercato (senza essere comunque sovraccarico di inutili e tediosi orpelli). Kidman, quasi eterea, perfetta nell'algida svampita alterata dal vino, Goode e Wasikowska strabordanti di talento interpretativo e di espressività incisive. Bene, bravi, bis!

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Enzus79 7/01/22 22:28 - 2895 commenti

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Sorta di thriller hitchcockiano diretto da uno maestri del genere: Park Chan wook, al suo primo film fuori Corea. Spiazza non solo per il suo impatto visivo, ma anche per come è strutturata la storia che rasenta il visionario, pur avendo un finale abbastanza scontato. Eccellente la fotografia. La Wasikowska, qui molto dark, risulta molto empatica, con un sguardo al di fuori dell'ordinario.

Anthonyvm 2/10/22 01:38 - 5686 commenti

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Stuzzichevole psycho-horror femmineo mascherato da thriller hitchcockiano, quasi una riconfigurazione onirica de L'ombra del dubbio, che muta lo stereotipo del "nemico in casa" in riflesso e strumento del processo di morbosa emancipazione-maturazione della protagonista. Nonostante il plot non preveda twist determinanti o svolte inconsuete, sono il clima torbido e oppressivo, l'erotismo fosco, gli assalti tensivi che serpeggiano fra l'angoscia impalpabile e la crudezza perturbante a ingioiellare l'opera. Park, col suo stile magnetico e strabiliante, sa sempre come sedurre il pubblico.
MEMORABILE: Il duetto-amplesso al pianoforte; Difendendosi dai bulli con una matita; Giocando poco innocentemente con la sabbia; Cosa accadde al padre di India.

Teddy 10/10/23 06:59 - 825 commenti

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(In) evitabile trasferta hollywoodiana per Park Chan-wook, che sfodera noia e vocazioni visionarie dall’afrore livido ma non di rado misterioso. Peccato però che nel suo estatico, educatissimo parossismo non si annidi nessuna muscolatura malvagia: tutto è algebrico, ben arredato, narrativamente autistico. Cinema che gratifica gli occhi, ma nulla di più. Cast tetragono.
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  • Discussione Greymouser • 8/06/13 13:24
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    ... ah il solito problema della grafia imdb dei nomi orientali: scritto così, con il Park finale, il regista non linka verso le schede di suoi capolavori.
    Il commento di Greymouser mi ha, per così dire, fatto tirare un sospiro di sollievo. Naturalmente prima o poi avrei visto il film - come si fa a perdere un'opera di uno dei miei registi preferiti? - ma il timore di una delusione da trasferta hollywoodiana mi avrebbe fatto tergiversare non poco...


    Ad essere onesti, una certa quota di delusione l'ho anche provata, nel senso che la trasmigrazione dai suoi soliti contesti rende il cinema di Park più tecnicamente prezioso, ma anche più "povero" di inventiva e imprevedibilità. Si dovrà aspettare, secondo me, il prossimo lavoro dopo questo "di adattamento" per dare un giudizio ragionato sul Park occidentalizzato (se continuerà in questo cammino).
    In ogni caso, il film merita, e se non fosse stato del nostro regista di culto, la valutazione sarebbe stata anche più alta. Ma noi siamo esigenti verso il maestro... :)
  • Discussione Daniela • 8/06/13 14:16
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    Colpa sua, ci ha viziato...
  • Discussione Capannelle • 29/06/13 23:46
    Scrivano - 3509 interventi
    Elegante con alcune notevoli sequenze peccato che diverse efferatezze della seconda parte siano aggiunte giusto per far botteghino e far passar in secondo piano una sceneggiatura spinta all'inverosimile (che dire della doccia?).
    Bello inquietante Goode.
    Ultima modifica: 3/07/13 14:49 da Capannelle
  • Discussione Rebis • 1/07/13 12:24
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Io probabilmente l'ho un po' sopravvalutato, ma capitano delle volte in cui hai proprio voglia di quella cosa lì e allora esci dalla sala che sei totalmente pago, come dopo una cena luculliana :)
  • Discussione Capannelle • 3/07/13 14:49
    Scrivano - 3509 interventi
    Su quello hai ragione Rebis, in tempo estivo un film così è tanta roba.
  • Discussione Rebis • 3/07/13 18:01
    Compilatore d’emergenza - 4419 interventi
    Esatto Capa, intendevo proprio questo.
  • Homevideo Buiomega71 • 19/08/13 10:09
    Consigliere - 25998 interventi
    In dvd (e BR) per Fox Video, disponibile dal 17/10/2013

    http://www.amazon.it/Stoker-Matthew-Goode/dp/B00E9VIKYO/ref=sr_1_205?s=dvd&ie=UTF8&qid=1376899694&sr=1-205
    Ultima modifica: 19/08/13 10:09 da Buiomega71
  • Discussione Buiomega71 • 13/01/18 09:59
    Consigliere - 25998 interventi
    Quando rimani a bocca aperta per la raffinatezza delle immagini che ti entrano dentro, allora scopri che quello che viene raccontato passa in secondo piano

    Park Chan-Wook gira come pochi al mondo, la sua poetica avvolge e ammalia in un coacervo di estetica (e estatica) bellezza da lasciare senza fiato

    Anche gli omaggi hitchcokiani (chessò gli strangolamenti di Frenzy, le doccie e il finale con lo sceriffo e gli occhiali da sole di Psycho) passano in secondo piano, così come la chiusa finale (India che prende la mira nel mirino del fucile) chiaro riferimento al Thriller di Vibenius o a certo J-HORROR (India che sembra fluttuare come un fantasma, nel parco giochi di notte insieme al ragazzo aguzzino/vittima, sul girello o quando rincasa nel bagno sporca e fangosa, prima dell'orgasmo masturbatorio/necroforo in doccia)

    Chan-Wook porta il suo cinema in occidente (se non fosse per gli attori, sarebbe in tutto e per tutto un film coreano, orientale nell'animo, fino al midollo) e ogni inquadratura, ogni minimo dettaglio, trasudano della poetica e dello stile raffinato e estetico del regista di Lady Vendetta

    Un ragno che solca le gambe per infilarsi in mezzo, un uovo sodo fatto scricchiolare sul tavolo, l'attesa della cacciagione in mezzo ai cespugli di un bosco, le lampade che oscillano nella cantina , le lettere sparse per la scalinata, una vescica al piede fatta "esplodere", il rosso vivo degli interni, India contorniata dalle scatole delle scarpe (scarpe da golf che ne segnano la crescita, fino alla bellissima sequenza delle décolleté per il suo diciottesimo compleanno, Chan-Wook feticista del piede femminile, delle scarpe da donna, in una scena di grande seduzione sessuale, al pari del duetto "orgasmatico" con lo zio al pianoforte), India che rimane fredda e impassibile (anche vezzeggiata dai bulli a scuola), l'ombrello giallo appeso al cancello mentre piove, lo scarafaggio, il rogo che la Kidman appicca con gli oggetti del marito, lo straordinario montaggio alternato: la Kidman che si reca in camera del cognato per festeggiare, India in cantina a strafogarsi di gelato, zia in lercioso Hotel e in cabina telefonica (stessa cabina telefonica fuori dal motel, stesso modus operandi delittuoso di Psycho III), nipote che le riconsegna il cellulare smarrito, delitto perfetto. E a veliare su tutto il documentario su un aquila che pasteggia i visceri.

    Incredibile, poi, come Chan-Wook mostri una feroce violenza ma standosene sempre a distanza, non sbattendotela mai in faccia in modo diretto: un collo che si spezza come un fusciello (in quello che ha tutta l'aria di un sordido rapporto necrofilo a tre), una fucilata che arriva sorda, con il proiettile che infrange il vetro di una finestra e il sangue denso che imbratta la parete rossa ( e si confonde col purpureo manto della vernice), la Kidman strangolata con la cintola in un perverso rimando all'Impero dei sensi, le mortali sassate all'interno del suv, l'agghiacciante flashback d'infanzia e il fratellino sepolto vivo in giardino, lo straordinario piano sequenza del pavimento strisciato di sangue, il bellissimo e fulminante finale con lo sceriffo, in una strada assolata e deserta, con una matita piantata nella giugulare a distanza, il campo di grano, lo sceriffo rantolante e il suo sangue che imbratta poeticamente i fiori, soavità della morte, raffinatezza nell'uccidere, elegiaco trattato dell'omicidio da lasciare estasiati, con chiusa vibenusiana e il bellissimo pezzo musicale (quando il pulp tamarro/tarantiniano diventa puro pulp raffinato e idilliaco)

    I fratelli Scott producono (che di estetismi prodigiosi se ne intendono), Clint Mansell firma uno score che entra sottopelle e Chung Chung-hoon incanta con le immagini, filtro diretto delle ossessioni fascinose di Chan-Wook.

    Anche il twist sullo zio non e poi così scontato (anche se lo script non brilla per chissà quale colpo di genio) e il racconto della verità strabilia per come Chan-Wook lo mette in immagini, trasformando una sceneggiatura scricchiolante in un fiammeggiante tableaux vivant.

    Pulsioni incestuose, disfunzioni familiari, la borghesia bunueliana che si tramuta in covo di mostri, fantasie morbose e il piacere della morte come raggiungimento della maturità sessuale, in una fiaba nerissima come la pece e densa come il sangue (che và dal Teorema pasoliniano alle luciferine fascinazioni vampiriche del romanzo di Stoker-appunto-)

    A questo proposito (altro colpo di genio, altro momento di gran cinema) le lettere appassionate che legge India scritte dallo zio, nello studio del padre, e la glaciale rivelazione sulle scale.

    Subdolamente femmineo, impregnato di umori e odori femminili tanto da sentirne l'odore acre , umido e carnale, sanguigno e feroce, spietato e morboso, il tutto intinto nell'armonioso e aggrazziato stile del regista coreano che ne trae un opera a pochi metri dal capolavoro

    Menzione speciale per una Kidman in gran spolvero tennesseewilliamsiano

    Io spero di essere lì quando la vita ti farà a pezzi
    Ultima modifica: 13/01/18 15:50 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 13/01/18 10:06
    Consigliere - 25998 interventi
    Ottimo il dvd targato Fox Video:

    Formato: 2.40:1

    Audio: italiano 5.1, inglese 5.1

    Sottotitoli: italiano, inglese

    Dvd 9, singola faccia doppio strato

    Come extra: Scene tagliate, backstage e trailer cinematografico

    Durata effettiva: 1h, 34m e 51s
  • Curiosità Buiomega71 • 13/01/18 10:12
    Consigliere - 25998 interventi
    Primo film in lingua inglese per il regista coreano di Old boy, Stoker allude metaforicamente al male evocando nel titolo l'autore di Dracula. Lo sceneggiatore, al suo primo script, è un attore noto soprattutto per il suo ruolo nella serie tv Prison Break e ha lavorato al copione per otto anni, aggiornandolo e perfezionandolo. A influenzare il regista sono stati David Lynch, David Cronenberg, Stanley Kubrick e Brian De Palma, ma anche Poe e M.R. James. Il direttore della fotografia Chung-hoon Chung è alla sua sesta collaborazione con il regista. Produce la Scott Free dei fratelli Ridley e Tony Scott (ultimo lavoro di Tony prima della tragica morte).

    Fonte: Scheda di CIAK del film