Sei gradi di separazione - Film (1993)

Sei gradi di separazione
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Six degrees of separation
Anno: 1993
Genere: commedia (colore)
Note: Aka "6 gradi di separazione".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

I sei gradi del titolo rappresentano il numero di persone che separano un uomo da chiunque altro: con soli sei passaggi di conoscenza tutti possono teoricamente arrivare al Papa come al Presidente degli Stati Uniti. Quello che Will Smith fa nel film ne è la dimostrazione: entra nelle case di sconosciuti spacciandosi per un amico dei loro figli. Come? Semplice: preventivamente informatosi grazie ad amici degli amici, spara nomi e cognomi con spontaneità imbarazzante facendo cadere nel tranello i genitori ammirati dalla sua scioltezza intellettuale, aggiungendo con nonchalance di essere il figlio di Sidney Poitier. Ouisa (Stockard Channing) e Flan (Donald Sutherland), ricchi galleristi in...Leggi tutto procinto di concludere un grosso affare, raccontano l'esperienza come fosse un aneddoto divertente, ricostruendo con flashback successivi la notte in cui ospitarono il furbone credendolo un amico dei figli. Si accorgeranno che sempre lui, il sedicente Paul Poitier, aveva visitato con l'identico trucco anche le case di altri loro conoscenti. Senza rubare nulla ma seminando, a scoperta avvenuta, il panico. Una sceneggiatura molto precisa, una regia diligente e un protagonista (Smith) che è un vero fiume in piena, capace di travolgere con le parole chiunque senza sollevare nelle sue vittime il minimo sospetto. Il film in realtà funziona quando racconta la prima "intrusione" (in casa di Flan e consorte), poi diventa uno sterile gioco di flashback con frustrate ambizioni psicologiche: il vero carattere dello strano ragazzo non è definito con chiarezza, le riflessioni della Channing non incidono e la seconda parte si spegne ingloriosamente.

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Il Gobbo 15/09/07 22:50 - 3015 commenti

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Curioso e inizialmente intrigante, grazie all'indubbia bravura di Smith (gli attoroni anziani invece appaiono professionali ma svogliati), questo finisce però con l'accartocciarsi su se stesso, come sovente capita ai film "di sceneggiatura", nei quali l'eccesso di rifinitura dei dialoghi finisce per far perdere di vista che non è un radiodramma. Forse troppe ambizioni. Rimane comunque un oggetto singolare, ed è certamente guardabile.

Galbo 16/09/07 20:01 - 12392 commenti

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Ottima commedia, Sei gradi di separazione parte dall'assunto dei possibili collegamenti tra persone diverse ed è tutto giocato su dialoghi brillanti e ben scritti e su una diligente regia di impronta teatrale. Gli attori sono molto bravi, sia Smith che i veterani S. Channing e D. Sutherland. Il limite del film è forse nell'essere eccessivamente sbilanciato sui dialoghi; è poco film insomma e più rappresentazione teatrale. Rimane un esempio di intrattenimento di gusto.

Stefania 10/02/10 23:46 - 1599 commenti

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Sceneggiatura logorroica ma divertente, satira abbastanza pungente di una buona società intellettuale le cui contraddizioni emergono grazie all'intrusione di un outsider. Il che porta le "vittime" a riflessioni, analisi e recriminazioni, ma forse non ad un reale cambiamento. Non hanno l'energia e la fantasia del loro ospite! Insolito impostore-affabulatore, Will Smith qui è un attore di grande presenza ed eleganza. Interessante.

Pigro 29/08/10 08:39 - 9666 commenti

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Ottima struttura della sceneggiatura basata su un'oscillazione temporale tra azione e racconto in flashback: un lieve sbandamento delle coordinate narrative che corrisponde all'imbarazzante svelamento di apparenze e ipocrisie in una facoltosa coppia newyorkese spiazzata dall'epifania di un fascinoso truffatore gay che sembra cercare più affetto e joie de vivre che non ricchezza. Ma i dialoghi teatrali sono talvolta pretenziosi, la regia tende superficialmente al brillante e gli attori (tranne Will Smith) sono piuttosto piatti.

Saintgifts 24/12/10 01:42 - 4098 commenti

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Mi è sembrato un po' forzato attribuire alla teoria dei sei gradi di separazione, attraverso i quali qualsiasi individuo può arrivare a chiunque altro, i contatti tra persone e ceti diversi raccontati in questo film. Qui semplicemente un giovane gay si introduce nella vita di altri attraverso informazioni avute e alla sua disinvoltura nel servirsene. Al di là di questo il film incuriosisce nella prima parte, dove Paul dà sfoggio di una conoscenza apparentemente profonda dell'arte e della vita riuscendo ad ingannare marpioni dell'alta borghesia.
MEMORABILE: Divertente la reazione dei figli al college, di fronte alla sciocca ingenuità dei ricchi genitori.

Nancy 21/01/13 02:27 - 774 commenti

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Schepisi dirige un film basandosi su una sceneggiatura che poteva essere ispirata ma che risulta poco incalzante e non soddisfa appieno lo spettatore nella ricerca delle motivazioni che stanno alla base del film, che rimangono fondamentalmente inappagate. Ottimo tuttavia Will Smith, anche se non si comprende fino in fondo il suo personaggio. Bellissima tutta la prima parte della cena a casa di Sutherland. Per certi versi ricorda certo cinema di Bogdanovich con forti influenze alleniane nei discorsi "seri" dei newyorkesi. Non male comunque.

Daniela 22/10/14 12:43 - 12660 commenti

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Una coppia di ricchi intellettuali newyorkesi offre ospitalità ad un giovane brillante e dai modi affabili, che si è presentato loro come un compagno di college dei loro figli... Opera sull'identità e sulle apparenze sceneggiata dallo stesso autore della commedia da cui è tratta: teatro filmato, certo, ma di gran classe, con dialoghi tennistici ed interpreti tutti all'altezza, a partire da Smith la cui parlantina sciolta è qui pienamente funzionale (non sempre accade) al disegno di un personaggio che seduce ed inganna chi in fondo non chiede altro che d'essere sedotto ed ingannato.
MEMORABILE: La cena, con sfoggio di conoscenze culinarie

Paulaster 17/06/19 11:47 - 4417 commenti

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Giovane di colore fingerà di essere figlio di Poitier. Trama divisa in due (l'imbroglio e le ripercussioni) che riguarda il desiderio di farsi accettare. Buon ritmo nei discorsi ubriacanti di Smith che ammaliano e per i quali ci si domanda quale sia la verità. Nel prosieguo il suo personaggio implode come le varie vicende di contorno e anche il finale non ha una grande morale (si parla solo di soldi, ma siamo pur sempre a Manhattan). Discreti ragionamenti su Salinger.
MEMORABILE: Il ballo della coppia di ragazzi; La Cappella Sistina da vicino; La camicia rosa.

Rambo90 4/09/19 17:32 - 7697 commenti

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Una buona commedia, che tradisce subito l'origine teatrale tra dialoghi serrati e location per lo più fisse. Il gioco di finzione di Will Smith cattura da subito, anche se rimane più di un dubbio alla fine sul perché dei suoi comportamenti, ma soddisfa nel modo in cui cambia (nel bene e nel male) le vite dei personaggi che incontra. Ben amalgamato il cast, con una Channing che si trasforma credibilmente col passare dei minuti. Finale amaro, non del tutto in linea con il resto della storia ma riuscito.

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  • Curiosità Daniela • 22/10/14 13:11
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    Tratto dalla commedia dallo stesso titolo di John Guare, autore anche dell sceneggiatura del film. Il personaggio interpretato da Smith si ispira a David Hampton, "artista della truffa" che, facendosi passare per il figlio di Sidney Poitier, negli anni Ottanta spillò ingenti somme di denaro a facoltose famiglie newyorkesi.

    Notizie di Hampton si trovano qui: http://en.wikipedia.org/wiki/David_Hampton