Ed ecco tornare il Woody Allen che non ti aspetti. Dopo le prove ambiziose ma non del tutto riuscite di OMBRE E NEBBIA e MARITI E MOGLI, carenti soprattutto dal punto di vista del divertimento puro, questo MANHATTAN MURDER MYSTERY riporta il grande umorista ebraico newyorkese ai fasti dei primi film (e la presenza dell'ex moglie Diane Keaton non è casuale), capisaldi della comicità come IL DITTATORE DELLO STATO LIBERO DI BANANAS o AMORE E GUERRA...Leggi tutto. Certo, anche qui i difficili rapporti tra coniugi rivestono una parte importante (e sono l'origine di alcuni tra i migliori scambi di battute del film), ma non sono più centrali rispetto alla storia. MANHATTAN MURDER MYSTERY infatti è una reinvenzione del giallo classico in stile di commedia alleniana, un complicato caso di (presunto?) omicidio vissuto attraverso gli occhi di detective improvvisati desiderosi di movimentare la vita di coppia (la Keaton) o di sedare l'impeto azzardato e pericoloso della moglie (Allen). Alan Alda e Anjelica Huston completano un formidabile quartetto d’attori che dà luogo a dialoghi a volte esilaranti, ma chi sale prepotentemente sugli scudi è Allen stesso, fucina di gag a getto continuo (alcune pungenti e spiritose come non mai): il suo affiatamento con la Keaton è totale e almeno quattro o cinque sequenze restano da antologia. E’ il riscatto di un regista spesso prigioniero del suo desiderio di non apparire mai frivolo o “leggero”, la dimostrazione di quanto un genio dell'umorismo come lui riesca ancora a divertire come un tempo senza dover rinunciare a un’eleganza formale e a un rifiuto della volgarità che sono pregi sempre più rari, per un film comico.
Ovvìa, alla buon'ora, smaltito - in parte - il subbuglio coniugale, Woody torna a fare quello che sa fare, e lo fa benissimo: una commedia-gialla arguta, raffinata nelle strizzatine d'occhio cinefile, di gran ritmo e con battute (Wagner... ) e gag (i registratori... ) formidabili, e che peraltro non si sottrae a qualche "puntualizzazione" sul tema matrimoniale, però con grazia e levità. Non sarà un caso, ovviamente, che tanta ispirazione vada di pari passo col richiamo alle armi della fida Keaton, vero alter-ego femminile del nostro. Eccellente
MEMORABILE: "Preferisco l'atrofia" (risposta al vicino salutista applaudita fragorosamente dal Gobbo in sala fra lo sbigottimento degli astanti)
Dopo una serie di film impegnati e profondi (tra i migliori della sua filmografia, vedi Crimini e misfatti) Allen torna con questa deliziosa commedia giallo-rosa nella quale fa coppia con una delle sue attrici-muse, Diane Keaton. La sceneggiatura è un buon esempio di scrittura per ritmo e felicità di gag (mitica la scena del registratore), il film (che si avvale dell'ottima fotografia di Di Palma) ha l'amata New York, ripresa al solito anche in contesti insoliti, come magnifico sfondo. Divertimento intelligente.
Commedia che Woody Allen dirige con brio ma in modo più equilibrato rispetto ad altre sue pellicole. Dopo una prima parte sostanzialmente descrittiva e i (troppo) serrati confronti verbali tra Allen e la Keaton sull'infarto/omicidio, la storia prende corpo con le (dis)avventure dei due improvvisati detective che vanno in parallelo alle loro "crisette" sentimentali. La trappola finale, dal provino ai registratori, dalla telefonata allo scambio, è la parte più divertente. Bravi la Houston e Alda a completare il quartetto.
Commedia tinta di giallo che parte un po' lenta, quasi noiosetta, ma cresce bene fino all'ottimo finale svelando un intrigo molto ben congegnato. I due protagonisti (Allen e Keaton) e i due ottimi comprimari (Alda e soprattutto la Houston) garantiscono un livello sopraffino e brillante alla pellicola, anche se non siamo sui livelli di Crimini e misfatti. Ovviamente consigliato.
MEMORABILE: Allen: "Quando vado all'Opera a vedere Wagner proprio non ce la faccio: dopo 10 minuti mi viene voglia di invadere la Polonia".
Capolavoro del genere giallo rosa diretto da un Allen in forma smagliante. Gag e battute a raffica (da ricordare almeno quella in cui si rivolge alla Keaton "Tu non hai niente che non si possa curare con due prozac e una mazza da polo!"; oppure "Io non posso ascoltare troppo Wagner, lo sai: già sento l'impulso ad occupare la Polonia!"). Allen e la Keaton sono ottimamente affiatati e perfetti anche Alda e la Huston. Bella la colonna sonora, come sempre in Allen.
MEMORABILE: Intrappolati in ascensore; faccia a faccia con l'assassino.
Gradevole giallorosa, coi primi 20' ottimi ed un primo tempo decisamente buono. Un po' meno brillante la seconda parte, con uno snodo assolutamente illogico (la Keaton, dopo la telefonata "a brandelli", se ne va da sola a casa!!!). Recitato benissimo da tutti, con un brillante Alan Alda e la Huston che si conferma una bella brutta donna. Si vedono brani da La fiamma del peccato (Wilder) e da La signora di Shangai (Welles).
MEMORABILE: "Preferisco l'atrofia" e "Quando vado all'Opera a vedere Wagner proprio non ce la faccio: dopo 10 minuti mi viene voglia di invadere la Polonia".
Gradevole commedia che riporta Allen su terreni più "leggeri" rispetto alle opere immediatamente precedenti. Sicuramente il regista è maturato molto dai tempi degli esordi, anche se personalmente preferisco ancora opere come Il dittatore dello stato libero di Bananas o Prendi i soldi e scappa, più ingenue ma anche più sanamente divertenti; anche in questo caso le battute efficaci non mancano ma lo svolgimento è leggermente più noioso. Rimane comunque un film da vedere perché merita, ma il mio giudizio personale non va oltre le 3 palline.
Questa pellicola è Woody, poi a distanza si piazza la Keaton (brava, ma davanti a un simile Allen, caricato a mille, non può più di tanto). A seguire, ma proprio in fondo alla pista arrancano, Alan Alda (quando ci sono solo lui e la Keaton, la pellicola inizia a risentirne) e la monocorde Huston, sempre uguale in qualsiasi ruolo. La sceneggiatura è un po' buttata lì, compresa la spiegazione, ma proprio grazie a Woody ci si diverte non poco (ne spara parecchie; bisogna fare molta attenzione quando apre bocca). Merita la visione, anche solo per lui.
MEMORABILE: La moglie: "Ero in cucina e in un mobiletto ho trovato l'urna con le ceneri". E Woody: "Ceneri? Di morto? Ti sei lavata le mani?".
La vicina muore e allora lei, convinta che si tratti di uxoricidio, indaga. Una commedia che si intreccia col noir, incastonando parecchi momenti frizzanti che accompagnano le strampalate indagini casarecce e, ovviamente, una bella crisi famigliare che rischia di scoppiare. Situazioni divertenti (in alcuni momenti decisamente esilaranti), dialoghi piacevoli (a volte stellari in perfetto stile Allen), per non parlare di un gustoso tripudio citazionista che culmina nella scena finale con La signora di Shanghai. Notevole.
Divertente mix tra giallo e commedia ambientato a New York. Woody Allen e Diane Keaton conoscono i nuovi cordiali vicini, una coppia di signori di una certa età, ma il giorno dopo lei muore. La Keaton è convinta si tratti di un omicidio, Allen che si tratti di una sua paranoia. Il film snoda la trama in un susseguirsi di vicende grottesche e colpi di scena con i due che si improvvisano detective, lei motivatissima, lui assolutamente riluttante. Battute divertenti a raffica.
Spassosissimo Allen-movie travestito da giallo quasi hitchcockiano data la sovrana presenza di uno degli elementi più abusati dal maestro del brivido: il sospetto. Ritmo indiavolato e battute a raffica per un intreccio meccanico-comico che regala momenti d'antologia come i pedinamenti o la telefonata preregistrata. Riuscitissima la prova di tutti gli attori, a partire dallo stesso regista. Raffinata colonna sonora.
MEMORABILE: "Io non posso ascoltare troppo Wagner, lo sai: già sento l'impulso ad occupare la Polonia! "
Il misterioso omicidio del titolo altro non è che un (geniale) pretesto per inscenare il tipico quadro relazional-amoroso. In quel periodo Allen doveva essere più ottimista e felice del solito, in quanto le consuete intemperanze lasciano spazio ad una dolce riappacificazione. Si denota in determinati frangenti un'inusuale predilezione formale, che non può che essere la benvenuta, affiancata alla solida sostanza: il parallelismo col film di Wilder La fiamma del peccato, il gioco di specchi in una delle sequenze chiave. Favoloso l'Allen in ascensore. ***/2
È il Woody Allen più più classico, quello più noto, quello che ama New York, il jazz classico e che parla per battute. La sceneggiatura di Manhattan Murder Mystery, infatti, altro non è che un lungo insieme di battute, alcune delle quali veramente esilaranti, per lo più pronunciate da Allen stesso, ma che lascia dire anche ai comprimari. La Keaton ride veramente e senza ritegno durante i dialoghi con l'ex compagno e dà l'impressione di ascoltare il copione per la prima volta. Anche l'intreccio del "giallo" non è male e ne risulta un film divertente.
Eccezionale giallo rosa diretto e interpretato da un Woody Allen letteralmente scatenato: spara battute a raffica, più della metà sono da ricordare e le altre fanno comunque sorridere. Insieme a lui una bravissima Keaton e il simpatico Alan Alda (la Huston fa poco e solo alla fine entra nel vivo della vicenda). La spiegazione dell'intreccio non è il massimo, ma non è quello che conta, contano gli splendidi dialoghi e i rapporti di coppia che sfilano sotto le indagini improvvisate dei protagonisti. Bellissimo.
MEMORABILE: "È morta!", "Morta? Prova a darle il regalo"
Un misterioso delitto a New York metterà in azione una coppia di sgangherati e improvvisati detective sino alla risoluzione del caso. Al solito il giallo è solo il pretesto per deridere le abitudini e i tic della borghesia americana, utilizzando lo stile recitativo tipico del regista, dove al realismo descrittivo qui si aggiunge una modalità esasperante nei dialoghi, tanto da renderlo più spesso snervante. Noiosi alcuni passaggi nella sceneggiatura.
Spassosissima contaminazione alleniana tra la commedia e il mystery. Marito e moglie, coppia borghese annoiata della Grande Mela, aggiunge pepe al menage decidendo di indagare quando una loro dirimpettaia muore in circostanze che la Farrow ritiene misteriose. Battibecchi magistrali Allen/Farrow, un cast in gran spolvero e una colonna sonora raffinata condiscono l'ennesimo tassello newyorchese della filmografia del grande Woody. Divertentissimo.
MEMORABILE: Angelica Huston insegna a Woody a giocare a poker.
Come in una ricetta ben riuscita, il successo di questo film è dato dal perfetto dosaggio di tutte le parti (una base di giallo alla Jessica Fletcher condita con una buona dose di umorismo alleniano e guarnita con un pizzico di malinconica autocritica di coppia negli scoppiati anni '90). Tutto "cucinato" da un Allen in grandissima forma che, come nei suoi migliori film, riesce a regalarci dei momenti da antologia della comicità.
Commedia gialla sempre più divertente col progressivo passaggio dalla logorrea di coppia alla Io & Annie all'inserimento del citato duo in una trama gialla, con strani vicini alla Polanski (abbiamo pure la mousse al cioccolato) e sospetti hitchcockiani. Poi, quando verso la fine la coppia raddoppia, il divertimento impenna e lo scambio porta agli esiti migliori del film (si legga sotto). Tecnicamente stupisce una confezione nervosa (cassavettiana?) e immediata (raro il cavalletto), jazzata almeno quanto i brani che popolano la colonna sonora.
MEMORABILE: Il componimento della registrazione (stupendo il "Ciao Paul") e la successiva telefonata.
Un grande Woody Allen è protagonista e direttore d'orchestra di un'ottima commedia a sfondo giallo, ove lui e la moglie (una sempre brava Keaton) indagano (o meglio, lei indaga, lui se la fa un po' sotto...) sulla misteriosa morte della vicina di casa. Tra dialoghi avvincenti, un ritmo sempre elevato e qualche ottima battuta si arriva a un finale più complicato del previsto. Il compianto Lionello doppia Woody (come sempre) magnificamente. Notevole e sicuramente consigliato.
Ottimo film di un Allen non ancora in crisi di idee, dove la classica formula alleniana fatta di riflessioni tra il serio e l'esilarante si unisce a una trama da noir e funziona. Poco importa se il regista/attore è fondamentalmente sempre se stesso: nemmeno in questo film sfigura. Il cast di contorno è più che azzeccato e il ritmo e le gag scorrono lisce lisce fino alla fine. Divertente anche scoprire tutte le citazioni dei vecchi film noir, che non sono poche.
Le migliori commedie di Woody Allen sono quelle che ci fanno ridere da matti e che allo stesso tempo non smettono di farci interrogare sulla delicatezza dei rapporti sentimentali. Questo film ne è un ottimo esempio e in più aggiunge anche una sorta di pseudo indagine esilarante che mette a confronto la caparbietà della Keaton e il feroce cinismo di Allen. A condire il tutto tantissime citazioni e la solita frizzante ironia che fa sembrare la vita uno scherzo del destino.
È una bizzarra e spassosa commedia tinta di giallo come solo Allen poteva pensarla e per una volta non è lui quello ossessionato e nevrotico in quanto ritroviamo Diane Keaton a farne ottimamente le veci. Non mancano battute assurde e una certa attenzione alle dinamiche di coppia che rispecchiano molto dell’universo alleniano, anche se nell’insieme è più improntato verso il divertimento calato in un contesto quasi hitchcockiano. Prima della chiusura tutti i pezzi del mosaico tornano al loro posto, per quanto il bello del film venga prima.
MEMORABILE: La scena con gli specchi che riflette il film di Orson Welles.
Simpatica commedia dalle tinte gialle che vede assieme la "magnifica coppia" Keaton/Allen alle prese con un omicidio. L'indagine poliziesca a suo modo riaccenderà la fiamma tra i due protagonisti. Il regista ritrova la verve di un tempo e ci regala momenti irresistibili come i dialoghi in l'ascensore. New York è sempre presente, ma sembra nascosta e uscire piano piano.
Se non il migliore sicuramente uno degli Allen più divertenti degli anni '90, che terminato il sodalizio artistico/sentimentale con Mia Farrow ritrova anche la sua antica musa Diane Keaton e lo sceneggiatore di Io & Annie Marshall Brickman. Il ritrovato team è decisamente in palla tra battute a raffica e citazioni cinefile che comprendono Wilder, Welles e Hitchcock. Ma il film ricorda soprattutto le commedie giallo-rosa in stile L'uomo ombra. Belli come sempre i voli notturni sull'amata New York e splendido finale con Allen eroe per caso.
MEMORABILE: "Conservati un po' di pazzia per la menopausa"; La lezione di poker; La telefonata ricattatoria; Il finale tra gli specchi.
Coppia di vicini indaga su un omicidio a opera del dirimpettaio. Sceneggiatura gialla tra il serio e il faceto per il delitto perfetto. La eccitata Keaton regge la prima parte e Allen spara battute di contorno rischiando di essere schematico. Nel seguito il film si ravviva con Alda e la Huston, anche se conclude mirando a una complessità non nelle corde. Girato non benissimo nei momenti ravvicinati, con discreto finale con gli specchi.
MEMORABILE: "Morta?! Prova a darle il regalo"; La telefonata farlocca; Alda che ci prova.
Il più bel film girato da Woody Allen. Più che un thriller un delizioso giallo-rosa, un’indagine meravigliosamente originale nel rispetto rigoroso delle regole auree del genere, un colto e appassionato lavoro citazionista in un geniale gioco a rimpiattino tra il film e spettatore. Il regista ci dimostra - attraverso la tecnica cinematografica che smaschera un delitto perfetto - di quanto la vita imiti l’arte. Ispirato canto malinconico alla vecchiaia che progredisce, tenera elegia per una Manhattan autunnale.
MEMORABILE: Di Palma, quale straordinario direttore della fotografia, è, a tutti gli effetti, coautore del film. Belle le riprese con la tecnica a "schiaffo".
Irresistibile commedia gialla con alcuni fra i più folgoranti dialoghi mai scritti da Allen, che dimostra per l'ennesima volta un'alchimia perfetta con Diane Keaton. Il film fa volutamente il verso a La fiamma del peccato (citato e perfino proiettato in un cinema) e più in generale a tutti i noir, destrutturandone i cliché; micidiali l'attacco di panico in ascensore e la telefonata con il nastro registrato. Si ride davvero parecchio e il ritmo è alto, ottimo anche il resto del cast a partire da Anjelica Huston.
MEMORABILE: "Hai letto di questo tizio nell'Indiana? Uccide dodici persone, le fa a pezzi e le mangia". "Davvero? Beh, è uno stile di vita alternativo".
Un Allen alle prese con uno strano caso di omicidio avvenuto in un normale palazzo residenziale borghese newyorchese ci regala un ottimo film, che riesce a sintetizzare la bravura del regista nel saper mischiare la commedia tipica del suo personaggio con le avventure stravaganti di detective improvvisati (la Keaton, in splendida forma, Alda e la Huston). Per il resto la fotografia e la regia sono eccellenti; alcune scene, soprattutto nel finale, sono realizzate egregiamente, oltre a essere un omaggio al cinema noir classico. Ottimo Woody.
Woody Allen, dopo aver sfornato una moltitudine di film impegnati e introspettivi, si cimenta in una commedia gustosa e ben riuscita a sfondo giallo (benché, a causa di un intreccio ardito e ambizioso, ci siano ovviamente delle incongruenze). La regia si conferma di qualità e il film scorre fluido, rinforzato anche dagli ottimi comprimari. Infine le atmosfere della Grande Mela e i dialoghi della piccola borghesia newyorchese sono decisamente credibili. Notevole.
Gradevole commedia brillante in perfetto stile Woody, in cui la trama gialla è solo un pretesto per ironizzare sulle debolezze umane e sulle nevrosi della vita di coppia. Le battute sarcastiche si sprecano, disseminate in una selva di dialoghi concitati che ormai sono un marchio di fabbrica, come lo sono le sempre affascinanti atmosfere newyorkesi.
Dopo una serie di film dal carattere più mitteleuropeo che newyorkese, Woody torna alle origini con questo eccellente e leggero gialletto che qua e là si veste di rosa: il ritmo è di nuovo quello elevato delle prime commedie, il profluvio di battute scorre senza intoppi, almeno un paio di scene fanno davvero ridere e NY torna ad essere il piccolo ventre caldo dove il regista si sente più a casa. Certo, l'inghippo noir è gustoso ma non certo rigoroso, il che tuttavia non inficia più di tanto la visione visto che Allen se la spiccia comunque egregiamente. Cast ben oliato.
Un Woody Allen ancora una volta intellettualoide nel mezzo di una New York alto borghese, ma che con una drastica inversione a U abbandona i toni filosofici o semidrammatici della sua fase più matura per tornare alla comicità immediata degli esordi. È un successone: il meglio dei bei vecchi tempi (battute esilaranti, situazioni paradossali, nonsense mai sprecato) si unisce ai suoi tratti "adulti" più caratteristici, tra tutti le mille crisi di coppia immerse in una New York piovosa, danno vita a una commedia dal ritmo strepitoso. Non torna tutto in sceneggiatura, ma si perdona.
Divertente variante mystery della commedia alleniana, in cui l'autore/attore omaggia apertamente il cinema hitchockiano (La finestra sul cortile così come La donna che visse due volte) senza banalizzare il tema romantico di fondo, con lo spassoso ritratto di una coppia di mezza età alle prese con monotonia e gelosie reciproche. Il risultato è un giallo rosa delizioso, che si sviluppa a suon di dialoghi brillanti e colpi di scena talvolta inattesi. La regia precisa e "immanente" lascia spazio allo stupore nell'ottimo finale fra gli specchi, un bel pezzo di virtuosismo visivo. Ottimo.
MEMORABILE: La Keaton sotto al letto del presunto omicida; Allen e la Keaton chiusi in ascensore con un cadavere; La telefonata con voce registrata e rimontata.
Resta nel canone del cinema alleniano come una delle opere più sinceramente divertite, compendiando con classe e sagacia il suo tipico gusto per il melanconico come genere (qui rappresentato dai classici del noir) e un certo personale sentimentalismo (il recupero della Keaton in primis ma anche di Alda). Il tutto naturalmente sotto la lente deformata del divertissement, col ritorno a dialoghi micidiali da screwball, sottolineati dal mantenimento della nevroticità della mdp come in Mariti e mogli. Inevitabile che la transitorietà connaturata alla farsa faccia calare la seconda parte.
Detective-comedy di Allen che torna a lavorare con la Keaton e riprende in qualche modo gli stilemi del suo cinema anteriore. Dopo una mezz'ora vorticosa, con battute al fulmicotone ormai entrate nella storia del cinema, il ritmo si sgonfia e il regista preferisce privilegiare la parte "noir", con il fondamentale contributo di Alda e della Houston. Forse non è un capolavoro, ma resta un importante film di svolta nella carriera del regista e strappa parecchie risate convinte. Non mancano naturalmente le consuete location newyorkesi e la citazioni colte che piaceranno ai cinefili.
MEMORABILE: "Non posso ascoltare troppo Wagner, lo sai, sento già l'impulso di invadere la Polonia..."; "Mi stupisce che non siate annegati nelle vostre bave!".
La trama gialla del film, per la verità in alcuni momenti un po' troppo macchinosa, è solo il pretesto per Woody Allen per tornare a una certa commedia che è molto più nelle sue corde come ai tempi dei primi film, con tante battute e innumerevoli citazioni cinematografiche. Che piaccia o no la sottotrama, Allen è sempre bravo a stupire lo spettatore e a girare film che nessuno si aspetta, e anche qui in fondo vince lui. Le atmosfere newyorkesi sono quelle tipiche del regista. Come sempre piacevolissimo, sebbene appunto vi sia qualche intoppo nella componente gialla.
Articolato ed effervescente ritorno per Allen ai suoi impianti più classicamente anniani, all'interno del quale il costante e sublime rimando cinematografico e letterario s'interseca con le più brillanti battute a getto continuo, creando un sensazionale ingorgo di dialoghi spiazzanti e inusuali uxoricidi combacianti in un giallo rosa di hitchcockiana memoria. La bruciante ironia non affievolisce mai il carico di suspense, e sebbene presso la sequenza in albergo si metta eccessiva carne al fuoco, il risultato complessivo si traduce in uno dei più esaltanti esercizi dell'autore.
MEMORABILE: L'inarrestabile ed esilarante vis comica di Allen; I primi dubbi della Keaton; La sequenza in albergo; Alla discarica; Lo splendido gioco di specchi.
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HomevideoRocchiola • 22/05/18 11:50 Call center Davinotti - 1236 interventi
Il DVD della Columbia è praticamente perfetto sotto il profilo audio e video ed è reperibile ormai a prezzi stracciati !!! Per ora nessun bluray in vista anche sul suolo straniero.
HomevideoZender • 16/10/18 18:01 Capo scrivano - 47698 interventi
Uscito in Spagna il bluray della Sony con traccia italiana e sottotitoli escludibili (quindi come se fosse un bluray di casa nostra, visto che qui se ne fan sempre meno). La qualità rispetto al vecchio dvd è sensibilmente superiore, anche se i colori sono più scuri e molto più contrastati.
HomevideoRocchiola • 17/10/18 10:32 Call center Davinotti - 1236 interventi
Scusa ma il collegamento che hai inserito si riferisce ad un altro film di Allen Mariti e mogli, di cui infatti conoscevo l'esistenza, ma non mi pare che ci sia anche il Misterioso omicidio a Manhattan !!!
HomevideoRocchiola • 17/10/18 10:48 Call center Davinotti - 1236 interventi
Ah, OK ottima segnalazione. Penso procederò all'acquisto !!!
HomevideoRocchiola • 7/11/18 10:55 Call center Davinotti - 1236 interventi
Acquistato tramite Amazon e subito visionato. Confermo quanto scritto da Zender, la qualità dell'immagine è superiore al vecchio DVD grazie soprattutto alla maggior definizione del supporto HD. Il tutto appare però decisamente più scuro rispetto al DVD. Ciò a seconda dei gusti può essere un pregio o un difetto. Il risultato finale è che il vecchio supporto SD appare più chiaro e blando nei colori, mentre la nuova edizione in HD oltre ad essere più dettagliata è anche maggiormente scura e contrastata. Sinceramente preferisco il BD perché l'ambientazione in una New York spesso piovosa e grigia viene meglio esaltata dai toni più scuri della nuova versione in HD.
HomevideoZender • 12/09/19 18:08 Capo scrivano - 47698 interventi
Uscito intanto anche in Italia il bluray del film:
Film d'esordio per il celebre futuro attore e regista Zach Braff, allora diciassettenne, presente in una sola scena. Sulla sua partecipazione al film Braff ha dichiarato: "Quando riguardo quella scena ora, tutto quello che riesco a vedere è il terrore nei miei occhi".