Un uomo, mancato suicida, naufrago (in)volontario su in'isoletta deserta in mezzo ad un fiume in piena città - una ragazza naufraga volontaria fra le pareti della sua stanza: sono i protagonisti di questo film incantevole che mischia commedia e dramma, un ritratto di due solitudini antitetiche (la riscoperta della natura e della materialità degli oggetti vs. la vita virtuale che sostituisce completamente quella reale) ma convergenti nel finale, romantico e commovente. Opera delicata, originale, che conferma la grandezza del cinema sud-coreano contemporaneo.
MEMORABILE: La papera/casa - la speranza: preparare dei tagliolini ai fagioli neri - l'uso alternativo della carta di credito come grattacacca
Un impiegato sommerso dai debiti e una ragazza hikkikomori (naufraghi, specchi di piaghe e disturbi attuali della società) si incontrano a distanza: è l’occasione per riflettere sulla propria vita e la consapevolezza dei propri mezzi. Favola dolceamara sulla solitudine e l’alienazione, con all’interno una storia di formazione amorosa e sentimentale delicata e sensibile. Film che sa fondere dramma e umorismo sboccato, raffinatezza del racconto e realismo del quotidiano, in un affresco malinconico ma speranzoso sul tragico isolamento individuale.
Lee Hae-joon dirige un riuscito film su un naufragio "metropolitano" che è anche la storia di due disperate solitudini, e che nonostante le premesse si rivela anche una commedia con momenti di tenera malinconia e sentimentali. Miscelando i generi in modo molto equilibrato, il regista mostra una grande capacità di sfruttare luoghi e situazioni a vantaggio della storia, aiutato da una felice scelta degli attori. Piacevole sorpresa.
Tripudio di fantasia e originalità, come il miglior cinema sudcoreano ci ha abituato, questo film squaderna una delicata e commovente storia d'amore al di fuori di ogni canone concepibile, ma non rinuncia a schizzare gocce urticanti di aceto sulle piaghe della contemporaneità, ricordandoci che si può esser soli fra milioni di propri "simili", e che non c'è luogo abbastanza affollato dove un uomo non possa naufragare. Ma nella discesa nella propria disperazione si può trovare sempre un sentiero di riscatto e di speranza. Mirabile.
I due protagonisti si riscoprono attraverso piccoli gesti e conquiste, trovando una via d'uscita a un'esistenza alienata. Una storia fantastica e originale, che vuole lanciare un messaggio di speranza, a volte troppo vicino al melodramma. Comunque simpatico e piacevole.
Film veramente originale che evidenzia molto bene la solitudine e l'indifferenza che può esistere, in questo caso, in un'area metropolitana. È una pellicola fatta per riflettere e pensare; non solo sull'involuzione contemporanea della società ma anche su se stessi.
Commedia con venature drammatiche davvero riuscita. Essere naufraghi a pochi centinaia di metri dalla metropoli è veramente un'idea originale, surreale. Ma la bravura degli attori e il dramma vissuto dai due protagonisti tiene lo spettatore in costante attrazione con lo schermo. Non ho visto molti film sud-coreani, questo sicuramente è degno di nota.
Lee Hae-joon mette in scena un curiosissimo (e riuscitissimo) melting pot di stili completamente diversi, alternando con eleganza il comico al surreale e la commedia al dramma. La sceneggiatura è un crescendo di emozioni, culminanti in un finale di rara bellezza. Merito della buona riuscita è la clamorosa prova dei due protagonisti, che offrono più colori ai propri personaggi. Un inno alla gioia e alla speranza, in un mondo sempre più di stampo individualistico; un ritorno alla semplicità della vita che permette di apprezzare il vero senso dell'esistenza.
Due naufraghi in piena città: monadi di solitudine costretta (lui nell’isola in mezzo al fiume) o autoimposta (lei agorafobica), ingranaggi di una società ignara. Il racconto del riscatto del nuovo Robinson Crusoe e della fragile hikikomori ha la levità di una favola per bambini, che sa mescolare dramma, avventura, mistero e umorismo. Con una regia equilibrata e sfiziosa, che sfrutta ogni dettaglio dell’ottima sceneggiatura per regalare emozioni. E con due attori perfettamente calati nel ruolo di due perdenti-vincitori dei nostri alienati anni.
Una piccola grande perla dalla lontana Corea. La storia di una bellissima amicizia un po' strana tra due individui con grandi disagi personali; lui naufrago in un'isola al centro di Seul dopo un tentato suicidio, lei un'alienata dal mondo che vive su internet e dorme dentro un armadio. Film di una infinita dolcezza, con importanti messaggi sociali rivolti a una popolazione che non sa più apprezzare le cose semplici frutto del proprio sudore. Bravissimi i due protagonisti, bellissima la fotografia e commovente il finale.
Due solitari, naufraghi della vita, cambiano la loro esistenza fino a quando non entreranno in "contatto" con le relative conseguenze. L'idea di fondo è molto interessante ed alcuni momenti sono sicuramente riusciti, belli ed emozionanti. Però mi è sembrato che l'originalità si limiti a quello, mentre il resto (non tutto: sia chiaro) sia abbastanza usuale, epilogo compreso. E devo dire che il passare del tempo non gli ha giovato: nella mia mente è un po' andato a scadere in pochi giorni. Per me, solo un film non male.
Lee Hae-Joon riesce a trattare con grande originalità e inaspettata profondità l'abusatissimo tema della solitudine-alienazione nella società capitalista impiegando uno stile vivace e sfizioso e avvalendosi di due attori perfettamente in parte. Ritmo compassato, il che appesantisce il primo tempo da commedia surreale ma dona al secondo, più romantico, un'atmosfera malinconica ed elegiaca che scalda i cuori. Pur coi suoi eccessi (la corsa che nemmeno Forrest Gump) e i suoi difetti, un film che appaga e che regala emozioni autentiche.
Dalla Corea una favola amara con protagonisti due segregati semivolontari, lui in un'isoletta (in piena Seul), lei, autoesclusa in camera, sostituisce il reale col virtuale. L'avvio suscita qualche curiosità sui possibili sviluppi, ma ben presto lui si riduce a una specie di Robinson Crusoe naif e lei a un voyeurismo morboso e iper-tecnologico. L'aspetto sentimentalistico (di difficile condivisione) appare troppo costruito su situazioni borderline che a volte fanno sorridere, ma alla lunga stuccano. Il finale poi, più trito di così non poteva essere.
Suicida mancato finisce naufrago su un’isola in mezzo a un fiume. Film permeato dal senso del grottesco per condannare l’individualismo senz'anima e per dare speranza agli emarginati dalla solitudine. A tratti strampalato come il suo protagonista, diviene poetico con l’entrata in scena della ragazza. C’è qualche riferimento all'omonimo film di Zemeckis (lo spaventapasseri) e a Into the wild (la papera gigante al posto del magic bus); si cerca di dare un messaggio universale senza cadere nel melodramma.
MEMORABILE: La città svuotata per l’esercitazione; La crescita del mais; Il tifone.
Un film che incredibilmente potremmo definire "romantico", ma che del genere non rispetta alcun cliché. Un uomo si trova paradossalmente naufrago su un'isoletta nel centro di Seul, l'unica ragazza ad accorgersi di lui (mentre sopravvive come può) è agorafobica, non esce dalla sua camera da tre anni e comunica solo coi social, inventandosi una vita che non ha. Straordinaria la bellezza di queste due solitudini che si incrociano, e comunicano mandandosi messaggi scritti sulla sabbia o dentro le bottiglie. Potente, evocativo, emozionante. Non mancatelo.
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DiscussioneDaniela • 27/11/12 19:05 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Amici, io me ne sono innamorata... mi ha fatto divertire nella prima parte, intenerire nella seconda, mentre il finale mi ha dato un pizzicotto al cuore.
Se non l'avete già visto, non perdetelo.
A distanza di un anno e mezzo, ho trovato la forza di affrontarlo. Ti ringrazio Daniela per il consiglio. Sono rimasto piacevolmente colpito, peccato che vengano doppiate pochissime pellicole orientali.
DiscussioneDaniela • 25/07/14 09:12 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Didda23 ebbe a dire: A distanza di un anno e mezzo, ho trovato la forza di affrontarlo. Ti ringrazio Daniela per il consiglio. Sono rimasto piacevolmente colpito, peccato che vengano doppiate pochissime pellicole orientali.
Si, peccato davvero, perché ostacola molto la diffusione di tante opere meritevoli.
Sono contenta che il film ti sia piaciuto.
Purtroppo io non posso dire altrettanto per una serie che mi avevi caldamente consigliato: ho gettato la spugna dopo le prime tre puntate e ti spiegherò il perché a margine della relativa scheda. Sei in debito di una dritta, quindi ;o)