Inizio della parabola discendente di Francesco Nuti, Donne con le gonne parte da una tesi chiaramente misogina e maschilista (le donne a casa a fare la calza) per confezionare una commedia che risulta debole nonostante gli sforzi di regia e sceneggiatura e sopratutto non è quasi mai (come invece dovrebbe essere) comica. Anche la bella (e brava) Carole Bouquet e i bravi caratteristi impiegati (Gastone Moschin) appaiono chiaramente sprecati.
Film deludente con molti momenti di pausa e troppo indugio sul protagonista Nuti. La storia è incentrata sul rapporto tra la sua visione della donna e il personaggio femminile interpretato da una Carole Bouquet discreta ma alla lunga poco espressiva. Un classico della comicità "da paese" (che Pieraccioni sfrutterà fino a raschiare il barile) ma portato avanti senza troppe idee.
Mediocre commediola scritta e diretta senza particolare inventiva da un Nuti avviato mestamente sul viale del tramonto. Scialbo, con gag ultratelefonate e un cast sprecato (in primis il grande Gastone Moschin). Insieme al successivo OcchioPinocchio, una delle pellicole piu brutte di Nuti.
Terrificante apologo della famiglia tradizionale. Dell'ottocento, però, con le donne a casa a figliare e se non fan giudizio, le si lega alla catena. Nuti perde completamente la bussola e comincia il suo delirio di onnipotenza, che lo condurrà al disastro professionale (e ahimè anche personale). Quasi impossibile arrivare in fondo, mentre si assiste a questo tentativo di cinema bunueleggiante. Aiuto.
Uno dei punti più bassi della già non esaltante carriera registica di Francesco Nuti che, al solito, si prende terribilmente sul serio, nonostanta sforni una vaccata di dimensioni sesquipedali. A tratti decisamente volgare, non diverte una sola volta che sia una. Mortifero e per questo motivo da evitare.
Film con velleità sociologiche sul rapporto uomo-donna dentro e fuori dal matrimonio. Forse Nuti inizia qui la sua parabola discendente: alcune scene abbastanza divertenti e surreali (vedi Nuti al manicomio, che ahimè è quasi auto-profetico) non salvano il tutto. Si spinge molto l'acceleratore sul tema del sesso (scambi di coppia, casalinghe in crisi che parlano rivolte alla macchina da presa durante il coito!), spesso gratuitamente e senza buon gusto. Appena appena sufficiente, insomma.
MEMORABILE: Nuti, dopo la cena propedeutica allo scambio di coppia, tutto sudato piomba in soggiorno: "E ora si tromba!!!" e la Leone, piegandosi: "Sììììììì!!!".
Dopo i suoi maggiori successi Nuti sale sullo scivolo ed inizia ad andar giù. L'attore c'è ancora e riesce a valorizzare discretamente qualche situazione piuttosto comica. Tutto il resto va a farsi benedire: innanzitutto la struttura, con Moschin narratore esterno risulta un po' fastidiosa e la sceneggiatura è troppo ambiziosa nel passare in rassegna un arco temporale così ampio e nel voler sviscerare ed intepretare le dinamiche della vita di coppia. Un vero gigante (produce la Filmauro) dai piedi d'argilla, destinato a crollare su se stesso.
Che Nuti fosse un talento comico di primissimo livello lo si capisce guardando le scene più riuscite di questo film, dove la faccia e i tempi comici sono assolutamente perfetti. L'impianto complessivo del film è più discutibile, con una sceneggiatura un po' povera e una tesi di base controversa e politically uncorrect (la donna schiava e regina della casa): con l'aggravante che Nuti non era né Buñuel né Ferreri e quindi la realizzazione non è all'altezza delle consistenti velleità intellettuali e sociali.
MEMORABILE: Il posto di blocco; la canna; la cena con gli scambisti.
Ultimo film del filone aureo di Nuti prima della discesa agli inferi professionale e umana. La trama ha un organigramma senza grandi pretese ma delineato, palese, senza forzature né sottintesi. L'apparente tesi misogina o maschilista di fondo è in realtà figlia della concezione nutiana dell'amore, inteso non come appropriazione soggettiva bensì come dedizione totalizzante verso la figura della donna-musa fino al "rischio" della pazzia. Questa concezione, già presente nei film precedenti, qui esplode.
Film che mostra dei limiti innegabili rispetto alla produzione comica più riuscita di Nuti, nonostante ci sia ancora qualche sprazzo di genialità che fa ridere di gusto. Detto questo non ci si può esimere dal criticare certe lungaggini e certi momenti di stanca che in commedie di questo genere non dovrebbero essere presenti. Peccato perché poteva rimanere un film da ricordare, invece sembra solo la ripresa del celebre Caruso...
MEMORABILE: Lo scambio di coppia: Nuti entra e urla "adesso si tromba", Cinzia Leone si getta sul tavolo in una mimica disarmante.
Non è tra i più riusciti di Nuti, ma rimane comunque una commedia divertente, con i suoi momenti buoni e un ritmo più spedito che in altre produzioni dell'autore toscano. Alcune gag vanno a segno e la bravura del cast (su tutti l'avvocato Moschin) è indiscutibile. Colonna sonora simpatica come sempre, parte finale folle ma forse più interessante del resto. Buono.
Francesco Nuti inizia la sua parabola discendente come regista/attore e gli ultimi scampoli della sua verve ancora godibile sono proprio in questa pellicola. Una tormentata storia d'amore con la bella Carole Bouquet che va a fasi alterne e spesso rischia di annoiare salvo poi riscattarsi con alcuni momenti e gag divertenti. Bene la presenza di Gastone Moschin.
Si ride, alcune gag sono in assoluto fra le più comiche mai girate dal regista di Prato (la canna, la finta lite improvvisata al posto di blocco, Nuti che si finge pazzo al manicomio, lo scambio di coppia), la Bouquet sta al gioco ma il vero protagonista è solo lui: Nuti. Qui in forma stellare, alle prese con un personaggio che gli somiglia fin troppo e forse proprio per questo interpretato alla perfezione. Moschin avvocato narratore è credibile, la regia - come al solito - curatissima. Film misogino? No. Nuti pone domande ma non dà risposte.
In continua polemica con la moglie che propugna idee femministe, un dentista ricorrere ad una cura d'urto: segregarla in un casolare di campagna per costringerla ad assolvere i suoi compiti di casalinga... Un film becero oltre che insulso, discutibilissimo nell'assunto e deplorevole nell'epilogo. Per Nuti questo apologo filo-tradizionalista dallo spropositato successo segna uno spartiacque, cui seguirà l'inizio di una inversione di tendenza nel favore del pubblico.
Marito segrega la moglie e finisce a processo. Prima parte che si mantiene nella commedia con il personaggio di Nuti che si barcamena in qualche situazione. Fino allo scambio di coppia il film regge; nel prosieguo lo stesso Nuti si prende un po' troppo sul serio e inscena il peggio della sua misoginia. Imperdonabile in quanto sembra che il possesso matrimoniale sia in nome dell'amore (!). La Bouquet, oltre alla bellezza, sa recitare e si avverte un certo disagio in chiusura. Moschin fa il suo ed è sprecato, per l'argomento trattato.
MEMORABILE: Il tuffo sulla bara; Lo scambio di coppia; La Bouquet che fa il cane.
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HomevideoZender • 16/10/09 08:27 Capo scrivano - 47782 interventi
Esce il 6 novembre 2009 in dvd per la Filmauro.
Lingue principali: Italiano
Audio Italiano: Dolby Digital
Rapporto Schermo: Widescreen Anamorfico
E' scomparsa Gianna Sammarco, attrice toscana che al cinema lavorò sempre con Nuti. Questa fu la sua ultima pellicola alla quale prese parte nel ruolo della nonna del protagonista e dell'affranta moglie vedova di Tullio
DiscussioneZender • 17/05/20 08:19 Capo scrivano - 47782 interventi
Daniela, c'è qualcosa che non capisco nel commento. Scrivi:
Fino ad allora baciato da uno spropositato successo al botteghino, Nuti toppa con questo apologo filo-tradizionalista che segna l'inizio di una inversione di tendenza nel favore del pubblico: fallimento meritato...
Al di là dei gusti, su cui ovviamente non discuto, "Donne con le gonne" fu un successo clamoroso al botteghino, credo il punto più alto raggiunto da Nuti. Con 16 o 20 milardi (a seconda delle fonti) superò addirittura Caruso, che già era stato un boom. Si parla di terzo posto assoluto nel box office stagionale, dopo Johnny Stecchino e Robin Hood. Non so dove tu abbia letto che fu un fallimento. Il fallimento arrivò con il successivo Occhiopinocchio.
DiscussioneDaniela • 17/05/20 12:50 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Zender ebbe a dire: Daniela, c'è qualcosa che non capisco nel commento. Scrivi:
Fino ad allora baciato da uno spropositato successo al botteghino, Nuti toppa con questo apologo filo-tradizionalista che segna l'inizio di una inversione di tendenza nel favore del pubblico: fallimento meritato...
Al di là dei gusti, su cui ovviamente non discuto, "Donne con le gonne" fu un successo clamoroso al botteghino, credo il punto più alto raggiunto da Nuti. Con 16 o 20 milardi (a seconda delle fonti) superò addirittura Caruso, che già era stato un boom. Si parla di terzo posto assoluto nel box office stagionale, dopo Johnny Stecchino e Robin Hood. Non so dove tu abbia letto che fu un fallimento. Il fallimento arrivò con il successivo Occhiopinocchio.
Hai ragione, ho fatto confusione tra fallimento artistico e commerciale. Personalmente ho trovato il film di gran lunga il peggiore di Nuti, la cui filmografia mi è comunque sempre stata poco congegnale, come pure quella di altri toscani di successo come Pieraccioni o Panariello - tra parentesi, tutti nati a Firenze come la sottoscritta.
Grazie di avermi fatto notare l'errore. Questo il passaggio corretto:
Per Nuti questo apologo filo-tradizionalista dallo spropositato successo commerciale segna uno spartiacque, per quanto dopo di allora iniziò una inversione di tendenza nel favore del pubblico.
DiscussioneZender • 17/05/20 13:02 Capo scrivano - 47782 interventi
Mi ha fatto specie perché ricordo bene il momento in cui il film uscì e quanto mi stupì che il successo superasse addirittura quello di Caruso, che a me era piaciuto ben di più. Poi a ripensarci lo capii: Nuti aveva esasperato le gag a sfondo "sessuale" puntando ancor di più sui tormentoni, sulle ripetizioni, che quando al pubblico piacciono fanno tendenza. Abbandonando la vena un po' malinconica di Willy Signori per tornare alla comicità più "sguaiata" che in fondo gli aveva permesso di raggiungere con Caruso il grande successo, opiuttosto lontana da quell'intimismo particolare che ne aveva contraddistinto gli esordi.
Ok, ho solo sostituito "cui seguirà" al secondo segna per evitare la ripetizione. Poi dimmi se ti va bene come ho messo se no ri-cambiamo.
DiscussioneDaniela • 17/05/20 14:48 Gran Burattinaio - 5927 interventi
Zender ebbe a dire: Ok, ho solo sostituito "cui seguirà" al secondo segna per evitare la ripetizione. Poi dimmi se ti va bene come ho messo se no ri-cambiamo.
Va bene così come hai messo.
Caruso a suo tempo non mi aveva entusiasmato ma in confronto a questo Donne con le gonne vien voglia di aggiungere un pallino.
Purtroppo alcuni di questi comici di matrice televisiva, una volta perduta la freschezza degli esordi, cominciano ad andare avanti con il pilota automatico, contando sull'affezione del pubblico che però ad un certo punto volta loro le spalle.
Il povero Nuti ci ha quasi rimesso le penne e questo umanamente dispiace, indipendentemente dal giudizio riguardo i suoi film.
DiscussioneZender • 17/05/20 17:04 Capo scrivano - 47782 interventi
Mah, Nuti ci ha anche provato a trovare uno stile e tutto sommato l'aveva anche trovato a parer mio. Poi però il rischio è di stancare, o di incappare come lui nel film sbagliato (Occhiopinocchio) e ritrovare poi la strada del successo è dura.
CuriositàZender • 22/04/21 18:22 Capo scrivano - 47782 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film: