Ennesimo scontro tra scienza e parapsicologia: da una parte chi ha scelto come missione lo smascheramento dei troppi ciarlatani che abusano della creduloneria popolare (Cillian Murphy e Sigourney Weaver), dall'altra chi escogita trucchi più o meno complessi per truffare il prossimo. In mezzo lui, il cieco Simon Silver (Robert De Niro), il più grande medium vivente: lo è davvero o si tratta semplicemente del truffatore più abile? Il film - una coproduzione Spagna/Usa - sta in gran parte nascosto tra le pieghe di questo interrogativo, perché per il resto è solo uno zoppicante procedere di trucco in trucco, con la Weaver particolarmente antipatica nella sua supponenza, nel suo voler dimostrare ad...Leggi tutto ogni costo che non esiste telepatia, non esistono contatti coi morti e via dicendo. Murphy la assiste non si capisce bene perchè: potrebbe fare una brillante carriera universitaria, ma preferisce seguire lei e i suoi maneggi da scettica ad oltranza. Se togliamo quel po' di mistero che avvolge la figura di De Niro e il magnetismo del suo personaggio, il film è composto da scene mal rabberciate, spesso superflue o ingiustificatamente prolungate (l'insignificante incubo di Murphy), chiara evidenza di un soggetto striminzito che una sceneggiatura povera e farcita di dialoghi fintamente ricercati non fa mai decollare (con l'aggravante che gli autori si divertono a inserire stucchevoli ellissi nel vano tentativo di rendere meno puerile il tutto). Per nulla originale anche il lavoro sulla fotografia, dai toni cupi e verdastri, che associa il film a quelli che non avendo molto da dire cercano di farlo attraverso il lavoro sull'immagine. Esiste un innegabile tocco professionale, nella regia di Rodrigo Cortes, ma è al servizio di una storia mai coinvolgente, incapace di andare al di là di tutto quello che si è già visto nel campo, schiava di ogni convenzione e che sembra riprendersi solo nel twist conclusivo, in pista quando ormai l'interesse è scemato da un pezzo. Terrore il film non ne suscita e d'altronde nemmeno ci prova, dal momento che siamo in ambito thriller, e la melodrammatica, ultima mezz'ora ci propone tra le altre amenità una zuffa interminabile più un De Niro mago in versione Amleto (parole di chi assiste al suo spettacolo). L'unica idea vincente pare essere quella del confronto scientifico e schietto tra De Niro e il centro universitario deputato a saggiarne le capacità, che produrrà un breve filmato stuzzicante e ben condotto. Ritmi sonnacchiosi, tensione inesistente.
Indecente, indecoroso filmaccio che vorrebbe indagare sui fenomeni paranormali con supponenza e superficialità. Ma quello che indispone del film è una trama scialba con assoluta povertà di idee confortata da interpretazioni e scenografia che fanno piangere. De Niro qui è ai minimi storici, ma anche il resto del cast non gli è da meno. Ridicolo l'epilogo finale. Da non vedere assolutamente.
Film dalle grandi ambizioni, con sontuosa ostensione di star: De Niro, Weaver, Murphy; una trama farraginosa che sembra ispirarsi a tratti a The prestige, intrecciando thrilling e vaghezze soprannaturali. Risultato? La montagna che partorisce il topolino. La narrazione è slegata e barocca, la sceneggiatura involuta e zoppicante, la conclusione evanescente e mal rappresentata. Dispiace che De Niro si stia inflazionando in vecchiaia, e soprattutto sprecando il suo patrimonio immenso di talento in operazioni tanto mediocri.
Il dispiego di grandi nomi del cinema quali Robert De Niro e Sigourney Weaver e il genere sempreverde del "cinema soprannaturale" sono stati a mio avviso male utilizzati da Cortés, che presenta una vicenda povera d'idee allungata all'infinito senza sforzarsi di dare un tocco personale a una storia già vista in mille altri film. Dialoghi banali e situazioni davvero poco credibili (camuffati in una confezione di lusso) complessivamente irritano. Una certa cura nella fotografia scagiona la pellicola dall'infamia dell'inaccettabile vaccata.
Due esperti in paranormale hanno smascherato tanti presunti maghi, ma quando si imbattono nel chiaroveggente Simon Silver, dimostrare la sua cialtronaggine si rivelerà assai arduo. Red Lights è ben lungi dall'essere un capolavoro, ciononostante offre un intrattenimento più che decente, tant'è che si rimane perennemente incollati alla poltrona cercando di capire se il sempre in gamba De Niro è veramente dotato di poteri o se trattasi di imbroglione. Certo, il finale è intuibile con largo anticipo, ma ciò non penalizza eccessivamente il film.
Tanto tuonò, ma non piovve. Un bel mucchio di niente di nuovo, qua e là roboante (come appunto un tuono...più che altro rumore), ma soprattutto quasi da abbiocco (la palese inutilità di alcune scene tappabuchi, che dovrebbero colpire...). L'inesorabile discesa inizia alla comparsa del giovane Silver in un'intervista di repertorio (un'orrida macchietta). E al servizio di questa pellicola si sono persino messi un paio di attoroni di un tempo che fu (fastidiosamente sopra le righe) e nuove emergenti leve, forse attirate come falene da questi potenti fari attorici. Il finale non salva la baracca.
MEMORABILE: Il cliente, in giardino, scambia l'aiutante per il dottore (la Weaver); e lei, dopo che l'uomo si è scusato "Colpa mia, dovevo indossare il camice".
Psicologia o parapsicologia? Fin dove arriva il piano della normalità e inizia il paranormale? Il film non ha proponimenti scientifici, ma è piuttosto una sorta di baracconata arricchita dalla presenza di attori di seria A, come Sigourney Weaver e Robert De Niro. Cillian Murphy, invece, androgino protagonista fuori ruolo. Facilmente dimenticabile.
Poco interessante e coinvolgente questo thriller che punta sullo scontro scienza vs occultismo. L'andamento è scarsamente esaltante e molto prevedibile, compreso il colpo di scena finale (o presunto tale). Si va avanti senza gran nerbo e particolari novità ma con parecchi riempitivi inutili (20-25 minuti in meno sarebbero stati salutari).
Niente di nuovo sul fronte orrorifico e nemmeno la presenza di De Niro e la Weaver servono a risollevare la baracca. Molta noia e poco altro.
Cortés mostra una predisposizione all'uso del mezzo davvero notevole, evidente nella cura maniacale delle inquadrature che risultano essere molto coerenti fra di loro. La sceneggiatura crea tensione ed interesse, peccato per il finale che non è all'altezza di quanto visto prima. Buona la prova di Murphy; De Niro, rispetto allo standard degli ultimi anni, recita un po' meglio. Non male, dopotutto.
Che De Niro non selezioni più i film si sapeva da tempo, che la Weaver fosse in fase calante pure ma che anche un emergente come Murphy debba sprecarsi in copioni discutibili mi fa arrabbiare. Lui guadagnerà tanto, io mi addormento. E' un film che le potenzialità le avrebbe ma che le traduce in una sceneggiatura povera e si gingilla in cose risapute o inverosimili. Si salvano la prova nell'università e la fotografia, per il resto più che creare tensione fa sorridere: ogni volta che si alza la voce o si cerca il "colpo" si sconfina in scene madri da film tv o sequenze assurde tipo la scazzottata nel bagno.
Pesantissimo. Soporifero. Si trascina su tempi che s'inseguono troppo lunghi e che nell'insieme, alla fine, lasciano solo un finale che non riesce ad entusiasmare. Scontato e già intuibile. La Weaver conservava un poco di credibilità, in una parte comunque troppo marginale per i miei gusti. De Niro sopravvalutato, ma del resto non avrebbe potuto estraporlarne un granchè. La sequenza dello studio su Silver è tagliata e rabberciata quando invece avrebbe potuto essere sviluppata meglio. In conclusione è veramente pessimo.
Interessantissimo thriller che può contare su una sceneggiatura realizzata come un duro j'accuse verso i mistificatori e gli impostori che fanno leva sui sentimenti delle persone più suggestionabili e sensibili. La regia mantiene costante la tensione, il cast risulta molto affiatato e solido (De Niro in forma, dopo alcune performance più stanche), le musiche simil-Lost donano un'atmosfera inimitabile e le tematiche difficili sono ben sviluppate ed articolate. Peccato per un finale annacquato già intuibile molto prima... Comunque un ottimo film.
Discreto thriller psicologico diretto da Rodrigo Cortes che dopo Buried si conferma regista di talento e decisamente "padrone" del mezzo. Il film, sebbene con qualche debolezza narrativa e qualche lungaggine di troppo, e' abbastanza godibile e realizzato con personalità, che si evince dalla cura delle inquadrature e dalla confezione generale. Anche De Niro, dopo parecchie prove opache e' convincente, mentre la Weaver e Murphy sono una conferma per incisività. Non male anche il finale.
Thriller di genere fantastico che ha per protagonista un gruppo governativo col compito di smascherare i ciarlatani nel campo del paranormale. Il protagonista è la Weaver, anzi no è De Niro, macchè è Murphy, inizialmente relegato nell’ombra. Atipico, spiazzante, qualche incongruenza (il secondo gruppo di ricercatori sembra un gruppo di sfigati), cala di ritmo nella seconda parte ma si riprende nel finale.
Thriller niente male, dalle premesse stuzzicanti e con alcuni momenti di bella tensione. Cortes è un regista promettente, anche se deve ancora crescere (e lo dimostra l'incertezza sulla direzione da prendere fra thriller e dramma). Comunque la confezione è buona, il ritmo non velocissimo ma affrontabile anche grazie al cast: Murphy bravo, la Weaver bravissima e De Niro in uno dei migliori ruoli che gli siano capitati ultimamente. Buono.
Premessa interessante, ma blanda realizzazione e poca convinzione. Non mi ha soddisfatto: non mancano le scene d’impatto, girate con gusto, la regia è efficace e persino il cast vecchie glorie è funzionale alla storia: peccato che a trionfare sia la mancanza di coinvolgimento dello spettatore, stuzzicato solo da una lieve brezza quando il mare prometteva invece tempesta. A posteriori, poi, Il twist finale evidenzia ingenuamente diversi punti insoluti di sceneggiatura. Tra le incursioni di De Niro nel paranormale, comunque, è il “meno peggio”.
Pasticciato e ingarbugliato pseudo thriller paranormale, con un duo di (ex) grandi attori che già da tempo sono ampiamente sul viale del tramonto. Sceneggiatura al limite della comprensibilità con buchi nella narrazione e un montaggio a dir poco abominevole. Resto del cast per nulla credibile con Murphy stranito. Questi i numeri di un film che finanche nel titolo ha dell'incomprensibile. Cortès è poca roba e lascia a De Niro e alla Weaver (ormai in declino) ampio margine.
Alla ricerca di un modo per accettare il destino che li opprime, una coppia di detective molto particolare è alla caccia di medium cialtroni. Il film mi è piaciuto molto anche perché riesce a tenere sulla corda fino alla fine. Gli attori recitano bene e De Niro è il solito marpione. Niente di eccezionale ma sicuramente godibile.
Un team di studiosi smaschera abitualmente sedicenti maghi e illusionisti sino a quando si trova innanzi una loro vecchia conoscenza, che pare davvero inattaccabile. Un bel viaggio tra le dimensioni del mistero, arricchito da prestazioni professionali sicuramente all'altezza, la Weaver prima di tutti. De Niro in versione sensitivo può far storcere il naso ai puristi ma la sua capacità attoriale è talmente elevata da permettergli di superare anche questa prova. Suggestivo e non privo di momenti di tensione.
Deludente. Se non fosse per qualche momento di buona suspence sarebbe da giudicare come "boiata pazzesca". Robert De Niro oramai è abbonato a ruoli per lui "imbarazzanti" e di conseguenza non incide più. Discreto il resto del cast. Il regista spagnolo Rodrigo Cortes ha fatto di meglio in passato (vedi Buried).
Confezione patinata per una trama che saccheggia da molte fonti, quella televisiva in primis. Il contrasto tra scienza e parapsicologia, con intento conservatore, muove i protagonisti più nello smascherare che nell'affrontare i dilemmi di un tema tanto affascinante quanto insolubile. Moltissime debolezze e incongruenze, vuoti e prevedibilità affidate a un cast potenzialmente solido, valido ma impotente di fronte alla fragilità della sceneggiatura. Purtroppo non lascia traccia di sè.
Team di professori universitari e studenti smascherano finti sensitivi, fino a sfidare quello apparentemente meno vulnerabile al metodo scientifico. Nel mentre, i rovelli personali di ognuno fanno capolino nella vicenda. Se si tralascia la conclusione, che convince pochissimo in termini di solidità narrativa, il film è interessante e ben realizzato, crea un clima efficace e offre personaggi solidi, ben interpretati dal cast di ottimo livello. Peccato contenga un esempio gigantesco di deus ex machina. Intrattenimento non banale.
Discreto e più interessante di quanto ci si potrebbe aspettare di primo acchito, il thriller di Cortés gioca in maniera intrigante con il pubblico, depistandolo più volte e instaurando il costante dubbio che ciò che si vede sia davvero "magico", piuttosto che una grande truffa. Lo fa con tecniche molto elementari, generando tensione con abusati crescendo musicali, spaventando con le solite apparizioni e confondendo con scontate frasi a effetto, ma almeno lo fa incastellando bene ogni elemento. Finale a sorpresa che può far storcere il naso.
MEMORABILE: La truffa della seduta spiritica all'inizio; Gli esperimenti condotti sui presunti poteri di De Niro; La soluzione conclusiva.
Il film parte bene e le premesse sono senz'altro interessanti; peccato che poi la pellicola si incarti su sé stessa perdendo mordente e presa sullo spettatore. Anche il finale presenta troppe incongruenze e non convince fino in fondo. Non basta un cast di primissimo livello per risollevare le sorti di un lavoro che nel complesso può essere considerato deludente.
Coppia di studiosi specializzati nello smascherare falsi sensitivi e medium imbroglioni si imbatte in un tizio cieco che sembra davvero possedere facoltà sovrannaturali... Dopo un bell'esordio grottesco e un secondo film di buona tenuta ansiogena, Cortés toppa al terzo lungometraggio pur avendo a disposizione maggiori mezzi e un cast prestigioso a causa di una sceneggiatura incerta e dispersiva le cui sorti non possono essere risollevate dai due twist nell'epilogo, il primo prevedibilissimo ed il secondo inaspettato ma non tanto onesto. Poco convincenti le prestazioni attoriali.
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DiscussioneDidda23 • 17/11/12 19:05 Contatti col mondo - 5798 interventi
Ammazzatemi, ma sono stra convinto che De Sando sia migliore di Amendola nel doppiare De Niro.
DiscussioneZender • 18/11/12 08:15 Capo scrivano - 47698 interventi
Ah ah, in effetti anche a me piace moltissimo De Sando come doppiatore. Oddio, Amendola era pure lui un fuoriclasse, quindi è una bella lotta...