La luce del giorno - Film (1987)

Michael J. Fox e Joan Jett sono due fratelli che suonano in una rock band di Cleveland: il film racconta le avventure e disavventure on-the-road cercando di focalizzare le situazioni familiari dal tono molto drammatiche. Il regista Paul Schrader sceglie due personaggi icona degli anni '80: Fox è il leader indicusso dei successi da botteghino, la Jett era una grande rocker dal fascino over-the-top (qui al debutto sul grande schermo). I difetti vanno ricercati in qualche eccessivo luogo comune sui "metallari" e in qualche scivolone di troppo nel buonismo.

Episodio anomalo nella carriera cinematografica di Paul Schrader il quale, muovendosi ancora nell’alveo della sterminata eppure minima provincia americana, prova a render conto (come già accaduto in Hardcore e come succederà poi per Affliction) delle sue frustranti dinamiche socio-familiari. Tuttavia la cornice “musicale”, alcune scelte di cast fuori contesto (Fox ma anche Gena Rowlands) e una vena malinconica troppo spinta sul versante melò, portano lo scrittore/regista a rinunciare al suo stile trascendente e alla consueta cura formale. Indistinto!

Classica storia di formazione in cui la turbolenta e rockettara Patty (una convincente Joan Jett) imparerà a far pace con se stessa e a crescere un figlio, coltivando nel frattempo il sogno di diventare cantante. All'inizio il ritmo è lento e si avverte un po' di noia, ma col passare dei minuti il film aquista spessore e non delude. Forse era il caso di dare più spazio alla musica, per dare maggiore ritmo e incisività. Nel complesso comunque niente male.

Discreto, anche se non completamente riuscito, specie nella prima parte dove Schrader mette tanta carne al fuoco rischiando di mandare in confusione. La commistione tra rock e melodramma, poi, non sempre appare riuscita, forse perché non c’è stato abbastanza spazio per approfondire come si deve l’uno e l’altro aspetto. Tuttavia, man mano che procede riesce a salire di tono, sebbene l’epilogo non sia il massimo in quanto si risolve tutto molto semplicemente senza dare l’impressione di convincere appieno.

Non c'è tanto di Paul Schrader in questo film che va stancamente avanti tra pochi sussulti e tanti, troppi luoghi comuni (e ti pareva che la leader di un gruppo rock non doveva per forza essere aggressiva, dire parolacce e avere una vita difficile). La storia non è neanche male, la si segue, ma scivola presto nel patetico, anche perché i personaggi della madre e della figlia sfiorano spesso la macchietta. Copiosa la musica hard rock, che lo rende potabile per amanti del genere. Per il resto, pur non essendo brutto, non si eleva mai dalla mediocrità. Non riuscito completamente.