Chained - Film (2012)

Chained

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/10/12 DAL BENEMERITO GREYMOUSER
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Greymouser 14/10/12 22:34 - 1458 commenti

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Dopo il buon Surveillance, la rampolla Lynch stupisce ancora per la sulfurea vitalità del suo cinema, impreziosito da stilemi genitoriali ma più essenziale e diretto. In un'atmosfera marcia e squallida da far star male, si snoda una sordida vicenda di iniziazione "paterna" al male più ripugnante. Ma nella coda finale c'è il veleno più letale e insostenibile. Grande D'Onofrio in una parte non facile; splendida la scelta registica di bandire ogni facile voyeurismo, lasciando che l'immaginato sia più disturbante di ciò che si vede.

Gestarsh99 15/10/12 17:39 - 1395 commenti

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Il nome di Jennifer Lynch rinnova dall'oblio immagini reclusive di sequestro, possesso e sezionamenti casalinghi non propriamente lusinghiere (l'ineffabile e patrilineare Boxing Helena), questo suo quinto lavoro però, pur psichiatricamente e criminologicamente lontano dalla credibilità clinica, ha nelle proprie vene una vis malevola e canagliesca nient'affatto comune. Le buonistiche somme conclusive non bulinano negativamente quanto di grafico e non l'autrice arriva a teorizzare nel chiuso domestico del bisogno omicida: il milieu educativo-ambientale non preclude epigraficamente l'arbitrio umano tra il Bene ed il Male.
MEMORABILE: Il trauma infantile del serial killer: essere obbligato dal genitore ad accoppiarsi con la madre, il tutto sotto gli occhi inorriditi del fratellino...

Daniela 19/10/12 08:51 - 12662 commenti

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Taxista serial killer sequestra una donna e suo figlio, uccide la prima e mette alla catena il bambino, obbligandolo a "ripulire" le tracce dei suoi delitti... Lo spunto potrebbe sembrare abusato, ma il film percorre strade poco battute. D'Onofrio padre-padrone, stravaccato in poltrona in canottiera, offre un'immagine raggelante della dimensione "domestica" della violenza, mentre Ferren, vittima che il carnefice vorrebbe discepolo, commuove per il tentativo di conservare un senso morale in mezzo a tanto orrore. Il finale risolve una questione sospesa, ma non rimedia e non consola.
MEMORABILE: D'onofrio inquadrato in campo lungo all'interno della sua casa/prigione, mentre siede in poltrona nella penombra, davanti alla tv accesa

Mickes2 22/11/12 13:39 - 1670 commenti

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La famiglia al centro di tutto e la crescita (avvicendando passato e presente), dolorosa, psicologicamente devastante e traumatica. Storia di malsana espiazione, una lunga, estenuante sofferente prova con se stessi: un mostro-burattinaio e il suo coniglio da ammaestrare per cercare IL riscontro di una vita, l'occasione per lavare ciò che di nefando si è commesso. Da premiare la cifra stilistica della Lynch che preferisce suggerire anzichè mostrare. L'orrore, dentro le accoglienti e maledette mura domestiche, è sempre vivo e profondo.
MEMORABILE: I flashback.

Cotola 24/11/12 01:20 - 9043 commenti

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Già i primi fotogrammi si palesano "paternamente linchiani", così come alcune altre scelte. Il film non è male ma vive di troppe luci ed ombre: lo stile, giustamente "sporco" e poco gradevole, c'è ma i temi ed il modo di affrontarlo non sono del tutto nuovi. Il finale poi risulta inaspettato ma troppo gratuitamente sensazionalista e non del tutto cogruente col resto della storia. Tra pro e contro si arriva ad un risultato non male, approssimato un po' per difetto.

Puppigallo 16/12/12 09:55 - 5275 commenti

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L'atmosfera è decisamente pesante; e il ritmo, volutamente blando, dovuto al fatto che il tutto si svolge in gran parte nella casa degli orrori, contribuisce ad accentuare la sensazione di oppressione, di disgusto. I protagonisti sono all'altezza (il doppiaggio meno) e la logica contorta e malata del serial killer fa sì che il suo schiavo-apprendista venga precipitato nello stesso gorgo di follia omicida, nonostante lo psicopatico tenti di rimediare, (a modo suo...), memore di ciò che aveva passato da giovane. E' questa la svolta più interessante. Peccato per il finale troppo forzato.
MEMORABILE: Le regole per il quieto psychovivere; "Dove credi di andare, coniglio...sei così maledettamente prevedibile e imbarazzante!"; Coltellata di copertura.

Didda23 20/12/12 21:07 - 2426 commenti

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A primo impatto colpisce la scelta registica di non mostrare la violenza, nonostante quest'ultima invada totalmente la sceneggiatura; la Lynch reinterpreta infatti il genere dandogli un tocco originale e per nulla scontato. Incredibile e lodevole il tratteggio delle psicologie dei personaggi, declinate attraverso l'utilizzo consapevole di condizioni mentali studiate ed analizzate dalla letteratura psicologica. Malsano e sporchissimo Vincent D'Onofrio. Notevole.

Cloack 77 22/12/12 08:54 - 547 commenti

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Si potrebbe presupporre una buona sceneggiatura claustrofobica, malata al punto giusto, crudele e spietata, senza pietismi o vittimismi, con un cuore da rendere esclusivamente al dolore. Tra alti e bassi, zoppicando, il film sfiora queste qualità, a tratti diviene noioso ma necessario, data l'unità di luogo; purtroppo non affonda al momento giusto. "L'offerta" rifiutata, del carnefice alla vittima, indebolisce il tessuto della storia, smorza i toni e conduce lentamente verso un finale pessimo.

Lucius 24/12/12 13:24 - 3015 commenti

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Nonostante il plot manchi di originalità, la Lynch conquista un nuovo importante tassello nel suo curriculum cinematografico con una pellicola degna di nota compenetrata di degrado e in odore di morte. La tensione in crescendo e il sangue versato sono al pari di cellule di un tumore maligno dal quale sarà possibile liberarsi solo dopo la morte. Il finale contiene un messaggio contraddittorio ma autentico. Non tutte le storie finiscono con un happy end. La chiave per aprire quella porta la conosci, se vuoi uscire devi usarla.

Deepred89 26/12/12 14:18 - 3706 commenti

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Claustrofobico e opprimente ma allo stesso tempo di una lentezza sfiancante e senza sviluppi degni di nota. Poi nell'ultima parte le cose iniziano a farsi più interessanti e lo spettatore tenace verrà premiato con un finale sorprendente e nerissimo in grado di riscattare completamente l'intera pellicola. Per il resto confezione buona, nessun eccesso gratuito e due protagonisti (di cui in Vincent D'Onofrio viscidissimo) perfettamente in parte. Ci si annoia abbastanza, ma vale assolutamente la pena di resistere.
MEMORABILE: L'incipit e soprattutto gli splendidi 5 minuti finali.

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Pumpkh75 25/01/13 20:09 - 1749 commenti

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Ottima la scelta della Lynch: ha un grandissimo Vincent d’Onofrio tra le mani e un ectoplasmatico Eamon Farren come degna spalla nonché una buona idea con cui mettere in scena una dura serie di violenze psicologiche e fisiche, quindi il risultato è positivo nonostante i non rari momenti di stasi. Manca però la zampata decisiva, la marcia in più, per renderlo un prodotto da ricordare. Twist finale necessario ma non completamente a fuoco.

Luchi78 17/12/13 18:01 - 1521 commenti

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Rappresentazione della violenza psicologica che si palesa poi in quella fisica, anche se la regista fa una scelta altrettanto estrema non concedendo nulla alla morbosa curiosità dello spettatore. Eppure non sono d'accordo con queste occultazioni forzate, come se fosse un crimine far vedere una scena di violenza in un film che racconta le vicissitudini di un serial killer... sarà questo lo spunto mancante al lavoro della Lynch? Io penso proprio di sì. Peccato perché le interpretazioni dei due protagonisti valgono molto di più.

Bisturi 20/01/14 12:11 - 9 commenti

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Pellicola non del tutto riuscita. La Lynch vorrebbe creare un'atmosfera sudicia, rozza e malsana ma il suo intento riesce a metà. In alcuni frangenti sembrerebbe avere le carte in regola per essere un film epico, magistrale, violento e sadico, ma poi, peccando un po' di presunzione, a mio parere si autocelebra troppo, compiacendosi, volendo ergersi a tutti i costi a cult movie. Troppo confusionario in alcuni frangenti e alcuni aspetti principali potevano essere sviluppati meglio. Occasione persa.

Buiomega71 7/04/14 00:36 - 2910 commenti

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Kammerspiel sudicio e zozzo, grondante sangue e olezzante morte, che assume - a tratti - i lineamenti grotteschi di una sitcom dell'orrore. La Lynch si dimostra figlia di cotanto padre (non mancano le frecciatine al cinema visionario di papà), destabilizza e, a volte, picchia duro (i terrifici flash con incesto forzato madre/figlio), entrando nella vita quotidiana di un serial killer, raggiungendo vette alla Henry pioggia di sangue. Malsano, ma anche pervaso da una "educazione genitoriale nell'uccidere" che lascia il segno. Raggelante il twist finale. Necroforo.
MEMORABILE: Tutta la parte, nella fetida stanzina, con Angie; La prostituta ubriaca che vuole fare pipì; "HELP" scritto sulla portiera del taxi; L'angoscioso incipt.

Giùan 10/06/14 11:02 - 4559 commenti

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Sicuramente ben tenuto dal punto di vista registico: per la sincopata scansione ritmica del racconto, nella discreta cura della parte tecnica, per l'eccellente resa del rapporto antimaieutico e anzi mostruosamente sofistico tra l'Orco (un D'Onofrio dal corpo onnivoro e dalla parola disossata) e il bambino (l'imberbe coniglietto Farren). Laddove la Lynch invece sbraca e inciampa è in quel succedaneo voler tirar le fila finali, in totale antitesi con le premesse clinico-fiabesco-pedagogiche del film. Resta un inquietante aggiornamento horror gotico.

Undying 17/01/17 21:05 - 3807 commenti

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È semplicistico, lo so, ma l'essere figli d'arte aiuta, eccome. Non si spiega diversamente come Chained possa essere altrimenti stato realizzato. Il plot è semplicistico, un concentrato di banalità che dovrebbero sconcertare (serial killer misogino, generato da un padre violento, sequestra un fanciullo e lo riduce in schiavitù prima di avviarlo sulla strada del delitto) mentre invece generano solo tristezza e compatimento accentuato da un finale buonista e ruffiano. Un po' di violenza a buon mercato, con finale consolatorio e prevedibilissimo...

Jdelarge 12/07/17 00:52 - 1000 commenti

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Film che mette in scena in maniera cruda e violenta un rapporto padre-figlio che potrebbe rappresentare, nella sua follia, un ritratto più generale del "micro nucleo famiglia" con il padre che punisce, spingendo quasi il figlio a disobbedire e creando una sorta di circolo vizioso capace di tramandare i vizi da famiglia a famiglia. L'idea, seppur abbastanza scontata, c'è, ma il film viene rovinato da un finale pessimo e da un andamento generale piuttosto anonimo e ripetitivo.

Fedeerra 15/01/18 05:56 - 770 commenti

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La Lynch usa bene la telecamera, la fa assomigliare a un serpente strisciante e minaccioso in costante ricerca della sua preda. Quello che però manca in questo film è un vero aggancio emotivo fra i personaggi, che sembrano un po' buttati lì a caso e costretti in dialoghi troncati e, talvolta, inascoltabili. Si salvano comunque le sporche scene di gore e la solitaria location americana. Buono il finale.

Taxius 7/05/19 12:09 - 1656 commenti

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Taxista serial killer uccide una donna e rapisce il figlio per crescerlo a sua immagine e somiglianza. Il film, ambientato quasi totalmente nella casa carcere del killer, gira intorno al rapporto malato che viene a crearsi tra questi due individui. Di horror c'è ben poco, trattasi infatti più di un thriller psicologico, cupo e malato. Punto forte del film è sicuramente la caratterizzazione psicologica dei due protagonisti e in particolare modo quella del personaggio di D'Onofrio. Ciliegina sulla torta è il cattivissimo finale. Notevole!

Kinodrop 18/12/19 17:21 - 2950 commenti

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Turbe psicotiche si trasferiscono generazionalmente, con annessi impulsi di violenza e di morte che qui insistono su un ragazzino rapito e segregato in una villetta lontana da tutto. Una trattazione lynchiana non solo dal punto di vista estetico, ma anche da quello della psicologia maniacale e caratteriale dei protagonisti, che agiscono in un clima teatrale dai lunghi colloqui e dalle lunghe attese in un'atmosfera che nasconde l'orrore e lo fa più intenso. Una certa dose di prevedibilità ne rallenta la presa, cui fa da contrasto un finale fulmineo.
MEMORABILE: La "scelta" della vittima come dono per i 18 anni; Help; La segregazione in catene.

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Rebis 22/05/21 00:25 - 2337 commenti

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Gli anni sono passati, ma le ossessioni sono sempre le stesse: prima una donna nella scatola, ora un ragazzino in catene, entrambi nelle mani di uno psicopatico legittimato da un trauma fondativo precotto. Una palla micidiale che spinge a rivalutare il delirante esordio, con un finale da soap opera di Canale 5 che fa cascare le braccia. D'Onofrio riempie lo spazio come il trumeau della nonna e Farren deambula con una sola espressione in volto - essí che ne vede di cose in due stanze!

Alex75 3/11/23 14:20 - 880 commenti

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Attraverso la claustrofobica, squallida e apparentemente senza uscita “educazione sentimentale” di un ragazzo segregato da un tassista orco, la Lynch mette in scena gli orrori di una famiglia disfunzionale dandone una visione indubbiamente personale, per quanto non del tutto plausibile, come appare chiaramente nell’ardito ma eccepibile twist finale con cui l’autrice rimescola le carte e le idee dello spettatore. Dominus indiscusso della scena è l’obeso e trasandato D’Onofrio, che bene incarna l’incubo, suscitando disgusto anche nei momenti di fragilità del suo personaggio.
MEMORABILE: L’annuario scolastico proposto come “catalogo”; L’incontro con Angie; La scritta “help” vergata sul taxi; Gli ultimi minuti.
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  • Homevideo Buiomega71 • 29/10/12 10:21
    Consigliere - 25998 interventi
    Con sorpresa esce da noi il dvd per Koch Media il 06/12/2012

    http://areafilm.virtual-shops.it/articolo.aspx?width=120&codice=VD0000086206U
  • Discussione Didda23 • 20/12/12 21:13
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Visto e piaciuto molto.

    Volevo chiedervi una cosa. Per voi come mai viene chiamato coniglio il bambino/ragazzo segregato?
    Ad istinto potrebbe essere una citazione (la serie Rabbits curata dal padre David).
    Voi che ne dite?
  • Discussione Cotola • 22/12/12 20:34
    Consigliere avanzato - 3844 interventi
    Potrebbe darsi Didda, non saprei. Magari è un
    semplice nomignolo dispregiativo, chissà.

    Per ciò che riguarda il film, il finale mi è sembrato gratuitamente sensazionalistico e ciò ha fatto abbassare il mio giudizio, Ma credo si
    tratti comunque di un buon lavoro, fatto bene.
    L'ho scritto anche nel giudizio: tre palle le vale anche se io ho valutato per difetto dandone
    mezza in meno.
  • Discussione Daniela • 23/12/12 09:07
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Voi che ne dite?

    Ipotesi suggestiva, ma anch'io come Cotola credo si tratti più che altro di un nomignolo dispregiativo, che forse ha nei paesi anglosassoni una connotazione diversa da quella che ha da noi: "rabbit" come persona di poca qualità, non necessariamente come vigliacco. Almeno questa è la connotazione che gli dà John Upkide nel suo romanzo più famoso " Rabbit, Run", da noi "Corri, coniglio"
  • Discussione Lucius • 24/12/12 13:37
    Scrivano - 9051 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Visto e piaciuto molto.

    Volevo chiedervi una cosa. Per voi come mai viene chiamato coniglio il bambino/ragazzo segregato?
    Ad istinto potrebbe essere una citazione (la serie Rabbits curata dal padre David).
    Voi che ne dite?


    Veramente un bel film.Rabbit era anche per la sua condizione di segregato, come in una tana.
  • Discussione Didda23 • 24/12/12 18:39
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Grazie per le vostre delucidazioni...
  • Discussione Buiomega71 • 7/04/14 10:21
    Consigliere - 25998 interventi
    Kammerspiel sudicio e zozzo, grondante sangue e olezzante morte, che assume - a tratti - i lineamenti grotteschi di una sitcom dell'orrore. La Lynch si dimostra figlia di cotanto padre (non mancano le frecciatine al cinema visionario di papà: i neon, i giardinetti con villette dove sotto "cova il marcio", l'urlo muto di "Coniglio", i flash incubotici, il tugurio del serial killer con televisore-quasi- sempre acceso), destabilizza e, a volte, picchia duro (i terrifici flash con incesto forzato madre/figlio, sotto le direttive di un padre perverso e sadico), entrando nella vita quotidiana di un serial killer, raggiungendo vette feroci e disturbanti alla Henry pioggia di sangue. Malsano, ma anche pervaso da una "educazione genitoriale nell'uccidere", dove le vittime sono viste con distacco, quasi come se fossero dei pezzi di carne da fare a pezzi, per poi seppelirle nello scantinato

    Straordinario, visivamente e per angoscia, tutto l'incipt iniziale con Julia Ormond e suo figlio , da quando escono di casa, fino al rapimento del "taxi driver" collezionista di corpi (un Vincent D'Onofrio sudicio e "cannibalico", che definire immenso e poco)

    Poi la "convivenza" forzata tra il serial killer e il "giovane apprendista" (suo malgrado) nella fetida casa degli orrori, dagli studi di anatomia (l'ossessione lynchiana per il corpo umano, buon sangue non mente), al trapasso generazionale dell'arte nell'uccidere (con un rito di "iniziazione sessuale" che mette i brividi)

    La Lynch non molla mai la tensione, nemmeno nei momenti "morti", con una suspence costante che entra sottopelle

    E se esce dalla casa, lo fa con flash terribili, scorrazzate notturne alla Ted Bundy e scorci di vita quotidiana del tassista di D'Onofrio (da antologia quando carica a bordo un padre despota e suo figlio, che le rammentano dolorosi ricordi)

    Evita il gran guignol (anche se le gole squarciate delle vittime zampillano sangue quasi fulciano), mostrando la vittima ora preda in tentate fughe (la ragazza mezza nuda e tagliuzzata che cerca l'uscita della casa), o "portate" a casa (la prostituta ubriaca che cerca il bagno per fare pipì) e dispensa un atmosfera lurida e malsana che entra nella pelle, con corpi femminili villipesi e martoriati

    Il pre finale può sembrare "convenzionale" (ma la tensione va a mille), e il twist finale arriva come una doccia fredda , con chiusa (sui titoli di coda senza musiche, ma con i rumori di fondo del protagonista) inquietante

    SPOILER


    Insomma, la famiglia e sempre la famiglia, come diceva Jim Siedow in "Non Aprite quella porta 2"

    FINE SPOILER

    Momenti che rimangono nella memoria: Tutta la parte, nella fetida stanzina, con la giovane Angie-che ha pure le piante dei piedi sporche-; "HELP" scritto sulla portiera del taxi; Il gioco con le carte d'identità delle vittime, come se fosse una partita a briscola; la prima tentata fuga di "Coniglio" sul tetto della casa del serial killer sperduta nel nulla; gli incubi di D'Onofrio; il rapporto distorto padre e figlio

    Che Jennifer (nel film appare anche in un ruolo cameo, e la cuoca che cucina in tv , mentre D'Onofrio fà zapping in tv) fosse una autrice straordinaria lo aveva già confermato già nella sua opera prima (Boxing Helena rimane per me un cult novantiano assoluto, e anche qui qualcosa da "inscatolare" c'è-soprattutto nel finale me lo ha fatto venire in mente), ma qui rinasce di una maturità e di una visceralità che lasciano il segno, (ri)confermandosi autrice di razza e personalissima

    Cinema raggelante e intinto nel fetido, quasi necroforo e con quel sentore marciscente da "crime movie" che fà sembrare i Saw giochetti per bambini, e porta in superficie reminiscenze di Maniac e Henry

    Forse il "crime movie" più intenso degli ultimi anni
    Ultima modifica: 7/04/14 10:35 da Buiomega71
  • Discussione Daniela • 7/04/14 10:29
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Buio, hai visto il precedente Surveillance?
    considerato che non solo ti è piaciuto molto questo (cosa che condivido) ma pure il film d'esordio della regista (e qui le nostre strade divergono), mica puoi "saltare" quello di mezzo ;o)
  • Discussione Didda23 • 7/04/14 10:36
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    In questo caso non avevo dubbio che ti piacesse. E' proprio quel cinema "zozzo e malsano" che ti fa impazzire.
    Puro cinema di regia (e sceneggiatura), anche se D'Onofrio non si dimentica facilmente...
  • Discussione Buiomega71 • 7/04/14 10:39
    Consigliere - 25998 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Buio, hai visto il precedente Surveillance?
    considerato che non solo ti è piaciuto molto questo (cosa che condivido) ma pure il film d'esordio della regista (e qui le nostre strade divergono), mica puoi "saltare" quello di mezzo ;o)


    Di Surveillance ho il dvd (come di Chained), infatti ero indeciso quale dei due vedermi, ho scelto Chained (a volte avere troppi film comporta scelte dolorose)

    Ma lo vedrò sicuramente, anche se mi manca Hisss (ma da noi nisba, pare)

    Sì, bellissimo Chained, forse uno dei "crime movie" più tosti degli ultimi anni

    Mentre amo alla follia Boxing Helena (infatti, Jennifer, non mi ha stupito come narratrice di razza, perchè già mi aveva stupido con il suo magnifico esordio)

    Ah, concordo con Didda: "Coniglio" e "Bob" omaggi a papà David ;)
    Ultima modifica: 7/04/14 10:46 da Buiomega71