Killer Joe - Film (2011)

Killer Joe
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Killer Joe
Anno: 2011
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dall'opera teatrale omonima di Tracy Letts, che cura pure l'adattamento cinematografico.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Che il film sia tratto da un testo teatrale lo si intuisce (l'autore è il premio Pulitzer Tracy Letts, quello di BUG, per rimanere in ambito Friedkin), ma è altrettanto evidente che la mano del regista si sente eccome. Rielaborando stili diversi (dal solito Tarantino ai migliori Coen) ma facendoli propri e piegandoli a quella classicità che ha sempre saputo rendere con naturalezza senza indulgere in troppi fronzoli, Friedkin dà vita a un dramma bieco e disperato, che rigurgita sangue e violenza ma secondariamente pure amore e tenerezza (tutta concentrata nel bel personaggio lunare interpretato da Juno Temple). Alla base l'idea...Leggi tutto di un omicidio per intascare il premio dell'assicurazione, 50.000 dollari. La vittima una donna fuori campo senza un'anima disposta a desiderarla viva; organizzatori del piano l'ex marito (Thomas Haden Church) assieme alla nuova compagna (Gina Gershon) e al figlio (Emile Hirsch) in una micidiale ipotesi di killeraggio interfamiliare. Naturalmente il coraggio e l'esperienza per commettere l'omicidio non li ha nessuno, così ecco subentrare il sicario di turno (Matthew McConaughey), che per 25.000 dollari s'incarica di far fuori la vecchia. Per quanto complesso, comunque, non è l'intreccio il punto di forza del film, che trae invece linfa dalla regia ispirata di un Friedkin capace di sfruttare in pieno l'estro di un cast assemblato al meglio. Il celebrato McConaughey sconta un po' il tratteggio figlio del suo tempo: il suo killer è freddo e cinico come ci si aspetta, poche parole e l'aria superiore di chi non puoi spostare di un centimetro dal piedistallo su cui si pone. Performance di alta qualità, senza dubbio, ma è Haden Church a stupire per le sfaccettature del suo padre scapestrato vittima degli eventi: nella sua subodirnazione malcelata ad ogni ordine è conscio di un'inferiorità intellettiva che lo porta a un'incapacità di reazione sublimemente tragica, mina vagante di un cast comunque perfetto; a cominciare dalla giovanissima Juno Temple, certo: imprevedibile nelle sue mosse stupisce e ammalia, quasi mai dimostrando un briciolo d'indipendenza. Pur con qualche lungaggine ed esasperazione eccessiva (nell'incontro a due tra la Temple e McConaughey, nella fellatio via coscia di pollo), Friedkin infila sequenze efficacissime ed estremamente godibili, dialoghi sensazionali e soprattutto un lungo rendez-vous finale (con sorprese multiple) che è il trionfo del kammerspiel più tragico, in cui la tensione sale minuto dopo minuto, esplode in improvvise e devastanti sequenze di violenza per riprendere da zero seguendo uno spartito orchestrato da un mago capace, a 76 anni, di dare lezioni di stile e modernità ai troppi figli illegittimi di Tarantino. Sta a vedere che l'America è un paese per vecchi...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/10/12 DAL BENEMERITO DIDDA23 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 15/10/12
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Didda23 11/10/12 17:10 - 2424 commenti

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Difficile disquisire della perfezione assoluta, perchè è perfetta la regia di Friedkin che ci regala scene indimenticabili che sono veri e propri pugni ferocissimi nello stomaco; è perfetta la sceneggiatura, che offre dialoghi che trasudano disperazione da tutti i pori; è perfetta l'interpretazione di tutto il cast, soprattutto di McConaughey che spazza via tutti i dubbi che si potevano avere circa le sua capacità per un ruolo simile. Violenza, situazioni psicologiamente erotiche e un finale calibrato con dovizia rendono il film un capolavoro.
MEMORABILE: L'umiliazione subita dalla Gershon; Il pestaggio di Hirsch, il personaggio interpretato da Juno Temple; Gli ultimi 15 minuti.

Kazanian 13/10/12 12:21 - 48 commenti

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Ennesimo capolavoro del Maestro William Friedkin, che torna con un film altamente appassionante dalla prima all'ultima sequenza. Grandi tutti i protagonisti, perfetti i dialoghi, le inquadrature, i movimenti. Una perfetta combinazione degli elementi ne fanno davvero un'opera indimenticabile.

Gio1979 15/10/12 10:10 - 8 commenti

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Dopo 5 anni finalmente Friedkin torna sul grande schermo e lo fa alla sua maniera. L'atmosfera e qualche personaggio ricordano molto Non è un paese per vecchi dei Coen, alcuni momenti nonsense e il sottofondo musicale sono di Lynchiana memoria. La storia purtroppo sa di già visto, ma il regista non ha perso il suo tocco e in alcune scene (la coscia di pollo) questo si nota alla grande. Ottime le prove degli attori, fra cui spiccano Juno Temple per sensualità e Thomas Haden Church per stupidità.
MEMORABILE: Le espressioni di Thomas Haden Church.

Mickes2 19/10/12 18:05 - 1670 commenti

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Quel sottilissimo confine tra Bene e Male, fulgidamente rappresentato nei capolavorici Vivere e morire a L.A. e Il braccio violento della legge viene ripreso, tirato a lucido e ammantato di un’estetica e un tratteggio della miseria e della nefandezza (intese come contesto e character) da rimanere spiazzati e ammirati. Durissimo e pessimista affresco di una società spogliata da ogni valore; l’America è un paese per farabutti senza scrupoli; il Dio denaro che sovrasta tutto e tutti giungendo alla tragedia sublimata da un kammerspiel senza respiro.
MEMORABILE: Il rapporto sessuale tra Joe e Dottie, compresi i preliminari voyeuristici; Sesso orale anticonformista...; Il finale.

Gestarsh99 17/10/12 23:51 - 1395 commenti

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Trapassando come uno spettro la pulp-mitologia tarantiniana e le epopeiche nequizie familiari partorite da Rob Zombie, il redivivo Friedkin torna più corroborato che mai agli antichi fasti oltraggiosi con un noir tragicomicamente innervato di quel "sano" indeterminismo scombinante già deificato ab illo tempore dai Coen. Si respira a pieni polmoni aria nostalgica d'anni '90 e non ci sono caratteri cesellati a tutto tondo, ma facce incerte e smerigliate che epifanizzano le loro essenze grottesche solo ai palmi nocchiuti di un destino cinico e baro, disattendendo in un sogghigno beato tutto il sacro e il profano di mezzo.
MEMORABILE: Killer Joe che obbliga la fedifraga donna di casa a praticare un blowjob a un coscia di pollo fritto (!); "Di chi è questo caxxo?"; "Un bambino..."

Puppigallo 18/10/12 15:58 - 5250 commenti

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Se metti in mano a due omuncoli un killer psicotico, cosa ottieni? Ovviamente, un disastro. E se in mezzo agli omuncoli c'è anche una ragazza traumatizzata, tendente alla paranoia schizoide, il disastro si tramuterà in un cataclisma che travolgerà tutto e tutti. Gli attori sono piuttosto convincenti (l'unico torto di Hirsch è quello di assomigliare a Jack Black magro. Risulta quindi difficile prenderlo sul serio); e la pellicola funziona, nonostante i personaggi sfiorino la caricatura e, ogni tanto, si avverta un certo compiacimento nei dialoghi, di artificioso sentore. Nel complesso, riuscito
MEMORABILE: La moglie, dall'avvocato, tira un filo della giacca del marito (eccezionale nella sua passività), scucendogli la manica; L'interrogatorio di lei.

Rebis 20/10/12 14:27 - 2331 commenti

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Tarantinato? Come se l'autore de Il braccio violento della legge, Cruising e Vivere e morire a Los Angeles avesse bisogno di tarantinare per approcciare il noir. Lui che il genere lo ha rigenerato dalle fondamenta, che ne ha dettato le direttive (post)moderne. Tarantino è semmai nella pièce di Tracy Letts (lo stesso di Bug, proficua collaborazione) adattata da Friedkin con un senso del ritmo, dello spazio, dei corpi e una musicalità magistrali. McConaughey è la rivelazione dell'anno. Da vedere in double-bill con Carnage, per fare luce su che branco di lupi famelici siamo.

Coyote 22/10/12 17:10 - 185 commenti

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Friedkin centra in pieno l'obiettivo di dare una descrizione del Texas sospeso tra provincialismo ottuso, cinismo e disagio. Insomma, non proprio il ritratto dell'allegria, ma non mancano gli spunti comici, che si bilanciano molto bene al clima generale di pathos da moderno western noir. Inevitabilmente il pensiero corre ai fratelli Coen (per ambientazioni e personaggi) e a Tarantino (per alcuni dialoghi e situazioni e per la riuscita alternanza tra tensione e alleggerimento): proprio bello.

Daniela 23/10/12 11:34 - 12606 commenti

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Padre e figlio, entrambi dal basso Q.I., ingaggiano un poliziotto killer per far fuori la rispettiva ex moglie e madre al fine di riscuoterne l'assicurazione sulla vita. Prevedibilmente, va tutto storto. Molto meno prevedibile, il "come" va storto... Commedia nera fitta di dialoghi interrotti da scoppi di violenza, che intriga e spiazza fino al sanguinoso finale "sospeso". Nel cast, tutto eccellente, spiccano gli straniti Church e Temple, ma la sorpresa è McConaughey che, nel ruolo più bastardo della carriera, si rivela essere un attore con le contro-cosce di pollo. Goduriosissimo.
MEMORABILE: Il filo tirato e l'espressione di Church; La polfellatio, difficile da scordare anche volendo; La preghiera che precede l'ultima cena

Deepred89 24/10/12 11:35 - 3701 commenti

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Tra classico (soggetto da noir hollywoodiano vecchio stile) e moderno (gli eccessi, l'erotismo, le atmosfere alla Coen), un noir secco e coinvolgente, ironico nel suo totale nichilismo, efficace sia nell'intreccio principale (veloce, intrigante, con qualche colpo di scena non disprezzabile) che negli aspetti "latenti" (l'accenno incestuoso), il tutto arricchito da un cast perfettamente in parte e dialoghi notevoli. Alcuni affondi grotteschi (il pollo, il finale) attentano un po' alla credibilità del tutto, ma il film regge comunque. Buono.
MEMORABILE: Il lungo dialogo che introduce il colpo di scena delle foto.

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Cotola 23/10/12 22:46 - 8998 commenti

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C'è del marcio in famiglia. Noir comico-grottesco o commedia noirissima: poco importa. Friedkin dirige con rara maestria un film in cui ogni inquadratura è studiata a fondo e tante sono le scene che non si dimenticano così come i personaggi. Il crescendo di tensione raggiunge i massimi livelli nell'ultima parte. Piccoli nei: una storia non certo originale e non del tutto imprevedibile e un po' di autocompiacimento nel mostrare la violenza. Piccole gocce in un mare di bellezza e ferocia senza pari. Chiaro il sottotesto (per nulla stupido) che lo eleva da un "semplice" film di genere. Bellissimo

Xamini 31/10/12 17:08 - 1244 commenti

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Grottesco sin dalla patonsa (per dirla alla Benigni) che si presenta a ricevere l'ex esule nelle terre selvagge Hirsch, questo dramma nero sopra le righe di Friedkin offre solo qualche piccolo cenno all'ironia che apprezziamo, per esempio, nei Coen. Vicenda, (banale) riflessione di fondo e costruzione funzionano bene; le sfaccettature dei personaggi sono al loro posto e forse l'unica vera critica che mi sento di muovere è la lungaggine di un paio di scene. Che, assieme alla "colpa" di un'ironia solo appena accennata, contribuisce a renderlo più pesante del dovuto.
MEMORABILE: L'episodio del filo sulla giacca, naturalmente

Greymouser 5/11/12 20:32 - 1458 commenti

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Friedkin è come la cucina della mamma:una certezza; non ha avuto gli alti e bassi di molti cineasti di fama; i suoi standard sono sempre elevati, i suoi film sempre sorprendenti e spiazzanti. Fra tragedia e grandguignol, si assiste qui ad una vicenda che impatta con ferocissime vette di violenza fisica e psicologica, nella devastazione di un vuoto pneumatico dei sentimenti, una bieca e disperata anaffettività riscattata solo in parte dalla tenera Dottie, contrappasso e nemesi finale che si eleva pura sulla turpitudine. Applausi per tutti.

Rullo 11/11/12 00:03 - 388 commenti

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Un grottesco film di influenze puramente Coeniane, dai personaggi allo sviluppo della trama nelle sue molteplici sfaccettature. Sceneggiato minuziosamente ed interpretato con grande carattere (McConaughey a quanto pare è anche capace di recitare e pure bene) da un cast davvero in forma. Le scene memorabili sono diverse e il merito va a un'ottima fotografia e a regia di gran mestiere. Davvero una piacevole sorpresa, da godere nei suoi vari dialetti texani in lingua originale.

Giùan 21/11/12 21:45 - 4528 commenti

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Dopo il parossismo vertiginoso di Bug, la collaborazione tra Tracy Letts e Friedkin fa un passo avanti sia nel baratro etico-culturale della contemporaneità americana sia dal punto di vista della resa cinematografica. Qui infatti il puntuale impianto teatrale non si chiude su se stesso, aprendosi invece su una realtà il cui degrado è tanto estremo e sincero da assimilar i personaggi a caratteri da cartoon, i cui contorni splatter sembran rimodellati su un archetipico e paradossale stato di natura. Cast che calibra mirabilmente carisma e naivetè.
MEMORABILE: Juno Temple che vuol veder come va a finire il cartone; Killer Joe che spacca il televisore su cui Haden Church fissa lo sguardo; La fellatio gallinacea.

Jandileida 5/12/12 14:45 - 1558 commenti

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Friedkin, lo si sa, è una vecchia volpe e anche stavolta colpisce nel segno: teso, cupo, grottesco, cattivo nell'affrescare una società allo sbando dove il più normale (il più puro) della compagnia è uno scemo come un tombino di ghisa (Haden Church è perfetto: scarso come pochi non fa fatica). Certo, qualche momento in cui il ritmo viene meno c'è e l'impostazione teatrale inficia la dinamicità della messa in scena, ma i cambi di direzione della storia, per quanto non eccezionali, mantengono viva l'attenzione. E faccio outing: io adoro, da sempre, McConaughey.

Saintgifts 11/12/12 23:53 - 4098 commenti

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Tutti i personaggi di questa truce storia sono perfetti stereotipi di ciò che rappresentano e si presentano, all'inizio, nel modo più prevedibile e scontato, quasi delle caricature "serie" di una umanità che, chi conosce un po' certo cinema statunitense, ha già visto molte volte. La vicenda poi si dipana con colpi di scena che danno un certo ritmo e aumentano l'interesse, ma ciò che poi più sorprende è la trasformazione dei personaggi, i quali finiscono per essere protagonisti assoluti e fanno dimenticare una storia servita solo a tale scopo.

Paulaster 28/01/13 09:44 - 4375 commenti

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Il girato viaggia su livelli alterni: ambientazione e attenzione a certi dettagli scenici denotano una buona mano di Friedkin, però alcuni tasselli vengono male esposti, come il pensare che la ragazzina abbia solo 12 anni oppure che faccia ragionamenti troppo evoluti (vedi sposalizio). Anche il finale ne rimane vittima. McConaughey è ispirato e Hirsch lascia trasparire convinzione e la loro recitazione lima le forzature delle varie violenze.

Cloack 77 20/02/13 18:13 - 547 commenti

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Killer Joe si esplicita a meraviglia nell'apparizione del protagonista, in una manica di giacca che si sfila nel momento meno opportuno, in un cane che preannuncia sventura, in un "arto" di pollo che diviene strumento di tortura. Perfido in ogni frammento, McConaughey nel ruolo della vita, una regia in stato di grazia.

Hackett 16/04/13 20:45 - 1865 commenti

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Il maestro Friedkin torna in coppia con il talentuoso Tracy Letts (di Bug) e confeziona un altro piccolo gioiello. Favola e tragedia, rivoluzione della famiglia americana ora covo di meschinità e frustrazioni. La macchina da presa indugia sulle bassezze umane e narra di personaggi squallidi, senza futuro. Unico raggio di sole la giovane protagonista, presenza eterea e unica innocente, novella Cenerentola incantata da un principe azzurro (parole del regista) difettoso.

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Galbo 4/06/13 15:38 - 12372 commenti

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Un regista "vecchio" solo anagraficamente: William Friedkin, quasi ottantenne sforna uno dei suoi film più riusciti, nonché una tra le migliori pellicole d'autore degli ultimi anni. Un profondo ed incisivo ritratto di una famiglia malata, metafora del decadimento della società occidentale. Tutti a loro modo mostruosi, i personaggi si muovono in un contesto di depravazione che non conosce limiti e che il regista illustra con la precisione di un chirurgo. Tutti bravi gli attori ma per Matthew McConaughey il ruolo della vita. Da non perdere.

Babbaiu 6/09/13 10:00 - 29 commenti

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Non mi è piaciuto. Dimenticato dopo un mese che l'ho visto, il film, a mio parere, nel tenere un registro incerto tra realtà ed eccesso diventa semplicemente grottesco, senza essere quel grottesco "simpatico" alla Tarantino. Comunque bravi gli interpreti. Sopravvalutato.

Piero68 9/09/13 12:09 - 2955 commenti

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Quando Friedkin si mette a fare Friedkin ce n'è davvero per pochi (compresi i vari Coen o Tarantino). Iperbolico e violento oltremisura - senza contare delle vere e proprie scene da film hard - il regista sceglie un cast assolutamente funzionale ai personaggi e caratterizza alla perfezione tutti i partecipanti alla giostra. Ma la violenza di Friedkin non si limita soltanto al fatto fisico, ma molto più sottilmente è soprattutto di tipo mentale. Finale assolutamente fuori dai canoni e ottima prova di tutti. Cinema raro, per questi tempi.
MEMORABILE: Il rapporto orale con il cosciotto di pollo; Il finale; Il discorso del boss a Chris prima del pestaggio; La manica della giacca dall'avvocato!

Nando 21/09/13 01:08 - 3806 commenti

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Una degradata famiglia di Dallas e un detective killer. Una narrazione torbida e a tratti lucidamente agghiacciante che si avvale di dialoghi ben costruiti e situazioni infarcite di belluina quanto decisa violenza. Il clima malsano è tratteggiato ottimamente e il cast appare appropriato, con McConaughey splendido psicotico luciferino.

Homesick 21/12/13 16:45 - 5737 commenti

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Ripulito di tutto il sangue e la violenza fastidiosamente compiaciuti, estrinseca la sua natura di dramma teatrale attraverso il gioco al massacro a porte chiuse (con excipit aperto) di una famiglia in putrefazione. I personaggi sono ad un passo dalla caricatura, ma il vecchio Friedkin li disegna con tratto marcato e gli attori li colorano della vividezza richiesta senza mai smorzarne i toni: il laido e psicopatico McConaughey, l’insicura e periclitante Tempe, la sordida Gershon e i piccoli uomini Hirsch e Haden Church. Da antologia del disgusto cinematografico la scena della coscia di pollo.
MEMORABILE: Lo scontro finale, prima a parole, poi con i fatti.

Capannelle 15/02/14 12:22 - 4394 commenti

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Molto bravo McConaughey e sicuramente in tono gli altri, ma Friedkin aveva fatto di meglio in Bug. Sta a metà tra i Coen e il Cronenberg della Promessa ma è discontinuo: non raggiunge l'eleganza di racconto dei Coen e qualcosa a livello di sex & violence appare esagerato, messo lì per fare sensazione. Da ricordare la cenetta romantica, la giacca (e le espressioni) del padre, i discorsi che precedono le punizioni di Hirsch e della Gershon.

Redeyes 10/02/14 07:35 - 2442 commenti

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In un' atmosfera quasi lansdaliana con un sudicio Texas di falliti si snoda questa storia di cialtroni. Lo spunto appare una traferta a Dallas del Macy venditore (Fargo) e lo sviluppo su di un Penn tennista (U-turn); a questo aggiungiamo un eccellente schizzato Joe. Divertente black comedy che strappa risate e mostra un Friedkin ancora in gran forma. Alcuni momenti sono un po' fini a se stessi, forse, ma contribuiscono a rendere quel disagio esistenziale di un'intera comunità. Apprezzabilissimo il finale teatrale.
MEMORABILE: L'ottimo Haden Church; La faccia di Killer Joe alla battuta finale di Dottie.

Pumpkh75 11/03/14 19:01 - 1736 commenti

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E’ come sedersi a teatro, placidi, ed essere invece investiti da una tormenta criminale, spietata e contemporaneamente spassosa, dove Friedkin spadroneggia con un intreccio grottesco e nichilista che non lascia prigionieri. Strepitosa la prova di tutto il cast, dove si fa fatica a trovare il migliore e di pari livello l’amalgama creatasi tra di loro. Da vedere con il pallottoliere accanto per contare le numerose sequenze che rimangono scolpite: mangerò più una coscia di pollo senza vedermi Gina Gershon davanti?

Enzus79 6/12/14 10:19 - 2864 commenti

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Bellissimo noir con sfumature pulp. William Friedkin dirige uno dei suoi film migliori, davvero di alto livello. La storia col passare dei minuti diventa sempre più interessante e coinvolgente, con un finale abbastanza spiazzante. Bravissimi gli interpreti, fra cui spicca un McConaughey che mi ha sorpreso.

Herrkinski 23/02/15 04:06 - 8052 commenti

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A cercare similitudini forse direi i Coen di Blood simple (anche per l'ambientazione "sudata" e notturna) e certo Stone (U-turn su tutti); ma Friedkin non ha certo bisogno di copiare e alza l'asticella a modo suo senza problemi, rendendo funzionali anche le parti dove la violenza diventa sadicamente insistita e i dialoghi di una tensione eccitante. Church strepitoso, McConaughey riesuma la follia che aveva in Non aprite quella porta 4 e la innalza a nuovi livelli, la Gershon non è mai stata così laida e la Temple è perfetta. Finale ambiguo.
MEMORABILE: La "pollatio"; Ogni scena con Church; La seduzione di McConaughey alla Temple.

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Myvincent 14/03/15 08:01 - 3722 commenti

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Una banda di matti e un killer "schizoide", assoldato per uccidere e far intascare una polizza per la vita, danno fuoco a questa pellicola di "cartavetrata dolce", dove ci si diverte per il folle sarcasmo diffuso. Il tutto all'interno di uno spaccato che descrive il tanfo di una famigliola allargata americana, dove alligna il gene dello "squallore" sociale. Cast variegato ma affiatato, con ottimi comprimari.
MEMORABILE: La mitica scena della fellatio con la coscia di pollo.

Pinhead80 14/03/15 17:50 - 4715 commenti

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Crudo, spietato, disorientante. Chi più ne ha, più ne metta. Un Matthew McConaughey superlativo incarna alla perfezione il detective dalla doppia vita folle e senza scrupoli. I personaggi ti rimangono appiccicati addosso come carta moschicida per la loro indolenza. Un quadro grottesco che si sfalda sotto il sole del Texas. Non c'è sequenza in cui non si respiri violenza, depravazione, stordimento emotivo. E la fellatio alla coscia di pollo fritto? Se non è un capolavoro poco ci manca.

Ultimo 16/04/15 22:10 - 1652 commenti

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Commedia nera, dramma e thriller sono i generi che si mescolano in questo film dell'esperto Friedkin, girato in una zona arida e povera del Texas ove si innesta una vicenda alquanto sgradevole (figlio che è costretto a far uccidere la madre per incassare l'assicurazione e molto altro a seguire...); il tutto sorretto da un cast azzeccato in cui spicca un McCounaghey sontuoso come killer-poliziotto con evidenti squilibri mentali. Buoni i dialoghi e violenza a non finire. Davvero notevole.

Magnetti 4/06/15 11:56 - 1103 commenti

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Partendo dalla mia grande ammirazione per Friedkin (che rimane inalterata) il film non mi è piaciuto. La vicenda in se non brilla per originalità pur immersa in un'ambientazione degradata, disperata e marcia talmente ben portata sullo schermo che sembra di sporcarvicisi anche da spettatori. Detto ciò che bisogno c'era? Per me nessuno. Insomma sembra a volte di essere nel gratuito. Se però tutto ciò serve a portare sullo schermo i personaggi di Matthew McConaughey, Juno Temple e Thomas Haden Church va bene così.
MEMORABILE: L'espressione alla "ch'è successo?" di Church in pigiamone flanellato con buchi. McConaughey che spatascia viso di Hirsch con latta di cibo in scatola

Alex1988 17/07/16 18:36 - 728 commenti

I gusti di Alex1988

Ottimo ritorno dietro la macchina da presa per il vecchio Friedkin, che prende di nuovo spunto da Tracy Letts (dopo Bug). La struttura è da teatro, ma Friedkin sa come muovere la macchina da presa e mantenere viva l'attenzione del pubblico e il risultato è degno delle sue opere migliori. Forse manca di originalità il soggetto, ma è un dettaglio trascurabile.

Il ferrini 22/08/16 21:46 - 2337 commenti

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Sorprendente noir dalle tinte coen-tarantiniane. Protagonista assoluto il miglior McConaughey di cui abbia memoria, Dallas incluso. Il suo killer è cinico, spietato, ma soprattutto perverso. La dominazione che esercita su Gina Gershon, facendole succhiare la coscia di pollo, se possibile è ancora più agghiacciante di uno stupro reale. Anche le scene di violenza sono visivamente molto forti, benché brevi. Temple perfetta per il ruolo mentre Hirsch è l'unico punto di riferimento per lo spettatore e infatti è costantemente tumefatto. Grande cinema.
MEMORABILE: La scena di sesso fra McConaughey e la Temple; Il finale.

Rocchiola 27/11/17 14:52 - 952 commenti

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Quando i vecchi registi vogliono essere più volgari e violenti delle nuove generazioni è segno di una senilità terminale. In questo pastrocchio degno del Tarantino più deleterio non vi è proprio nulla del Friedkin classico che tanto ho ammirato in passato. Spocchiosamente sceneggiato dal premio Pulitzer Tracy Letts è un film noiosetto dall'evidente impostazione teatrale e con preoccupanti derive trash tanto oltraggiose quanto risibili. E non basta la solita visione ultra-nichilista del mondo a giustificare un Friedkin molto pulp, pure troppo.
MEMORABILE: L'inizio con la Gershon che svegliata nella notte mostra un folto "boschetto" nero; La coscia di pollo ultra-kitsch; Gli incontri tra Dottie e Joe.

Ira72 29/12/17 20:52 - 1305 commenti

I gusti di Ira72

Quell’attore lì, con quel cognome impronunciabile, è sublime. Bello, certo, ma molto di più. Qualunque parte interpreti è carismatico, trascinante ma soprattutto credibile. Quindi, in primis, un plauso a McConaughey! Il film è sporco, violento, crudo, asciutto. In un mondo di poveri (in canna) diavoli, permeato di ignoranza e privo di qualunque morale, la famiglia (se proprio vogliamo chiamarla così), si arrabatta come può. Ma tutto va storto, a parte per la pura, ingenua Dottie, che sembra aver trovato finalmente un suo mondo...

Berto88fi 18/02/19 10:47 - 216 commenti

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La famiglia è marcia, secondo il caro Friedkin, ma anche putrida e pervasa da profondo nichilismo. I personaggi, delineati ognuno con i propri (grossi) difetti e i dialoghi curati, sono sicuramente il pezzo forte di questo dramma condito da humor nero. Cast in palla, specialmente la parte femminile con la Gershon e la Temple. Gratuite e troppo forzate le varie efferatezze sanguinolente. In definitiva buono, ma non paragonabile alle pellicole realizzate negli anni 70-80 dal regista, di ben altro livello.
MEMORABILE: McConaughey a cena con la Temple; La Gershon a telefono con l'amante; La Gershon in ginocchio...

Bubobubo 16/12/20 17:22 - 1847 commenti

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Joe è un investigatore dalle chirurgiche abilità da sicario, Chris un non sveglissimo giovane nei guai per un debito di droga. In ballo l'omicidio di una madre snaturata e l'incasso della relativa assicurazione sulla vita... sempre che le cose stiano davvero così. A catturare non sono solo l'originalità della trama e un quadrilatero di protagonisti eccellenti (McConaughey luciferino, Hirsch perennemente fuori posto, Temple svampita indaco, Haden ottuso sconfitto dalla vita), ma anche un finale pirotecnico che cavalca in un solo fluido movimento decine di generi. Visione preziosa.
MEMORABILE: Primo appuntamento tra Joe e Dottie; Gli ultimi 25'.

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Caesars 8/06/22 11:36 - 3773 commenti

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Davvero deludente, considerando che dietro la m.d.p. c'è un certo William Friedkin. Personaggi e situazioni richiamano immediatamente i fratelli Coen, ma tema analogo era stato svolto mille volte meglio anche nell'ultimo Lumet. La solita famiglia non propriamente "canonica" si accorda per assumere un killer per uccidere la ex moglie del padre. Ovviamente le cose non andranno come previsto. Non è tanto lo spunto, non certo originalissimo, a non funzionare, ma come viene sviluppato. A questo si aggiungano sequenze inutili e noiose e si avrà un quadro non molto esaltante.

Jena 15/05/23 20:15 - 1547 commenti

I gusti di Jena

Nella sua ultima fatica cinematografica il grande Friedkin mostra un'abilità registica ancora intatta, basti vedere la bellissima scena notturna d'apertura. Però il film non sembra mantenere tutte le promesse e la seconda parte un po' s'affloscia, lasciando un senso di incompiuto. Le provocazioni non mancano (insostenibile la fellatio con il pollo), meno chiaro quale sia l'obiettivo stavolta. Splendida prova d'attori: lo psicopatico pedofilo di McConaughey non si dimentica, sorprendenti anche Haden Church come padre beota e ancor più la Temple come candida lolita.
MEMORABILE: Il primo incontro con Killer Joe e quello di Killer Joe con Dottie; L'inseguimento, un classico friedkiano, però più fiacco del solito; .

Minitina80 8/01/24 21:55 - 2976 commenti

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Dramma familiare nero come la pece, stemperato appena dai volti puliti degli attori. Ogni tassello è marcio fino al midollo ed emerge come un fiume in piena nell’ultima parte, assolutamente magistrale. Friedkin ha le idee chiare sugli aspetti da mettere in risalto, lasciando in disparte l’assunto dell’omicidio su commissione a bieco pretesto per descrivere il lato oscuro dei personaggi. La perizia nel rifinire le battute consente di radiografare ogni singola personalità malata e, malgrado i toni forti, non dà l’idea di cercare la spettacolarizzazione gratuita.
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  • Discussione Zender • 15/02/14 09:07
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, come diceva Confucio (o Oscar Wilde).
  • Discussione Herrkinski • 23/02/15 04:13
    Consigliere avanzato - 2629 interventi
    Curiosamente, il Texas sbandierato nel film e su una delle locandine (quella col pollo a forma di Texas) non esiste, dato che l'intero film pare girato in Louisiana (fonte: IMDB).
    Tra l'altro, a causa della caparbietà di Friedkin (che io ovviamente appoggio) che non ha voluto sottostare a tagli censori eccessivi, il film negli USA è uscito in pochissime sale, causando un danno economico non indifferente; mi auguro per lui che la diffusione home-video e nei cinema europei abbia poi risanato i debiti.
  • Discussione Herrkinski • 23/02/15 04:22
    Consigliere avanzato - 2629 interventi
    Tra l'altro ho notato che McConaughey, nella scena del confronto con la Gershon, dopo averla malmenata le dice più volte "vuoi che ti strappi la faccia e la indossi?"; pare quasi una strizzata d'occhio a Leatherface, che era suo familiare in Non aprite quella porta 4, dove l'attore interpretava un personaggio che per follia e violenza è accomunabile al suo Killer Joe.
    Sulle possibili influenze, di Tarantino e Lynch ci ho visto poco, anche se capisco che a tratti possano esser balenati per la mente a qualcuno; personalmente ci ho visto di più i Coen di Blood Simple e l'Oliver Stone di U-Turn (altro noir grottesco dove le caratterizzazioni dei personaggi erano a livelli molto simili, anche come come bravura attoriale generale) e Natural Born Killers (principalmente per una certa similitudine nel rapporto Temple/McConaughey e Lewis/Harrelson). Comunque, come detto in sede di recensione, Friedkin sta in piedi tranquillamente con le sue gambe e il film m'è piaciuto parecchio.
    Ultima modifica: 23/02/15 04:23 da Herrkinski
  • Discussione Zender • 23/02/15 07:34
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Vero, chissà se è davvero un velato omaggio al film che McConaughey aveva interpretato, quel "vuoi che ti strappi la faccia e la indossi?". Potrebbe davvero essere, in effetti.
  • Discussione Didda23 • 23/02/15 09:38
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    interessantissimo spunto Herr. Si il film è stato un flop al botteghino per le restrizioni che hai menzionato tu. Non conosco i dati dell'homevideo, ma credo che sommando quest'ultimo ai diritti per le tv pay il film sia andato grosso modo a pari, considerando il fatto che non ha avuto un budget così ingente.
  • Discussione Raremirko • 8/10/15 16:35
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Bel film e ho trovato molto fastidiose le scene di violenza et similia.

    Bravissimi attori, bel ritorno per Friedkin e concordo con ciò che ha detto Zender sul doppiaggio.
  • Discussione Zender • 8/10/15 16:58
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Cosa ho detto del doppiaggio, Mirko? Non ricordo assolutamente e ci sono 9 pagine di post...
    Ultima modifica: 8/10/15 16:58 da Zender
  • Discussione Raremirko • 9/10/15 01:34
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Cosa ho detto del doppiaggio, Mirko? Non ricordo assolutamente e ci sono 9 pagine di post...


    Alla fine di pagina 6 hai scritto:


    Sono due punti di vista opposti, come sempre e come si è ripetuto 800 milioni di volte pure qui. Io il doppiaggio di Killing Joe non l'ho trovato affato così male, e per quanto mi riguarda mille volte meglio che vedermi un film di Friedkin con l'obbligo di dover buttare l'occhio dove non voglio. Vedermi appunto l'immagine coperta da scritte quando posso lo evito. Certo, so a cosa posso andare incontro e certi doppiaggi sono effettivamente pessimi, ma il cinema non è teatro: io prima vedo e poi sento. Pensare che l'occhio possa guardare in due punti contemporaneamente senza perdere nulla è una pia illusione. Quindi ognuno sceglie ciò che giustamente preferisce perdersi. E' però un po' fastidiosa l'altezzosità di chi pretende di stare dalla parte del giusto (non parlo di questo sito ma di una tendenza a di fuori di esso, secondo la quale sembra sempre che chi vede i film coi sottotitoli sia il vero amante del cinema e gli altri dei poveri mentecatti subnormali). Mi piacerebbe che si rispettasse di più chi la pensa in modo diverso, come sempre. Il cinema è un'esperienza personale e ognuno ha diritto di viverla come meglio crede.
  • Discussione Zender • 9/10/15 07:46
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ah ok, confermo :)
  • Discussione Raremirko • 9/10/15 16:01
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Ah ok, confermo :)


    E allora riquoto.