Tempo di villeggiatura - Film (1956)

Incrocio di storie in un paesino che vede per la prima volta l'arrivo di villeggianti. Divertente film come se ne facevano tanti all'epoca ma ravvivato dalle prove dei protagonisti: De Sica anziano signore pieno di fisime è impeccabile, Manfredi aspirante attore dallo spiccato accento paesano è molto comico mentre a Carotenuto spetta la parte più seriosa. Buono.

Un'Italia provinciale irrimediabilmente scomparsa ad una commedia corale diretta da Antonio Racioppi. Il film è costituito da "siparietti" che coinvolgono i personaggi che gravitano intorno ad un'albergo laziale. Storie e personaggi stessi alquanto stereotipati; l'interesse è per lo più dato dagli attori protagonisti. Vittorio De Sica in particolare è particolarmente godibile ma si segnala anche la buona prova di Marisa Merlini. Senza questi "grandi", il film sarebbe ben poca cosa.

Tempo di villeggiatura e frivolezze raccontate con lo stile garbato e brillante delle commedie degli anni Cinquanta, pur sullo sfondo di un’Italia provinciale, borghese e baciapile. In villeggiatura ci si deve rilassare e qui lo si fa con il signorile idillio tra gli zitelloni De Sica-Merlini, il gallismo da strapazzo di Tinti e Nemi, l’affetto paterno di Carotenuto, le scenate di gelosia dell’inviperita Ralli, le incursioni del guitto Manfredi e i raptus danzerini di Abbe Lane. Un break gradito come una gita fuori porta con cui ci si rigenera, pronti per nuove fatiche.

Vista con gli occhi di oggi questa commedia corale appare assai datata ma, contestualizzata nell’anno del girato, rivela vizzi e vezzi della società italiana dell’epoca. Racioppi segna un punto di varco tra il “vacanziero” (alla spiaggia gli preferisce un tranquillo hotel sulle colline laziali) e il “popolare” (tiritere amorose, rammarichi, desideri e un pizzico di pruriginoso grazie alle fattezze di Abbe Lane e Giovanna Ralli). Ritmo insperato, qualche giusta intuizione e soprattutto la buona resa delle caratterizzazioni salvano la pellicola.

Un simpatico film che schiera un bel cast ma che non ha fondamentalmente dei grandi slanci. Su tutti giganteggia Vittorio De Sica che con una brava Marisa Merlini danno quel tocco in più alla pellicola. Fra le varie storie ovviamente ci sono i classici belli (Arena e Tinti) con le loro vicende banali e sentimentali e una procace Abbe Lane. Niente di trascendentale ma si fa seguire.

In un ameno paesino collinare dell'entroterra laziale, l'apertura di un albergo provoca per la prima volta l'arrivo di turisti. Il film racconta le relazioni che nascono tra gli ospiti della struttura e gli abitanti del luogo, comprese le avventure sentimentali, di cui una destinata a durare...  Film vacanziero simile ad altri del periodo, piuttosto convenzionale ma reso comunque gradevole dalla verve degli interpreti, a partire dalla rodata coppia De Sica-Merlini,che rischia di spezzarsi sul nascere per via di un problema di lui, ahimè molto comune.

Classica commedia "vacanziera" come tante del periodo che si distingue solo per l'ambientazione nella campagna laziale. Nel complesso si tratta comunque di un film con tante star di primo e secondo piano protagoniste di storie che si sfiorano (e talvolta si intrecciano) in una unica location. Il cast ne esce bene, nonostante la sceneggiatura acquitrinosa che pure reca firme celebri. Abbastanza osé (per l'epoca) con tante belle figliole capaci anche di recitare. Necessariamente invecchiato, soprattutto dal punto di vista concettuale, resta comunque un discreto prodotto di genere.

In un immaginario ameno paesino del Lazio apre un piccolo albergo per la “villeggiatura”. Tra gli ospiti giovani e più maturi si intrecciano storie e vicende amorose. Brillante commedia resa ancor più gradevole dagli interpreti e, vista oggi, dal sapore di come eravamo. Non mancano molte situazioni e battute ficcanti portatrici di sane risate. Impagabile la coppia De Sica-Merlini che flirtano in toni d’antan, Manfredi aspirante attore ciociaro e le baruffe tra Arena e la Ralli. Affascinante Abbe Lane che balla il merengue.