Alice - Film (1990)

Alice

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Piatta commedia che Woody Allen affida alla timida interpretazione di Mia Farrow. Lontano dalla forza evocativa e dall’intelligente divertimento di LA ROSA PURPUREA DEL CAIRO, Allen non ha nemmeno il coraggio di avvicinarsi alla complessità psicologica della sua trilogia “bergmaniana”, lasciando ALICE a galleggiare in un limbo scialbo inutilmente raffinato. Dialoghi senza guizzi, personaggi stereotipati che per trovare qualcosa di originale sono costretti a presentarsi come fantasmi (Alec Baldwin, che rivaleggia con Patrick Swayze del contemporaneo GHOST come “ectoplasma...Leggi tutto sexy” dell’anno) o a vestirsi in modo studiato (la Farrow in cappotto e cappellino rossi fece tendenza) per dare al film un briciolo di interesse. Ma il ritmo è sfibrante, i voli alla Superman sopra i tetti di New York non dicono niente di nuovo, la colonna sonora jazzeggiante è solo maniera. Mia Farrow, con i suoi sguardi bassi e la pudicizia cui Alice è portata dall'educazione rigidamente cattolica, è una lagna insopportabile e non suscita affatto(a causa anche della sua relazione extra-coniugale con Joe Mantegna) la simpatia che cerca. E cosa dire delle tediosissime sedute dall'agopuntore dottor Yang (Keye Luke), durante le quali lo specialista si comporta spesso più da psichiatra stregone che non da terapista? Tutte componenti di un'opera superflua, che non aggiunge nulla alla filmografia di Allen e gioca scioccamente con gli effetti speciali per mascherare il vuoto pneumatico in cui annaspa. Non ci sono battute, nei dialoghi, neanche vagamente divertenti e se al posto di William Hurt e Joe Mantegna ci fosse qualcun altro non se ne accorgerebbe nessuno. Finale tirato via. A salvarsi è solo mia, in fin dei conti.

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Il Gobbo 3/08/07 15:17 - 3015 commenti

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Ahi ahi ahi, iniziano i 90's (o meglio finiscono gli 80's) e inizia l'era dei divertissements e degli esercizietti rococò. A volte riusciti, a volte meno, questa è una di quelle meno. Allen si balocca con gli effettini, ma siamo lontani dall'allucinante perfezione di Zelig, e l'antipaticissima Farrow non innalza le quotazioni di un film insulso. Fra i più evitabili dell'intera filmografia

Galbo 26/12/08 10:32 - 12372 commenti

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Commedia diretta e non interpretata da Woody Allen. Il regista americano dopo alcune eccellenti prove (come regista e attore) date negli anni '80, si prende quasi una pausa con un piccolo film che oscilla tra commedia, fantasy ed opera moraleggiante, senza prendere una piega decisa e rimanendo piuttosto in superficie come toni e limitandosi ad una garbata satira degli ambienti altolocati in cui si muove la protagonista. Da Allen ci si aspetta decisamente di più...

Didda23 10/06/11 02:03 - 2424 commenti

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In questo caso l'assenza di Allen pesa più che in altre occasioni. Infatti, a ben vedere, sia Hurt che Mantegna non forniscono assolutamente una prova memorabile. Il film è prtivo di dialoghi brillanti e battute memorabili, e in certe parti risulta pure abbastanza noioso. Gli effetti speciali e paranormali non sono ingredienti adatti ad innalzare il valore della pellicola. Teoricamente sarebbe un'opera da evitare, ma ad un genio come Allen non si può fare un torto del genere. Sostanzialmente inutile e superfluo.

Harrys 10/12/11 11:52 - 687 commenti

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Pellicola di formazione che lascia tutto sommato impassibile l'habituè di Woody Allen, se non per qualche guizzo mistico/onorico dei migliori anni. Un film al femminile che ruota interamente attorno al personaggio di Mia Farrow: le sue "borghesi" crisi di mezza età fanno riemergere topoi sempiterni nella filmografia alleniana. Non possedendo minimanete il carisma del qui assente Woody, però, la Farrow alla lunga irrita, instaurando nello spettatore il germe del godimento ad ogni disavventura... ed è così che lo strambo Dr. Yang ruba la scena. **1/2

Daniela 24/03/15 13:49 - 12606 commenti

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Casalinga alto borghese inquieta, dopo essersi rivolta ad un medico cinese per curare certi disturbi psicosomatici, sperimenta un'erba che rende temporaneamente invisibili... Dopo i capolavori degli anni ottanta, Allen inaugura il nuovo decennio con questa commedia amabile ma tutto sommato piuttosto inconsistente, come saranno molte delle sue opere successive. Si sorride in più occasioni, ma la svolta che Alice dà infine alla sua vita - di cui venivano a conoscenza solo attraverso un dialogo fuori campo - suona assai poco verosimile.
MEMORABILE: L'effetto della polvere che fa innamorare, utilizzata come spezia

Minitina80 26/02/17 07:59 - 2976 commenti

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Alice è una donna sposata in crisi di mezza età, annoiata dagli agi a cui si è abituata sposando un uomo ricco il cui amore si è smarrito da tempo. È un personaggio con cui è difficile entrare in empatia e la stessa Farrow ci mette del suo per farla odiare. Di Allen in realtà non c’è molto, almeno non di incisivo e palese. Prova suo malgrado a inserire un elemento fantastico sperando di accentuare la vena romantica, non riuscendo però a smuovere nulla di significativo. In definitiva, un passaggio a vuoto di cui si può fare volentieri a meno.

Noodles 6/07/20 21:47 - 2196 commenti

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Woody Allen infila in questo film molto del suo cinema: il gusto per il fantastico, la raffinatezza dei dialoghi, la critica alla società altolocata... Si dimentica però di metterci davvero se stesso, e quindi ne risulta un film sicuramente piacevole e che si può vedere ma che potrebbe deludere i fans inveterati del regista newyorchese. La critica non affonda veramente e manca la vera anima alleniana. Resta un'opera sufficiente, godibile e ben recitata (ottimi Mia Farrow e William Holden), ma resta anche la domanda : era necessario questo film nella carriera di Woody?

Renato 6/08/20 13:00 - 1648 commenti

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Deludente commedia alleniana con una Mia Farrow raramente così odiosa. Il problema centrale del film è questo: è difficile appassionarsi alla sua vicenda. Allen dirige con la solita classe un cast numeroso e di ottimo livello complessivo, e si concede qualche sprazzo di originalità (la pozione che rende invisibili, ad esempio), ma il film non decolla mai. Si ride poco e anzi prevale il disagio nel vedere questa coppia di ricchi borghesi che lascia i figli in mano alle varie governanti per dedicarsi allo shopping, al tennis o ai rispettivi amanti.

Giùan 17/07/22 09:28 - 4528 commenti

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Si situa sul crinale della filmografia alleniana tra crudele malinconia anni '80 e avanguardismo di ritorno anni ‘90 come un’opera di rara evanescenza che, pur con tutta la buona volontà del mondo, si fa fatica a leggere altro se non come tributo (evidentemente già forzato) alla Farrow. Squisitamente fotografato da Di Palma, filmato con un attenzione "sospetta" a scenografia e costumi, si accontenta invece dal punto di vista narrativo di un moscio registro fantastico, che "ondivagheggia" tra fellinismi e De Sica, senza mai trovare mordente né sincero afflato. Senza meraviglie.

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