Tropa de elite 2 - Il nemico ora è un altro - Film (2010)

Rielaborando con personalità gli insegnamenti del cinema occidentale di genere, Padilha riesce a replicare, con energia ancora maggiore, il buon risultato del primo capitolo. Avvincente, poco consolatorio, essenziale e diretto, il film fornisce un quadro certo non profondo, ma narrativamente efficace, del crimine e della corruzione incistati nella società brasiliana e delle loro collusioni con la politica. Tutti bravi e di spessore gli interpreti. Un ottimo film di "categoria".

Sulla scia del primo capitolo, ennesimo film di denuncia sulla violenza e sulla corruzione brasiliana. Solo che questa volta la denuncia è a livelli più alti e colpisce il sistema politico. Il BOPE questa volta è una fugace apparizione e il film ne perde in dinamismo e convince meno. Padilha sarà pure regista di classe ma con questa sceneggiatura miracoli non ne poteva fare. Per cui, seppur ben confezionata, la pellicola si perde nell'anonimato di tante altre simili. Le peculiarità del primo film sono svanite e il titolo è solo uno specchietto per le allodole.

Dopo uno strepitoso primo capitolo, Padilha torna alle prese con la denuncia sociale nel proprio Brasile, ma questa volta le scene di azione lasciano spazio al combattimento politico, fatto di corruzione del sistema e di una violenza mafiosa paradossalmente perpetrata dalla polizia di Rio (non solo favelas, ora semplice sfondo dello sviluppo). Uno sceneggiato estremamente ritmato e un montaggio frenetico fanno il resto. Grande Moura in un ruolo di spessore maggiore rispetto al precedente episodio.

Padilha sceglie un registro fortemente critico per questo bel sequel, che a una certa brutalità da strada del prototipo preferisce uno svolgimento più ragionato, atto a far riflettere sulle connessioni tra politica, alte sfere, forze militari e malavita, contrapposte all'onestà intellettuale di pochi "eversivi". Il messaggio è chiaro, realistico e vale per buona parte del mondo, pur se qui è localizzato in Brasile; il film perde una certa spettacolarità presente nel precedente, ma rimane un lavoro di indubbio valore artistico e morale. Buono.

Con il sequel del suo film, Jose Padilha “mira” ai gangli della corruzione politica che strumentalizza la popolazione più povera per il proprio tornaconto. Il film è pertanto, a differenza del precedente, maggiormente incentrato sull’azione che pure qui non manca, una riflessione sulle deviazioni del potere ma non perde efficacia grazie ad un ritmo elevato, sequenze di grande impatto (il finale) e alla bella interpretazione di Wagner Moura, star del cinema brasiliano. Un degno sequel.

Tornano gli squadroni della morte, ma le favelas si vedono poco o niente se non per le carneficine compiute dai vari ordini di polizia. Il film indaga sull'enorme livello di corruzione che serpeggia tra chi dovrebbe garantire giustizia e sicurezza. Nonostante le scene d'azione siano inferiori in quantità rispetto al film del 2007, la qualità rimane inalterata. Questa parte del mondo che tanti non vogliono vedere rimane uno scenario cinematografico unico per storie come questa, che hanno l'unico "difetto" di essere troppo simili alla realtà.

Torna il capitano Nascimento come nel primo film impegnato a combattere le terribili bande di narcos e criminali brasiliani. Questa volta nel mirino però ci sono sia la stessa polizia che la classe politica. Quello che emerge è un quadro impietoso di corruzione, violenza e sangue senza speranza. Oltre naturalmente a ottime scene d'azione e di tensione. Non ai livelli del primo capitolo ma comunque buono.