Una grande voglia d'amore - Film (1994)

Film di Grassia con sorpresa (vedere per credere). Parte come il solito spinto erotico per passare a una trama di intrighi. Bello da vedere il cast femminile, in particolare Giovanna Chicco, un po' scarso il cast maschile. Musiche buone, ma penso riciclate. Appena guardabile.

Tipico prodotto del sodalizio Grassia/Vallone, questa volta perlomeno mantiene uno straccio di trama; resta comunque perlopiù un accumulo di scenette softcore come al solito piuttosto impacciate, anche se stavolta si può beneficiare di una bella Chicco. Vanni, a fine carriera, fa presenza e null'altro, mentre sul resto del cast è meglio sorvolare. Location molisane innevate abbastanza anomale ma che restano nella media squallida dei film del regista, ost ripetitiva dello stesso Grassia come da tradizione. Per i (folli) completisti di Ninì.

Storie di sesso e ricatti nel panorama invernale del centro sciistico di Campitello Matese. Ennesimo soft erotico di Ninì Grassia con protagonista il suo "attore feticcio" Saverio Vallone. La vicenda è davvero poca cosa: nella consuetudine del regista campano ci si deve accontentare di una serie infinita quanto tediosa di finti coiti alteranti a dialoghi di una puerilità disarmante. Musiche anacronistiche e ambienti squallidi non fanno che peggiorare le cose. Conviene concentrarsi su qualche bellezza femminile, che ovviamente non manca.

Rispetto ad altre pellicole a firma di Grassia, qui almeno c'è il tentativo, tra complotti, tradimenti e colpi di scena, di imbastire un po' più di trama. Ma naufraga nel mare magnum delle solite, copiose e noiose scene di sesso che, more solito, non hanno nulla di erotico ma sfiniscono lo spettatore o al massimo gli regalano qualche risata involontaria per la loro sciatteria. Vallone, attore feticcio del regista, fa come sempre la parte del tombeur de femme: con i risultati scadenti visti già in altri lavori del regista.

Disastrosa opera di Grassia; farcita di una prevedibile carrellata di insulsi amplessi, nudi mal gestiti, musichette improponibili, dialoghi da crisi di caduta delle braccia, situazioni comiche loro malgrado. La sottospecie di trama che dovrebbe sorreggere il tutto è un'accozzaglia di materiale tenuto pretestuosamente insieme. Riuscire a ingerire la pozione è quasi impossibile, lo squallore imperversa. Le sole grazie femminili giocano tutta la partita (comunque persa). Per temerari o per chi è avvezzo all'opera del Maestro.