Strada senza ritorno - Film (1989)

Strada senza ritorno

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'inizio è folgorante: una martellata in pieno volto apre su una violenta rissa da strada. Decine di persone si prendono a calci e pugni mentre la cinepresa vola alta su di loro, nel buio di una strada di Lisbona. Ma già poco dopo si capisce che qualcosa non funziona: Keith Carradine mostra qui un'intensità da telefilm tedesco, la fotografia notturna è di bassa qualità, le musiche scimmiottano maldestramente Morricone. Passa ancora qualche minuto e l'azione si fa confusa, le scene sembrano incastrarsi tra loro senza un disegno preciso, Fuller si concede a un romanticismo da bancarella limitandosi solo a inserire qua e là sprazzi di un talento che fu: un paio di botta e risposta spiazzanti, qualche...Leggi tutto inquadratura insolita. Ma STREET OF NO RETURN pare seguire la via del suo protagonista: vaga nel buio senza meta, gioca la carta del film “maledetto” restando costantemente immerso nelle tenebre, piazza caratterizzazioni da duri d'altri tempi, si perde seguendo personaggi secondari di scarso interesse. Ma soprattutto fallisce completamente nel coinvolgimento: la storia di questa rockstar cui viene tagliata la gola per una banale questione di sesso non convince proprio: poco credibile il cast (nel suo complesso), mediocre la sceneggiatura, solo esteticamente aggressiva la regia. C'è chi riconosce al film la forza genuina del cinema indipendente, ma qui il problema è rappresentato da un autore (Fuller) che pare diventato supponente e innamorato della propria bravura. STREET OF NO RETURN è tremendamente noioso, sconclusionato, scarso pure nel suo valore puramente formale. Poi, certo, ha le sue colpe anche un doppiaggio scadente.

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Cotola 10/01/10 02:24 - 9043 commenti

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L'ultimo "Fuller" non è certo il più memorabile ma è comunque un buon film di un maestro mai celebrato quanto avrebbe meritato. L'inizio è notevole e spesso si vede la mano e lo stile del grande cineasta. La storia è un pò lenta a partire ma alla fine, nonostante qualche romanticheria di troppo nei primi venti minuti, riesce a coinvolgere fino ad arrivare all'ottima parte finale. Bella la caratterizzazione di una Lisbona mai così "nera". Un prodotto bizzarro e quindi non per tutti i gusti che si rivela comunque superiore alla media e meritevole di essere ripescato dall'oblio.

Saintgifts 8/02/17 19:26 - 4098 commenti

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Lisbona by night. Un razzismo, che vede scontri tra bianchi e neri in un certo quartiere, si scoprirà pilotato da un boss che può dire la sua anche su un amore tormentato. Sceneggiatura estremamente lineare divisa tra una prima parte dove il sentimento causa il dramma che sarà sviluppato, con molta azione, nella seconda parte. Nonostante alcuni incastri funzionino, c'è una sorta di prevedibilità che aumenta verso il finale e non crea mai troppa tensione, lasciando lo spettatore passivo in attesa della parola fine.
MEMORABILE: La spasmodica ricerca di qualcosa da bere, anche fondi di alcol da bottiglie rotte.

Daniela 20/02/17 23:52 - 12660 commenti

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Principe canterino, giovane e bello, ha il solo torto di innamorarsi della donna di un boss, che lo trasforma in un ranocchio gracchiante alla deriva nei bassifondi. Ma avrà modo di rivalersi... L'ultimo film di Fuller è una fiaba nero-notte, disseminata da immagini e personaggi simbolici come la donna nuda a cavallo, che accompagnano il protagonista, precipitato dalle stelle del successo alle stalle del degrado umano (barbone, alcolizzato, quasi muto), nel suo cammino di rinascita che passa attraverso la vendetta. Girato a basso costo, non del tutto riuscito ma curioso, quasi sperimentale.

Nicola81 29/01/20 22:56 - 2857 commenti

I gusti di Nicola81

Girato in un'insolita Lisbona notturna e con un budget sicuramente non faraonico, l'ultimo film di Fuller assume i connotati di una fiaba nera in cui il protagonista, dopo essere precipitato dagli altari alla polvere, riesce a ottenere la sospirata vendetta. Anomalo, ma lineare nella trama, sorretto da un buon ritmo e non privo di qualche tratto distintivo tipico del regista (gli scontri razziali manovrati a fini speculativi). Carradine se la cava, ma restano maggiormente impressi una Vargas spesso nuda e Duke poliziotto dalle maniere spicce.

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