La bella gente - Film (2009)

La bella gente

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Questa volta De Matteo sale nella scala sociale e prende di petto l'alta borghesia, occupandosi non più di emarginati, disgraziati oberati dai debiti, giovani senz'arte né parte ma di chi i soldi li ha e vive bene; in una villa della campagna romana, per la precisione, in vacanza dalle tensioni della Capitale. Susanna (Guerritore), mentre torna in auto dal paese con Paola (Forte), nota lungo la statale una giovane prostituta (Larchenko) malmenata dal suo pappone. Schifata, riaccompagna l'amica a casa e torna non vista sul posto; nei pressi di un fiume vede la stessa ragazza di prima che, distrutta, vomita. Si impietosisce, realizza che non può accettare uno spettacolo...Leggi tutto del genere e convince suo marito a prelevare Nadia (così si chiama la prostituta) dal “posto di lavoro” per ospitarla da loro.

Prevedibilmente quella si ribella convinta che vogliano rapirla, poi però capisce che le intenzioni di Susanna e Alfredo sono le migliori e ringrazia. Teneramente si introduce nella vita della coppia e anche in quella del loro figlio (Germano), che poco dopo giunge lì insieme alla fidanzata (Myriam Catania) esibendo una giovialità e uno sprezzo delle convenzioni che si traduce in frequenti scontri (pur bonari) con i genitori.

De Matteo, che lascia scrivere la sceneggiatura alla fidata Valentina Ferlan, indaga i sentimenti della high class e il loro atruismo (solo di facciata?) scoprendone le ipocrisie ma riuscendo come nel suo stile a non svelare subito le carte, senza permettere che troppo si indovini persino del messaggio che ha intenzione di comunicare. Dirigendo al solito molto bene il cast, riesce nell'intento di dare il giusto spessore al suo lavoro senza indulgere nella macchietta o cadere nella trappola della superficialità. Con una Guerritore perfetta e un Catania impeccabile, che fa valere la sua militanza nella commedia infondendo preziosa ironia al suo scafato padre di famiglia, sa rendere credibile anche il personaggio per forza di cose più stereotipato ovvero quello di Nadia, alla quale la splendida Victoria Larchenko (che qualcuno ricorderà nei panni dell'adolescente che De Matteo stesso seduceva interpretando un padre coatto in ULTIMO STADIO) conferisce fragilità e dolcezza ma anche la necessaria risolutezza.

Lo sviluppo della storia, che non è da subito chiaro quale direzione voglia intrapredere (anche se, naturalmente, il titolo del film aiuta in questo senso), coinvolge, permette di entrare nei personaggi, capire con precisione quali siano i sentimenti che prova Susanna, in assoluto la figura più centrale. Un'operazione una volta di più matura, piacevole, magari con qualche divagazione di troppo e poco ficcante in alcune fasi (e un po' caricaturale nelle caratterizzazioni di Iaia Forte e Giorgio Gobbi, i due amici della coppia protagonista) ma gradevole e feroce come solo certo cinema di De Matteo sa essere. Non il suo film più rappresentativo né il più indimenticabile, ma un'altra buona prova sorretta da un cast all'altezza con un Germano che sembra gigioneggiare eccessivamente e invece centra con bravura anche lui il personaggio assegnatogli.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/12/11 DAL BENEMERITO PAULASTER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/06/23
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Paulaster 28/12/11 11:02 - 4389 commenti

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Nonostante il tema dello sfruttamento della prostituzione giovanile, la sua analisi è decisamente affrettata. O si voleva colpire la buona borghesia? Cast dai nomi validi, ma che non funzionano. Guerritore troppo teatrale, Catania non credibile e Germano sopra le righe, oltre allo scarso contorno che non convince. Sceneggiatura dalle buone intenzioni, ma piena di crateri narrativi, come la mancanza di tensione infarcita dal temuto svolgimento melodrammatico. Un’occasione persa.

Myvincent 19/06/12 20:32 - 3726 commenti

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Una coppia stra-borghese con manie salvifiche prova a recuperare una giovane prostituta straniera togliendola dall'inferno, salvo poi ributtarla sulla strada alle prime difficoltà incontrate. Il film racconta le sue verità con accenti anche sinceri, ma l'operazione alla fine non convince del tutto, così come l'impegno recitativo degli illustri interpreti. Buco nell'acqua.

Lou 19/09/15 00:40 - 1119 commenti

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Storia interessante, con intreccio poco credibile e messaggio fin troppo chiaro. Ha il merito di costringere lo spettatore a interrogarsi sull'autenticità di certe iniziative di solidarietà da parte della classe agiata, incapace di rinunciare alle comode abitudini di una vita borghese e lontana anni luce dalle sofferenze e dalle situazioni di emarginazione di cui si illude di potersi occupare. Da cui il titolo ottimamente scelto. Guerritore a tratti imbarazzante, bene il resto del cast.

Deepred89 28/07/16 12:08 - 3704 commenti

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A Di Matteo, tecnicamente competente, va riconosciuto (perlomeno qui e in I nostri ragazzi) il pregio di appoggiarsi su sceneggiature dotate di un nucleo robusto, di una forza trascinante che si innesca non appena si scoprono le carte. Qui resta per tutta la durata legato a un filo e riesce a tenere in piedi una narrazione delicatissima, alla quale sarebbe bastato pochissimo per sfaldarsi. Manca però il giusto colpo d'ala e né lo scontato finale né lo squallido personaggio di Germano (attore qui a carisma zero) aiutano il film a decollare.

Galbo 21/10/16 06:45 - 12380 commenti

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Ancora una volta il regista Di Matteo tende a mostrare il perbenismo borghese, la carità e solidarietà che è spesso di facciata e regredisce davanti alle difficoltà. La storia è quella di un tentativo di redenzione messo in atto da una coppia italiana nei confronti di una giovane prostituta russa. La sceneggiatura è ben scritta, sebbene i dialoghi siano talvolta convenzionali. Bravi e ben scelti gli attori, anzi il regista ha il merito di valorizzare nomi spesso trascurati dal grande schermo come quello di Giorgio Gobbi.

Noodles 9/06/19 23:15 - 2204 commenti

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Per un'ora è un gran bel film. Stupefacente soprattutto la fotografia e la bravura di Victorja Larchenko. Poi, nell'ultima mezz'ora, precipita, perdendo completamente il senso e il filo della sceneggiatura e limitandosi a una serie di stucchevoli liti senza senso a base di sospiri e urla, tanto cari agli attori di oggi. È come se il regista avesse iniziato un bel racconto ma non sapesse come portarlo a termine. Sufficiente, ma poteva essere molto molto meglio.

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