Discreto film fantascientifico con qualche spruzzata di horror nel finale prodotto da una delle competitors della Hammer, la Tigon. Il film è tratto da una serie-tv che all'epoca (dal 1970 al 1973) riscosse un discreto successo. La vicenda risulta interessante e il messaggio ecologista è sempre estremamente attuale. Bravo Ian Bannen, che si cala con buon mestiere nei panni dello studioso intento ad investigare sugli effetti provocati da un carico di petrolio disperso vicino alla minuscola isola inglese di Balfe.
Buon film di sci-fi ecologica che, a partire da uno spunto lovecraftiano (il paesino per certi aspetti ricorda quello de "La maschera di Innsmouth"), lancia venefici strali contro l'ottusità dei militari, la spregiudicatezza del mondo industriale, la cecità della religione. Il limite principale dell'opera sta forse nel suo ritmo troppo compassato (tipicamente inglese) e in un finale incapace di evitare la morsa dell'ingenuità. Più che accettabile.
Non è tanto per la fattura, quanto per la sceneggiatura che si resta davvero allibiti davanti a un prodotto del genere. E per certi versi è un peccato. A chi mai può interessare una storia come questa? Si fa un eccessivo uso di termini chimici e di contaminazione; la pellicola appare claustrofobica e oscura, il montaggio serrato. L'idea dell'Istituto anti-inquinamento britannico fa sorridere, la fattura è prettamente televisiva. Equilibrato quanto si vuole, ma troppo "chimico".
In un'isoletta della Gran Bretagna si annida il "germe" dell'acromegalia, che rende mostruosi molti dei suoi abitanti e la ragione sta dentro dei misteriosi fusti in fondo al mare. Pellicola del genere eco-fanta-horror, si avvale di alcune sinistre reminiscenze "Hammer" risolvendosi in una storia lenta e noiosa, senza scatti narrativi né scene forti che facciano trasalire. Cameo insignificante di George Sanders.
Un connubio poco riuscito tra horror e fantascienza a sfondo ecologista e non per la sceneggiatura, che aveva dalla sua un buon potenziale, ma per la regia debole che non riesce a rendere la pellicola interessante. Anche le atmosfere erano quelle giuste, ricordando vagamente quelle grigie e umide di quel capolavoro che fu The wicker man di Hardy. Manca anche quella dose di cattiveria che in un contesto del genere avrebbe fatto faville. Troppo deficitario dunque per poter raggiungere la sufficienza.
Un fantaecocatastrofista lento e datato. L'inizio stuzzica debolmente lo spettatore ansioso di saperne di più; quando, poi, si scoprono gli altarini la piattezza quasi televisiva domina incontrastata prosciugando ogni tensione. Anche lo scontro fra il medico scientista e le resistenze della piccola comunità chiusa in sé stessa è molto didascalico (così come la dialettica con i "cattivi" della storia). Non infimo, ma ci va vicino. Discreto il protagonista.
Peter Sasdy HA DIRETTO ANCHE...
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Buiomega71 ebbe a dire: Ottima segnalazione Digital!
Io ho la cassettona (tutta bianca e con frontalino rosso, nà figata) della Antoniana/DbVideo.
Verissimo, bellissima edizione vhs dell'altrettanto spettacolare Antoniana (oh quante perle ci ha regalato quella casa...).
Comunque un bene che stampino anche questi piccoli film in digitale.