Exorcismus - Film (2010)

Vagamente ispirato alla triste vicenda di Anneliese Michel (alla base anche del film di Derrickson del 2005) un low-budget demoniaco frettolosamente intavolato dalla Filmax ad uso e consumo della teen-generation mtvizzata. La camera sobbalza forsennatamente per incutere drammaticità alle sequenze di possessione ma l'attricetta principale non si sforza più di tanto nel mostrarsi credibile, sfociando quasi sempre nel patetico. La pratica esorcistica poi viene trattata alla stregua di una tediosa faccenduola burocratica da sbrigare in tutta calma. A monte, un casting fallimentare.

Bruttarello forte questo horror demoniaco. L'inizio pare anche costruito bene e il classico scontro scienza/fede è spazzato via in un attimo a favore delle tesi religiose. Giocare a carte scoperte parrebbe una buona scelta, senonchè il film avanza senza regalare emozioni, senza alcuna costruzione della tensione. Tutto è moscio e banale e non è di certo la regia "traballante" modaiola a riuscire a donare qualcosa a un canovaccio sterile e privo di idee e ad interpretazioni sotto la media. Bocciato.

Emma vive male la sua adolescenza, sempre in cerca di una libertà che solo la vicinanza con forze diaboliche pare offrirle. Non siamo dalle parti di un teen con le ouija che schizzano di qua e di là, no. Qui, dietro al trito tema della possessione si cela il ben più spaventoso giro sull'ottovolante della crisi di Sophie Vavasseur. Ad attenderci insoddisfazioni e mancata accettazione di se stessi. Inquietante la figura dello zio prete che combatte l'avversario facendogli l'occhiolino. Presentato a Sitges nel 2010, si rivela un film piacevolissimo.

Meno scontato di quanto possa apparire, mai noioso, il film di Carballo offre un altro punto di vista di questo grande mistero e si può permettere anche il lusso di non avere un jolly da buttare in pasto allo spettatore, visto il mutare continuo degli eventi. Forse con un padrino che facesse un po' da chioccia al cast si sarebbe potuto ottenere anche qualcosina in più. Sufficiente sì, ma in extremis.