Wake wood - Film (2011)

Recita un comprensibile adagio che "non si dovrebbe mai sopravvivere ai propri figli". Soprattutto se non si è letto Pet sematary. O peggio, se non si è digerito il (neanche tanto ascoso) succo dell'uomo-di-vimini (mai andare appresso ai riti-apotropaici del borghetto, in poche parole). Eppure Patrick e Louise, a digiuno d'ogni scampolo d'erudizione sulla "ritornanza" (e persa la piccola rampolla) s'affrettano ad assolvere la triviale cerimonia prescritta, con esiti barbini per il ménage-familiare e barbosissimi per lo spettatore, eterizzato dall'andazzo-inerte dello script. Cimitero-dormiente.

Praticamente una parafrasi di Pet Sematary, per tacere di tutti gli altri numerosi elementi derivativi di questo horror sostanzialmente scialbo, in cui il regista non solo non riesce a declinare in maniera personale una serie di materiali già visti, ma ben presto si lascia sfuggire di mano la situazione, soprattutto nel finale che denota un'allarmante mancanza di gusto e immaginazione. Qualche sporadica scena d'impatto lo salva dal pallino solitario.

Il Cimitero vivente (o meglio ritornante) si interra nelle brumose e umorali distese d’Irlanda e per il mio gusto sensibile alla commistione tra location naturali e inquietudine, ed è davvero un bel vedere. Il piede però è tenuto in troppe scarpe e non c’è comprensione, oltre che condivisione, su quello splatter riempitivo della seconda metà, compreso il brutto finale lungo i binari di una ovvietà commerciale e infelice. Sulla mia bilancia pesa però più la prima parte: con riserva, ma mi è piaciucchiato.