Durante un party tenutosi per celebrare la fine delle riprese,
Doug Bradley (Pinhead) si ritrovò ignorato da tutti gli altri membri della crew e del cast. Pensando all’affiatamento avuto con tutti durante le riprese, venne colto da profondo disappunto e sgomento. Solo molto dopo ha realizzato che a parte Barker e gli addetti agli f/x nessuno dell’equipe lo aveva mai visto struccato, e fu perciò che nessuno fu in grado di riconoscerlo alla festa.
Il titolo del film avrebbe dovuto originariamente essere omonimo del romanzo di Barker,
The Hellbound Heart (da noi
Schiavi dell'inferno, n.d.S.) La produzione decise che quel titolo dava la forte impressione di un dramma sentimentale e chiese a Barker di cambiarlo. Barker contropropose
Sadomasochisti d’Oltretomba, che gli venne respinto per esplicito contenuto sessuale. Esasperato propose a quel punto a una sessantenne del team di produzione
Cosa è disposta a fare una donna per una bella scopata.
Il personaggio di Doug Bradley si chiamava
Priest nelle prime bozze dello script, per poi diventare Capo Cenobita nella sceneggiatura finale.
Pinhead non era che un nomignolo datogli sbrigativamente dalla troupe per identificare la figura. Prevalse e funzionò, venendo usato per i restanti sequels. Barker odiò quel nome, trovandolo svilente e non in linea con l’austerità chiesastica dei Cenobiti; nel comic di Hellraiser prodotto nel 2011 per BOOM! lo ha rinominato Priest, annunciando che avrebbe rivelato il suo vero nome da Cenobita in un lavoro futuro. Allo stesso modo, La Cenobita era stata chiamata
Gola Profonda sul set, per via della preponderante vis sessuale del personaggio; malgrado anche questo moniker stesse per diventare designato per sempre, rimase La Cenobita nei sequel a venire.
Molti spettatori hanno lamentato la povertà degli F/x alla fine del film. Barker ha spiegato che per via del budget molto ristretto non erano rimasti più soldi da destinare ai professionisti degli
effetti speciali, così lui e un non meglio identificato “tipo greco” hanno animato a mano queste scene nel giro di un weekend. Barker si è detto soddisfatto del risultato finale, considerato l’ammontare di alcool consumato dai due durante la lavorazione.
Clare Higgins odiava gli horror. Quando vide il film alla prima, abbandonò la sala 10' dopo, impaurita a morte. Non è mai riuscita a vedere il film per intero.
A Doug Bradley venne originariamente chiesto di scegliere tra il ruolo di uno dei
due facchini che trasportano il materasso e il capo dei Cenobiti. Inizialmente preferì il ruolo minore perché trovava importante l'essere riconosciuto dal pubblico.
The Chatterer e Butterball avevano parti di dialogo nello script di base. Quando il make up rese impossibile pronunciare frasi comprensibili agli attori, le loro battute furono passate alla Cenobita femmina e soprattutto a Pinhead, la qual cosa ha contribuito a rinsaldare la sua reputazione di trademark della saga.
Andrew Robinson convinse Clive Barker a rimpiazzare
Fottiti! con l'imprecazione poi finita nelle riprese,
Jesus wept! (a quanto pare assente nella versione italiana; l'esclamazione, che alla lettera significa
Gesù pianse, è blasfema, ed equivale grossomodo a una nostra famosa bestemmia n.d.S.)
L’idea di un
cubo usato come portale degli inferi è basata su una leggenda metropolitana, che verte sull'esistenza di una struttura cubica a grandezza umana di imprecisata ubicazione, le cui facciate interne sono specchi creanti sei messe in abisso a tiro incrociato. Secondo la leggenda, chi ci si chiude dentro sperimenterà fenomeni talmente inquietanti da danneggiare perennemente l'equilibrio psichico.
Per economizzare sul
budget, lo studio intendeva assoldare stuntman per interpretare i Cenobiti. Barker, insistette nel farli interpretare ad attori professionisti, argomentando che anche se i personaggi sono muti e pesantemente truccati, il loro linguaggio corporeo frutto di studi avrebbe conferito all’insieme una forte personalità.
Il
budget fu di un milione di dollari. Il film ne guadagnò circa 20.
La
Nintendo sviluppò un video game basato sul film. Fu uno dei primi videogiochi a essere pianificato con la possibilità di salvare la partita, interrompendola e riprendendola in seguito. La console della Nintendo non riusciva però a interpretare correttamente I codici di gioco salvati, e la produzione venne accantonata.
La scena in cui Frank è appeso a testa in giù ricoperto di sangue costituì la
prima ripresa del film, al termine della quale Sean Chapman non riuscì a trattenere il vomito.
Doug Bradley dovette sottoporsi a sedute di
make-up lunghe sei ore ogni giorno di riprese. Dopo la prima seduta, passò diversi minuti da solo specchiandosi per poter interiorizzare la figura. Per via dell'acquisita capacità di truccarsi e struccarsi da solo col passare delle sessioni di ripresa, l'attore è stato accreditato in alcuni film del franchise come assistente al makeup.
Il ruolo di Frank venne offerto a
Lance Henriksen dalla New World Pictures. Questi lo rifiutò temendo di dover apparire in numerosi sequels in caso di successo, dei quali non era appassionato. Henriksen sarebbe poi apparso nell'
ottavo capitolo.
Durante le
prove, Barker ordinò a Bradley, di attenuare il più possibile gesti e movimenti ed essere il più statuario possibile, per conferire a Pinhead un’aura di assoluto controllo di sé.
La prima incarnazione di
Pinhead apparve in
Hunters in the snow, una piece teatrale del 1973 dello stesso barker, con un giovanissimo Doug Bradley protagonista nel principale ruolo di Dutchman, un inquisitore e torturatore tornato dal mondo dei morti; nella scenografia di un corto successivo girato in 16mm e in b/n,
The Forbidden (che sarà anche la base per l'adattamento di
Candyman, n.d.S.), c'era un sostegno che era sostanzialmente un blocco di legno chiodato che proiettava diverse ombre distorte a seconda dei diversi angoli di ripresa e illuminazione. Anni dopo questo stesso design venne applicato al volto di Pinhead durante la stesura del film, per ottenere lo stesso effetto.
In una delle battute del comico
Louis C.K. viene detto che risolvere il puzzle di Hellraiser sarebbe l’alcool test ideale.
Per il
design dei Cenobiti, Barker si è ispirato al look dei punk, al cattolicesimo, ai piercing genitali e ai club sadomaso di New York e Amsterdam, da lui visitati. Per Pinhead l’ispirazione gli è venuta da feticci scolpiti in Africa. L'ispirazione per la Cenobita è venuta tramite servizi sulla scarificazione e sul body-piercing del National Geographics. Il suo makeup richiedeva 3 ore di trucco, causando a
Grace Kirby grande disagio e impedendole di potersi sedere. Quando rifiutò di sottoporsi nuovamente al trucco, venne sostituita da
Barbie Wilde.
(Fonte: Imdb)