Vento di primavera - Film (2010)

Parallelamente alle immagini di sofferenza, disperazione, crudeltà e violenza sugli ebrei francesi, donne vecchi e bambini, durante la "rafle du Vel’ d’Hiv’" nel luglio de 1942, corrono le immagini di un Hitler in vacanza, gentile con i bambini e sorridente (scene ricostruite come da filmati reali d'epoca). Ciò accentua ancor più l'orrore della Shoah in questo film che va diritto al cuore, con immagini che risvegliano in noi la realtà di quella tragedia, forse un po' sopita da una sorta di assuefazione. Questo è il merito del film.

Il film ha un innegabile valore documentaristico, gettando luce filologicamente corretta sulle vicende del governo collaborazionista di Vichy in Francia durante la seconda guerra mondiale. Il contenuto, di per sè, rende interessante un lavoro registicamente poco incisivo, quasi televisivo, senza guizzi e senza profonde emozioni, sostanzialmente didascalico e forse un tantino troppo consolatorio, nonostante l'immensità della tragedia. La passione civile della Bosch è meritoria, ma la materia meritava mani più abili.

Una vergognosa pagina storica francese durante la II guerra mondiale. Un'immane deportazione effettuata in maniera brutale dalla gendarmeria transalpina narrata con stile asciutto e veritiero inframmezzata da immagini serene dell'aguzzino Hitler. L'emozione è in agguato ma fortunatamente il piano retorico è assente. Finale lievemente consolatorio.

L'ancora poco nota storia dei deportati dal velodromo parigino verso i campi di sterminio in un film che ha il pregio di una certa sobrietà dello stile. Gli autori dosano sapientemente la componente emotiva e ne deriva un' opera sobria in cui l'emozione viene da dentro e non è quasi mai affidata a facili espedienti narrativi. Ottima la prova degli interpreti a partire da un contenuto Jeans Reno.

Bella ricostruzione dei tragici fatti che portarono alla deportazione di buona parte della popolazione ebraica di Parigi, il film riporta alla luce una vicenda forse non così nota al grande pubblico. Al di là del merito documentario, andrebbe visto per il cast ben assortito e la scelta di evitare facili sentimentalismi, puntando invece sulla forza emotiva che scaturisce dalla storia narrata, già di suo coinvolgente e commovente. Unico neo, i "siparietti" con Hitler a Berchtesgaden, che spezzano il ritmo senza aggiungere nulla.

Interessante poiché documenta un fatto vergognoso della storia di Francia ma poco conosciuto (su cui verterà poi anche La chiave di Sara) e lo fa per buona parte della pellicola ad altezza di bambino ed in modo abbastanza sobrio. Peccato che ogni tanto non resista alla tentazione di emozionare nel modo più semplice (ad esempio tutta la parte finale che eccede in questo senso: si veda la sorte di uno dei bambini) e che cada completamente nel macchiettismo nella rappresentazione di Hitler (le cui scene private sono il peggio del film). Adatto per le scuole: è comunque un film dignitoso.