I cinque della vendetta - Film (1966)

Esordio registico per Florio con un western quasi insostenibile. Trama raffazzonata e tirata per le lunghe, attori imbalsamati, immagine tutt'altro che avvincente. Del tutto ignorata la lezione di Leone, se non per l'inserimento di svariate situazioni "forti" (suggerite più che mostrate), il film presenta anche diverse problematiche tecniche dovute alla discontinuità fotografica di parecchie "notti americane" e non solo. Certo nel 1966 andava bene un po' tutto, soprattutto nel settore western, ma di questo film si salva ben poco.

Sarò impopolare ma, tutto sommato, non l'ho trovato così malvagio come credevo! E' realizzato con una certa cura, anche se la storia non brilla per originalità e il budget con cui è realizzato non contribuisce certo a una buona riuscita. Tuttavia non è così disprezzabile, anche se l'attenzione inizia ad arrivare verso la resa dei conti finale. Discreto.

Dalle maglie di una trama w.a.i. povera, rigida e stereotipata, Florio sa uscire solo tardivamente - seppur assai meritevolmente - con una vendetta finale di inedito e graditissimo sadismo, che quindi lo allontana dai paradigmi classici del genere. Madison presta un volto tipico, Martin è insolitamente contenuto e Cianfriglia, indiano muto e risoluore, conquista il ruolo più incisivo. **/**!

Sottoprodotto italo-spagnolo della gloriosa epopea dello spaghetti western che si distingue, manco a dirlo, per il budget particolarmente low. La storia facile facile è ben riassunta dal titolo e la vicenda si dipana lentissima fino allo scontato finale senza che accada nulla di memorabile. La recitazione latita e si distingue il solo Cianfriglia che, come al solito, fa l'indiano. Le sparatorie, in mancanza di altri diversivi nella sceneggiatura, fanno la parte del leone riempiendo una buona parte del film. Nel complesso poca roba, e comunque nulla che possa giustificare la visione.