Note: Tratto dal romanzo omonimo di Elmore Leonard, che doveva essere utilizzato per "I guerrieri del vento" (1984), che venne poi interamente riscritto conservando riferimenti minimi.
Appena due anni dopo I GUERRIERI DEL VENTO, che fu riscritto escludendo dal lavoro l'autore, il romanzo "52 pick-up" di Elmore Leonard viene finalmente utilizzato per una riduzione cinematografica (da lui stesso sceneggiata) che risulta quindi completamente diversa dalla precedente. E ai grandi divi (Mitchum, Hudson, Pleasence...) viene preferito il più “moderno” Roy Scheider, icona di un certo cinema “vero” che anche qui non fatica ad emergere. Il suo viso grinzoso, spigoloso, è la maschera necessaria a dare credibilità al protagonista, un industriale che finisce nelle mire...Leggi tutto di tre gangster improvvisati: lo filmeranno mentre se la spassa con l'amichetta, poi quando lui per evitare il ricatto confessa tutto alla moglie, filmeranno l'omicidio della povera ragazza (uno snuff-movie girato per scopi insoliti, in pratica) e ripartiranno dal fatto che la pistola usata ha sopra le impronte di lui (gliel'hanno rubata a casa). Ma non finirà qui, naturalmente, perché in tre non hanno calcolato la scaltrezza della loro vittima... Lo spirito di Leonard si respira nello stile essenziale del regista, nella beffardaggine dei dialoghi, nelle sfaccettature dei personaggi... 52 PICK-UP è ancora un film legato alla violenza e alla sporcizia dei polizieschi crudi dei Settanta, dove non ci si faceva alcun problema a mostrare tette, prostitute (tra queste spicca la conturbante Vanity/Doreen, all'epoca una delle star del gruppo rock che accompagnavano Prince), localacci mal frequentati, cinema porno e violenze assortite. La fotografia è in tema: senza brillare rende bene il clima di disfacimento da bassifondi. A lungo andare però ci si annoia e non basta un finale azzeccato a rendere vivo un film piuttosto fiacco penalizzato dalla regia di un Frankenheimer svogliato.
Efficace, secco thriller che mette insieme due pezzi grossi quali Elmore Leonard e John Frankenheimer, con un ispirato Roy Scheider protagonista. Atmosfere sordide, marciume morale e ambientale, nessuna grandiosità di nessun personaggio: corrosivo ai limiti del nichilismo, ma senza darlo a vedere, con understatement. In questo senso, una riuscita molto leonardiana.
Bellissimo e atipico giallo-thriller. Il marcio e la crudeltà della società moderna sono ben rappresentati in questo film; unica pecca non mi ha convinto troppo il terzo criminale (quello più buono). Per il resto è perfetto: attori buoni e bella ambientazione, finale scoppiettante. 3 pallini meritati.
MEMORABILE: La faccia dell'attore biondo, veramente da schiaffi.
Da un ottimo regista come John Frankenheimer ci si aspetta decisamente di più di uesto modesto thriller che si inserisce nel filone degli "eroi per caso". L'industriale ricattato che si ribella ai suoi persecutori finendo per diventare una sorta di giustiziere ricalca trame e svolgimenti già visti senza portare un minimo di originalità, non aiutato dalla scialba prova del cast.
Mi è piaciuto molto. Un thriller carico di tensione che cresce dall'inizio alla fine, duro e senza momenti inutili (già dopo pochi minuti il protagonista inizia ad essere ricattato). Scheider è bravissimo, ma anche Glover e i sue due compari se la cavano, mentre Ann-Margret è relegata ad un ruolo più banale e meno incisivo. Bello il colpo di scena finale, incalzante in alcuni punti la colonna sonora.
Un ricco industriale viene messo alle corde da tre balordi che prima lo ricattano per una scappatella coniugale poi lo incastrano per omicidio, ma il tipo è tosto e darà loro filo da torcere. Nonostante il soggetto da Elmore e l'esperienza come regista d'azione di Frankenheimer, il film si rivela piuttosto banale, molto anni '80 (abbondanza di tette nude compresa), con cast non particolarmente convincente (anche se John Glover è un bastardo fatto e rifinito). Si salvano un paio di sequenze, compreso il finale che chiude i conti. Così così.
MEMORABILE: Roy Scheider trascina John Glover in fabbrica, a verificare i bilanci, per fargli vedere quando deve pagare di tasse
Tecnicamente lodevole, con qualche richiamo a Omicidio a luci rosse di soli due anni precedente. Interpretato da una coppia di grandi attori, dotati e affiatati; efficace nella tensione quanto nella messa in scena e intriso di sporco e pornografia. Gli anni ottanta proprio non ci sono: la regia risulta infatti all'avanguardia. La mano del maestro è tangibile. Il film non lesina colpi di scene e investigazioni, con un ottimo raffronto tra bassifondi e ambienti altolocati. Non farti ricattare!
MEMORABILE: L'assalto nella villa; La lotta nella piscina; Il finale.
Un ricatto a sfondo sessuale s'ingigantisce a dismisura, complicandosi a causa di squallidi risvolti omicidi. Roy Scheider, nonostante il viso palesamente stirato, riesce a far trapelare qualche espressione emotiva degna del suo nome, mentre Ann Margret qui risulta solo decorativa. Per il resto un thriller d'azione né brutto né bello.
Thriller un po' troppo spento in cui Frankenheimer delude, non mostrando appieno le sue qualità. Ciò a causa di un plot risaputo e prevedibile in cui il solito uomo comune, si trasforma in un eroe-vendicatore per difendere la sua famiglia. Non ci sono idee originali o particolari dall'inizio alla fine e inoltre si ha l'impressione che né il regista né Schneider ci credano. Insomma siamo dinanzi ad un mediocre lavoro alimentare.
Siamo nel pieno degli anni '80, ma la regia di Frankenheimer è tutt'altro che patinata. Si parte con un ricatto a sfondo sessuale, si prosegue con un'indagine privata nell'ambiente della pornografia con annessi omicidi, si chiude con la classica resa dei conti. Una certa lentezza impedisce però alla storia di regalare il giusto grado di coinvolgimento. Il cast non demerita, ma (lungi da me tifare per i cattivi...) trovo che Glover sia più incisivo rispetto alla coppia Scheider/Margret. Modeste le musiche.
Cinema d'intrattenimento di buon livello. Anziché votarsi ad una spettacolarità fracassona, la regia nerbuta ed esperta di Frankenheimer affila le armi della suspense e delle contromosse sulla scacchiera di un terribile ricatto. E ha con sé gli interpreti giusti, a cominciare da Scheider, che dimostra che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, e da un ottimo Glover, con la sua duttile maschera da psicopatico. Oltre ad esibirsi in uno strip-tease da vera professionista, la compianta Vanity non trascura sguardi espressivi che la parte le richiede nei momenti topici.
MEMORABILE: La lotta di Scheider con l'aggressore, simile a quella ne Il maratoneta; i libri contabili; «Ciao Alan, iniziano gli ultimi 10" della tua vita».
Una situazione compromettente rende un ricco affarista ricattabile da tre balordi, ma le cose non andranno proprio come previsto. Premettendo che il film guadagna mezzo pallino solo per la presenza di Scheider, Frankenheimer costruisce comunque un thriller molto solido, per certi versi appassionante ma non immune da qualche punto morto. Oltre al protagonista, si segnala la prova dei cattivi Glover, Williams e soprattutto Trebor, più conosciuto per il ruolo di Salmoneo nella serie Hercules.
Dopo un inizio sottotono (ma neanche troppo) da TV movie il leone Frankenheimer torna a ruggire con questa scheggia di nero metropolitano anni '80 a base di sleaze e violenza tra ricatti, pornografia e squallore losangelino anche grazie a un ottimo cast e alla carica sensuale della compianta Vanity, già ex protégé del genio Prince e buona attrice. Le zaffate di marciume metropolitano fanno spesso dimenticare i buchi di sceneggiatura e i punti non risolti; il risultato non è un capolavoro del noir ma quanta nostalgia per quel cinema metropolitano violento, scorretto, selvaggio.
Notevole thriller che mostra una delle Los Angeles meno attraenti e più laide dello schermo; teso e incalzante. A valere non sono tanto storia e script quanto il clima cupo, sporco e sordido della vicenda, che rende giustizia ai toni lividi tipici di Leonard, da cui attinge (il film è tratto da un suo romanzo). La regia del veterano Frankenheimer è sideralmente distante dallo stile del periodo: elegante e quasi ricercata, sembra quasi fare da ironico contrasto alla bassezza e volgarità del mondo che descrive. Ottimi Glover, Williams III e Trebor, Vanity sexy come non mai.
MEMORABILE: I tre villains Glover (sadico e viscido), Wiliams III (feroce e inquietante) e Trebor (nevrotico e inetto), tra l'altro ottimamente doppiati; The end.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (venerdì 20 settembre 1991) di 52 gioca o muori: