Bruce Lee vive ancora - Film (1982)

Notevolissimo cimelio trash dalla gestazione misteriosa, in bilico tra poliziesco e arti marziali e splendidamente ricco di trash, combattimenti (non bruttissimi per la verità) e scenette porno-soft. Ritmo elevatissimo e un grandissimo numero di location illustri (tra Roma, Parigi e Hong Kong, passando, come una guida turistica, per tutti i momumenti principali), con rispettive comparse casuali. Piuttosto triste (ma agilissimo) lo pseudo-Bruce Lee di turno, ma l'insieme diverte alle grande. Musiche spassose. Nel bene e nel male, godibilissimo.

Lasciando stare il farsesco tentativo di sfruttare il successo dei film di Bruce Lee già dal titolo (ma anche nel finale, copiato da L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente), questa scombiccherata opera ha dalla sua alcuni momenti assurdi: le scene softcore, il cappello rotante del villain (plagiato da Goldfinger!), l'accento trash siculo del boss. Il resto è banale e stentato, con una regia zoppicante nelle fasi che collegano i combattimenti, nemmeno così malvagi (riuscito quello a Trinità dei Monti).

Nella sua bruttezza e semplicità riesce a piacere, molto più di tanti "poveristici" di arti marziali. Ovviamente Bruce Lee non c'entra nulla ed è usato solo per richiamare pubblico. Il film si caratterizza per i numerosi omaggi (L'urlo di chen terrorizza anche l'occidente, Goldfinger), gli attori non sono dei novelli (ci sono Casanova Wong e Harold Sakata, presente anche nel citato Goldfinger). Le scene trash sono spassose: combattimenti iperveloci, sequenze softcore insolite in un film di arti marziali. Ma il meglio è alla fine, nella scena del Colosseo. Un must!