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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/11/10 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO
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Puppigallo 6/11/10 00:34 - 5250 commenti

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Fa parte di quelle pellicole che non dicono chissà che, ma lo dicono bene. In più, gli attori sono tutti in parte e bisogna ammettere che Servillo ha talento cristallino. Ma anche i due sicari se la cavano più che dignitosamente. L'unico a risultare eccessivo e un po' forzato è il cuoco, che però non disturba più di tanto, ritagliandosi solo piccoli spazi. Mai come in questo caso, il passato ritorna dal protagonista, costringendolo a rivivere ciò che aveva dolorosamente rimosso cercando, in qualche modo, di ripulirsi in una sorta di rinascita. Riuscito.
MEMORABILE: Il protagonista, che vuole ampliare il ristorante, pianta chiodi di rame negli alberi per farli morire e poterli così abbattere (da vivi, è vietato).

Ianrufus 6/11/10 23:29 - 139 commenti

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L'interpretazione di Toni Servillo è sublime, torna a giocare in sottrazione al contrario del meno riuscito Gorbaciof, meritando in pieno il premio al festival di Roma. Una storia di egoismo più che di camorra, servita molto bene anche dagli altri attori, tutti interessanti, a partire dai due giovani killer in trasferta.

Myvincent 24/11/10 09:07 - 3722 commenti

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Gomorra si trasferisce nella civile Germania per dare vita ad una feroce storia di delinquenza e sopraffazione. Bella sceneggiatura, interpretata con veridicità da tutto il cast di attori e con un Tony Servillo al solito credibile ma talora fermo nella sua espressività un po' autoabusata. Il cinema italiano riceve qualche soffio di vitalità.

Cif 4/12/10 19:10 - 272 commenti

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Che bel film. Fuggire dal proprio passato. Cercare di rifarsi una vita. Quel che resta e quel che va per sempre. Servillo incarna in maniera magistrale quella pulsione di vita di chi cerca disperatamente di sopravvivere agli eventi, a qualsiasi costo. E poi, la vita che si ripete, ti risucchia e ti acciuffa. E di nuovo un'altra fuga, verso "una vita tranquilla". Bellissima ambientazione tedesca, colori, silenzi, immagini, boschi... Un'ottima prova di regia di Cupellini, con mano ferma, sicura, ritmo lento ma implacabile. 4 pallini pieni pieni.

Belfagor 11/12/10 15:02 - 2689 commenti

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Ovvero dell'impossibilità di sfuggire al passato. A Servillo, che qui recita per sottrazione, basta qualche sguardo per imprimere il ritratto di un uomo sempre minacciato in una Germania impersonale e silenziosa. Lo stesso ambiente, esaltato dalla splendida fotografia fredda, gli è implicitamente ostile. Una storia di redenzione (mancata?) e di sopravvivenza, impreziosita da una tensione costruita in modo sapiente e da un cast davvero in parte.
MEMORABILE: La scena divisa in due parti dal recinto: da un lato il presente radioso, dall'altro il passato oscuro.

Cotola 17/12/10 23:25 - 8998 commenti

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All’inizio sembra il solito film sul passato che ritorna a distruggere la vita di chi era stato capace di partire da zero: ed in parte è così. Tuttavia ci sono alcune differenze, soprattutto perché nella parte finale, il film svolta in modo abbastanza imprevedibile, approdando a soluzioni ambigue che si prestano a più interpretazioni. Cupellini dirige in modo sobrio, pulito e sicuro (anche troppo) ma anche un po’ impersonale: aspettiamo per vedere se cresce bene. Servillo invece è la solita granitica conferma.

Galbo 9/03/11 07:08 - 12372 commenti

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Un bel noir italiano, il cui tema di fondo è l'impossibilità di sfuggire al proprio passato. Cupellini si rivela un regista capace e può contare su una sceneggiatura "robusta" e su un ambientazione cupa ed efficace in terra straniera (il film è ambientato in Germania). Un ulteriore occasione per apprezzare il grande talento di Toni Servillo.

Ilcassiere 17/04/11 09:42 - 284 commenti

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"Se tutto va bene avrai una vita tranquilla". Ma se non va bene, se commetti anche solo un piccolo errore, il passato tornerà inevitabilmente a minacciarti e a distruggerti tutto quello che avevi faticosamente costruito nel corso degli anni. Questo è il tema di questo film, un interesante noir ambientato in un'anonima e grigia Germania. Servillo si conferma uno dei migliori attori italiani.
MEMORABILE: Doris/Boris.

Rebis 2/07/11 19:19 - 2331 commenti

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Si scatena un sentimento di angoscia prossimo all'orrore mentre il passato cala il suo peso, insolubile e stordente. Capellini registra l'irruzione di un elemento distonico in un (precario) corpo armonico catturandone la forza destabilizzante: il montaggio - parallelo e incrociato - ne intercetta vastità e risonanza. In questo senso, l'ambientazione quieta e ristornate dei boschi germani funge da amplificatore. Ipnotizzante, sensoriale il tappeto sonoro di Teho Teardo. Sceneggiatura densa e millimetrica, eloquente oltre l'uso dei dialoghi. Grande Servillo, notevole il cast.

Jandileida 14/08/11 22:14 - 1558 commenti

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Una bella sorpresa gustata in un pomeriggio piovoso nel nord della Francia. La Germania, fotografata benissimo, sembra lontana ma non è possibile sottrarsi al proprio passato. Servillo, stavolta lontano dalle maschere dei film di Sorrentino, ci regala una grande interpretazione in un film che sorprende non tanto per la storia che narra, simile al Cronenberg di History of violence, ma per il rigore e la secchezza con la quale essa viene raccontata e girata. Nessuna falla in una sceneggiatura solida, capace di coinvolgere. Perfetto il resto del cast.

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Tomastich 28/10/11 19:51 - 1255 commenti

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Uno slogan di un famoso detersivo diceva: "...più bianco non si può". Ecco, questo film sta completamente all'antitesi dell'Omino Bianco e Toni Servillo ci si mette d'impegno per raggiungere lo scopo: risultare freddo, gelido, distaccato, ma con un dolore immenso da portare dentro per tutta la vita.
MEMORABILE: Notevole Boris (Doris).

Paulaster 29/02/12 09:48 - 4375 commenti

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Storia di ordinaria camorra all'estero, tra il desiderio di scomparire e il patto che deve terminare solo con la morte. Sceneggiatura che a volte zoppica, ma nel finale lascia viva l'attenzione. L'ambientazione e la fotografia sono buone, livide e senza fronzoli. Come interpretazioni Servillo domina senza enfasi, i due ragazzi se la cavano, ed anche la moglie. Insufficiente il cuoco.

Nando 29/02/12 11:21 - 3806 commenti

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Un camorrista rifattosi una vita in Germania vedrà alterarsi la sua tranquillità. Nella rarefazione teutonica il film acquista uno slancio vigoroso attorniato da gelide venature. Servillo è una maschera maestosa lacerata dal tragico passato. Il plot narrativo, lievemente inquietante nella prima parte, esplode fragoroso nella seconda.

Piero68 11/04/12 10:22 - 2955 commenti

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Una bella e orginale sceneggiatura fa da sfondo a una delle solite prove di Servillo, senza colpi di testa ma sempre professionale. Il cinema italiano, come ho più volte detto, si sta riscoprendo, soprattutto attraverso film come questi. Mancano ancora caratterizzazioni e caratteristi a buoni livelli, ma già è tanto uscire dal grigiore generale. Cupellini fa un buon lavoro, anche se col finale la sceneggiatura rischia di rovinare tutto (tra i tanti possibili sceglie il più ovvio nonché più buonista). Un diversivo non avrebbe guastato...

Mickes2 16/06/12 21:19 - 1670 commenti

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Il passato spettrale che inesorabilmente si ripresenta, una vita tranquilla faticosamente riacquisita messa in discussione dall’oggi al domani. Questa di Cupellini è una potente indagine intimista con raffinate punte da noir esistenzialista, echi di Audiard la impreziosiscono così come il penetrante commento musicale di Teardo. Un film che ci parla di paure e sofferenze, di verità nascoste e dolorose rinunce. Servillo comunica attraverso lo sguardo, le rughe, impersonando un uomo schiacciato tra due poli: senso di colpa e rabbia omicida. Maturo.

Cangaceiro 25/10/12 15:53 - 982 commenti

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Se il cinema italiano battesse più spesso queste strade ne vedremmo delle belle. Un film asciutto, con ricercate atmosfere capaci di coinvolgere e catturare, silenzi profondi più di qualsiasi cesellato dialogo e un dolente alone di ineluttabilità che ti prende dentro. Il personaggio di Servillo è un'autentica miniera di emozioni: scanzonato, attònito, impaurito, risoluto, cattivo, tenero e rassegnato. Sfoderando questa poderosa gamma di registri il buon Toni si consacra come attore di prima classe. Oltre a lui regia, sceneggiatura e cast girano alla grande.
MEMORABILE: L'ultimo saluto di Servillo al figlio piccolo nel pre-finale all'autogrill.

Capannelle 14/01/13 09:37 - 4394 commenti

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E' un film senza troppi fronzoli di regia né grosse sorprese, ma che svolge bene il suo lavoro grazie al focus sulla storia sofferta di Rosario, che tenta prima di recuperare e poi di resistere al suo passato e alle prove degli attori tutti ben diretti. Qualche passaggio discutibile (i due chiusi nel bagno) e qualcuno forse da accentuare meglio ma l'essenza del dramma e delle persone "schiave" delle loro origini, c'è tutto e funziona.

Neapolis 30/01/13 15:55 - 183 commenti

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A nulla vale sfuggire dal proprio passato, sembra volerci dire il regista Cupellini; inesorabilmente esso ritornerà con i suoi conti da pagare e alla fine la nemesi storica avrà il sopravvento: le colpe dei padri ricadranno sui figli. Servillo, dopo Le conseguenze dell'amore, dà ancora dimostrazione della sua bravura con un film dal ritmo man mano sempre più incalzante e coinvolgente. Splendide le ambientazioni e ottima la fotografia.

Pigro 16/04/13 07:45 - 9623 commenti

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Il passato non è una terra straniera, e torna anche per l’ex camorrista latitante in Germania, con le fattezze del figlio abbandonato. Notevole la storia che mescola le durezze del mafia-movie, oltretutto calate nel grigiore teutonico, con lo struggente rapporto impossibile tra padre e figlio. La cronaca e i sentimenti famigliari si incidono a vicenda come in una tragedia greca, incrinando con i loro fantasmi l’illusione della tranquillità. Un film che mantiene alta l’attenzione, anche grazie a un ottimo cast guidato da un semprebravo Servillo.

Gianleo67 23/06/13 13:35 - 30 commenti

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Dramma familiare che si riflette nei classici meccanismi del cinema "nero" (il tema della colpa che ritorna come una ineluttabile condanna del destino), è attraversato da cima a fondo da una insolita tensione narrativa che riesce a trovare nei momenti propizi la giusta valvola di sfogo di una inusitata violenza, lasciando scorrere sottotraccia i segni impercettibili di un sommesso scricchiolio del presente. Una History of violence riveduta e corretta nelle forme di un dramma sociale calato nei risvolti di una scottante attualità.
MEMORABILE: Il lampo improvviso che squarcia l'attesa di una feroce esecuzione durante l'agguato che segna una drammatica confluenza di destini convergenti.

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Enzus79 14/09/13 15:45 - 2864 commenti

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Una delle migliori interpretazioni di Toni Servillo in un film che onestamente non brilla certo per chissà quale originalità ma che almeno ha il merito di coinvolgere con un finale davvero amaro. Il resto del cast se la cava. A tratti mi è sembrato un episodio dei Soprano.

Furetto60 16/09/13 09:44 - 1192 commenti

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La vicenda è interessante, però pesano un paio di sviste: come può uno con il passato di Rosario non sospettare subito dell’improvvisa visita del figlio? E come può la moglie, che pare una carabiniera, accettare all’inizio quelle presenze così ingombranti e sospette? Passato ciò, comunque, questo camorra movie non demerita anche perché ben interpretato dal navigato Servillo (pur non del tutto supportato dai i comprimari).
MEMORABILE: Ho paura di morire. Credevo non m'importasse, invece...

Tarabas 23/01/14 14:44 - 1878 commenti

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Il ristoratore italiano Rosario, felicemente trapiantato in Germania, ha un passato oscuro, che un giorno gli bussa alla porta. Seguono sconvolgimenti. Sostanzialmente derivativo nello stile (un po' Garrone, un po' Sorrentino, un po' il Molaioli della Ragazza nel lago), scarsamente originale nella storia, si avvale solo della solita interpretazione di livello del protagonista e di un buon cast. Ma è privo di tensione e troppo esplicito, troppo descrittivo, troppe spiegazioni lo rendono scontato. Cinema medio senza guizzi, a tratti noiosetto.

Simdek 17/02/14 12:14 - 122 commenti

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Notevole rappresentazione di quanto gli errori del passato possano tornare a distruggere la vita presente e tranquilla. Alcune colpe non possono essere lavate via con una nuova identità perché si ripresentano più forti, mutevoli e vendicative. Un magnifico Servillo riesce a dare un tocco magistrale a una pellicola che tiene col fiato sospeso per tutto il film. Finale che lascia il segno. Da vedere.
MEMORABILE: L'omicidio in cantina; La fuga nei boschi dopo la mancata esecuzione.

Giùan 18/07/14 22:58 - 4528 commenti

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Film di discreta fattura tecnica (con musiche e fotografia aderenti e propedutiche al climax del racconto) in cui spiace però segnalare la mancanza di uno scarto che segnali un progetto cinematografico personale. Cupellini, dopo aver dipanato con calcolata flemma e studiata reticenza la matassa del suo noir, non resiste alla tentazione di sciogliere tutti i nodi del rapporto padre-figlio, passato-presente, Italia-Germania. Servillo, animale braccato dall'inestirpabile istinto vitale, è sempre bravo ma sorprendenti risultano i giovani D'Amore e Di Leva.
MEMORABILE: Il modo in cui Eduardo (Di Leva) appella la bella cameriera Doris (Alice Dwyer).

Lady 4/11/14 16:37 - 54 commenti

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Lungometraggio intenso, costellato di attimi carichi di interminabili, tesissime, cruciali riflessioni. Esempio di quando un percorso di vita non permette più di porre rimedio in alcun modo ai propri errori: oramai, è troppo tardi per tutto. Mai come in questo caso la Nemesi non risparmia la ricaduta delle colpe dei padri sui figli. L'effetto domino è inevitabile. L'angoscia è, a tratti, soverchiante. Coinvolgente in un crescendo esponenziale. Dolorosamente bello e terribile.
MEMORABILE: Talune espressioni, cristallizzate, di Rosario; Il lacerante dolore di Diego che, al di là del disarmante nichilismo, trasuda da ogni sua condotta.

Elsolina 18/03/15 18:20 - 41 commenti

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Cupellini si affida completamente al talento di Servillo, ancora una volta straordinario, calato nei panni di un latitante di origine partenopee scappato in Germania per rifarsi una vita e una famiglia. Una riflessione sul passato che inesorabilmente torna sempre a galla, mettendo fine alla "vita tranquilla" che Rosario aveva costruito con tanta abilità. Un Marco D'Amore agli esordi, lontano dal successo della serie tv Gomorra,cozza con la già matura esperienza di Servillo.

Gugly 29/03/16 23:39 - 1184 commenti

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Gelido come la cella frigorifera di un ristorante nella Foresta Nera: non ci sono le periferie a perdere con i neon a scaldare l'aria ma un Titta che stavolta nella fuga ha ritrovato affetti "normali"... Servillo trasuda emozioni anche se ringhia in tedesco, D'Amore imbastisce il personaggio che di lì a poco lo consacrerà presso il grande pubblico. Dalla Germania con pudore.

Saintgifts 5/08/16 10:49 - 4098 commenti

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Film girato correttamente che soffre però di questo suo ordine. Troppo stretto in una corsia di rigidità; troppo ricercata, solo apparentemente disinvolta, la regia di Cupellini, che senz'altro arriverà a buoni vertici, troppo risaputa e insistita l'interpretazione di Servillo, che già i suoi vertici li ha raggiunti. Gli unici sprazzi "liberatori" e veri li offre il personaggio di Eduardo (Francesco Di Leva), ottimamente interpretato, mentre D'Amore, capace di una sola espressione, è inchiodato a un unico personaggio.
MEMORABILE: Eduardo, fatto di coca, prende in mano la situazione.

Alex1988 20/04/18 18:07 - 728 commenti

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Ed ecco che Toni Servillo sfoggia, di nuovo, il suo talento; il suo personaggio e in minor parte la storia non possono non ricordare Le conseguenze dell'amore. Lo stile adottato dal regista Cupellini è freddo, come la Germania che fa da sfondo a questa storia fatta di passato e di presente in cui è difficile trovare un futuro, per tutti i personaggi. Ogni tanto il cinema italiano sfoggia qualche buon prodotto.

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Bubobubo 4/11/18 16:06 - 1847 commenti

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A history of violence in versione Gastarbeiter. L'assunto è notissimo (impossibile sfuggire a un passato che influenza e indirizza il futuro, indipendentemente da ogni tentativo di esorcizzarlo), Servillo meno brillante che in altre prove coeve, ma il film rimane comunque buono, specialmente nell'insistere sulle complesse dinamiche familiari e sulla natura radicalmente egoista della "vita tranquilla" perseguita dal protagonista. Cupellini non è un peso massimo della (non più) nuova leva registica italiana, ma qui si difende bene.

Pessoa 8/12/22 19:59 - 2476 commenti

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Cupellini si conferma regista di talento, bravo a gestire un "pezzo da 90" come Servillo che sfodera l'ennesima prestazione magistrale alle prese con un personaggio piuttosto complicato. Fondamentale l'ambientazione tedesca, che toglie al film eccessi melodrammatici (il rischio era oggettivamente piuttosto alto) e mette al centro la storia, efficace e per niente banale, donandogli misura e rigore. Buona la prova del resto del cast, con facce credibili e abbastanza talento da far girare la vicenda nel migliore dei modi. Un film più che buono, sicuramente meritevole di un'occhiata.
MEMORABILE: L'incontro a Teano.

Sonoalcine 3/08/23 11:02 - 184 commenti

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Da una apparentemente idillica immobilità iniziale si passa a un discendente climax di angoscia, trasmesso dal personaggio di Rosario: su di lui, uomo perseguitato da un terribile passato, è immersa l'emotività della vicenda, in un progressivo aumento di tensione che si fa a tratti insostenibile. Da un soggetto imperfetto Capellini tira fuori una sfavillante chicca nera, fatta di persecuzione, segreti inconfessabili, rimpianti e nostalgia. Un'opera di indubbio impatto emotivo, apprezzabile grazie anche e soprattutto all'ottima interpretazione di Toni Servillo.
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  • Homevideo Galbo • 1/06/11 07:18
    Consigliere massimo - 3990 interventi
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    Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
    Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano
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