Nel titolo originale, un'esortazione di Whitman a vincere l'oppressione del Cielo e della Terra per compiere il proprio destino… In pratica, solo Bette Davis poteva sgomitare per il ruolo di una ciabattona grassa, occhialuta e depressa pronta a rinascere come farfalla sfidando il dispotismo materno (una terrifica Gladys Cooper), complice di un adulterio consumato a colpi di sigaretta (eh, il codice Hays!). Rapper, nel virtuosismo di Max Steiner, azzarda soluzioni avant-garde, altrove perde clamorosamente la bussola (l'autista di Rio). Psicoanalitico, audace, più reiterato che approfondito.
Zitella di ricca famiglia bostoniana, schiacciata da una madre possessiva ed egoista, una volta trasformasi in donna affascinante grazie ai consigli di uno psicologo, conosce in crociera un uomo infelicemente sposato e se ne innamora... Titolo fondamentale nella filmografia della Davis e più in generale del genere romantico, molto anticonformista per il tempo, anche se la censura impose il ricorso a rituali allusivi come l'accensione delle sigarette per suggerire un'intimità di coppia che non poteva essere mostrata. Cooper dà vita ad una memorabile figura di vegliarda imperiosa.
Sorprendente melodramma d'annata, che dopo l'iniziale ilarità causata dall'entrata in scena di una Bette Davis più sconvolta che mai riesce a catturare attraverso tutte le sue linee narrative, amalgamate in modo non banale e destinate a confluire verso un finale che consola ma meno del previsto, forte di quel senso di sacrificio che avvolgerà il genere per tutto il decennio. Grande confezione e grande cast, che fanno perdonare il brutto tentativo di comicità nella scena dell'autista ispanico. Assolutamente da riscoprire.
Meló con la mutaforme Bette Davis (perfetta) da goffa crisalide a leggiadra farfalla; una macchina per sognare sotto l'egida di una fiducia sconfinata nella psicanalisi (che qui compie magie bianche e nere), delle coincidenze significative e dei versi di Walt Whitman (un invito all'avventura, al dispiegare le vele, al cercare e trovare). Regia a orologeria (sporcata da qualche leziosità), musica avvolgente, romanticismo (sulla nave e non solo), crudeltà (Gladys Cooper, la madre asfissiante), simbolismi erotici; un classico? Forse.
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MusicheColumbo • 27/10/10 12:01 Pulizia ai piani - 1098 interventi