Una relazione privata - Film (1999)

Il titolo originale, che usa l’aggettivo pornografica e non privata, è ingannevole. Nonostante il film si fondi sulla realizzazione di una pratica sessuale, il tema è quello dei sentimenti. Il regista, infatti, evita meritoriamente di addentrarsi in particolari inutilmente pruriginosi: non sapremo mai cosa fanno i due amanti nella stanza: la mdp resta fuori la porta chiusa e osa entrarvi solo verso la fine per filmare il loro “amore”. Bello e interessante, forse un po’ troppo verboso ma in ogni caso emozionante e molto coraggioso.

Con l’alternarsi di un’intervista ai componenti di una coppia occasionale con i loro veri incontri, si sviluppa un racconto garbato di episodi intimi sempre in bilico tra l’implicito e l’esplicito, con particolari momenti di erotismo dialogato. Un film dai tratti delicati ed incisivi come solo i francesi sanno fare bene, che sa mantenere la discrezione dell’indiscreto e tenta la descrizione di ciò che negli animi di una coppia è difficilmente descrivibile. Ammirevole il coraggio di Nathalie Baye nel girare scene erotiche a 51 anni.

Il "prudente" titolo italiano non rende bene la natura di questo film, laddove la pornografia di quello originale allude non al sesso ma alla spudoratezza dei sentimenti che i protagonisti vorrebbero lasciare fuori ma che entrano prepontemente nella loro relazione. Un film intenso che va a fondo molto più di altri assai celebrati sui legami sentimentali, segnato dall'interpretazione di due ottimi attori che rendono la storia credibile.

Un modo originale per declinare l’ennesima storia d’amore (altro che pornografia!), partita qui per appagare un puro desiderio sessuale tra due sconosciuti e poi destinata a evolversi. Narrazione di gran classe nonostante il plot minimo e l’understatement registico: dialoghi perfetti, personaggi scolpiti, attori ‘veri’, ritmo sereno, pochi elementi ma ben valorizzati. Buona l’idea dell’intervista in parallelo ai protagonisti, partita come curiosità per diventare poi dispositivo di svelamento amaro del gioco ingovernabile dei sentimenti.

Incastonato tra un incipit e un excipit simboli di una metropoli sfuggente che ingloba in sé mille e una storie, è un film elegantemente erotico, passionale, tutto giocato sull’accuratezza dei dialoghi e l’apporto attoriale. E qui di attori di razza ce ne sono due: Baye e Lopez riescono a restituire l’emozione, il desiderio, la timidezza e il piacere di un incontro clandestino e carnale che in divenire si trasforma in qualcosa di vero, puro, profondo e per questo meno prevedibile, altalenante, incontrollabile come i sentimenti. Piccola perla.

Due sconosciuti accettano di avere una relazione intima. Incipit accattivante: si prova l'amore (inteso come sesso) in maniera anticonvenzionale con l'escamotage dell'intervista per poi tentare di raccontarlo. Dopo un avvio che si fa seguire per via degli imbarazzi iniziali, il film diviene via via poco interessante per la mancanza di spessore. Manca la disperazione come in Ultimo tango a Parigi o la crepa che cambi gli equilibri. Alla fine sembra una classica storia con un piccolo segreto in sospeso. Baye più spigliata rispetto a Lopez.

Un uomo e una donna cominciano ad incontrarsi con lo scopo di instaurare una relazione esclusivamente sessuale. Con il passare del tempo i due diventeranno sempre più intimi e i sentimenti cominceranno a fare capolino nella coppia. Anche quando le cose sembrano partire per gioco, l'ingovernabilità dell'amore entra e spazza via ogni intenzione iniziale di distacco e coinvolgimento, cosa che porta l'essere umano a riconsiderare ogni cosa. Il film, che non ha nulla a che vedere con la pornografia, è in realtà una dichiarazione d'amore alla vita con tutte le sue gioie e le sue amarezze.