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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/06/10 DAL BENEMERITO STEFANIA
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Stefania 27/06/10 16:20 - 1599 commenti

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Malinconico autunno in quell'anticamera del camposanto che è una Casa di Riposo in provincia? Eh, no! L'anziano guitto Picchio tenta un'ultima svolta: fugge portando con sé la giovane Renata. Ma è più esaltato che convinto: il film fa partire un cavallo già zoppo, al quale non viene mai offerta un'occasione, assistiamo soltanto ad un ultimo tratto di declino, e Renata è una zavorra passiva, né complice né antagonista. Con personaggi più approfonditi e una trama meno statica, sarebbe stato un bel film. Così, è un piccolo dramma inutile.
MEMORABILE: Tognazzi che si esibisce in un imbarazzante numero di avanspettacolo a casa del figlio (sedicente pittore).

John trent 2/12/11 12:11 - 326 commenti

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Triste e malinconico e con un finale quasi da lacrima-movie in piena regola, dopo una prima parte dolce-amara. Tognazzi è sempre un mostro sacro e la giovane Muti zoccoleggia quanto basta. Da rimarcare la presenza di Mario Del Monaco direttore della casa di riposo per artisti e di Venantini squallido dirigente di tv locale e trombatore di giovani aspiranti starlette televisive. Alla fine della visione resta un senso di profonda tristezza. Si tenga alla larga chi crede si tratti di una commedia!
MEMORABILE: Tognazzi che si ferma in mezzo alla strada e si siede davanti all'autobus.

Moro 7/02/12 09:24 - 36 commenti

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Nella vicenda di questo bellissimo film, tramite la metafora delle esequie all'ormai tramontato avanspettacolo, vengono rappresentati contemporaneamente altri fattori di decadenza: l'impietosa crisi di mezza età di un uomo e della sua patetica pretesa maschilistica (Tognazzi strepitoso come al solito); il collasso commerciale del cinema italiano, ormai sempre più schiacciato dalla concorrenza delle tv, sia di Stato che private (e dalla diffusione delle videocassette). Brava anche la Muti, che impersona la vittoria sociale del femminismo.

Graf 17/09/13 02:50 - 708 commenti

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E’ tempo di bilanci sia per Ugo Cremonesi, in arte Picchio, sia per Dino Risi. L’ormai anziano e patetico attore di varietà, interpretato da Tognazzi, non riesce a trovare una scrittura nemmeno in una modesta televisione privata dove, invece, la sua ultima fiamma, la giovanissima cameriera Renata, viene ingaggiata. Risi, con questo film, discendendo la scala del disincanto e dell’amarezza ci confessa che l’euforia e l’ottimismo del periodo del boom economico sono terminati sia nella società che nel mondo dello spettacolo, cinema compreso. Un film funerale.

Motorship 3/12/13 22:51 - 585 commenti

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Mi aspettavo qualcosa di più da un maestro come Risi, ma comunque questo dramma sul tramonto artistico e direi vitale di un ex comico di una certa età non è poi così male. Certo ci sono dei limiti di sceneggiatura, limiti che frenano un po' la piena riuscita del film. La malinconia prevale nettamente sull'ironia e man mano che la fine del film si avvicina si respira una tristezza degna del più drammatico dei drammi. Grandissima interpretazione di Tognazzi, non male la Muti, mentre nel cast secondario spiccano Venantini e Del Monaco. Non male.

Saintgifts 4/12/13 00:56 - 4098 commenti

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Il grand hotel in disfacimento, con il vetro rattoppato alla porta di ingresso, declassato a casa di riposo, guidata da un severo Mario Del Monaco, ben rappresenta l'atmosfera del film. Un'atmosfera volta al tramonto dove il giorno nuovo che sta sorgendo non è meglio di quello che sta finendo, ma è pur sempre un altro giorno. Picchio (un Ugo Tognazzi a suo agio nella parte), non si rassegna all'inevitabile, rendendo così ancor più amaro il ritiro dopo un ultimo illusorio sprazzo di vita. Il terzo atto di Amici miei sembra nascere da qui.
MEMORABILE: Le esageratamente applaudite esibizioni da avanspettacolo di Ugo Tognazzi.

Lady 23/03/14 03:45 - 54 commenti

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L'intero film è permeato da un'incombente malinconia. L'utopistica rinascita cui "Picchio", ex comico, ospite in una casa di riposo, anela fantasticando di ritrovare un genere teatrale ormai estinto, gli ambienti scarni e desolati in cui si snoda la vicenda, le vane, estenuanti ricerche di un'inarrivabile scrittura, le figure di impresari ambigui e amorali, l'infatuazione per la giovane e opportunista Renata nella quale Picchio crede di scorgere il suo futuro umano e professionale, trasmettono un'immane tristezza. Toccante.
MEMORABILE: L'amaro in bocca che lascia la visione di Renata nella sigla televisiva notturna.

Paulaster 19/11/14 10:04 - 4417 commenti

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Analisi della contrapposizione tra l'amore come ultimo sprazzo di vita e il suo contrario sbarazzino. Parte iniziale animata da un feroce ma anche divertente humor nero; poi il film sedimenta nella relazione (poco verosimile) e fuga dei due. Conclusione d'una tristezza interiore che non lascia scampo a speranze. Tognazzi passa dal guitto all'illuso e termina come una vecchia scarpa bucata. La Muti tanto bella quanto acerba, dirompente negli sguardi ma poco pruriginosa. Confezione scarna retta da giochi registici.
MEMORABILE: Con solo la battuta sulla molotov esplosa in casa viene sistemata la ribellione giovanile del periodo.

Tersilli 23/07/15 09:29 - 61 commenti

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Uno dei classici della commedia “triste” all'italiana anni '70 firmata dal grandissimo Dino Risi. Il film parte come una normale commedia per diventare un dramma malinconico/nostalgico dei bei tempi del varietà. Ugo Tognazzi è, come sempre, un “mostro” di bravura e Ornella Muti splendida. Piccola parte per il grande Riccardo Billi. Bellissime le ambientazioni di San Pellegrino Terme. Amaro, ma consigliato a tutti.
MEMORABILE: L'interpretazione di Tognazzi; La Muti che scende dalle scale (scena cult); Le ambientazioni di San Pellegrino Terme; Il finale.

Lythops 23/10/15 20:38 - 1019 commenti

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Ancora Tognazzi, dopo La stanza del vescovo, è l'interprete ideale di questo amaro film sul tramonto inaccettato dell'esistenza. Dalla parabola discendente di Picchio, ex comico di avanspettacolo che finirà i suoi giorni nell'ospizio per artisti in cui era convinto di aspettare solo un assegno fermo per un errore burocratico, Risi coglie l'occasione per descrivere un campionario di varia umanità, tanto acida quanto terribile e patetica. Grande Del Monaco nella parte del direttore dell'istituto, la Muti fa come sempre quel che può.
MEMORABILE: "Palle a terra" "No".

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Rufus68 2/08/17 16:33 - 3842 commenti

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Un Dino Risi minore, tanto che il sottofondo nostalgico del film (la morte dell'avanspettacolo) diviene, a distanza di anni, metafora del declino della commedia italiana di cui il regista fu interprete magistrale. Nonostante le buone intenzioni qui è tutto facile, superficiale, velleitario (citazioni da Stroheim incluse) e un po' volgarotto. Tognazzi, però, regge la baracca alla grande: l'incontro col figlio e il finale patetico riportano l'opera, pur a sprazzi, ai livelli di crudeltà e realismo dei tempi d'oro.

Gabrius79 10/09/17 23:47 - 1427 commenti

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Un film che si regge particolarmente sull'istronismo di Ugo Tognazzi e si avvale di una buona regia di Dino Risi. Sprazzi di sorrisi amari e un velo di malinconia che pervade la pellicola per tutta la durata. Ornella Muti è davvero incantevole ma nell'interpretazione arriva qui a una sufficienza stiracchiata. Buona la fotografia e la recitazione del resto del cast.

Liv 10/11/17 10:22 - 237 commenti

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Un film importante per Dino Risi e Ugo Tognazzi, che assume un nome di scena più suo di quello ufficiale. Il tono e l'ambientazione non sono unitarie, ma il film è molto ben fatto e ben recitato. La Muti non ha da fare molti sforzi, date le sue doti naturali. L'atmosfera muove da un umorismo macabro al grottesco e di qui al tragico e infine al patetico. Si capisce che la "fuga d'amore" e i progetti di Ugo non approderanno a nulla se non a un mare di amarezza.
MEMORABILE: Ugo che infine risale il fatidico scalone che lo aveva fatto sognare, come aveva fatto sognare la cameriera di cui si era tragicamente innamorato.

Rocchiola 13/04/18 11:26 - 966 commenti

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Dopo il successo della Stanza del vescovo torna l’accoppiata Tognazzi-Muti. Risi conferma la vena dolceamara degli anni 70 e ci propone un altro viaggio da Nord a Sud destinato a un malinconico fallimento. Grandissimo Tognazzi che iniziò la carriera proprio nel mondo del teatro comico e anche la Muti è un po’ più espressiva rispetto al film precedente. Qua e là affiorano echi felliniani (il fascino retrò dell'avanspettacolo, la volgarità del mondo televisivo, gli anziani sulla spiaggia d’inverno). Bella la fotografia invernale di Delli Colli.
MEMORABILE: Il gesto di generosità di Renata nei confronti di Picchio; Il ritorno finale alla casa di riposo; Il numero musicale con la gallina.

Markus 24/06/18 12:09 - 3687 commenti

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Ex comico d'avanspettacolo si trasferisce in un ospizio per artisti, dove conoscerà una bella servetta per la quale avrà un'infatuazione. I due partiranno per Roma. Commedia volta al nero cucita su misura per un Tognazzi sempre in bilico tra tragedia e sagacia. Accanto a lui la bella Muti... al suo servizio. Risi sceglie la via del romanticismo grottesco di maniera, ma convince più per la prova degli attori e per l'atmosfera un po' decadente di fine Anni '70 che per l'analisi del dramma psicologico di un uomo all'inizio della sua vecchiaia.

Modo 28/09/18 09:49 - 949 commenti

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Film godibile con un Tognazzi sempre protagonista e abile nel condurre la storia in porto nonostante ci siano momenti (nella seconda parte) esasperati e di stanca. Dino Risi è bravo comunque a dirigere con garbo sensibile tutti i protagonisti. Buona pure l'interpretazione della Muti. Troviamo a tratti richiami onirici felliniani. Stupenda la location del Grand Hotel di San Pellegrino Terme nella bergamasca in stile liberty. Racconto amaro dal finale crudo.

Zampanò 23/11/20 14:00 - 381 commenti

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Per nemesi, l'attore tra i "colonnelli" più atterrito dalla vecchiaia recita la parte dello showman in pensione bissandola l'anno dopo ne I viaggiatori della sera. Natio di Cremona, nel film si chiama Ugo Cremonesi: sadica identificazione totale. Risi e Maccari rannuvolano il capocomico di una patetica malinconia vespertina comunque ricacciata indietro dalla libidine. Tognazzi ritrova una compatibile Ornella Muti, sempre in rapporto anagrafico nipote-zio come in Romanzo popolare. La storia regge ma risente dell'aria aperta, in città, dove frigge nel canone sentimentale.
MEMORABILE: L'imitazione di Totò; La Muti signorina buonasera osè in una tv privata.

Silvestro 30/01/21 23:10 - 361 commenti

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Un bel film che può contare su un Ugo Tognazzi davvero strepitoso e una Ornella Muti brava e bellissima. Una storia tutto sommato semplice (l'amore impossibile tra un uomo ormai anziano e una giovane) raccontata con tocchi di grande poesia. Finale forse tirato per le lunghe ma che sa rendere l'atmosfera di malinconia che permea tutta la pellicola. Ampiamente consigliato soprattutto a chi apprezza i film intimisti.
MEMORABILE: Tognazzi e le sue imitazioni dei giocatori da biliardo.

Gugly 31/01/21 12:48 - 1187 commenti

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Si ricompone la coppia di Romanzo popolare per una storia ancora più malinconica e cinica: Ugo Cremonesi in arte Picchio non vuole accettare che la rivista è morta sino alle estreme conseguenze e lui e Renata si sfruttano a vicenda mentre i tempi moderni (leggi la televisione) avranno la meglio. Atmosfera tra il triste e il grottesco con il curioso personaggio del direttore della casa di riposo, un vero "boulevard of broken dreams".
MEMORABILE: La visita al figlio, pittore fallito con compagna sprezzante.

Keyser3 29/03/21 17:23 - 444 commenti

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Titolo in un certo senso minore nella ricca filmografia di Risi, con il mondo dell'avanspettacolo sullo sfondo (torna alla mente Polvere di stelle), è pervaso fin dall'inizio da una velata nota di malinconia, che permane nonostante il tono si faccia talora comico grazie al talento innato di Tognazzi, affiancato da una Muti stupenda (quando balla in paillettes sulle note di "Singin' in the rain"...). Si ride e si riflette, come da miglior tradizione italiana.
MEMORABILE: Tognazzi che si evira per finta.

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Daniela 3/05/21 18:58 - 12660 commenti

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Storia di un amore senile, raccontata dapprima con piglio grottesco per poi declinare verso toni malinconici e cupi. Ad un certo punto Picchio esclama "Non farò la fine del professor Rath!" dimostrando di essere consapevole dell'abisso che sta per inghiottirlo, ma il protagonista dell'Angelo Azzurro si innamorava di una dea, mentre questo comico da avanspettacolo in disarmo somiglia piuttosto ad un Pigmalione maldestro che plasma lui stesso la sua rovina. Il film alterna buoni momenti a molte banalità, riscattate almeno in parte dalla bravura di Tognazzi in un ruolo ingrato. 
MEMORABILE: I modi dittatoriali del direttore della Casa di riposo per artisti; Il matrimonio per ottenere la cittadinanza. 

Deepred89 6/11/22 10:01 - 3706 commenti

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Ultimo anello di congiunzione tra la commedia all'italiana e il dramma, versione catacombale de La voglia matta, notevole quando, nel primo tempo, la tentazione emerge tra le righe, ammantata dall'atmosfera gelida di un ospizio immerso in un profondo nord innevato, con personaggi ben tratteggiati a fare da contorno. Poi il film cambia direzione e divaga, si fa gratuito e ridondante nelle umiliazioni del suo personaggio e anche la credibilità viene meno, per poi riprendersi con un finale circolare piuttosto riuscito. Eccellente Tognazzi, con quegli occhi persi, di infinita malinconia.

B. Legnani 16/07/23 22:49 - 5531 commenti

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Attore tramontato usa il residuo gruzzoletto per concedersi un settimana di svago lussuoso, che si trasforma in deleterio amore senile. Il difetto del film sta nel fatto che ripete schemi noti (si pensi, con lo stesso duo, pure a Romanzo popolare) e che ha sviluppi di rara prevedibilità. Ci si consola col cast. Grande Tognazzi, divertente Del Monaco, fascinosa come sempre la Boratto. La Muti non recita al meglio ma la bellezza non sempre si sposa con la sensualità, qui manco quando dà la buonanotte erotica. Divertenti le seconde e le terze linee anziane.
MEMORABILE: "Dio mi perdoni se vi dichiaro marito e moglie".

Noodles 15/01/24 16:15 - 2227 commenti

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Tra i film meno considerati di Dino Risi, è in realtà un buonissimo lavoro del regista, che porta alle estreme conseguenze il tema della vecchiaia e dei tempi finiti girando un film tra i più tristi del cinema italiano, utilizzando l'ottimo Ugo Tognazzi che non è la prima volta che recita in film simili e dà grande realismo al suo personaggio dell'attore al tramonto. La malinconia regna sovrana in tutta la pellicola, coadiuvata in questo dalle musiche, e ciò fa sì che la storia sia un po' scontata. Ma il film regge e affascina, anche per la bella fotografia. Da vedere.
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  • Homevideo Xtron • 26/03/13 19:52
    Servizio caffè - 2149 interventi
    C'è il dvd francese dal titolo Dernier amour

    Audio italiano e francese mono
    Sottotitoli in francese (non forzati)
    Formato video 1.85:1 anamorfico
    Durata 1h50m55s
    Extra Trailers vari, "Dino Risi, la pessimiste joyeux de la comedie italienne"

    Un'immagine dal dvd (si trova al min. 23:43)

    Ultima modifica: 27/03/13 08:30 da Zender
  • Homevideo Rocchiola • 13/04/18 11:34
    Call center Davinotti - 1254 interventi
    Anche per questo titolo di Risi per fortuna abbiamo questa splendida edizione francese della SNC debitamente rimasterizzata (vedi indicazione sul retro della copertina del DVD) e con audio italiano mono di buon livello visibile anche senza sottotitoli. Quindi come nel caso di Telefoni bianchi e Anima persa, lasciate stare la pessima edizione italiana RAI/01 della serie "Italiani da culto" (sempre ricca di imperfezioni e sempre proposta nell'errato formato 4:3 non anamorfico, e rivolgetevi verso questo prodotto ancora reperibile su amazon a prezzi più che abbordabili.
    https://www.amazon.it/gp/offer-listing/B004SAVPCU/ref=tmm_dvd_new_olp_sr?ie=UTF8&condition=new&qid=&sr=
    Ultima modifica: 16/04/18 08:52 da Rocchiola
  • Curiosità Fauno • 9/10/18 00:15
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, il flano del film: