Lo strano amore di Marta Ivers - Film (1946)

Lo strano amore di Marta Ivers

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/05/10 DAL BENEMERITO STEFANIA
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Stefania 5/05/10 16:23 - 1599 commenti

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Sappiamo cos'hanno fatto Marta, Sam e Walter quella notte di diciassette anni prima, adolescenti impetuosi e confusi. Adesso sono tre adulti ancora uniti, più che da quel segreto, da un groviglio di sentimenti contraddittori e irrisolti. Quando si ritrovano ancora in quella casa, ai piedi di quella scala, la resa dei conti è inevitabile. Intreccio tra fatalità, colpa e passioni in un noir dai tempi perfetti, che vede il debutto di Douglas nel ruolo più interessante del film: un uomo debole capace di non scambiare la sua debolezza per innocenza.
MEMORABILE: Sam a Toni, mentre lasciano la città: "Non voltarti a guardare indietro, Toni, mai!"

Matalo! 3/04/12 10:17 - 1378 commenti

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Buon noir di Milestone, complice la firma di Robert Rossen in sceneggiatura. Una città che è un cognome (leggi=padroni). Un delitto in tenera età; tre bambini poi divenuti adulti che rimettono in gioco i loro destini, con l'ingresso di una bionda a fungere da innesco, che dovevano compiersi. "Non si sfugge al destino" e "il bambino è padre dell'uomo": questo e l'inevitabile redde rationem finale, il senso della storia dove un bel quartetto di attori (tra cui un Douglas inedito) rimette in scena la cupa legge del noir americano.
MEMORABILE: Il dialogo tra Heflin e Scott al ristorante italiano; Il finale.

Myvincent 26/07/16 07:59 - 3722 commenti

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Non si può costruire una fortuna sulla pelle altrui senza che la coscienza non emerga e non venga soddisfatta in qualche modo. Un film durissimo dove il passato marchia a fuoco il presente e dove l'amore è il modo per ricominciare e sconfiggere le tenebre. Ottimo cast, in cui spicca al solito la bravura di Barbara Stanwyck, specializzata in ruoli dark.

Fedeerra 16/01/18 07:00 - 770 commenti

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Milestone mette in scena una camera obscura, che però si concentra non tanto sui risvolti investigativi del noir quanto sulla bellezza geometrica e spigolosa dei personaggi: l'ambigua Lizabeth Scott, il tormentato Kirk Douglas e infine il fuggitivo Van Heflin. Ma, inutile dirlo, a dominare il podio è lei: Barbara Stanwyck, le cui seducenti munizioni non sono soltanto un femmineo capriccio ma un vero e proprio talento. Magnifico.

Daniela 29/06/18 22:15 - 12606 commenti

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Un guasto all'auto costringe un giocatore d'azzardo a fermarsi nella città natale da cui era fuggito vent'anni prima... Inizia da un evento fortuito ma guidato dal destino questo bellissimo noir sul peso del passato: come il biblico Lot, Sam se l'era lasciato alle spalle perché non si era voltato indietro, mentre chi ne resta prigioniero non ha scampo. Una trama avvincente, un cast eccellente con Stanwyck perfetta, Van Heflin inedito e Douglas esordiente già scaltrito in un ruolo opposto a quelli che lo renderanno famoso, infine un epilogo indimenticabile: gli ingredienti di un classico.
MEMORABILE: Nell'abbraccio, la mano sulla pistola

Tarabas 30/07/19 16:32 - 1878 commenti

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Tre ragazzini, un'orfana maltrattata da una zia ricchissima, una villa gotica fuori dal tempo, l'America della Depressione sullo sfondo. Morboso melò noir che mette in scena un triangolo malato, dominato da Barbara Stanwyck, psicotica fascinosa e inquietante. Più in ombra, ma efficaci, Douglas (il marito) e Heflin (l'amore di gioventù), mentre la Scott incide meno come cattiva ragazza redenta. Grande atmosfera, notevoli ritratti psicologici, finale memorabile. Una gemma della sterminata produzione hollywoodiana dell'epoca, da non perdere.

Pessoa 29/01/21 20:22 - 2476 commenti

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Celebre noir di Milestone che cerca (e trova) atmosfere torbide nella rassicurante provincia americana, refrattaria e bigotta. La Stanwick, ormai assurta a icona del genere, recita a memoria il ruolo della dark lady che in bilico fra bene (Heflin) e male (Douglas) trova nello splendido finale l'inevitabile nemesi. Grande affresco di celluloide che racconta la sua storia per linee rette senza vacillamenti morali (forse questo è il vero limite del film) e senza dare giudizi di sorta. Un grande film, forse un gradino sotto i capolavori del genere, ma imperdibile per gli appassionati.

Nicola81 13/11/21 22:38 - 2831 commenti

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Un classico forse leggermente inferiore alla sua fama. Il prologo fa gridare al capolavoro, e anche se il prosieguo non si mantiene sugli stessi livelli, l'intreccio di fatalità, colpe e passioni colpisce comunque con una certa forza. Confezione di lusso (fotografia di Victor Milner, musiche di Miklos Rozsa) e grandi prove della Stanwick, femme fatale psicologicamente complessa, di Van Heflin, che rappresenta il riscatto, e dell'esordiente Douglas che interpreta un uomo pavido e schiacciato dal rimorso assai distante dai personaggi che lo renderanno celebre; più defilata la Scott.

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  • Discussione Daniela • 28/06/18 13:12
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Il film segna l'esordio cinematografico di Issur Demsky Danielovitch, allora trentenne e con precedenti esperienze teatrali, universalmente noto con il nome d'arte di Kirk Douglas.
    Da notare che il personaggio da lui interpretato per Milestone è caratterialmente all'opposto da quelli grintosi e volitivi a cui è legato la sua fama: qui è un uomo pavido, incline al bere, del tutto dipendente dalla moglie.
    "Il ragazzo che aveva paura di tutto", così lo ricorda Van Heflin, anche lui utilizzato in un ruolo non abituale. I suoi personaggi più celebri sono infatti quelli di uomini comuni, onesti lavoratori magari anche eroici ma loro malgrado e per il solo senso del dovere, mentre qui ha un'aurea di avventuriero fascinoso a cui le donne non sanno resistere.

    PS: Contrariamente a quanto sostenuto in una bufala che circolava in rete tempo fa, l'ultracentenario Kirk è ancora vivo.